Nomine col trucco
RICCARDO BARENGHI
Una donna, magari due, tanto più che ieri era
la vigilia dell'otto marzo. Niente, anche questo
Consiglio d'amministrazione Rai è a sesso unico
(come il suo predecessore e il predecessore del
predecessore). [Non una come la Moratti, ovviamente-
nota blogger]Ma non è da questi particolari che si giudica il governo della più-grande-azienda-culturale-del-paese. E infatti, a nessuno è venuto in mente. Mentre tutti o quasi sono entusiasti della scelta di Pera e Casini. A destra e purtroppo anche a sinistra. Uomini di prestigio, personaggi sganciati dai partiti, nomi autorevoli, tornano gli intellettuali, professori, giornalisti, saggisti, sociologi. Tutto vero. Eppure qualcosa non va quando l'entusiasmo è troppo entusiasta e troppo diffuso. Non c'è dubbio che questo Cda sia migliore del precedente, non era facile farlo peggiore. E non c'è dubbio che Paolo Mieli non sia Antonio Baldassarre, cioè una marionetta. Vedremo prossimamente chi sarà il direttore generale, il vero uomo di potere dell'azienda: difficile farsi illusioni, sperare cioè che possa essere qualcuno non indicato da Berlusconi. Se però Mieli ottenesse questo risultato, se cioè riuscisse a nominare un uomo (o una donna) capace di rifare la Rai da capo a piedi, avrebbe segnato un bel colpo. [...]
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