Risorgere
Taddeo Gaddi_Ultima Cena_Albero della Vita_1330_Santa Croce_Firenze
Risorgere. Risuscitare, rinascere, rivivere, rifiorire, risollevarsi, alzarsi, riemergere.
AHIMSA. Parola sanscrita che ho imparato da Gandhi. Vuol dire "innocenza" e "non violenza","impegno a non nuocere ad alcun essere vivente". AHIMSA. I miei obiettivi sono la ricerca, la conoscenza, la comunicazione e la condivisione di emozioni, idee, informazioni con altre "persone che cercano". L'altro mio blog è CONVIVIUM, il posto del banchetto.
Risorgere
Taddeo Gaddi_Ultima Cena_Albero della Vita_1330_Santa Croce_Firenze
Risorgere. Risuscitare, rinascere, rivivere, rifiorire, risollevarsi, alzarsi, riemergere.
Il sogno a occhi aperti di
DIONIGI TETTAMANZI
Cristianesimo
"Vorrei declinare il comandamento 'Non nominare il nome di Dio invano' in questo modo: 'Non nominare il nome di cristiano invano'. Non si tratta di nominare un nome, si tratta di viverne il contenuto, il significato, la bellezza. In questo senso mi pare si possa stabilire una perfetta corrispondenza tra il comandamento che riguarda Dio e il comandamento che riguarda chi da Dio ha ricevuto la fede, cioè il cristiano".
Politica e morale
"Chi è impegnato a guidare una comunità ha il dovere di presentarsi non secondo una doppia morale, ma secondo un’unica morale. Questo riguarda tutti, ma per chi ha una responsabilità nei confronti degli altri diventa un’esigenza ancora più forte."
Politica ed emergenza
''Penso che, soprattutto la politica, debba senz'altro interessarsi del momento - certo piu' difficile e delicato - dell'emergenza, ma ad essa non puo' arrestarsi. La politica deve partire da progetti grandiosi, e soltanto in questo quadro e' possibile allora attivare le diverse forze sociali, culturali istituzionali, di volontariato, religiose, perche' solo in un quadro progettuale e' possibile risolvere anche il momento puntuale dell'emergenza.''
''Il nostro tempo e' caratterizzato dall'azione di emergenza. E l'emergenza si accompagna con la paura. E la paura non e' la consigliera piu' saggia per affrontare il problema nella sua ampiezza e nella sua profondita'. A partire da un vero e proprio progetto.''
"Dobbiamo pensare a queste sofferenze attuali con analogia alle doglie del parto. C’è un momento di estrema sofferenza, ma è una sofferenza che chiede di guardare più avanti, di guardare al domani, alla vita. Se noi affrontiamo la sofferenza di oggi come uno stimolo non soltanto per risolvere i problemi contingenti, immediati, complicati, ma elaborando un progetto".
Semi di speranza
"Questo domani io lo intravedo già perché semi e frutti di speranza già ci sono - ha detto -. Penso ai bambini e ai ragazzi che nella scuola si trovano naturalmente amici tra loro, è un segnale che gli adulti dovrebbero considerare con molta più attenzione, ricaricandosi di fiducia".
Esigenze e doveri
''Di fronte alle esigenze mi domando: non ci troviamo forse di fronte a delle attese, a delle aspettative, a delle speranze vere? Quanto poi ai diritti, penso che non esistano da soli, isolati, ma esistano intimamente connessi con dei doveri."
Sobrietà e identificazione
"Con grande forza devo dire, in riferimento alla dottrina sociale della Chiesa, quindi in riferimento a una esemplarità umile, ma nello stesso tempo schietta e forte, che la comunità cristiana può e deve diventare molto più sobria. Ogni comunità cristiana, a cominciare da quella più piccola". "Da questo punto di vista ritengo che solo nella sobrietà è possibile mostrare uno dei volti più belli e più necessari oggi della Chiesa, e cioè il volto di una Chiesa che agisce come il Signore Gesù, che si identifica in tutte le persone, ma in maniera privilegiata nella persona povera, bisognosa, dimenticata, emarginata, disperata".
Libertà religiosa
"La libertà religiosa è uno di qui valori essenziali, fondamentali che sono di aiuto, di stimolo, di dialogo. La libertà religiosa è antidoto all'aggressività, che è sempre anti evangelica e contro la razionalità, è segno di mancanza di sincerità nel rapporto".
La persona
«Personalmente ritengo che esiste una regola delle regole e una governance delle governance. Perché la regola, in ultima analisi, è una sola, ed è la persona, la dignità della persona, i valori e le esigenze della persona. C'è solo un principio che dobbiamo onorare con fatica, e questo principio è il rimettere al centro l'uomo, la sua dignità. Potrei dire che bisogna avere il coraggio di parlare dell'etica. Dove l'etica non è qualcosa che blocca, o frena, o ostacola, ma al contrario qualcosa che libera, perché ci dà la possibilità di affrontare tutto e sempre in chiave umana e umanizzante».
Questo sappiamo.
Che tutte le cose sono legate
come il sangue
che unisce una famiglia...
Tutto ciò che accade alla Terra,
accade ai figli e alle figlie della Terra.
L'uomo non tesse la trama della vita;
in essa egli è soltanto un filo.
Qualsiasi cosa fa alla trama,
l'uomo lo fa a se stesso.
Ted Perry, ispirandosi al capo indiano Seattle
Questo è un addio. A molti cari amici – in quanto cattolici. Non in quanto amici, e del resto sarebbe un fatto privato. E’ un addio a qualunque collaborazione che abbia una diretta o indiretta relazione alla chiesa cattolica italiana, ...
Questo addio interessa a ben poche persone, e come tale non meriterebbe di esser detto in pubblico. Ma se oggi scrivo queste parole non è certo perché io creda che il gesto o la sua autrice abbiano la minima importanza reale o morale: bensì per un senso del dovere ormai doloroso e bruciante. Basta. La dichiarazione, riportata oggi su “Repubblica”, di Mons. Betori, segretario uscente della Cei, e “con il pieno consenso del presidente Bagnasco”, secondo la quale, per quanto riguarda la fine della propria vita, alla volontà del malato va prestata attenzione, ma “la decisione non deve spettare alla persona”, è davvero di quelle che non possono più essere né ignorate né, purtroppo, intese diversamente da quello che nella loro cruda chiarezza dicono.
E allora ecco: questa dichiarazione è la più tremenda, la più diabolica negazione di esistenza della possibilità stessa di ogni morale: la coscienza, e la sua libertà. La sua libertà: di credere e di non credere (e che valore mai potrebbe avere una fede se uno non fosse libero di accoglierla o no?), di dare la propria vita, o non darla, di accettare lo strazio, l’umiliazione del non esser più che cosa in mano altrui, o di volerne essere risparmiato. Sì, anche di affermare con fierezza la propria dignità, anche per quando non si potrà più farlo. E’ la possibilità di questa scelta che carica di valore la scelta contraria, quella dell’umiltà e dell’abbandono in altre mani. Ma siamo più chiari: quella che Betori nega è la libertà ultima di essere una persona, perché una persona, sant’Agostino ci insegna, è responsabile ultima della propria morte, come lo è della propria vita. Fallibile, e moralmente fallibile, è certo ogni uomo. Ma vogliamo negare che, anche con questo rischio, ultimo giudice in materia di coscienza morale sia la coscienza morale stessa? Attenzione: non stiamo parlando di diritto, stiamo parlando di morale. Il diritto infatti è fatto non per sostituirsi alla coscienza morale della persona, ma per permettergli di esercitarla nei limiti in cui questo esercizio non è lesivo di altri. Su questo si basano ad esempio i principi costituzionali che garantiscono la libertà religiosa, politica, di opinione e di espressione.
Oppure ci sono questioni morali che non sono “di competenza” della coscienza di ciascuna persona? Quale autorità ultima è dunque “più ultima” di quella della coscienza? Quella dei medici? Quella di mons. Betori? Quella del papa? E su cosa si fonda ogni autorità, se non sulla sua coscienza? Possiamo forse tornare indietro rispetto alla nostra maggiore età morale, cioè al principio che non riconosce a nessuna istituzione come tale un’autorità morale sopra la propria coscienza e i propri più vagliati sentimenti? C’è ancora qualcuno che ancora pretenda sia degna del nome di morale una scelta fondata sull’autorità e non nell’intimità della propria coscienza? “Non siamo per il principio di autodeterminazione”, dichiara mons. Betori, e lo dichiara a nome della chiesa italiana. Ma si rende conto, Monsignore, di quello che dice? Amici, ve ne rendete conto? E’ possibile essere complici di questo nichilismo? Questa complicità sarebbe ormai – lo dico con dolore – infamia.
di Roberta de Monticelli (Il Foglio, 2 ottobre 2008)
Una testimonianza senza pari per tensione morale e valore delle argomentazioni. Da parte di una persona che vive nella fede cattolica. Laici, agnostici, atei e quanti non si riconoscono nella chiesa di Roma, tutti sostengono le medesime cose. E io con loro. Sono stata educata anch'io, con buon rigore, nella chiesa cattolica. Conservo il buono di quegli insegnamenti e di quelle riflessioni sulla vita e sulla morte, e anche sul rapporto con la divinità, sebbene abbia "abiurato" anch'io molto tempo fa. Un processo lento di allontamento e di ribellione a tante idee e a tanti comportamenti che mi sembravano e mi sembrano assurdi. Non ho mai smesso, però, di continuare a cercare un senso e a vivere almeno come se un senso alto e splendente l'avesse questa nostra vita misteriosa in ogni suo aspetto. Una vita che, lo impariamo presto, non è infinita. E, mentre viviamo, dobbiamo contemplare la morte, ognuno/a con ciò che ha nel cuore e nella mente, ma senza certezza alcuna. Ora ci tocca anche contemplare quella zona sconosciuta tra la vita/non vita e la morte, una zona che immagino come il sole buio di un tramonto di maggio che mi è capitato di fotografare in una giornata comunque felice.
Per completezza:
Aggiornamento del 4 ottobre 2008
Mi sembra giusto indicare le risposte date a Roberta de Monticelli da Mons. Betori, direttamente chiamato in causa, e di Ferrara, direttore del giornale che ha ospitato l'abiura pubblica della stessa. I miei riferimenti filosofici ed etici sono altri, tuttavia m'interessa ascoltare le voci di chi è più lontano dalle mie posizioni. Ferrara lo sento lontano anche nel metodo, che consiste nel mescolare abilmente argomenti e argomentazioni impressionando benevolmente. A prima vista. Ma, se qualcuno si prendesse la briga di precisare ogni enunciato, ogni concetto, sarebbe facile scoprire dov'è l'imbroglio. Non ho voglia di discutere, però, e poi l'hanno già fatto in tanti. Se potrò, andrò avanti con la pubblicazione di altre testimonianze e, magari, dei testi degli autori che quasi sempre vengono citati senza citazioni, in tal modo piegandoli al proprio punto di vista. Nel frattempo non è inutile accostarsi al Betori-pensiero e al Ferrara-pensiero per farsi un'idea delle posizioni del Vaticano e dei cosiddetti atei-devoti.
Raimon Panikkar
" «ponte vivente» tra Oriente e Occidente, tra diverse tradizioni di pensiero - cristianesimo, buddhismo, hinduismo - instancabile viaggiatore leggero, attraversatore di confini tra sapere scientifico e cultura umanistica "
Paul Klee, Macchina per Cinguettare
A Raimon Pannikar, uomo «ponte vivente» è stato dedicato un saggio. Paulo Barone: Spensierarsi. Raimon Panikkar e la macchina per cinguettare (Diabasis, pp. 117, euro 13). Se ne parla in un articolo de Il Manifesto.
Una maglietta rossa per la Birmania
"In tutto il mondo, venerdì 28"
Un messaggio sta circolando in queste ore per sms e sui blog per chiedere a tutti un segno di solidarietà per i monaci buddisti e per il popolo birmano. (La Repubblica)
Ricordiamoci di collegarci con i blogger birmani (i link sono un po' su tutti i giornali online). Nel sito BBCNews ho trovato questo: Ko Htike's blog .
Il sito di notizie dal punto di vista dei birmani: "The Irrawaddy News Magazine [Covering Burma and Southeast Asia] . Un altro sito suggerito da Linodigianni : http://www.mizzima.com/
"L'intera popolazione guidata dai monaci attua una protesta pacifica per la liberazione dalle generali crisi politiche economiche e sociali recitando la Metta Sutta". Questa è la frase con cui si apre la dichiarazione dell'Alleanza dei Monaci Birmani e degli Studenti della generazione del 1988.
Metta Sutta
Parole del Buddha sulla gentilezza amorevole
.
Questo dovrebbe fare
chi pratica il bene
e conosce il sentiero della pace:
essere abile e retto,
chiaro nel parlare,
gentile e non vanitoso,
contento e facilmente appagato;
non oppresso da impegni e di modi frugali,
calmo e discreto, non altero o esigente;
incapace di fare
ciò che il saggio poi disapprova
ciò che il saggio poi disapprova. continua qui
.
Sulla Metta Sutta: La pratica di "Metta" nella meditazione di visione profonda [ ivi ] nel sito Santacittarama . La maglietta dal blog di Rosalba.
Arborea Saggezza
Arboreal Wisdom
Lenta, paziente, forte, imperturbabile. Emerge e si consolida turgida di linfa la saggezza degli alberi, con i meandri profondi delle radici scavati nella terra e i mirabili ghirigori dei rami verdi di foglie spinti verso il cielo. Indicibile, misteriosa, bramata saggezza.
to O' Shanter with LOVE.
DARFUR
E' il canto di un bambino del Darfur, un canto che vale per tutti i bambini e le bambine del mondo. E' possibile ascoltarlo nel sito de La Repubblica: QUI.
BARBIANA
Parole e pensieri che collegano questo bambino a don Lorenzo Milani che in questi giorni viene celebrato per la sua vita dedicata all'insegnamento e alla "liberazione" dei bambini di Barbiana. L'accostamento rende giustizia all'opera di don Lorenzo. Io l'ho conosciuto leggendo "Lettera a una professoressa", che ha educato e formato la mia forma mentis e la mia anima.. Di don Lorenzo si stanno scrivendo moltissime cose in questi giorni, ma qualcosa di straordinario io l'ho trovato in alcuni post che ho avuto la fortuna di leggere:
Don Lorenzo Milani, priore di Barbiana. nel blog ilvecchio.splinder.com/ >>>QUI<<< Maître - Maître II - Maître III . nel blog independance.splinder.com/
Saggezza
"La saggezza è l'arte della vita", scrive Raimon Panikkar. "La saggezza è un savoir vivre in cui savoir non è un sapere sulla vita, ma semplicemente esperienza della vita."
Benedetto Luti_Allegoria della Sapienza
"Vivere un'esperienza nella quale non vi è scissione fra conoscenza e amore, anima e corpo, spirito e materia, tempo ed eternità, divino e umano, maschile e femminile...: vivere l'armonia di tutte le polarità dell'esistenza."
Benedetto Luti - Allegoria della Sapienza
da La dimora della saggezza di Raimon Panikkar, pag. 13
SERENITA' PRIMA DI DORMIRE
"Music of the Spheres"
by Bernard Xolotl
Che tutti gli esseri
vivano felici e sicuri:
tutti, chiunque essi siano,
tutti, chiunque essi siano,
deboli o forti,
grandi o possenti,
alti, medi o bassi,
visibili e non visibili,
vicini e lontani,
nati o non nati.
Che tutti gli esseri vivano felici!
Che tutti gli esseri vivano felici!
Che nessuno inganni l'altro
né lo disprezzi
né con odio o ira
desideri il suo male:
Come una madre
protegge con la sua vita
suo figlio, il suo unico figlio
così, con cuore aperto,
si abbia cura di ogni essere,
irradiando amore
sull'universo intero
irradiando amore
sull'universo intero;
in alto verso il cielo
in basso verso gli abissi,
in ogni luogo, senza limitazioni,
liberi da odio e rancore.
Fermi o camminando,
seduti o distesi,
esenti da torpore,
sostenendo la pratica di Metta;
questa è la sublime dimora,
questa è la sublime dimora.
Il puro di cuore,
non legato ad opinioni,
dotato di chiara visione,
liberato da brame sensuali,
non tornerà a nascere in questo mondo,
non tornerà a nascere in questo mondo.
dal sito Piandeiciliegi.it