venerdì 3 ottobre 2008



TESTAMENTO BIOLOGICO


sole buio


Abiura di una cristiana laica


“Questo è un addio. E’ un addio a qualunque collaborazione che abbia una diretta o indiretta relazione alla Chiesa italiana. Monsignor Betori nega la coscienza e la libertà ultima di essere una persona. Si rende conto?”

Questo è un addio. A molti cari amici – in quanto cattolici. Non in quanto amici, e del resto sarebbe un fatto privato. E’ un addio a qualunque collaborazione che abbia una diretta o indiretta relazione alla chiesa cattolica italiana, ...


Questo addio interessa a ben poche persone, e come tale non meriterebbe di esser detto in pubblico. Ma se oggi scrivo queste parole non è certo perché io creda che il gesto o la sua autrice abbiano la minima importanza reale o morale: bensì per un senso del dovere ormai doloroso e bruciante. Basta. La dichiarazione, riportata oggi su “Repubblica”, di Mons. Betori, segretario uscente della Cei, e “con il pieno consenso del presidente Bagnasco”, secondo la quale, per quanto riguarda la fine della propria vita, alla volontà del malato va prestata attenzione, ma “la decisione non deve spettare alla persona”, è davvero di quelle che non possono più essere né ignorate né, purtroppo, intese diversamente da quello che nella loro cruda chiarezza dicono.


E allora ecco: questa dichiarazione è la più tremenda, la più diabolica negazione di esistenza della possibilità stessa di ogni morale: la coscienza, e la sua libertà. La sua libertà: di credere e di non credere (e che valore mai potrebbe avere una fede se uno non fosse libero di accoglierla o no?), di dare la propria vita, o non darla, di accettare lo strazio, l’umiliazione del non esser più che cosa in mano altrui, o di volerne essere risparmiato. Sì, anche di affermare con fierezza la propria dignità, anche per quando non si potrà più farlo. E’ la possibilità di questa scelta che carica di valore la scelta contraria, quella dell’umiltà e dell’abbandono in altre mani. Ma siamo più chiari: quella che Betori nega è la libertà ultima di essere una persona, perché una persona, sant’Agostino ci insegna, è responsabile ultima della propria morte, come lo è della propria vita. Fallibile, e moralmente fallibile, è certo ogni uomo. Ma vogliamo negare che, anche con questo rischio, ultimo giudice in materia di coscienza morale sia la coscienza morale stessa? Attenzione: non stiamo parlando di diritto, stiamo parlando di morale. Il diritto infatti è fatto non per sostituirsi alla coscienza morale della persona, ma per permettergli di esercitarla nei limiti in cui questo esercizio non è lesivo di altri. Su questo si basano ad esempio i principi costituzionali che garantiscono la libertà religiosa, politica, di opinione e di espressione.


Oppure ci sono questioni morali che non sono “di competenza” della coscienza di ciascuna persona? Quale autorità ultima è dunque “più ultima” di quella della coscienza? Quella dei medici? Quella di mons. Betori? Quella del papa? E su cosa si fonda ogni autorità, se non sulla sua coscienza? Possiamo forse tornare indietro rispetto alla nostra maggiore età morale, cioè al principio che non riconosce a nessuna istituzione come tale un’autorità morale sopra la propria coscienza e i propri più vagliati sentimenti? C’è ancora qualcuno che ancora pretenda sia degna del nome di morale una scelta fondata sull’autorità e non nell’intimità della propria coscienza? “Non siamo per il principio di autodeterminazione”, dichiara mons. Betori, e lo dichiara a nome della chiesa italiana. Ma si rende conto, Monsignore, di quello che dice? Amici, ve ne rendete conto? E’ possibile essere complici di questo nichilismo? Questa complicità sarebbe ormai – lo dico con dolore – infamia.


di Roberta de Monticelli (Il Foglio, 2 ottobre 2008)


Una testimonianza senza pari per tensione morale e valore delle argomentazioni. Da parte di una persona che vive nella fede cattolica. Laici, agnostici, atei e quanti non si riconoscono nella chiesa di Roma, tutti sostengono le medesime cose. E io con loro. Sono stata educata anch'io, con buon rigore, nella chiesa cattolica. Conservo il buono di quegli insegnamenti e di quelle riflessioni sulla vita e sulla morte, e anche sul rapporto con la divinità, sebbene abbia "abiurato" anch'io molto tempo fa. Un processo lento di allontamento e di ribellione a tante idee e a tanti comportamenti che mi sembravano e mi sembrano assurdi. Non ho mai smesso, però, di continuare a cercare un senso e a vivere almeno come se un senso alto e splendente l'avesse questa nostra vita misteriosa in ogni suo aspetto. Una vita che, lo impariamo presto, non è infinita. E, mentre viviamo, dobbiamo contemplare la morte, ognuno/a con ciò che ha nel cuore e nella mente, ma senza certezza alcuna. Ora ci tocca anche contemplare quella zona sconosciuta tra la vita/non vita e la morte, una zona che immagino come il sole buio di un tramonto di maggio che mi è capitato di fotografare in una giornata comunque felice.


Per completezza: 


Testamento biologico: Bagnasco apre uno spiraglio, Ruini chiude un portone. in Adista.


Immagine 766


Aggiornamento del 4 ottobre 2008


Mi sembra giusto indicare le risposte date a Roberta de Monticelli da Mons. Betori, direttamente chiamato in causa, e di Ferrara, direttore del giornale che ha ospitato l'abiura pubblica della stessa. I miei riferimenti filosofici ed etici sono altri, tuttavia m'interessa ascoltare le voci di chi è più lontano dalle mie posizioni. Ferrara lo sento lontano anche nel metodo, che consiste nel mescolare abilmente argomenti e argomentazioni impressionando benevolmente. A prima vista. Ma, se qualcuno si prendesse la briga di precisare ogni enunciato, ogni concetto, sarebbe facile scoprire dov'è l'imbroglio. Non ho voglia di discutere, però, e poi l'hanno già fatto in tanti. Se potrò, andrò avanti con la pubblicazione di altre testimonianze e, magari, dei testi degli autori che quasi sempre vengono citati senza citazioni, in tal modo piegandoli al proprio punto di vista. Nel frattempo non è inutile accostarsi al Betori-pensiero e al Ferrara-pensiero per farsi un'idea delle posizioni del Vaticano e dei cosiddetti atei-devoti.



  • La risposta di Giuseppe Betori a Roberta de Monticelli: Chiedo anch’io la libertà di coscienza. Altra cosa dall’auto-determinazione. (L'avvenire, 3 ottobre 2008) 

  • La risposta di Giuliano Ferrara a Roberta de Monticelli: La coscienza libera di De Monticelli è abissale fino a diventare un’incognita. (Il Foglio, 3 ottobre 2008


  • La Chiesa gerarchica contro i cattolici. Il teologo Mancuso: Spetta alla persona decidere sulla sua vita. Sulla sospensione delle cure e il testamento biologico la Chiesa non riconosce il primato della libertà di coscienza di Vito Mancuso. QUI .





7 commenti:

  1. Platone - circa 2.500 anni fa, su " I dialoghi" affrontava, tra gli altri, il problema etico della salute, o della buona morte, del paziente.
    Ne ho fatto una pietra miliare del mio pensiero.
    Platone si auspica grosso modo, che si tenga conto della opinione del paziente in primo luogo e/o dei parenti più prossimi e/o degli amici nonchè dello stesso medico.
    Semplice ed esemplare. Come semplici e forti sono le parole che usa per esprimere il pensiero di cui sopra.

    RispondiElimina
  2. L'unica cosa che so con certezza è che non vorrei vivere in stato vegetativo.

    RispondiElimina
  3. La chiesa si ostina a difendere anche le posizioni impossibili e seguita a perdere consensi giorno dopo giorno. e che sia data la massima libertà di scelta a tutti coloro i quali soffrono troppo per desiderare ancora la vita. Buon blogging, cara harmonia, e sempre ubuntu, anche in questa circostanza.

    RispondiElimina
  4. Ciao, vorrei rammentarti che il 4 e 5 Ottobre, è possibile, acquistare l'orchidea UNICEF o comunque versare una donazione per fornire alimenti, vaccinazioni, vitamina A, zanzariere e altri strumenti essenziali per la sopravvivenza dei bambini.
    Auguri di serenità.

    RispondiElimina
  5. ciao. Sono d'accordo con le parole della Roberta De Monticelli,anche se io ho dato addio alla chiesa tanto tempo fa.
    E' assurdo che la chiesa invece di andare avanti, torna nel medioevo.
    Come si può rinnegare la libertà dell'individuo, la chiesa non capisce che con queste assurde imposizioni e ricatti morali, avrà sempre meno fedeli. un abbraccio penny

    RispondiElimina