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sabato 30 luglio 2011


E' cambiato il tiranno,
ma niente cambia.

 



Lontano, è lontano il tiranno. Invecchiato senza rimedio, triste, impaurito, oppresso: così appare nelle immagini ormai rare, stranamente rare. Eppure incombe, non pago delle sue leggi contro le leggi, inarrestabile. Sono successe delle "cose" in quest'ultimo anno: acquiescenze infinite in Parlamento, prime rivolte civili nelle piazze e nelle urne. Ma non sembra aprirsi un varco verso un nuovo mondo.

venerdì 29 luglio 2011


29/7/2011

 


 



Un libro che tutti dovrebbero leggere, un'antologia di testi leghisti per capire e, se proprio si vuole, dare un consenso informato a questo partito perché si impadronisca di tutto ciò che vuole in Italia, si prenda il lusso di cambiarne i valori di civiltà registrati in quella che viene considerata la migliore o una delle migliori Carte Costituzionali del mondo. Avete capito, care concittadini e cari concittadini, l'ultima trovata dei leghisti? Siete d'accordo. Continuate a credere che sia solo "folklore" dell'uomo dal medio protrattile? Ho letto e copiato-incollato un articolo esemplare per chiarezza sulla situazione presente dell'Italia e a futura memoria della Storia, la disciplina che si studia a scuola e che impiega un tempo incomparabile con la brevità delle singole vite umane per analizzare, valutare, giudicare i fatti.
 



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da La Stampa di venerdì 29 luglio 2011



 da La Stampa di venerdì 29 luglio 2011Il sistema istituzionale liquefatto
di Gian Enrico Rusconi

 



Come si permette Umberto Bossi di rispondere al Presidente della Repubblica di rassegnarsi al fatto compiuto del «decentramento» di alcuni ministeri a Monza? «I ministeri li abbiamo fatti e li lasciamo là, siamo convinti che il decentramento non sia solo una possibilità, ma una opportunità per il Paese». Questa non è affatto una risposta alla qualità dei rilievi che il Presidente della Repubblica ha rivolto si noti - al presidente del Consiglio, che si è ben guardato dal rispondere.

A parte la scorrettezza istituzionale e la sceneggiata di Monza, siamo davanti ad
un gesto di irrisione istituzionale che umilia i cittadini e ridimensiona di fatto lo stesso Berlusconi. A quando il trasferimento (pardon, il decentramento amministrativo) di Palazzo Chigi ad Arcore?

Non mi pare che la classe politica nel suo insieme - alle prese con il fango della corruzione - si sia resa conto della gravità di quella che
l’opposizione si è limitata a chiamare «farsa». In realtà rischia di essere una trappola istituzionale dalle conseguenze imprevedibili. Eppure il presidente del Senato Schifani, con aria finta ingenua, in tv ha parlato di decentramento amministrativo di sedi ministeriali per essere più vicine ai cittadini.

Ma non mi risulta che il Senato, da lui onorevolmente presieduto, abbia mai espresso un parere in proposito! Conta solo il senatùr Bossi?


E’ in atto una subdola liquefazione del sistema istituzionale, che viene interamente subordinato alla logica di potere delle parti politiche che lo gestiscono. Anzi alle persone che lo governano.

Non è chiaro se Berlusconi sia complice di quanto sta accadendo. Sembra aver perso lucidità, ossessionato di non rompere con «l’amico» Bossi o di stare in guardia contro l’ «ex amico» Tremonti che è spuntato, sia pure con l’aria un po’ spaventata, nella foto di famiglia di Monza.

Oppure Berlusconi sta lucidamente facendo lo sporco gioco di logorare con l’appoggio della Lega quello che considera il suo «vero nemico», Giorgio Napolitano?

Nessuno lo sa esattamente, perché la politica italiana sta andando alla deriva, con un solo risultato - il disfacimento del sistema istituzionale esistente. La trappola farsesca di Monza, la risposta irrispettosa al Presidente della Repubblica, l’ambiguità di Berlusconi, tollerata dai suoi sostenitori nella speranza di trarne vantaggio personale, l’impotenza dei cittadini, «indignati» o meno - sono
tutti passi che portano al disfacimento istituzionale.

Molto opportunamente il Quirinale ha reso noto nella sua integrità il testo della lettera indirizzata al presidente del Consiglio «sul tema del decentramento delle sedi dei ministeri sul territorio». Con chiarezza in esso parla di «sedi o strutture operative, e non già di semplice rappresentanza, che dovrebbero più correttamente trovare collocazione normativa in un atto avente tale rango, da sottoporre alla registrazione della Corte dei Conti per i non irrilevanti profili finanziari, come affermato dalla sentenza della Corte Costituzionale». E’ un discorso troppo difficile per i leghisti oppure il loro «non capire» è il segnale di quanto sia profonda ormai l’insensibilità istituzionale?

In questa congiuntura il Quirinale è diventato di fatto il baluardo delle istituzioni - al di là del suo ruolo costituzionale. O meglio, questo ruolo diventa sempre più politico nel senso forte e autentico di mostrare competenza e volontà nel dire sì o no - in modo sempre argomentato - alle decisioni che arrivano sulla scrivania del Presidente (o alla sua conoscenza). Non è che Napolitano si sia messo a «fare politica» - come dicono non solo gli esponenti di destra, ma anche alcuni commentatori che si pretendono super partes.
Il Presidente difende le istituzioni della Repubblica, che possono essere modificate e riformate secondo le regole previste e condivise (come non si stanca di ripetere), non con i sotterfugi e con i trucchi cui oggi noi assistiamo - impotenti.
 

venerdì 15 luglio 2011


Un confronto tra

CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA
e
LEGGE BAGNASCO-BINETTI-CALABRO'-BERTONE-QUAGLIARIELLO-RATZINGER-...






2278 L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'« accanimento terapeutico ». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente. 




2279 Anche se la morte è considerata imminente, le cure che d'ordinario sono dovute ad una persona ammalata non possono essere legittimamente interrotte. L'uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni, può essere moralmente conforme alla dignità umana, se la morte non è voluta né come fine né come mezzo, ma è soltanto prevista e tollerata come inevitabile. Le cure palliative costituiscono una forma privilegiata della carità disinteressata. A questo titolo devono essere incoraggiate. 

martedì 12 luglio 2011


 
 



TESTAMENTO BIOLOGICO
ovvero
IL GHIGNO DEL POTERE NELL'ITALIA BERLUSCONVATICANLEGHISTA DELL'ESTATE 2011


 



  Incombomo sulla persona non più libera. Contro la sua volontà le introducono tubi, le impongono pastoni chimici, la torturano. Questo stanno facendo i nostri "legislatori", un pugno di uomini e donne occasionalmente presenti in Parlamento.
 



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“Tutti arancioni per mandare a casa Berlusconi”.
100 donne e uomini lanciano un appello di libertà   


  

domenica 27 febbraio 2011




Anche Noi Abbiamo Un Sogno

 


Un appello da firmare

Voi siete il sale della terra; ora, se il sale diviene insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non ad esser gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può rimaner nascosta; e non si accende una lampada per metterla sotto il moggio; anzi la si mette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa.
(Matteo 5:14-15) 
 



  



Penso che tutti, cristiani e no, possiamo avere il sogno di "un gruppo di laici del Centro Giovanile Antonianum di Padova, convinti che come cristiani non si possa più tacere di fronte a quanto sta accadendo nel nostro paese." Se c'è un forte dissenso nei confronti delle politiche delle gerarchie cattoliche nei laici non cristiani, a causa della distanza siderale dagli insegnamenti del Cristo, non è difficile immaginare un dissenso altrettanto forte nei cristiani sinceramente seguaci della Buona Novella. Io non sono cristiana, eppure sono pronta a sottoscrivere ogni parola di questo sogno che si potrà avverare solo se le lampade saranno accese", come piccole sentinelle della luce.




     Un giorno chi guida la Chiesa in Italia riuscirà a denunciare i comportamenti inaccettabili con chiarezza e determinazione, perché avrà come unico interesse l’annuncio della Buona Notizia.
 



    In situazioni come quelle odierne, dirà che chi offende ed umilia le donne in modo così oltraggioso non può governare un paese.
    Dirà che coinvolgere minorenni in questo mercato sessuale è, se possibile, ancora più sconcertante.
    Dirà che chi col denaro vuol comprare tutto, col potere vuol essere al di sopra delle leggi, con i sotterfugi evita continuamente di rendere conto dei propri comportamenti, costui propone e vive una vita che è all’opposto di quanto insegna il nostro maestro Gesù.
    Per evitare ambiguità dirà chiaramente che questa persona è il nostro Primo Ministro.
    Da quel giorno, ogni giorno, chi guida la Chiesa ci esorterà all’onestà, alle scelte etiche, alla coerenza, dimostrando anche con l’esempio che davvero ciò che più conta sono i valori evangelici.
    Allora noi smetteremo di pensare che siano gli interessi economici o di potere a giustificare il sostegno a chi si comporta in modo così scandaloso.

    Un giorno anche il silenzio di noi laici, la nostra rassegnazione, la nostra mancanza di iniziativa e passione finiranno: troveremo il modo di partecipare alle decisioni ed alle prese di posizione della Chiesa. I nostri Pastori gradiranno e sosterranno il nostro cammino di crescita nella responsabilità.

    Quando la Chiesa italiana sarà chiamata ad una verifica di cosa ha detto e fatto in questi momenti tragici della vita politica italiana non saremo dunque costretti a riconoscere che le nostre lampade erano spente e nascoste sotto il moggio.

    Sogniamo che questo giorno sia oggi: non possiamo più tacere


mercoledì 21 aprile 2010


BERLUSCONISMO - LEGHISMO - VATICANISMO

Se nemmeno la "legge divina"...
relativismo amoral-immorale


I felici prelati e il loro divorziato protetto, più cristiano di ogni altro cristiano, come si sa



Eucarestia: Berlusconi e don Verzè al funerale di Craxi.   Eucarestia: berlusconi funerali vianello aprile 2010

Da non perdere le sante verità del Fisichella Rino ( QUI  ) e le altre verità diversamente vere ( QUI )
 



Non appartengo alla Chiesa cattolica da molto tempo, ma la vicenda m'indigna per una questione di giustizia. Il rispetto delle leggi è alla base dell'uguaglianza dei cittadini come dei seguaci di qualsiasi religione. Nella vicenda del divorziato più uguale degli altri e della sua gerarchia ecclesiatica di appartenenza c'è una grossa questione che m'indigna ancor di più: la continua ingerenza della gerarchia suddetta nella gestione della mia Nazione, ingerenza ammantata di moralismo religioso spesso evidentemente ipocrita e opportuinistico. Come anche nell'alleanza con il celta Bossi e la sua congrega or ora verniciata di cattolicesimo furbesco ai limiti del sacrilegio.
 



benedetto XVI e umberto il celta: baciamano con sorrisi



 






 



"Cardinal Martini, vorrei porle una questione piuttosto delicata. Un noto scrittore cattolico, Vittorio Messori, ha scritto recentemente che la Chiesa istituzionale, cioè il Vaticano con la sua Segreteria di Stato i suoi Nunzi sparsi in tutto il mondo, le sue strutture di Curia, non può sanzionare i vizi privati dei potenti. Il suo compito è stipulare accordi, Concordati, affrontare problemi concreti da potere a potere.
Fece accordi con Hitler, con Mussolini, con Pinochet, con Franco, con Craxi. Se li avesse pubblicamente giudicati sui loro comportamenti, sulla loro moralità, non avrebbe potuto operare politicamente come è suo compito.
Il problema semmai - secondo Messori - riguarda il confessore, ammesso che qualcuno di quei potenti si confessi. Comunque il tema della salvezza riguarda il clero pastorale, i parroci e i vescovi con cura di anime. Lei è d´accordo con questa distinzione tra istituzioni vaticane e clero con funzioni pastorali?


«In verità non sono molto d´accordo, la distinzione che fa Messori ci richiama ad una fase in cui esisteva ancora il potere temporale e il Papa era anzitutto un sovrano; ma quel potere grazie a Dio è finito e non può essere restaurato. E´ una fortuna che sia finito. Certo esiste una struttura diplomatica della Santa Sede, ma composta pur sempre di sacerdoti il cui fine ultimo è quello di testimoniare la predicazione evangelica ed il suo contenuto profetico. Aggiungo che la struttura diplomatica, secondo me, è fin troppo ridondante e impegna fin troppo le energie della Chiesa. Non è stato sempre così. Nella storia della Chiesa per molti e molti secoli questa struttura non è neppure esistita e potrebbe in futuro essere fortemente ridotta se non addirittura smantellata. Il compito della Chiesa è di testimoniare la parola di Dio, il Verbo Incarnato, il mondo dei giusti che verrà. Tutto il resto è secondario»." (da Il cardinale Martini: “Un Concilio sul divorzio” di Eugenio Scalfari, La Repubblica, 18 giugno 2009)




 

mercoledì 4 novembre 2009



 



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Intorno all'ostensione del Crocifisso nei luoghi pubbici in Italia
La sentenza del Consiglio d'Europa e le reazioni italiane

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La sentenza integrale in italiano. (Parte essenziale: QUI)

Memoria del Consiglio di Stato sul Crocefisso:
QUI .

AINIS Nessuna legge lo prevede


Crocifissi a "La vita in diretta" Rai 1, parte 1/4...


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Nella prima parte le opinioni e le argomentazioni che concordano con la sentenza o che NON concordano ma con argomentazioni che in parte condivido, nella seconda quelle contrarie dai toni scortesi o violenti o sostenute da argomentazioni che non condivido.
Da laica, "diversamente credente" (), schierata non solo in difesa dei principi di libertà religiosa dello Stato laico ma soprattutto in difesa del Crocifisso, che rispetto profondamente, e della religiosità autentica che non ama le divisioni tra guelfi e ghibellini, raccoglierò dopo le mie piccole idee.
Buon senso e lungimiranza suggerirebbero ai cattolici di sostenere la laicità dello Stato, garanzia di equità per tutti, credenti di religioni diverse e "diversamente" credenti di nessuna religione, soprattutto in considerazione dei cambiamenti sociali, quelli in atto e quelli futuri.

I PARTE

 






Riteniamo un traguardo di civiltà, laicità, tolleranza, libertà e pacificazione religiosa la sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo che ha detto «no» all’esibizione del crocifisso nelle scuole pubbliche, pronunciandosi sul ricorso di una cittadina italiana. Finalmente una buona notizia dagli Organismi della Unione Europea che restituisce, in parte, quella realtà istituzionale alla democrazia ed ai diritti di cittadinanza.

Questa nostra valutazione è coerente con tutta la storia delle comunità di base che si sono sempre impegnate per l’affermazione di una laicità positiva in ogni ambito di vita, “nella società, nello stato, nella chiesa” come recita il titolo di un importante Convegno che le stesse comunità base tennero a Firenze già nel 1987.
Sappiamo di essere controcorrente perché la maturazione della società, della realtà religiosa e della politica sul tema della laicità è un percorso lungo e conflittuale. Ma non siamo affatto soli.
“Meno croce e più Vangelo” valeva nella scuola di Barbiana da dove don Milani aveva tolto il crocifisso. ...
qui .
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La Corte Europea dei diritti dell'uomo ha detto «no» al crocifisso in classe, pronunciandosi sul ricorso di una cittadina italiana. Si è subito scatenato il putiferio. In Italia la laicità è un obiettivo ancora lontano. Questo non deve indurre allo scoraggiamento. Deve anzi suscitare una spinta a lavorare con più lena perché la cultura della laicità divenga sentire comune. Finché la religione cattolica era l'unica religione dello stato si poteva ancora sostenere che l'esibizione pubblica del crocifisso corrispondesse all'interesse pubblico.
Ma oggi, dopo gli Accordi del 1984, la religione cattolica non è più la sola religione dello stato. Quindi i simboli religiosi, tutti i simboli religiosi, anche quelli della spiritualità o della fede laica, hanno uguale dignità. Le leggi e chi le interpreta devono adeguarsi di diritto e di fatto.
Ma è proprio vero che il crocifisso ha un valore universale e che è la bandiera dell'identità italiana? Che tutti i cittadini, di qualsiasi religione o credo, possono e devono accettare? Ma allora com'è che Costantino ha messo la croce sui suoi labari e in quel segno ha ucciso e in quel segno ha vinto? Com'è che da quel momento la croce è trionfo e vittoria? E' vero che poi Costantino in omaggio alla croce ha abolito la crocifissione. Non però la sostanza del supplizio. Ha continuato a sacrificare innocenti con altri strumenti avvalendosi della protezione della croce. Si potrebbe continuare sul filo della storia, dalla croce indossata dai crociati alla croce brandita dai conquistatori, usata per accendere i roghi di eretici e streghe, fino alla croce sui simboli di partito e alla croce che s'insinua negli attuali arsenali militari.
Lo so bene che la croce ha alimentato anche la speranza del riscatto storico degli oppressi, la loro lotta e le loro rivoluzioni. Ma per lo più ciò è stato considerato una eresia. In realtà ogni volta che il cristianesimo si è aperto e legato ai movimenti storici che puntavano al riscatto dei poveri e degli oppressi, qui in terra e non solo in cielo, ha subito feroci repressioni. Contro quel cristianesimo ribelle puntualmente si sono accesi i roghi fisici o morali. Fino all'attuale allontanamento di don Alessandro Santoro dalla Comunità delle Piagge di Firenze. Non risulta per niente vero che è consentito vedere nella croce il simbolo della prevalenza dell'amore sul potere, come sostiene un teologo alla moda come Vito Mancuso (la Repubblica di ieri 4 novembre). Tutti i movimenti popolari rivoluzionari animati dal Vangelo che hanno visto nella croce il segno della liberazione storica e non solo della redenzione sacrificale trascendente sono stati repressi spesso nel sangue. Quante croci della teologia della liberazione sono state abbattute e calpestate dai crociati della croce esibita come trionfo! La croce si può anzi si deve esporre solo in quanto è segno del potere.


Non per nulla «meno croce e più Vangelo» valeva anche nella scuola di Barbiana da dove don Milani aveva tolto il crocifisso. Meno croce e più Vangelo valeva per un cattolico come Mario Gozzini, il senatore della legge sulla carcerazione, il quale nel 1988 scrisse sull'Unità due forti articoli di critica verso i difensori dell'ostensione pubblica della croce. E vale oggi per tante esperienze di fede cristiana aperte al globalismo dei diritti e alla pace, vale per le comunità di base, vale per tante oscure parrocchie e associazioni, vale per i valdesi. Il problema è che il sistema dei media non ne dà notizia. Le suggestioni di Gozzini sarebbero da rileggere oggi, tanto sono attuali. Egli da fine politico e da buon legislatore fa la proposta di «uno strumento che impegnasse il presidente del Consiglio a studiare e compiere i passi opportuni per ottenere, dalla Conferenza episcopale, l'assenso a togliere di mezzo un segno diventato, quantomeno, equivoco. Ci vorrà tempo e pazienza ma ho speranza che alla fine la ragione e l'autentica coscienza cristiana (quella che bada a Cristo più che ai patrimoni storici) avranno la meglio». La speranza di Gozzini è sempre più la nostra speranza. Il Manifesto, 6 novembre 2009


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Ma io difendo quella Croce 


di Marco Travaglio, Il fatto quotidiano 5 novembre 2009

Il crocifisso, simbolo di sofferenza
che non può offendere nessuno 
di Claudio Magris, Corriere della Sera 7 novembre 2009

La selva di croci sopra Strasburgo di Lorenzo Mondo, La Stampa 8 novembre 2009



Povero Cristo in mano a Berlusconi
di don Paolo FarinellaSe c’è un'immagine blasfema è quella del Cavaliere che tiene in mano un Crocifisso: colui che ha varato una legge incivile contro i "cristi immigrati", che parla di "difesa dei valori cristiani".
MARTELLI Crocifisso, una sentenza ineccepibile
GIULIETTI
Intollerabile assalto alla Corte | CORNAGLIA Morale laica
ODIFREDDI
Simbolo offensivo e anacronstico
COMUNITÀ CRISTIANE DI BASE
Meno croce e più Vangelo
DON ANTONELLI
Il posto della croce è la coscienza di chi crede
FO
Dietro al crocefisso una storia di misfatti e violenze
RODOTÀ
La battaglia su un simbolo |
NOI SIAMO CHIESA La fede si vive nelle coscienze
DON SCACCAGLIA
Simboli religiosi, non togliere ma aggiungere [ link da Micromega ]


II PARTE

lavori in corso

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La caduta del muro nell'Italia di Berlusconi di Eugenio Scalfari, La Repubblica 8 novembre 2009

Quel muro che cadde sulla sinistra di Barbara Spinelli, La Stampa 8 novembre 2009

martedì 8 settembre 2009

BERLUSCONISMO <> VATICANISMO <> LEGHISMO


Il baratto


Non sono una giornalista, non sono una politica in carriera, non sono un'avvocata che sa di legge e codicilli. Non sono abbastanza cinica da assuefarmi all'ingiustizia e al disprezzo dei principi di base della convivenza umana e civile. Non sono neanche abbastanza coraggiosa o incosciente da sfidare le ire del padrone e dei suoi legulei. Ormai non sono più sicura di saper distinguere tra un'opinione, una domanda e un insulto passibile di querela. Ho paura, ma non riesco a rinunciare alla libertà di opinione, espressione, fantasia, associazioni e connessioni. Esagero? Forse, non lo so, ma è così che mi sento. Oggi metto insieme alcune dichiarazioni dei "grandi" d'Italia sotto un titolo che è frutto della mia fantasia e delle mie associazioni mentali.


"La difesa che il nostro governo ha compiuto di alcuni principi basilari di civiltà che sono alla base della dottrina cattolica, principi come la difesa della vita umana, la difesa della famiglia sono lì a dimostrare l'eccellenza di rapporti tra il nostro governo e la chiesa, è un rapporto che consolideremo nei prossimi mesi anche su questioni molto importanti come il testamento biologico", ha detto il presidente del Consiglio. (Reuters) Tutto bene, certo, ma sono i miei diritti l'oggetto dello scambio.


L'Osservatore Romano conferma "serenità istituzionale tra governo e Vaticano". Il Papa è stato accolto, nella visita di ieri a Viterbo, «dalle autorità civili in un quadro di evidente serenità istituzionale»: è quanto scrive oggi il direttore del quotidiano, Gian Maria Vian, in un editoriale. (La Stampa) Perfetto! Contenti loro, contenti tutti, purché non debba essere io a pagare il prezzo nei termini ben descritti nell'elenco di B.


Davvero il cardinale Bagnasco ha ricevuto in udienza privata il ministro divorziato Umberto Bossi, da sempre molto devoto a Santa Romana Chiesa (“Il Sud è quello che è grazie all’Atea Romana Chiesa, con i suoi vescovoni falsoni che girano con la croce d’oro nei paesi dove si muore di fame: il principale potere antagonista dei padani”, 3 agosto 1997; “È ora di mandare la Guardia di finanza da certi vescovoni per sapere dove vanno i soldi che hanno raccolto per i poveri. I veri razzisti sono i buonisti, associazioni caritatevoli, tipo Caritas. Agiscono per un solo scopo: riempirsi il portafogli. Come il caporalato delle parrocchie: miliardi di euro in nero gestendo badanti, cameriere eccetera. Sappiamo chi c’è dietro, quali associazioni hanno perso il Dio che sta nei cieli, sostituendolo col dio denaro”, 9 settembre 2002), e il ministro divorziato Roberto Calderoli, talmente affezionato al cattolicesimo da aver proposto nel 1997 lo “sciopero della messa” e da essersi sposato col rito celtico fra simboli nibelungici, druidi, calici di sidro (“che le mani delle nostre donne hanno spremuto dai frutti della terra genitrice”) e giuramenti a Odino (“Sabina, giuro davanti al fuoco che mi purifica: esso fonderà questo metallo come le nostre vite nuovamente generate”)? (Voglio scendere) Il cattolicesimo apostolico romano leghista è una novità. Se piace a Ratzinger, piace a tutti. Anche ai migranti, ai difensori dei diritti umani, alla Convenzione di Ginevra contro i respingimenti... Il prezzo devo sempre pagarlo io, in quanto minoranza?


LA DIGNITÀ VENDUTA AL MERCANTE DI PASSAGGIO - di Silvano Nicoletto


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"Dante, accompagnato da Virgilio, passa sopra le bolge dove i diavoli di Malacoda tormentano con i loro "raffi" uncinati  I BARATTIERI, coloro che si fecero corrompere nell'esercizio dei loro incarichi pubblici.
E' la TANGENTOPOLI della Firenze trecentesca. Dante Alighieri, condannato a morte due volte, nel 1302 e nel 1315, per "baratteria", dai guelfi neri alleati di papa Bonifazio VIII al tempo che lui era uno dei Priori che governavano Firenze, è costretto a fuggire dalla sua città per non tornare mai più. Accusato ingiustamente, Dante si vendica mettendo i veri "barattieri" dentro le bolge del suo Inferno, invischiati per l'eternità in una melma nauseabonda."
XXI canto, i barattieri - Sezione DS "E. Balducci" Isolotto (Firenze)

lunedì 7 settembre 2009

BERLUSCONISMO <> VATICANISMO <> LEGHISMO



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 Blake, William (1757-1827) dal sito http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cerberus-Blake.jpeg


Fantasia dantesca su tema tripolare  



Cerbero, fiera crudele e diversa,


   con tre gole caninamente latra


   sovra la gente che quivi è sommersa.           15 


Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,


   e ’l ventre largo, e unghiate le mani;


   graffia li spirti ed iscoia ed isquatra.             18


Urlar li fa la pioggia come cani;


   de l’un de’ lati fanno a l’altro schermo;


   volgonsi spesso i miseri profani.                   21  


Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo,


   le bocche aperse e mostrocci le sanne;


   non avea membro che tenesse fermo.           24


E ’l duca mio distese le sue spanne,


   prese la terra, e con piene le pugna


   la gittò dentro a le bramose canne.                27  


Qual è quel cane ch’abbaiando agogna,


   e si racqueta poi che ’l pasto morde,


   ché solo a divorarlo intende e pugna,             30   


cotai si fecer quelle facce lorde


   de lo demonio Cerbero, che ’ntrona


    l’anime sì, ch’esser vorrebber sorde.             33


 


Dante Alighieri, Inferno, VI 13-33




Cerbero è il cane della mitologia greca guardia dell'Inferno. E' un mostro a tre teste, ma per Dante è soprattutto  tre gole che divorano, essere infernale in cui si concentrano il desiderio insaziabile, la voracità e la golosità fuori misura, simbolo della colpa ch viene punita e strumento della punizione inflitta. Una discordia inesauribile agita le sue teste, quasi a rappresentre orridamente i vizi che causano le discordie civili fiorentine: "superbia, invidia e avarizia / sono le tre faville c'hanno i cuori accesi" (74-75).


NB. Solo una fantasia. Ogni riferimento a personaggi e vicende reali è puramente casuale e non voluto.

venerdì 4 settembre 2009

LA LEZIONE


DAL nEW yORK tIMES - 3 SETTEMBRE 2009


"The lesson: No one can mess with Silvio Berlusconi, not even the church." NYT, 3/09/09


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L'ho capito da tempo che nessuno può, IMPUNEMENTE, mettersi a questionare con Berlusconi. Non ho infatti pubblicato le 10 domande di Repubblica, come avrebbe preteso la mia coscienza civile. HO PAURA. Ho paura di B. 1816 e dei suoi avvocati, io povera piccola blogger. Ma non mi arrendo. Lotterò comunque per la libertà di informazione e di opinione, evitando soltanto di  prestare il fianco ad eventuali attacchi del potere imperante.

mercoledì 19 agosto 2009

I valori del Cristianesimo e della morale nel pensiero di Francesco Cossiga


E' lui stesso a esporre il proprio pensiero su Libero di oggi, attribuendolo indirettamente ma chiaramente anche alle gerarchie cattoliche. Già il titolo riassume le idee del vecchio democristiano sul "do ut des" tra lo Stato del Vaticano e la Repubblica Italiana, idee che manifestano lo stravolgimento in senso immorale del triste Articolo 7 della nostra Costituzione, soprattutto nell'attuale regime berlusconista. Come dire: visto che è stata esantata dal pagamento dell'ICI, taccia l'organizzazione cattolica detta Chiesa:


PRIMA DI ATTACCARE BERLUSCONI LA CHIESA PAGHI L'ICI.    PRUDENZA E CARITA' SONO PIU' IMPORTANTI DEI GIUDIZI  di COSSIGA FRANCESCO

sabato 25 luglio 2009

VERITA' IPOCRISIA MENZOGNE


nella vita politica italiana al tempo del berlusconismo (4)


GB.Tiepolo-La Verità svelata dal Tempo - S. B. Berlusconi_La Verità coperta dall'IpocrisiaG.B.Tiepolo_La Verità svelata dal tempo - S. Berlusconi_I Pudori dell'anziano Timorato di Dio di fronte alla Nuda Veritas


Si sfregia così un'opera d'arte anche se in copia? Si danno esempi così agli aspiranti vandali?



L'AMMISSIONE


"Cerimonia per l'inaugurazione della Brebemi_22 luglio 2009_da: Il Sole 24ore


«Io non sono un santo, lo avete capito, speriamo lo capiscano anche quelli di Repubblica».


Dopo tutte le smentite, le confusioni, le menzogne acclarate, è arrivata l'ammissione tombale e immodificabile con le solite giravolte: "Io non sono un santo" 


Bene. Poi c'è il silenzio, vale a dire la mancata smentita della posizione D'Addario, contrastata con petetica inavvedutezza dall'avvocato Ghedini. Il grido riguarda la violazione della privacy, non la veridicità dei fatti, prima dati per non accaduti o mistificati e montati ad arte. Poiché il grido: "Non è vero niente, ciò che vedete con i vostri occhi e udite con le vostre orecchie non esiste" , tutto il famigerato "gossip" deve intendersi come sottoscritto pubblicamente, suppongo. Di conseguenza, prima o poi dovrebbe arrivare per la stessa bocca la dichiarazione che più interessa a cittadini e cittadine:


 "Io non sono uno che dice la verità." 


Tanto perché i suoi elettori (35% utime europee) sappiano chi è il lider per cui votano spasimando e adorando, a sentir lui. Stabilire un punto di partenza veritiero è poco, ma ci si può aspettare che il "non santo" e "non veritiero" prosegua di buona lena verso posizioni di maggiore moralità.


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LE EMISSIONI DELLE GERARCHIE CATTOLICHE


Le contorsioni del relativismo moral-amorale: prudenza e delicatezze quando il "peccatore" o il "non santo" è uno come Berlusconi.


"...Per rattoppare lo sbrego che queste vicende hanno aperto con la Chiesa, Gianni Letta si sta muovendo riservatamente e con cautela. L’incontro di Berlusconi con il cardinal Ruini - che nei momenti più scabrosi non ha smesso di offrire i propri suggerimenti - è il primo passo verso il tentativo di riavvicinamento con l’altra sponda del Tevere, e con quel mondo cattolico che alle elezioni Europee ha dato un chiaro segno di distacco dal Cavaliere. Fosse però l’unico problema. ..." [ Il premier, Ruini e la coalizione da mettere in riga di F. Verderami, Corriere Sera, 25 luglio 2009  ]


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"Forse avrete notato che ieri nella prima pagina di Avvenire non c’era alcun cenno alle ultime spiegazioni avanzate da Silvio Berlusconi. Quelle per intendersi sul «non sono un santo» o «nelle mie dimore passano anche i leader politici del mondo». Ne riferivamo, com’è ovvio, all’interno del giornale, in sede di cronaca, e la notizia era pure presente sul nostro sito; ma «in vetrina» abbiamo preferito sorvolare. Un modo per esprimere disagio rispetto al coinvolgimento di termini di qualche delicatezza per la sensibilità dei nostri lettori. E un modo per prendere le distanze pure dal seguito di una vicenda che non solo non ci convince (com’è ovvio), ma che – per quanto ci è dato di capire – continua a piacere poco o punto a larga parte del Paese reale. Le «rivelazioni»non sappiamo quanto autentiche –, che si succedono, a disposizione di chi ha la curiosità di continuare a leggerle o ad ascoltarle, non aggiungono (probabilmente) nulla a uno scenario che già era apparso nella sua potenziale desolazione. Nel constatarlo non ci muove alcun moralismo, ma il desiderio forte e irrinunciabile che i nostri politici siamo sempre all’altezza del loro ruolo. Chiarezza per ora non è venuta, ed è un fatto evidentemente non apprezzabile, ma non è questo francamente quel che oggi ci preoccupa di più. Non ci piace che determinati comportamenti siano messi a confronto con un consenso – emergente dai sondaggi – che di per sé è qualcosa di inafferrabile, quasi che da questi possa venire l’avallo a scelte poco consone; così come non ci piace che sull’intera vertenza gravi il sospetto di una strumentalità mediatica, inevitabile forse ma non liberante, circa il punto di vista da cui si muovono le accuse. C’è davvero per la classe politica, ancor prima della decenza, un a priori etico che va salvaguardato sempre e in ogni caso? E che va fatto valere nelle situazioni ordinarie come in quelle straordinarie? Ecco, solo se una simile consapevolezza dovesse ad un certo punto emergere dal dibattito, si potrà allora dire che questa tornata ha paradossalmente avuto una sua, per quanto amara, utilità. Diversamente il Paese, che si è scoperto vieppiù attonito, potrebbe sentirsi anche leggermente raggirato." Dino Boffo, Avvenire, Lettere, 24 luglio 2009.


Non conosco la prosa di Boffo, ma in questa ardua risposta non brilla per chiarezza e scorrevolezza. Poiché le gerarchie sanno parlare con forza e anche violenza, se vogliono, queste prese di posizione sono così imbarazzate da diventare imbarazzanti per dei maestri di verità e leggi morali "assolute". E ci sono volute proteste e ribellioni dei cattolici indignati per ottenere siffatta breve contorta lettera-editoriale del direttore di Avvenire, Dino Boffo.

giovedì 26 marzo 2009

IL DIAVOLO IN SENATO


"Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno." Vangelo di Matteo - 5,37


Il diavolo Satana immobilizzato al centro del Cocito, enorme lago ghiacciato situato sul fondo dell'Inferno della Divina Commedia._Wikipedia



Sto seguendo da giorni, con crescente costernazione, la discussione in Senato sul cosiddetto testamento biologico. Riassumere è impossibile, citare anche perché non sono ancora disponibili i resoconti stenografici. Sintonizzata su Radio Radicale, ascolto il susseguirsi degli interventi: sono quasi tutti dell'opposizione, gran parte dei Radicali, qualcuno della maggioranza. Il Senato non approva mai gli emendamenti proposti dall'opposizione, anzi si irrigidisce rogressivamente. Ho sentito soltanto una voce fuori dal coro compatto, quella del senatore Saro, sempre che altri non mi siano sfuggiti.


MANIPOLAZIONE DELLE PAROLE E DEI FATTI


Ma che c'entra il diavolo col Senato? C'è una ricostruzione etimologica della parola diavolo che lo fa significare "il calunniatore", "colui che divide", "l'ingannatore", "il traditore". Per San Matteo noi lasciamo spazio all'opera del maligno quando cerchiamo di alterare la verità imbrogliando con le parole.


Ecco, l'idea generale che ricavo dai ragionamenti dei sostenitori del disegno di legge Calabrò è che lo strumento principale sia la manipolazione delle parole e dei fatti, allo scopo di adattarli all'ideologia al potere, come nell'incubo immaginato da Orwell nel suo "1984". Nel nostro infelice Paese le ideologie sono due: il berlusconismo e il vaticanismo.


Il disegno di legge Calabrò ha evidentissimi ostacoli nel dettato costituzionale, pertanto per aggirare l'incostituzionalità delle nuove norme, che cosa fa la maggioranza (forte della sua preponderanza numerica)? Cambia il significato delle parole o aggiunge parole e concetti che nella Costituzione non esistono. La confusione tra i termini è estrema. Per capirci qualcosa è necessario conoscere alla perfezione i principi costituzionali e saperli interpretare. E anche questa conoscenza ha poco peso, anzi nessun peso. La forza della manipolazione ideologica non può essere scalfita nemmeno in un regime democratico, se una maggioranza ha deciso di non tener conto della minoranza e, peggio, di non rispettare la Costituzione. Basta stravolgerne il senso, stiracchiare interpretazioni peregrine, cambiare il significato delle parole. Mai come in questo frangente vale l'ammonimento evangelico del parlare chiaro, quello del "sì sì" e del "no no".


Mi riservo di riportare qualche esempio in un altro post, ma tutti sanno di che cosa si sta parlando. Ne valga uno per tutti: trasformare l'alimentazione e l'idratazione artificiali mediante sondino nasograstrico o gastrico in semplice naturale sostegno vitale, quindi non trattamento sanitario e/o terapeutico, per aggirare il divieto costituzionale del consenso informato a qualsiasi tipo di cura. Uno spostamento semantico con finalità manipolatorie che a loro volta hanno lo scopo di sottomettere al dominio dello Stato un diritto individuale del cittadino. Se non temessi una denuncia per vilipendio delle sacre divinità religiose e politiche che si stanno impadronendo della nostra libertà personale, griderei alla TRUFFA, ma ovviamente me ne astengo. Hai visto mai?


Comunque, mi inorridisce questo immane sequestro di corpi e di anime. Anime, appunto. Delle anime che vogliono tornare alla casa del Padre non s'interessa nessuno di questi fondamentalisti del vaticanismo-berlusconismo. A proposito di sequestri, ho appena visto quest'articolo:


Sequestro di persona di ADRIANO SOFRI


AGGIORNAMENTO DELLE 13:50.


Una finzione o un gioco diabolico?


Il testamento biologico non vale più nulla.: cancellati diritti costituzionali.


Hanno finito. Alle 17:00 le dichiarazioni di voto. Non vedo l'aula, ma la percepisco sorda e grigia, incontinente nella zona maggioranza. Com'è andata finire? Il succo è qui: le dichiarazioni anticipate di trattamento non sono vincolanti, quindi non servono a niente, perché non contano nulla. A me sembra una cosa da pazzi. Tutto questo tempo a discutere per che cosa? Tutto era già stato deciso dai due sovrani, l'italiano e lo straniero. La legge per il "testamento biologico" è diventata lo strumento per tenere sottomessa la volontà e l'autodeterminazione dei cittadini. Ecco perché le gerarchie vaticane erano diventate così favorevoli a che si facesse. L'aula è sorda, in tutti i sensi. Sostiene l'autocrate italiano:


«Ci sono troppe procedure - spiega (B.) - bisogna ammodernare lo Stato, per questo siamo indietro su tutto, anche in Parlamento. Adesso sei lì con due dita ad approvare tutto il giorno emendamenti di cui non si conosce nulla. Quando ho fatto il paradosso del capogruppo che vota per tutti era per dire che gli altri sono veramente lì non per partecipare ma per fare numero». [ La Stampa, 26 marzo 2009 ]


AGGIORNAMENTI 27 MARZO 2009


George Orwell a Palazzo Madama

di Stefano Rodotà


Ricordate George Orwell e la «neolingua» che compare nel suo "1984"? Parole manipolate per soddisfare le «necessità ideologiche» del regime, per «rendere impossibili altre forme di pensiero».
È esattamente quello che è accaduto ieri al Senato della Repubblica, che ha battezzato come «dichiarazioni anticipate di trattamento» il loro esatto contrario, cancellando ogni valore vincolante del documento con il quale una persona indica le sue volontà per il tempo in cui, essendo incapace, dovesse trovarsi in stato vegetativo permanente. ... continua QUI , La Repubblica, 27 marzo 2009.

"Biotestamento non vincolante".Primo sì del Senato tra proteste La Stampa; Affossato il bio-testamento."Non sarà vincolante" La Repubblica; Il testamento biologico non esiste più. La volontà non più vincolante L'Unità; Fine vita, Senato approva Ddl Avvenire

venerdì 20 febbraio 2009

BERLUSCONISMO /// VATICANISMO


Beatrice Cenci di Harriet Hosmer_1856


Beatrice Cenci


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  • L'espropriazione del diritto umano all'autodeterminazione e del diritto civile di habeas corpus



  • Misconoscenza della Costituzione dello Stato Italiano



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Testamento biologico, Englaro
"Legge barbara, tutti in piazza"


"Il testo (leggi) che il Parlamento si appresta ad approvare è una barbarie". E il padre di Eluana invita ad andare alla manifestazione di sabato 21 a Roma, lanciata da Micromega e appoggiata da molti intellettuali. Il Pdl: "Offende le Camere" Repubblica, 20 febbraio 2009


L'APPELLO "Sì alla vita, no alla tortura di Stato"


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La legge del governo sul fine vita viola i diritti umani


I professori di diritto civile contestano punto per punto le aberrazioni della proposta di legge governativa.


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Ignazio Marino e il Pd: «Sull'etica un partito serio decide a maggioranza»

di Concita De Gregorio


mercoledì 18 febbraio 2009

 BERLUSCONISMO /// VATICANISMO


 


Un racconto di Franco Cordero nel solco delle Fiabe d'entropia, ma anche dei racconti dell'incubo di Poe. Lo conservo come testimonianza dei tempi che forse a qualcuno è sfuggita nel mare magnum dell'informazione. L'amara vicenda è, inoltre, un'anticipazione dell'ingiustizia estrema che il "pirata, re d'affari" si appresta a far subire a un grande numero di cittadine e cittadini, così, per tenersi il favore dei preti, che in fondo non gli è nemmeno così necessario. 


QUANDO LA PSICHE È CONDANNATA A VEGETARE


TRISTI riflessioni sulla sventurata in stato vegetativo da diciassette anni: lasciamola andare, chiede il padre; niente lo vieta, rispondono i vertici giurisdizionali; andava stabilito se sia lecito interrompere l' alimentazione coatta. Interviene la gerarchia ecclesiastica, soi-disante suprema istanza nelle questioni supreme, de vita ac morte (la dottrina dell' aldilà fonda poteri molto terreni), e sarebbe una questione onestamente discutibile se la campagna non reinnescasse anacronismi d' antica ferocia cattolica nello stile «vivamaria», scatenando conflitti costituzionali.


 Il pirata re d' affari, padrone de facto del paese, veste livrea ateo-clericale: i preti gli vengono utili nella conquista del poco Stato che rimane; perciò tenta un coup de main dei suoi, cambiare le norme decretando sul tamburo l' obbligo assoluto d' alimentare ogni corpo umano che versi nello stato d' E. E. Fallita la mossa, perché il Presidente delle Repubblica non promulgherebbe tale decreto, e in tal senso l' avverte, l' eversore permanente, truculento analfabeta, minaccia un pandemonio: la Carta era nata sotto insegna filosovietica; chiamerà il popolo a riscriverla. Nell' Italia 2009 l' uso del pensiero è ancora provvisoriamente libero. Approfittiamone distinguendo nel caso de quo idee, fantasie, affetti, interessi, cinismo politico, moti viscerali.


Il mondo è un teatro dagli spettacoli spesso cattivi: tali risultano secondo metri umani evoluti; e se la messinscena corrispondesse al cosiddetto Intelligent Design, sarebbe un' intelligenza alquanto debole o maligna. Tiene banco il caso della donna il cui cervello è inerte, spento da un trauma diciassette anni fa: vegeta, alimentata con una sonda; stato irreversibile; il risveglio ha le probabilità d' una ricrescita della testa al decapitato; non basterebbe un miracolo (Baruch Spinoza, ebreo scomunicato, notava ironicamente come i miracoli stiano sul filo delle cause naturali, nei limiti d' una modesta anomalia); semiviva, non pensa né sente. Che abbia bell' aspetto, come racconta un Eminentissimo testimone, è battuta d' umorismo macabro: dopo gli anni d' immobilità quel povero corpo sa d' albero atrofico; e il padre chiede all' autorità tutelare un provvedimento che permetta la sospensione del nutrimento coatto. Lasciamola andare dove finiremo tutti. Corte d' appello e Cassazione rispondono in termini positivi. Mater Ecclesia lancia anatemi: la paziente (termine improprio, visto che «non patitur», mancandole i sensi) è persona; ha un' anima; toglierle acqua e alimenti costituisce omicidio. Il caso tocca nervi scoperti.


L' apparato ecclesiastico è l' ancora ragguardevole resto d' un impero fondato sull' aldilà: sacramenti, suffragi, indulgenze; quando la moneta tintinna nella cassa, l' anima purgante vola in paradiso, annuncia Johann Tetzel, 1517, domenicano, predicando l' indulgenza bandita nei domini tedeschi episcopali e Brandeburgo, i cui proventi Sua Santità Leone X spartisce con Alberto Hohenzollern e l' Imperatore Massimiliano. Lutero, monaco agostiniano, contesta lo pseudocristiano affarismo papale. I cultori del potere non demordono e la Chiesa romana perde mezza Europa. Cinque secoli dopo perdurano logiche profonde: interessi molto terreni spiegano l' anacronismo cattolico; scendono in campo rumorosi vivamaria; sfila l' ateismo clericale e presto piangeranno le Madonne.


Ma vediamo la questione teologale. «Anima», dal greco ánemos, vento. Iliade e Odissea non dicono cosa sia, finché il corpo vive: poi esce dalla bocca o attraverso la ferita mortale; non era il principio vitale; chiamiamo «vita» le operazioni d' un corpo vivo, finite le quali la psyché vola via, ombra o éidolon. Il rogo la separa definitivamente dal mondo: e sono residui fatui quelle che Odisseo evoca alle porte d' Ade; solo dopo avere bevuto il sangue delle vittime riacquistano un' effimera identità cosciente. In dottrina orfica diventa l' autentica persona, chiusa nel corpo (prigione o tomba) e destinata a reincarnarsi finché riti salutari la liberino dal ciclo. Platone insegna un' immortalità individuale: l' anima appartiene al mondo soprasensibile, come le idee (tale parentela costituisce un punto oscuro della fantasmagoria platonica); la filosofia diventa metodo della morte salutare. Aristotele ne distingue tre: vegetativa, sensitiva, intellettiva; le prime due sono un ectoplasma verbale, operazioni dell' organismo vivo (qui l' autore ragiona da fisiologo); l' ultima è indipendente dal corpo; agisce ab extra, immortale, divina, impersonale (secondo Alessandro d' Afrodisia e Averroè). Sant' Agostino la concepisce nel senso platonico, sub-stantia, ma rimane perplesso su come venga al mondo, creata singolarmente da Dio o connessa al processo genetico, «ex traduce». San Tommaso assimila Aristotele fin dove i dogmi lo permettono: ogni tanto gioca sulle parole; qui postula il «demonstrandum», che l' organismo vivo contenga un quid distinto dallo stesso. Mosse simili violano una regola capitale d' economia del pensiero, formulata dall' inglese Guglielmo d' Occam, francescano ribelle (1280-1349 circa), ma l' applicavano e l' applicano d' istinto tutti i ragionatori seri: mai presupporre più del necessario; se A e B spiegano C, ogni premessa in più confonde i discorsi o produce schiume verbali vaniloque, mai innocue.


Il corpo nel quale siano attive date funzioni, ora surrogabili dal lavoro d' una macchina, vegeta: attribuire tale stato all' anima vegetativa è abuso verbale; idem la sensitiva, né le cose stanno diversamente rispetto all' intellettiva; chiamiamo vita psichica date situazioni organiche implicanti midollo, cervello, nervi, ghiandole, organi percettivi. Dal lavoro scientifico emergono quadri causali indefinitamente perfettibili: l' ipotesi cade quando il fenomeno in questione manchi, presente l' asserito fattore; o ricorra sebbene manchi lo stesso; i termini ridondanti la mistificano, tanto più quando non significhino niente o discendano da livelli mentali primitivi, come se, dovendo dire cosa siano i temporali, oltre a vapori, temperatura, cariche elettriche, tirassimo in ballo Jovem pluvium. Così discorre san Tommaso: avendo stabilito che debba esservi un' «anima rationalis», ne disegna la storia: la crea Dio attraverso innumerevoli interventi nel tempo, tanti quanti furono, sono, saranno gli animali umani. In qual modo la crea? Infondendola al corpo: «haereticum est» dire che venga dal seme, un' opinione sfiorata da sant' Agostino in fraterna polemica con san Girolamo. Situata al grado infimo delle «substantiae intellectuales», diversamente dagli angeli «non habet» un' innata «notitiam veritatis»: l' acquista attraverso cognizioni fornite dai sensi; bisognava dunque che fosse legata al corpo, ma «est incorporea», incorruttibile, immortale, i quali ultimi due predicati implicano una scissione dalla materia organica con gravi paradossi; siccome informa l' intero corpo, non risiede in una singola parte; né cambia mai involucro. Tuttavia esistono anime separate: uno stato «quodammodo contra naturam», transitorio perché alla fine i corpi risorgono; e separandosi subisce una mutazione; ormai è fissa nel senso buono o cattivo; «habet voluntatem immobilem» ( Summa Theologiae, Commento a Pier Lombardo, Opuscula ).


Secondo i metri dell' empiricamente plausibile, la fiaba tomista segna un regresso dalla visione omerica degli éidola. Su tali fondamenti, piuttosto esigui, l' apparato ecclesiastico ha aperto una campagna trovando alta udienza. Non stupisce, visto che governa l' Italia un pirata, re d' affari: ateo come tutti i caimani, veste livrea clericale; da trent' anni spaccia oppio televisivo e aborre l' intelligenza ma non sbaglia un colpo nei calcoli del tornaconto; sostenuto dai preti, occuperà i rimasugli dello Stato; perciò voleva scardinare la res iudicata imponendo il nutrimento coatto con norme penali decretate d' urgenza.


Dal Quirinale arriva un avviso: l' eventuale decreto non sarebbe promulgato; e lui minaccia rendiconti plebiscitari. Ventiquattr' ore dopo insulta il padre d' E. E. spiegando a milioni d' italiani che vuol disfarsi della figlia scomoda (l' aveva già detto un monsignore): la proclama idonea a gravidanza e parto; farfuglia torvo d' una Carta da riscrivere; vuol legiferare da solo, mediante decreti, in una corte dei miracoli tra asini che dicano sì muovendo la testa. Siccome siamo in tema d' anime, ripuliamola con l' ultima strofa dei Poèmes antiques: «Et toi, Divine Mort, où tout rentre et s' efface,/ accueille tes enfants dans ton sein étoilé;/ affranchis-nous du temps, du nombre et de l' espace,/ et rendsnous le repos que la vie a troublé». Leconte de Lisle, 1818-1894, aveva gusti fini e sentimento caritatevole.


PER SAPERNE DI PIÙ www.governo.it/bioetica http://it.wikipedia.org/wiki/Eluana_Englaro www.repubblica.it - FRANCO CORDERO. La Repubblica, 14 febbraio 2009.