mercoledì 4 novembre 2009



 



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Intorno all'ostensione del Crocifisso nei luoghi pubbici in Italia
La sentenza del Consiglio d'Europa e le reazioni italiane

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La sentenza integrale in italiano. (Parte essenziale: QUI)

Memoria del Consiglio di Stato sul Crocefisso:
QUI .

AINIS Nessuna legge lo prevede


Crocifissi a "La vita in diretta" Rai 1, parte 1/4...


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Nella prima parte le opinioni e le argomentazioni che concordano con la sentenza o che NON concordano ma con argomentazioni che in parte condivido, nella seconda quelle contrarie dai toni scortesi o violenti o sostenute da argomentazioni che non condivido.
Da laica, "diversamente credente" (), schierata non solo in difesa dei principi di libertà religiosa dello Stato laico ma soprattutto in difesa del Crocifisso, che rispetto profondamente, e della religiosità autentica che non ama le divisioni tra guelfi e ghibellini, raccoglierò dopo le mie piccole idee.
Buon senso e lungimiranza suggerirebbero ai cattolici di sostenere la laicità dello Stato, garanzia di equità per tutti, credenti di religioni diverse e "diversamente" credenti di nessuna religione, soprattutto in considerazione dei cambiamenti sociali, quelli in atto e quelli futuri.

I PARTE

 






Riteniamo un traguardo di civiltà, laicità, tolleranza, libertà e pacificazione religiosa la sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo che ha detto «no» all’esibizione del crocifisso nelle scuole pubbliche, pronunciandosi sul ricorso di una cittadina italiana. Finalmente una buona notizia dagli Organismi della Unione Europea che restituisce, in parte, quella realtà istituzionale alla democrazia ed ai diritti di cittadinanza.

Questa nostra valutazione è coerente con tutta la storia delle comunità di base che si sono sempre impegnate per l’affermazione di una laicità positiva in ogni ambito di vita, “nella società, nello stato, nella chiesa” come recita il titolo di un importante Convegno che le stesse comunità base tennero a Firenze già nel 1987.
Sappiamo di essere controcorrente perché la maturazione della società, della realtà religiosa e della politica sul tema della laicità è un percorso lungo e conflittuale. Ma non siamo affatto soli.
“Meno croce e più Vangelo” valeva nella scuola di Barbiana da dove don Milani aveva tolto il crocifisso. ...
qui .
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La Corte Europea dei diritti dell'uomo ha detto «no» al crocifisso in classe, pronunciandosi sul ricorso di una cittadina italiana. Si è subito scatenato il putiferio. In Italia la laicità è un obiettivo ancora lontano. Questo non deve indurre allo scoraggiamento. Deve anzi suscitare una spinta a lavorare con più lena perché la cultura della laicità divenga sentire comune. Finché la religione cattolica era l'unica religione dello stato si poteva ancora sostenere che l'esibizione pubblica del crocifisso corrispondesse all'interesse pubblico.
Ma oggi, dopo gli Accordi del 1984, la religione cattolica non è più la sola religione dello stato. Quindi i simboli religiosi, tutti i simboli religiosi, anche quelli della spiritualità o della fede laica, hanno uguale dignità. Le leggi e chi le interpreta devono adeguarsi di diritto e di fatto.
Ma è proprio vero che il crocifisso ha un valore universale e che è la bandiera dell'identità italiana? Che tutti i cittadini, di qualsiasi religione o credo, possono e devono accettare? Ma allora com'è che Costantino ha messo la croce sui suoi labari e in quel segno ha ucciso e in quel segno ha vinto? Com'è che da quel momento la croce è trionfo e vittoria? E' vero che poi Costantino in omaggio alla croce ha abolito la crocifissione. Non però la sostanza del supplizio. Ha continuato a sacrificare innocenti con altri strumenti avvalendosi della protezione della croce. Si potrebbe continuare sul filo della storia, dalla croce indossata dai crociati alla croce brandita dai conquistatori, usata per accendere i roghi di eretici e streghe, fino alla croce sui simboli di partito e alla croce che s'insinua negli attuali arsenali militari.
Lo so bene che la croce ha alimentato anche la speranza del riscatto storico degli oppressi, la loro lotta e le loro rivoluzioni. Ma per lo più ciò è stato considerato una eresia. In realtà ogni volta che il cristianesimo si è aperto e legato ai movimenti storici che puntavano al riscatto dei poveri e degli oppressi, qui in terra e non solo in cielo, ha subito feroci repressioni. Contro quel cristianesimo ribelle puntualmente si sono accesi i roghi fisici o morali. Fino all'attuale allontanamento di don Alessandro Santoro dalla Comunità delle Piagge di Firenze. Non risulta per niente vero che è consentito vedere nella croce il simbolo della prevalenza dell'amore sul potere, come sostiene un teologo alla moda come Vito Mancuso (la Repubblica di ieri 4 novembre). Tutti i movimenti popolari rivoluzionari animati dal Vangelo che hanno visto nella croce il segno della liberazione storica e non solo della redenzione sacrificale trascendente sono stati repressi spesso nel sangue. Quante croci della teologia della liberazione sono state abbattute e calpestate dai crociati della croce esibita come trionfo! La croce si può anzi si deve esporre solo in quanto è segno del potere.


Non per nulla «meno croce e più Vangelo» valeva anche nella scuola di Barbiana da dove don Milani aveva tolto il crocifisso. Meno croce e più Vangelo valeva per un cattolico come Mario Gozzini, il senatore della legge sulla carcerazione, il quale nel 1988 scrisse sull'Unità due forti articoli di critica verso i difensori dell'ostensione pubblica della croce. E vale oggi per tante esperienze di fede cristiana aperte al globalismo dei diritti e alla pace, vale per le comunità di base, vale per tante oscure parrocchie e associazioni, vale per i valdesi. Il problema è che il sistema dei media non ne dà notizia. Le suggestioni di Gozzini sarebbero da rileggere oggi, tanto sono attuali. Egli da fine politico e da buon legislatore fa la proposta di «uno strumento che impegnasse il presidente del Consiglio a studiare e compiere i passi opportuni per ottenere, dalla Conferenza episcopale, l'assenso a togliere di mezzo un segno diventato, quantomeno, equivoco. Ci vorrà tempo e pazienza ma ho speranza che alla fine la ragione e l'autentica coscienza cristiana (quella che bada a Cristo più che ai patrimoni storici) avranno la meglio». La speranza di Gozzini è sempre più la nostra speranza. Il Manifesto, 6 novembre 2009


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Ma io difendo quella Croce 


di Marco Travaglio, Il fatto quotidiano 5 novembre 2009

Il crocifisso, simbolo di sofferenza
che non può offendere nessuno 
di Claudio Magris, Corriere della Sera 7 novembre 2009

La selva di croci sopra Strasburgo di Lorenzo Mondo, La Stampa 8 novembre 2009



Povero Cristo in mano a Berlusconi
di don Paolo FarinellaSe c’è un'immagine blasfema è quella del Cavaliere che tiene in mano un Crocifisso: colui che ha varato una legge incivile contro i "cristi immigrati", che parla di "difesa dei valori cristiani".
MARTELLI Crocifisso, una sentenza ineccepibile
GIULIETTI
Intollerabile assalto alla Corte | CORNAGLIA Morale laica
ODIFREDDI
Simbolo offensivo e anacronstico
COMUNITÀ CRISTIANE DI BASE
Meno croce e più Vangelo
DON ANTONELLI
Il posto della croce è la coscienza di chi crede
FO
Dietro al crocefisso una storia di misfatti e violenze
RODOTÀ
La battaglia su un simbolo |
NOI SIAMO CHIESA La fede si vive nelle coscienze
DON SCACCAGLIA
Simboli religiosi, non togliere ma aggiungere [ link da Micromega ]


II PARTE

lavori in corso

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La caduta del muro nell'Italia di Berlusconi di Eugenio Scalfari, La Repubblica 8 novembre 2009

Quel muro che cadde sulla sinistra di Barbara Spinelli, La Stampa 8 novembre 2009

2 commenti:

  1. ciao. penso, che ognuno possa praticare la propria fede, andando in chiesa, o in sinagoga o in moschea., lasciamo anche liberi, quelli che non credono.Non vedo perchè, con tanto problemi ancora sta storia. Nelle scuole pubbliche ognuno è padrone di credere, quello che vuole, altrimenti ci sono le scuole confessionali. Poi è un problema come al solito italiano, perchè all'estero lo  hanno, già risolto, noi chiacchieriamo tanto troppo.
    La nazione va a rotoli e noi ancora crocifisso o no.  non capisco.  ciao   grazie sempre dei tuoi post. interessanti. 

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  2. Mi limito ad una considerazione politica: anche questa occasione è sfruttata dalla destra al potere per spaccare il Paese. Mercanti nel tempio, e si sa da che parte stava il Cristo Originale.

    [TpnO, come sempre]

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