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venerdì 11 luglio 2014

Immunità, uguaglianza menzogne


IMMUNITA' DEI POLITICI E UGUAGLIANZA DEI CITTADINI 

secondo il nuovissimo Renzi, politico con 20 anni di esperienza "politica" (un enfant prodige, ça va sans dire), e la sua ministra Boschi, menzogne comprese, rivelate da Calderoli e Finocchiaro (vicenda lunga riportata dai media cartacei e telematici, un po' meno o punto dalla TV)

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/11/immunita-il-report-ue-italia-garantista-come-albania-bielorussia-georgia-e-russia/1056401/

Immunità, il Consiglio d’Europa: “Italia garantista come Albania e Bielorussia”

Lo dice uno studio della "Commission de Venise", organo consultivo sulle questioni costituzionali, pubblicato a marzo. Come funziona l'istituto negli altri Paesi? Ovunque è tutelata la libertà di opinione, ma ci sono forti differenze: Regno Unito e Paesi Bassi non prevedono garanzie in caso di reati comuni; in Germania l'immunità c'è, ma come prassi viene revocata a inizio legislatura; in Svezia cade se il crimine prevede una pena superiore a 2 anni ... continua



domenica 21 giugno 2009

Citizen Berlusconi



55 min - 30 mar 2006 - Documentario della trasmissione americana "Wide Angle". Sottotitoli in italiano.
video.google.com/videoplay?docid=-7507586179468920585

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Citizen Berlusconi (il presidente e la stampa) è un documentario del 2003, diretto da Andrea Cairola e Susan Gray.


Questo documento è stato trasmesso per la prima volta il 21 agosto 2003 nel corso del programma Wide Angle di Thirteen/Wnet New York, la maggior emittente della TV pubblica americana PBS.


Come si nasconde una notizia


Come si nasconde una notizia : i TG italiani


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Ne ha fatta di strada il cittadino Berlusconi dal lontano 2003. Oggi ha il lodo Alfano e, fra poco, grandi limitazioni per le indagini della magistratura con la legge contro le intercettazioni e la libertà di stampa, legge non ancora approvata, ma non ci sono dubbi. Lui dice che il popolo italiano è tutto con lui, anzi no, il 72% (come da sondaggio su approvazione B.)?  anzi no, il 35% (voti ricevuti dal PdL alle europee intese come referendum per B.).


Come fa il 72% a essere uguale al 100% e come fa il 35%  del 61% (votanti europee) a essere uguale al 72%?


Corrono veloci questi giorni e ancor più veloci le vicende che andiamo scoprendo. Non tutti, però. I fruitori del TG1 e altri TG del genere come unico mezzo di informazione non hanno ancora scoperto niente. Beati loro e la loro innocenza. Lo dico con ironia bonaria nei loro confronti ma con rabbia nei confronti del neodirettore  del TG1 Minzolini. L'informazione ricavata dalla stampa a dalle rete mi ha dato un'idea precisa del lavoro di quest'ultimo e del diritto che si è arrogato di decidere che cosa i cittadini devono o non sapere, nonostante paghino la tassa denominata "canone". Io difendo le persone che non sanno nemmeno di essere defraudate del loro diritto a un'informazione completa. 


Per l'uomo Berlusconi provo compassione, penso che stia soffrendo, anche se il suo modo di reagire mi sembra sconveniente: silenzi, battute fuori luogo, aggressività incontrollata. Per la sua politica, le sue incoerenze, il suo essere di cattivo esempio e, in una parola, per la sua ybris provo avversione. La storia del cittadino Berlusconi, dal primo decreto Mammì in era caxiana (1984) a oggi, si è sviluppata soprattutto in spregio alla giustizia e a vari principi costituzionali. Ma mi sono sempre presenti le responsabilità di tutti coloro che hanno reso possibile la vicenda politica berlusconiana, le responsabilità di ogni elettrice ed elettore, le responsabiltà di uomini e donne di potere, le responsabilità di rappresentanti del popolo che si sono messi al suo servizio.


Furio Colombo parla dell'ultimo Parlamento italiano riferendosi alle votazioni sul decreto per l'Abruzzo. Ho seguito con crescente infelicità la discussione (?) alla Camera, emendamento dopo emendamento, bocciatura dopo bocciatura, così, inesorabilmente, come fosse un dovere indiscutibile, anche quando si travva di proposte minime e di assoluta ragionevolezza. Non c'era da aspettare il responso della votazione: gli emendamenti dell'opposizione dovevano essere bocciati, tutti (o quasi, non so, non sono stata attenta al 100%). Colombo riferisce con precisione lo svolgimento di quest'ultima (in ordine cronologico) vicenda parlamentare. Eppure nulla può sostituire l'esperienza diretta, sia pure per radio.



"La vergogna era questa: la legge in discussione era per “Gli interventi urgenti in Abruzzo” e mancava di tutto. Mancava di soldi, di progetti, di idee, aveva saltato interi settori di attività essenziale (le scuole) e interi blocchi di cittadini, i cosiddetti proprietari di “seconde case” che non saranno ricostruite benché siano al secondo e al quarto piano dell’edificio la cui ricostruzione è teoricamente prevista. Non fissava date e non garantiva scadenze.


Tutta l’opposizione (Pd, Italia dei valori, Udc) si è impegnata, emendamento dopo emendamento, a riempire le inaccettabili omissioni, le inspiegabili incompetenze, a correggere l’ovvia e offensiva inutilità della legge. Lo spettacolo triste, durato per tre giorni, è stato il silenzio disciplinato della maggioranza di governo, uomini e donne solitamente vivi e aggressivi ridotti a una assemblea ottusa che non ascolta, non vede, non decide. Ha già deciso il governo. E così, come se questo fosse l’ultimo Parlamento, come se nessuno di questi parlamentari avesse un dopo in cui rendere conto e un elettorato che vorrà sapere, ogni emendamento dell’opposizione, per quanto utile e necessario è stato respinto, anche se diceva che non c’è più università, che è urgente ricostruire la Casa dello studente, che l’ospedale va rimesso in grado di funzionare, che dopo un simile terremoto è assurdo e impossibile distinguere fra prime e seconde case, che i soldi non bastano per cominciare, che occorrono date certe della ricostruzione, fasi realistiche, dati veri, sia per buona organizzazione sia per dare speranza. Lo spettacolo di ciò che è accaduto dentro Montecitorio, mentre fuori una folla di cittadini normali e per bene, ècostretta a gridare la sua indignazione, era anche più desolante. Una parte sorda, cieca e muta del Parlamento taceva, evitava ogni confronto, si auto-proibiva qualunque discussione, respingeva in silenzio anche le proposte ispirate a esperienza, mitezza, buon senso. Il governo dello spettacolo aveva già fatto la sua tournée all’Aquila. Sta preparando, a carico dei disperati cittadini dell’Aquila il nuovo mega-spettacolo del G8. I parlamentari del partito di governo sono stati declassati a loggione. Tacciano, ignorino, lascino lavorare chi sa fare spettacolo. L’ultimo Parlamento ha abbassato la testa in segno di umile assenso. Per fortuna non tanti nell’opposizione pensano ancora che sia estremista dire «no». In tanti si rendono conto, finalmente, che «no» è l’unica risposta possibile."



Eugenio Scalfari, invece, parla della Suburra, appunto, ma non ha sottolineato abbastanza il ruolo dei comprimari, dei sostenitori, dei collaboratori, tutti volenterosi e tetragoni nel sottomettersi ed eseguire le volontà del capo, fino al ridicolo che segna il punto massimo di certe tragedie politiche. Cita la difesa messa in atto da Deborah Bergamini, la dirigente licenziata dalla RAI, poco leale ma anche poco informate dei fatti storici a cui con comica prosopopea si appoggia (Il Cavaliere, moderno Catilina e le persecuzioni dei riformatori. Pubblicato il 18 giugno 2009 - Corriere della Sera. Autore: Bergamini Deborah).


Un esempio la  Deborah Bergamini , quella che fa dire a ragione: " La vendetta di Deborah Bergamini che dalla Rai è finita in parlamento: è suo l'emendamento che prevede il carcere per i giornalisti che rivelino intercettazioni telefoniche da distruggere." QUI . Ed  è solo una tra tanti, molti, troppi.


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venerdì 25 luglio 2008

L'estate della nostra desolazione



Come tarli che scavano cunicoli e svuotano e disintegrano i legni dall'interno, come acritici elementi unanimi di un organismo unicefalo, come indifferenti omologhi nel brodo di un pensiero unico a una sola dimensione. Così si legifera oggi nel Parlamento Italiano.



Nel sessantesimo anniversario della promulgazione della Costituzione della Repubblica Italiana.



Non si uccide così un principio fondamentale e inalienabile di una Costituzione illustre, Presidente Napolitano! Subisco in attesa di un riscatto che prima o poi dovrà arrivare; subisco in nome dei miei valori democratici, ancorché conculcati; subisco. (L'appello dei cento costituzionalisti: QUI)



Ma non accetterò mai di essere meno uguale di lei, Presidente Napolitano, né dei suoi successori, né di quegli altri tre "funzionari". W la Costituzione della Repubblica Italiana e il Principio Fondamentale N. 3.


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"Atto dovuto", afferma il capo dell'opposizione, Walter Veltroni, capo anche del PD a cui ho dato il mio voto. Non capisco nemmeno lui, subisco la sua patetica voglia di di dialogo. E non capisco come abbia fatto Di Pietro a diventare , lui, il mostro della situazione. Dipenderà dal fatto che la situazione è assurda, irrazionale e irragionevole se chi continua a ragionare viene stigmatizzato, vero, Veltroni? Intanto conservo qui un altro pezzo a futura memoria:


Lodo Alfano. Walter devi scegliere: con Aristotele o con Napolitano?


di Paolo Flores d'Arcais


In un editoriale sull’Unità del 24 luglio, il direttore Antonio Padellaro si è rivolto al presidente della Repubblica con toni più che rispettosi, e dopo aver ribadito la gratitudine a Napolitano per il modo in cui ha fin qui interpretato la sua alta carica, si è permesso di ricordare al presidente che sono “numerosi quelli che giudicano il lodo [Alfano] come un grave strappo al principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge” di modo che “da oggi dunque ci sono quattro cittadini più uguali degli altri e tutto per consentire a uno solo, e sappiamo a chi, di non essere più sottoposto ai dettami della giustizia, come un sovrano senza limiti”. Conseguenza-appello di Padellaro: “Caro Presidente, siamo convinti che lei troverà il modo e le parole per rispondere anche a questo largo malessere. In nome dell’unità nazionale che lei rappresenta, e che qualcuno cerca di calpestare per esclusivi interessi personali, gliene saremo grati”.
Apriti cielo! Nelle alte sfere del Partito democratico è stato un immediato e furibondo stracciarsi di vesti. Culminato nel lapidario e apologetico “quello del presidente Napolitano è un atto dovuto” del segretario Pd e premier-ombra Walter Veltroni. E per Padellaro solo un coro di “vade retro!”.
Ora, noi non ci permettiamo di entrare nel merito. Siamo infatti rispettosissimi di ogni istituzione, ombre comprese. Ci permettiamo però di richiamare tutti, presidenti e ombre, al più elementare dei doveri, quello del rispetto verso la logica.
L’articolo 74 della Costituzione recita: “Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione”. Può, purché lo motivi. I motivi, ovviamente, possono essere molti, e non solo quello – cruciale – di una manifesta incostituzionalità della legge. Ma se poi una tale incostituzionalità è manifesta, il “potere” del Presidente diventa un “dovere”, almeno moralmente, visto che il Presidente è, per comune definizione, il “custode della Costituzione”.
Ora, la stragrande maggioranza dei costituzionalisti italiani, compresi numerosi ex presidenti della Corte costituzionale, in un
appello a cui il sito Repubblica.it ha dato grande evidenza (oltre 150 mila visitatori lo hanno firmato) ha parlato esplicitamente, a proposito del lodo Alfano, di “insuperabili perplessità di legittimità costituzionale”. INSUPERABILI. Dell’aggettivo “insuperabile” viene data dal Devoto-Oli la seguente definizione: “Precluso alla possibilità di venir superato sia al presente che nel futuro, insormontabile”. Significato inequivocabile, che nessuna acrobazia ermeneutica può manipolare.
Di modo che, se vogliamo rispettare il venerando Aristotele, almeno minimamente (non meno dei politici di oggigiorno), delle due l’una: ha ragione Veltroni, la firma di Napolitano era un atto dovuto, ma allora sbagliano tutti gli illustri costituzionalisti, e visto che tra loro ci sono quanti hanno per anni e anni presieduto la suprema corte, la chiave di volta del nostro intero sistema giuridico è stato in mano ad incompetenti. Oppure: la Corte costituzionale, presieduta da giuristi di vaglia, ha garantito il rispetto della Costituzione, i costituzionalisti hanno ragione nel dichiarare INSUPERABILI le perplessità di legittimità costituzionale in cui incorre il lodo Alfano, ma allora la firma di Napolitano non era affatto un “atto dovuto”, checchè ne sentenzi il premier-ombra. Che dovrebbe scusarsi con Padellaro.
Walter Veltroni è leggendario per il suo “ma anche”. Dalla parte di Napolitano “ma anche” di Aristotele, sarà perciò tentato di dire. Tuttavia, con Aristotele e la sua logica il “ma anche” è tassativamente vietato: per la contraddizion che nol consente”, come diceva padre Dante, che la logica la rispettava (e mandava anche i Papi viventi all’inferno).
Perciò, caro Walter, devi scegliere: col filosofo di Stagira o con l’uomo del Colle? (25 luglio 2008)


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Di male minore in male minore


La maggioranza targata Berlusconi ha fatto nuovamente tombola. D’un colpo solo ha approvato definitivamente il lodo Alfano sull’immunità del presidente del Consiglio e il decreto sicurezza. Una dimostrazione indiscutibile di forza e, nel contempo, di capacità di operare. Terminato il primo round, dichiarazioni bellicose annunciano che a settembre s’inizierà la sistemazione definitiva del capitolo giustizia. Alla luce di quanto è accaduto nei primi mesi di governo, è verosimile pensare che anche in questo caso Berlusconi potrebbe fare centro. Se dovesse proseguire con le stesse modalità con le quali ha agito fino ad ora, per giustizia e Stato di diritto potrebbe essere, tuttavia, il disastro.

Nella fase riformatrice che si è appena conclusa la maggioranza parlamentare ha sparato altissimo. Per salvare Berlusconi dall’incalzare dei suoi procedimenti penali, essa ha dapprima deciso d’inserire nel decreto sicurezza l’emendamento blocca processi: per fermare i suoi processi, prevedeva di bloccare, nella sostanza, una porzione cospicua di giustizia italiana. Contemporaneamente, il Guardasigilli ha predisposto un rinnovato lodo Schifani diretto a coprire d’immunità le quattro più alte cariche dello Stato senza incorrere, per quanto possibile, nelle censure espresse a suo tempo dalla Corte Costituzionale. Il nuovo lodo è stato immediatamente approvato dal Consiglio dei ministri e trasmesso al Parlamento per l’approvazione.

A questo punto, con la mediazione preziosa del Capo dello Stato, si è raggiunto un compromesso. L’emendamento blocca processi è stato sostituito con un nuovo emendamento meno sconvolgente. Il lodo Alfano, pur giudicato anch’esso illegittimo da numerosi autorevoli costituzionalisti, ha avuto disco verde in Parlamento ed è stato velocemente approvato dalla maggioranza parlamentare e quindi promulgato dal Presidente della Repubblica. Male minore, hanno osservato molti commentatori. Di fronte all’esigenza, giudicata imprescindibile dalla maggioranza di governo, di bloccare per la durata della carica i processi penali del presidente del Consiglio, si è quantomeno evitato di rinviare assurdamente migliaia di altri processi penali.

Stabilito di cancellare l’emendamento blocca processi
, non più necessario per salvaguardare Berlusconi, la maggioranza non ha, per altro verso, preso la decisione più ragionevole: eliminarlo e basta. Ha sostituito l’emendamento originario con un nuovo, più circoscritto, provvedimento di sospensione discrezionale di alcuni processi. Gli osservatori più attenti hanno subito rilevato che, nella sua specifica configurazione, anche il nuovo emendamento avrebbe rischiato di creare non pochi inconvenienti all’ordinato esercizio della giurisdizione. Comunque, anche in questo caso, male minore, hanno osservato numerosi commentatori. L’importante era che fosse spazzato l’obbrobrio del salva processi originario.

In questi giorni si è cominciato a discutere in commissione Giustizia della Camera il disegno di legge sulle intercettazioni. Si tratta di un provvedimento che contiene una novità importante: l’obbligo di espungere dagli atti processuali le intercettazioni che riguardano terzi estranei ai processi e il divieto della loro pubblicazione. Un’esigenza sacrosanta, diretta a evitare abusi nei confronti della privatezza delle persone. Nel contempo, tale provvedimento prevede peraltro novità preoccupanti, come il totale divieto di pubblicare notizie concernenti indagini penali in corso e la previsione di pesanti pene detentive nei confronti dei giornalisti, con buona pace del diritto-dovere di informare e del controllo popolare sull’esercizio dell’attività investigativa. Ieri sono apparsi sui giornali cauti segnali d’apertura, in materia, da parte di taluni esponenti politici: non più divieto totale d’informare, non più galera per i giornalisti; semmai, semplici restrizioni e, soltanto, forti sanzioni pecuniarie per gli editori in caso d’infrazione. Poiché pesanti sanzioni pecuniarie a carico degli editori sono, in ogni caso, inevitabilmente destinate a provocare rilevanti turbative sulla libertà di stampa, dovremo, ancora una volta, acconciarci a commentare che, fortunatamente, è stato garantito il minor male possibile data la temperie del momento?

Di mediazione in mediazione, il quadro delle riforme compiute o in gestazione in questo primo spicchio di legislazione è comunque desolante. (1) Si è trasformato il presidente del Consiglio in una sorta di Principe liberato, sia pure a termine, dalle normali, doverose, responsabilità giudiziarie per i fatti dei quali è accusato. (2) Si è introdotto un meccanismo inutile, se non addirittura nocivo, di sospensione facoltativa dei processi di primo grado concernenti i reati minori. (3) Con la nuova disciplina delle intercettazioni si rischia di turbare, in un modo o nell’altro, l’esercizio della libertà di stampa.

Ecco perché, di fronte alle baldanzose dichiarazioni sulla ventilata riforma d’ottobre della giustizia italiana, vi sono motivi di grande preoccupazione. Non vorrei che Berlusconi, nella sua radicata volontà di ribaltare i rapporti di forza fra i poteri dello Stato, sparasse nuovamente più in alto possibile, per addivenire poi, nel quadro di una mediazione resa artatamente necessaria, a risultati che costituiscono comunque un male, sia pure minore di quello paventato. Sarebbe, come dicevo, il disastro per la giustizia e per lo Stato di diritto.

A questo punto non credo che le pur utili mediazioni realizzate fino ad oggi potrebbero più essere d’aiuto. Nessuna copertura, nessun salvacondotto potrebbe più essere accettato o condiviso.


Carlo Federico Grosso (La Stampa, 25 luglio 2008, QUI)


 

mercoledì 23 luglio 2008

L'estate del nostro scontento



Silvio Berlusconi  e il suo Angelino Alfano nel "loro" Parlamento


Un colpo alla testa e al cuore. Subisco, come molti, una legge ingiusta, che mi sento di definire infame per la trasgressione della Legge Costituzionale. Spero soltanto che la si possa contrastare con tutti mezzi democratici possibili.


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Approvato il lodo ALFANO. Testo e commento.


Le immunità negli altri Paesi:QUI e qui e QUI .

giovedì 17 luglio 2008

IMMUNITA' PER TUTTI!


«Non mi fermerà nessuno, torni l'immunità parlamentare»



«Sono più determinato che mai»


«Il problema di questo paese è la giustizia che influisce nella vita di tutti i giorni di ogni cittadino e va anche dritto dritto nel cuore dell'economia. Viene usata per condizionare l'economia e la politica. Questa volta vado avanti, non mi fermerà nessuno. E visto che non è possibile fare la riforma della giustizia con l'opposizione, noi andremo da soli: la gente è tutta con me».


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Il carattere dell'anziano potente è tutto in questo scatto rabbioso e incontrollato contro la sua propria impotenza di fronte alla legge e al potere giudiziario non ancora asservito.


L'anziano capo detiene nelle sue mani il potere esecutivo di un governo di ministri scelti e nominati da lui. Ministri in grado di votare una finanziaria in 9 minuti e mezzo: segno di incoscienza e appiattimento, non di efficienza.


L'anziano capo detiene nelle sue mani il potere legislativo di un Parlamento la cui maggioranza si piega, unanime, a qualsiasi sua richiesta, dal calendario dei lavori ai temi in discussione alla ristrettezza dei tempi alla richiesta di fiducia quando alla discussione non deve essere concesso alcun tempo.


L'anziano capo non detiene nelle sue mani il potere giudiziario. NON ANCORA. Unico baluardo la Lega che per fortuna in questo momento ha altre priorità dettate dalla sua base elettorale. Ma lui, rabbioso come un omarino qualsiasi, punta i piedi e urla che lui "è più determinato che mai", che lui "tornerà l'immunità parlamentare", che lui "non lo fermerà nessuno". Che l'Italia sia una democrazia parlamentare è un dettaglio che non lo sfiora. Lui vuole subito una riforma della giustizia, la SUA giustizia.


CONTRORDINE IN SERATA


«Immunità parlamentare? Mai detto»


I media registrano. Nessuno che si chieda che tipo di follia sia questa. Follia noiosa, sempre uguale a se stessa, ogni più volta più grave. Una persona normale che si comporti così viene facilmente ritenuta un caso clinico. Nel mondo delle persone "comuni" non conosco nessuno con una simile faccia tosta. L' Economist ha pubblicato una vignetta in cui è raffigurato come Nerone che suona mentre l'Italia brucia: QUI.


Virgolettati dal Corriere della Sera, 17 luglio 2008: QUI  e QUI .


Sull'argomento:


I codici cancellati di Franco Cordero, 17 luglio 2008. QUI.


L'ossessione di Luigi XIV  di Alexander Stille, La Repubblica, 14 luglio 2008. QUI .


La volontà di dominio di Giuseppe D'Avanzo, 15 luglio 2008. QUI .

giovedì 10 luglio 2008

RECESSIONE DEMOCRATICA


Surface of a coral.



Il dibattito sul "lodo Alfano" va avanti da stamattina alla Camera dei Deputati. Lo sto seguendo grazie a Radio Radicale. Il presidente del Consiglio è assente (a Tokio), ma la sua ombra incombe su ogni parola della sua maggioranza che vota compatta contro ogni parola dell'opposizione. Alcuni parlamentari del Pd continuano a leggere un testo che dura un minuto circa e che afferma: "L'unica cosa che interessa alla maggioranza è garantire l'impunità al presidente del Consiglio".


La maggioranza di cui Silvio Berlusconi sembra il proprietario è tetragona nell'adesione alla volontà e alle necessità del capo: più di trecento persone che pensano e agiscono all'unisono, come un organismo unico fatto di cellule obbedienti. Sono tutti pienamente coscienti di quello che stanno facendo? E sono tutti consenzienti in scienza e coscienza? Affermano tutti, gli elementi dell'organismo berlusconiano, che l'immunità stabilita dal lodo Alfano è presente anche in altri Paesi democratici: menzogna grande, menzogna cosciente, menzogna disonesta. Lo sanno tutti, ormai, che non è così, ma l'organismo unitario va avanti senza il benché minimo scrupolo. Difficile trovare un gruppo umano, pur compattissimo, in cui non si manifesti almeno un dissenso. (vedi Immunità assoluta...menzogna di governo? L’immunità negli altri paesi europei QUI)


Non ho visto servizi sulla menzogna di governo, nessuna trasmissione didattica su come funziona l'immunità nelle democrazie degne di questo nome. L'idea che il lodo Alfano sia diffuso anche nel resto del mondo è stata inoculata come un virus che continuerà ad agire indisturbato, come altre false idee consimili fatte assimilare acriticamente usando i potenti mezzi mediatici. Una nuova prepotente idea viene diffusa in questi giorni: il voto popolare costituisce una vera e propria unzione dell'eletto che pertanto non è più uguale davanti alla legge come gli altri cittadini, ma è al di là della legge, perché deve governare. E non si pongono limiti a questa sovranità affine a una sovranità assoluta più che a una sovranità costituzionale. Se anche dovesse essere eletto Jack lo squartatore, la legge gli offrirebbe scudo e sovranità, senza noiosi distinguo sull'entità e i tempi dei crimini. La "gente" ha davvero capito con chiarezza come stanno le cose? Sarebbe d'accordo?

domenica 29 giugno 2008

IMMUNITA' ... assoluta


Consiglio dei Ministri [Foto Livio Anticoli]


menzogna di governo?


Berlusconi e i suoi parlamentari, e giornalisti al seguito, invocano continuamente le leggi sull'immunità degli altri Paesi per garantire la giustezza ed equità del "lodo Alfano". Nessuno, però, si preoccupa di spiegare le altrui leggi e di fare dei confronti seri e veritieri. Per me è' intuitivo che una immunità assoluta come quella voluta dal lodo Alfano sia un obbrobrio giuridico e un colossale imbroglio per cittadini disinformati o anestetizzati o non so che altro. L'immunità pretesa dal Berlusconi ha poco in comune con le leggi dei Paesi democratici, lui pretende una immunità assoluta in tutto simile a quella di cui godono i dittatori. I casi di Nixon e Clinton negli USA sono noti, anzi notissimi e contraddicono fortemente la vulgata della destra attualmente al potere.  In rete ho trovato un dotto articolo che spiega ciò che molti, me compresa, ignorano.


L’immunità negli altri paesi europei


dott.sa Galina Cornelisse


(Ricercatrice presso l’Istituto Universitario Europeo- dipartimento di Giurisprudenza)


Da  testimone della crociata del Presidente del Consiglio contro la regolazione attuale dell’immunità parlamentare, si può facilmente avere l’impressione che i parlamentari italiani siano facile preda di chiunque decida di perseguitarli per semplice capriccio. È possibile che in realtà quest’immagine appaia lievemente differente?


Un primo piccolo passo per una risposta affermativa a questa domanda potrebbe essere dato da una sentenza recente della Corte Europea per i Diritti Umani: a gennaio 2003, l’Italia fu condannata per aver interpretato troppo ampliamente il concetto dell’immunità parlamentare nei procedimenti penali “Cordova contro  Sgarbi”, nel quale un cittadino Italiano si era costituito come parte civile. (per il caso vinto dal Procuratore Agostino Cordova, leggi qui)


Ma per poter giudicare noi stessi se il cambiamento Italiano delle condizioni dell’immunità nel 1993 sia stato realmente così disastroso e abbia portato a dei risultati così anomali come il primo ministro vuole farci credere, aiuterebbe anche guardare al modo in cui l’immunità parlamentare è regolata in altri Paesi Europei.


Alcuni di essi hanno un impiego più ampio dell’immunità parlamentare che altri.


Spagna, Germania, Belgio e Francia sono fra i paesi che hanno un sistema duplice di immunità parlamentare.


Primo, i parlamentari non sono responsabili né civilmente né penalmente, nè possono essere soggetti a un’inchiesta, a causa di qualsiasi dichiarazione o opinione fatta in parlamento, o nell’esercizio della loro funzione di rappresentante.


Però, deve essere osservato che in Germania la  calunnia è esclusa da questa libertà di espressione.


Secondo, i membri del parlamento non possono essere perseguiti, arrestati o condannati in inchieste penali tranne che in due casi: Il primo è nel caso del “flagrante delicto”, il secondo è quando il parlamento ha dato il permesso per l’arresto o l’autorizzazione a procedere. (un po’ come in Italia prima del ’93)


Però, la maggioranza dei paesi Europei ha un concetto di immunità parlamentare molto più ristretto.


In alcuni, come per esempio Belgio, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito, l’immunità parlamentare ha uno scopo molto limitato. L’immunità più importante goduta dai parlamentari in questi paesi è la libertà di espressione.


Questo significa che non possono essere perseguiti ne essere ritenuti civilmente responsabili per qualunque cosa  dicano durante i procedimenti parlamentari.


Questa libertà è estesa anche ai funzionari dello Stato e altri che hanno da fare con il parlamento, per esempio testimoni davanti alle commissioni parlamentari.


L’uso che potrebbe essere fatto dalle informazioni date durante i procedimenti parlamentari nei procedimenti legali successive è limitato. Il termine di “procedimenti parlamentari” ha avuto una interpretazione abbastanza stretta.


Per esempio, l’immunità non riguarda le dichiarazioni alla stampa fatte prima  del dibattito parlamentare, o la ripetizione di dichiarazioni precedentemente espresse  durante i procedimenti parlamentari. A parte questo, i membri dei parlamenti olandesi e britannici che sono sospettati di atti criminali saranno trattati come qualsiasi altro cittadino.


Lo stesso può essere detto dei parlamentari che sono implicati in procedimenti civili, con l’eccezione dei membri delle camere britanniche che non possono essere arrestati in connessione con questo tipo di procedimenti. Questa clausola ha comunque  perso in gran parte la sua rilevanza visto che l’imprigionamento per debiti non è più concesso.


I parlamentari svedesi possono essere perseguiti per crimini fatti fuori dalle loro attività come rappresentanti, però possono essere privati dalla loro libertà solo nelle seguenti situazioni: nel caso della flagranza, se il parlamentare confessa di aver commesso il crimine, o se il crimine è penalizzato con per lo meno due anni di carcere.


I parlamentari del Regno Unito sono esonerati dalla presenza obbligata nella Corte come testimone. Questo ovviamente non compromette la regolarità delle udienze. Fra queste definizioni strette e più ampie dell’immunità parlamentare, sono  possibili compromessi, come viene illustrato da un paese come Portogallo. Lì, i parlamentari godono della libertà di espressione nel parlamento, e possono solo essere perseguiti nel caso della flagranza di reato, o con il  permesso del parlamento, tranne il caso di un crimine che è punibile con un massimo di più di tre anni di prigione. Le prescrizioni di immunità in Italia è un altro esempio ancora: i parlamentari hanno il diritto alla libertà dell’espressione nel parlamento.sono civilmente  e penalmente responsabili, però non possono essere privati della loro libertà personale senza permesso del parlamento, ne è possibile la perquisizione personale o domiciliare senza questo permesso.


Per ciò che riguarda la responsabilità dei membri del governo è importante distinguere fra i sistemi costituzionali differenti in Europa.Nel caso delle monarchie, il re o la regina gode dell’immunità assoluta, e il primo ministro o il premier ha in questo caso la stessa posizione dei suoi ministri.


Questo nelle monarchie europee significa normalmente che il primo ministro non gode di speciali immunità, eccetto che per le sue possibili prerogative di parlamentare.


Visto che nel Regno Unito i ministri devono sempre essere parlamentari, essi si trovano nella stessa posizione di parlamentari normali; quindi sono responsabili, come detto pin precedenza, penalmente e civilmente tranne per le dichiarazioni fatte duranti i procedimenti parlamentari.


Alcuni altri Stati europei non permettono ai ministri di essere anche parlamentari, come per esempio nella repubblica di Francia e nei Paesi Bassi.


Nei Paesi Bassi il primo ministro e i suoi ministri sono responsabili civilmente e penalmente come qualsiasi altro cittadino per atti commessi fuori della loro funzione.La Costituzione francese non dice niente sulla responsabilità penale o civile dei ministri su atti commessi fuori della loro funzione, e quindi si può supporre che in questo caso essi  saranno trattati come cittadini normali.


Però, la Corte di Cassazione decise che il Presidente della Repubblica non può essere perseguito durante il suo mandato. Questo è perfino valido se l’indagine riguarda atti commessi prima del mandato presidenziale.


Questa decisione è stata presa nel 2001 in relazione con un caso contro Jacques Chirac. Forse è interessante sapere che un giudice si è dimesso, perchè disgustato dalla sentenza, che dal suo punto di vista era andata contro il precetto della legge.


In Spagna, i membri del governo sono responsabili penalmente per atti commessi fuori della loro funzione.


I Casi criminali contro di loro sono portati davanti alle Suprema Corte, e è necessario un permesso parlamentare solo nel caso di tradimento o un’altro crimine contro la sicurezza dello Stato. In definitiva, il tanto declamato modello spagnolo non prevede nessuna guarentigia particolare per i membri del governo: all’art. 102 recita infatti: “La responsabilità penale del Presidente e degli altri membri del Governo sarà fatta valere, se del caso, di fronte alla Sezione Penale del Tribunale Supremo”.


 I ministri portoghesi sono civilmente  responsabili e possono essere perseguiti penalmente, ma possono essere privato dalla loro libertà solo nel caso del flagrante delicto o per crimini che sono punibili con un massimo di più di tre anni di prigione. I ministri sono parlamentari ai quali non è permesso esercitare il proprio mandato.


Perciò il parlamento può, nel caso di un’indagine penale, decidere di sospendere la loro condizione di parlamentare, però la sospensione è obbligatoria quando ciò riguarda un crimine punibile con un più di tre anni. Il presidente portoghese può essere perseguito per crimini non commessi nella attuazione del suo incarico solo dopo che il suo mandato è terminato. Da questo panorama due cose possono essere concluse:


Prima, che la legislazione Italiana attuale non è per niente eccezionale.


Ci sono paesi che hanno un concetto più ampio dell’immunità parlamentare, però la maggioranza dei paesi europei non ce l’ha.


Secondo, è chiaro che l’immunità dei parlamentari è normalmente più ampia nella portata che l’immunità per i membri del governo, tranne che quando ciò riguarda il Capo dello Stato. Questo non dovrebbe essere una sorpresa, perchè il concetto dell’immunità è in gran parte un segno della vittoria storica delle prerogative dei rappresentanti sul potere del re.


In paesi dove i ministri non possono essere parlamentari, le tracce di questa vittoria possono essere trovate più chiaramente, perchè loro non hanno nessuna prescrizione speciale per l’immunità dell’esecutivo, con la eccezione, in alcuni casi, del presidente del consiglio.


Ma persino l’immunità parlamentare non è mai, e da nessuna parte, assoluta.


L’immunità serve per proteggere due interessi; primo, la libertà di espressione nel parlamento e, secondo, la separazione dei poteri.


Comunque, non deve essere dimenticato che la separazione dei potere perde completamente di efficacia  senza reciproci pesi e contrappesi, ed è precisamente  quando uno dei poteri viene posizionato completamente fuori dall’ambito della legge, che quest’ultimo concetto viene reso di fatto impossibile.


Un commento di Roberto Castelli il quale sosteneva che nei paesi civilizzati i giudici non possono giudicare chi governa, non sembra  essere basato su nessuna ricerca approfondita, se non - naturalmente – non si desideri  classificare come esempi di paesi civilizzati le tante dittature di questo mondo nel quale l’elite governante è completamente al di  sopra della legge.


L’immunità per i leader politici di un paese può anche essere difesa con l’argomento che una denuncia criminale di un leader politico o del capo dello Stato potrebbe essere nociva per il governo di quello stato e le sue relazioni esterne.


In ogni modo, ci si è scordati in tale ragionamento che se qualcosa è dannoso allo Stato, esso è con maggiore probabilità il comportamento criminale che ha prodotto l’atto di accusa. Uno stato che si affidi al ruolo della legge è fra le altre cose uno stato nel quale la legge stessa regola la condotta dei politici tanto quanto quella dei comuni cittadini, e dove non c’è potere politico fuori o sopra la legge. Una simile concezione degli Rechtsstaat non potrà mai arrecare danno allo stato. Esattamente il contrario.



a cura dello staff tecnico democrazialegalita.it


Segnalo


 La lettera di Di Pietro a Beppe Grillo:


"Caro Beppe,
ci sono momenti nella vita delle nazioni in cui i cittadini devono fare delle scelte. ... L’otto luglio a Roma dalle ore 18:00 in Piazza Navona, in contemporanea con l’iter di approvazione della legge sulle intercettazioni, l’Italia dei Valori insieme a esponenti della società civile ha indetto una manifestazione per la libertà di espressione e per la giustizia. ( Il testo completo
QUI  )


Il dolo Berlusconi di Marco Travaglio


"Quando il Lodo Schifani-bis, anzi il Lodo Alfano, anzi il Dolo Berlusconi sarà sulla Gazzetta Ufficiale, l’Italia sarà l’unica democrazia al mondo in cui quattro cittadini sono “più uguali degli altri” di fronte alla legge. ... QUI .


Legittimità e legalità di Barbara Spinelli


"Se, come ha scritto Carlo Federico Grosso su questo giornale, «il barometro della legalità in Italia segna tempesta», vuol dire che qualcosa di grave sta succedendo, nel governo e nella coscienza dei cittadini: qualcosa che guasta il rapporto che ambedue hanno con il diritto e la giustizia, che li rende indifferenti alle continue capricciose riscritture di leggi e competenze. Qualcosa che inquina non solo il nostro rapporto con la democrazia ma anche la domanda, diffusa, di stabilità e sicurezza delle istituzioni. Piano piano ci stiamo abituando all'idea, ingannevole, che un governo durevole con vasta maggioranza sia sinonimo di stabilità. Che un esecutivo capace di decidere (o decisionista) sia possibile solo indebolendo istituzioni e fonti di diritto altrettanto centrali per lo Stato (Csm, magistratura)." ...QUI  .



Berlusconi: case, barche, figli e non mi godo nulla...di Marco Galluzzo



ROMA — «Voglio vedere Tokyo, non sono mai stato in Giappone, si parte prima per il G8!». Mentre i giudici e le intercettazioni lo restituiscono al suo passato Berlusconi si concede pensieri esotici. Servono a esorcizzare il presente, smaltire rabbia e delusione: «E pensare che ho barche sulle quali non ha quasi mai messo piede, case che ho visto una volta sola, una famiglia che si gode la vita. Sono l'unico costretto a non avere tempo libero». ... QUI .