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sabato 29 settembre 2012

Introduzione del reato di tortura: ddl rinviato in Commissione

Notizie dal Senato
Mercoledì 26 Settembre 2012
 

L'Aula ha deciso il rinvio in Commissione Giustizia del ddl n. 256 (e connessi) sull'introduzione nel codice penale del reato di tortura e su altre norme in materia di tortura.

Il primo articolo del testo in esame introduce nel codice penale l'articolo 613-bis, che punisce con la reclusione da tre a dieci anni chiunque, secondo una definizione che ricalca quella della Convenzione internazionale del 1984, indebitamente ed intenzionalmente cagiona acute sofferenze psichiche o fisiche, mediante minaccia grave o comportamenti disumani o degradanti la dignità umana, ad una persona che non sia in grado di ricevere aiuto, al fine di ottenere da essa o da altri informazioni o dichiarazioni su un atto che essa o altri ha commesso o è sospettata di aver commesso, ovvero al fine di punire una persona per un atto che essa o altri ha commesso o è sospettata di aver commesso, ovvero per motivi di discriminazione, sia essa etnica, razziale, religiosa, politica, sessuale o di qualsiasi altro genere.

L'articolo 2 modifica l'articolo 191 del codice di procedura penale, chiarendo che le dichiarazioni ottenute mediante tortura, così come definite dall'articolo 613-bis del codice penale, possono essere utilizzate solo contro le persone accusate di tale delitto al fine di provarne la responsabilità e di stabilire che le dichiarazioni stesse sono state rese in conseguenza della tortura.

L'articolo 3 modifica il testo unico sulla disciplina dell'immigrazione e della condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998, stabilendo l'impossibilità di respingere, espellere o estradare una persona verso uno Stato nel quale si ritiene che rischi di essere sottoposta a tortura.

L'articolo 4, infine, esclude l'applicabilità dell'immunità diplomatica per i cittadini stranieri condannati o processati per tortura in altro Paese o da un tribunale internazionale.

giovedì 27 settembre 2012

Il reato di tortura può aspettare
Pdl, Lega, Udc bloccano la legge
 
 
 
L'Aula di Palazzo Madama, dopo due giorni di discussione, ha deciso di rinviare in Commissione il testo di legge che permetterebbe finalmente all'Italia di rispettare le convenzioni internazionali
Il passo in avanti mosso dalla Commissione Giustizia del Senato per permettere finalmente all'Italia di rispettare le convenzioni internazionali sulla tortura, si è improvvisamente arenato ieri.

L'Aula di Palazzo Madama, dopo quasi due giorni di discussione, ha deciso di rinviare in Commissione per «ulteriori approfondimenti» il testo di legge che introduce il reato di tortura nel nostro ordinamento penale messo a punto dal relatore Felice Casson.

A bloccare l'iter ci hanno pensato Lega, Pdl e Udc, timorose che l'introduzione del reato, così come è previsto e formulato nella Convenzione Onu ratificata dall'Italia nel 1988, possa limitare l'azione delle forze dell'ordine. Particolare preoccupazione desta l'articolo 1 che parla di «reiterate lesioni o sofferenze fisiche o psichiche ad una persona», queste ultime da eliminare, secondo il centrodestra. «È un vergognoso gioco a rimpiattino - ha commentato Casson - In commissione il testo è stato approvato all'unanimità, abbiamo proposto almeno dieci soluzioni possibili ma evidentemente qualsiasi soluzione al centrodestra non va bene. C'è chi vuole che la tortura in Italia non sia un reato».