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sabato 21 marzo 2009

NORUZ 1388



Nuovo Giorno 2009




Al mondo musulmano dico che cerchiamo una nuova via d’uscita basata sul reciproco rispetto. A quanti soffocano il dissenso, dico che stanno dalla parte sbagliata della storia, ma che tenderemo loro la mano se si dimostreranno disposti ad aprire il pugno.


Barack Obama, 20 gennaio 2009 


dalla prima pagina dell'Unità, 21 marzo 2009


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IL MESSAGGIO DI OBAMA ALL'IRAN


"Oggi voglio fare avere i miei migliori auguri a tutti coloro i quali celebrano il Nowruz in tutto il mondo. Questa festa è insieme un antico rituale e un momento di rinnovamento, ed io spero che voi possiate godere di questo momento particolare dell'anno con i vostri amici e familiari.

In particolare vorrei parlare direttamente al popolo e ai leader della Repubblica islamica dell'Iran. Nowruz è solo una parte della vostra grande e celebrate cultura. Durante molti secoli la vostra arte, la musica, la letteratura e l'innovazione hanno creato un mondo migliore e più bello. Qui negli Stati Uniti la nostra comunità è stata favorita dal contributo degli Iraniano-Americani: sappiamo che voi siete una grande civiltà, e i vostri risultati hanno guadagnato il rispetto degli Stati Uniti e del mondo.

Per quasi tre decenni le relazioni fra i nostri due paesi sono state tese, ma durante questa festa ci viene ricordato del comune destino che ci tiene legati insieme. Voi celebrerete il vostro Nuovo Anno nello stesso modo in cui noi americani ricordiamo le nostre feste, radunandosi in famiglia e con gli amici, scambiandosi doni e racconti, guardando al futuro con un rinnovato senso di speranza.


Queste celebrazioni custodiscono la promessa di un nuovo giorno, di nuove opportunità per i nostri figli, di sicurezza per le nostre famiglie, progresso per le nostre comunità e pace tra le nazioni. Sono speranze condivise, sono sogni comuni. Per questo in questa stagioni di nuovi inizi vorrei parlare chiaramente ai leader iraniani. Tra di noi esistono serie divergenze che si sono accresciute col tempo. La mia amministrazione si è impegnata a una diplomazia che risponda a tutte le questioni aperte tra di noi, per costruire legami costruttivi fra gli Stati Uniti, l'Iran e la comunità internazionale. Questo processo non andrà avanti fra minacce. Noi vogliamo invece un impegno che sia onesto e fondato sul rispetto reciproco.

Voi avete una scelta. Gli Stati Uniti vogliono che la Repubblica islamica dell'Iran assuma il suo giusto posto nella comunità delle nazioni. Voi avete quel diritto - ma questo comporta anche delle responsabilità, quel posto non può essere conquistato attraverso l'uso delle armi o del terrorismo, ma piuttosto con azioni pacifiche che dimostrino la vera grandezza del popolo e della civiltà iraniana. La misura di questa grandezza non è quella di distruggere, è la vostra consolidata capacità di costruire e di creare.

Per questo in occasione del Nuovo Anno, voglio che voi, il popolo e i leader dell'Iran, possiate guardare al futuro che noi vogliamo. E' un futuro di scambi rinnovati fra i nostri popoli, con maggiori opportunità di partnership e commercio. E' un futuro in cui le vecchie divisioni sono superate, in cui voi, I vostri vicini e in generale il mondo possiate vivere con maggiore sicurezza, in pace.

Io so che tutto questo non sarà raggiunto facilmente, ci sono coloro i quali insistono che le nostre relazioni continuino ad essere segnate dalle nostre differenze. Ma ricordiamoci delle parole che il poeta Saadi pronunciò tanti anni fa: "I figli di Adamo sono membri uno dell'altro, essendo stati creati in un'unica essenza".

Con l'arrivo di una nuova stagione ci viene ricordata la preziosa umanità che noi tutti condividiamo. E noi ancora una volta invochiamo questo spirito mentre facciamo la promessa di un nuovo inizio. Grazie e Eid-e- Shoma Mobarak (auguri per la vostra festa; alla lettera: "che la vostra festa sia benedetta" )".
[ La Repubblica, 20 marzo 2009 ]






Qualcosa di bello e di grande da scrivere in una pagina di diario. Qualcosa di fresco e inedito. C'è un politico che mantiene le promesse e che dà forza alle speranze che qualche mese fa non si osava nemmeno concepire. Possa avere successo anche solo un po'.


Commento del 22 marzo 2009


Lo scandaglio di Barack di VITTORIO EMANUELE PARSI [ La Stampa ]


martedì 27 dicembre 2005



Io non mi tengo a religioni o credo,
Non sono dell'est, non sono dell'ovest,
Musulmano o infedele,
Zoroastriano, Cristiano, Ebreo o pagano.
Non vengo dal mare, né dalla terra,
Non ho a che fare con quelli sopra o quelli sotto,
Non sono nato lontano, né vicino,
Non vivo in Paradiso, né su questa terra.
Dichiaro di non discendere da Adamo, Eva, o gli angeli.
Io trascendo corpo ed anima.
La mia casa è oltre lo spazio ed i nomi.
E' con le persone che amo,
In uno spazio oltre lo spazio.
Abbraccio tutti e sono parte di tutto.

Mowlana Jalaluddin Rumi (1207-1273)



Rumi è uno dei più nobili poeti persiani, un mistico Sufi, uno spirito illuminato nel variegato mondo islamico. Musulmano come lui, visse in Iran anche un altro grande poeta, Sa'adi, che scrisse questi versi:



Tutti gli esseri umani in verità sono fratelli;
Tutti condividono una sola origine nella creazione.
Quando il fato assegna a un uomo ansie e dolori,
Non rimane sollievo per alcuno.
Se imperturbabile puoi osservare il dolore di un altro,
Tu non sei degno del nome di uomo.

Sa'adi, (1184-1291)


So che dall'Iran di oggi arrivano proclami di orribile ottuso fanatismo, che purtroppo sovrastano le voci più autentiche e dolenti  delle infelici persone che vi abitano. Una per tutte, quella di Shirin Ebadi, coraggiosa donna premio Nobel per la Pace, che rappresenta tuttti gli spiriti liberi del Paese. Ma le citazioni di Rumi e Sa'adi le ho trovate in un articolo che parla di un'altra donna, una che si ritiene parte di un'altra "superiore", la nostra, e che sta dedicando questi anni a spargere odio e fanatismo di marca "occidentale".


La donna in questione è Oriana Fallaci, di cui non mi occuperei se la sua pubblicistica non avesse preso una inaccettabile deriva islamofoba e se la signora non fosse seguita e osannata da molti di noi "occidentali".


"La signora ha ricevuto il premio Annie Taylor, Centro per lo Studio della Cultura Popolare a New York, la scorsa settimana, che onorava: "...il suo eroismo, valore, e lotta di tutta una vita contro l'oppressione e il fascismo. Dal 11 Settembre, Fallaci è stata una forza formidabile nella lotta contro la più grande minaccia alla civiltà occidentale dai tempi della Guerra Fredda, l'Islamofascismo." Scriveva il Front Page Magazine. Il più prestigioso premio di Milano, l'Ambrogino d'Oro, è anche andato alla signora questa settimana. la sinistra in varie altre regioni, in particolare in Toscana, ha bloccato vari altri premi per una persona molto attiva a favore della campagna per l'uccisione di un quarto della popolazione mondiale. "La Fallaci" ha anche avuto una piuttosto lunga udienza con il papa Benedetto XVI il 3 Settembre 2005, nella sua residenza estiva fuori Roma, probabilmente per far pressioni sul pontefice a favore della sua causa. Il 14 Dicembre il Presidente Italiano Ciampi ha "onorato" la signora con un premio significativo per i suo "lavoro coraggioso nella promozione della cultura italiana". Mi dispiace molto per la scelta del presidente Ciampi, che rispetto e apprezzo, ma questa volta ha sbagliato, perché l'odio razziale e culturale non dovrebbe essere accettato come parte della cultura italiana, nemmeno a titolo di ritorsione e di difesa contro gli oggettivi orrori dei terroristi islamici.


Non si difende la propria cultura rinunciandovi.




L'articolo "Odio istituzionalizzato ed istigazione al delitto. L'islamofobia di Oriana Fallaci." di Baheer Ramon nel sito: http://www.zmag.org/Italy/ramon-islamofobiafallaci.htm