giorni d'ottobre
i quattro anni di CZen
Quando incontro lo sguardo di Zen e lui indugia ad libitum a fissare i miei occhi, mentre ci scrutiamo a vicenda quasi ricercassimo ciò che vive in chissà quali profondità del nostro essere, cerchaimo forse di comunicare saltando la necessità impossibile della parola umana? Ma sono io che non capisco la sua lingua, per lui, invece, molte delle mie parole hanno un significato ben chiaro come dimostrano le sue reazioni appropriate
Non è raro che mi domandi chi sia la piccola creatura bianca che mi vive accanto, che cosa "pensi", che cosa sappia del mondo, che cosa senta, come faccia a indovinare i miei stati d'animo e perché gli riesca così difficile sopportare le mie tristezze e le mie lacrime, e non solo le mie.
Darwin ne L'origine dell'uomo scriveva: "L'uomo, nella sua arroganza si considera una grande opera, degna dell'intervento della divinità. Più umile e, io credo, più verosimile, è ritenerlo creato dagli animali". E' questo un nodo cruciale dell'evoluzionismo che mi capita di vivere e rivivere da quando Zen è con me.
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NOTA. La citazione l'ho presa dal "Dizionario delle idee non comuni" di Armando Massarenti a pagina 11. Ho cercato il testo nel L'origine dell'uomo, dove la frase dovrebbe trovarsi, ma invano. Putroppo Massarenti non indica il posto esatto nell'opera di Darwin, ma commenta dicendo che "questo significa, tra le altre cose, che anche gli animali non umani sono degni di essere rispettati moralmente".