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sabato 25 aprile 2015

da Ferdinando Imposimato

Il manto di una falsa democrazia.
Nell'anniversario della Liberazione rivive un passato glorioso, quello della Resistenza di migliaia di giovani, che hanno sacrificato la loro vita contro il nazifascismo, creando le basi della Repubblica e della Costituzione democratica, scrivendo pagine di eroismo e di amore per la Patria per il riscatto del popolo italiano. Ma i valori di libertà e giustizia sociale sono stati traditi. La reazione, che qualcuno illudendosi credeva stroncata il 25 aprile 1945, ha rialzato la testa, e guida il Paese sotto il manto di una falsa democrazia. Gravi problemi urgono e si aggravano : riguardano la dignità del lavoro vilipesa, la scuola pubblica umiliata, le diseguaglianze tra un piccolo ceto di privilegiati e una grande massa di cittadini in stato di bisogno . Ciò che delude più di tutto è l'assenza dei giovani dalla vita sociale e politica, la loro indifferenza, la mancanza di ideali, il precoce scetticismo. Un'impressionante moltitudine lontana da ogni umana passione, da ogni ideale , da ogni speranza. Ed è responsabilità del potere e della opposizione non avere saputo creare un ambiente ove la speranza fosse possibile. I Governi che si sono succeduti sono stati indifferenti ai diritti materiali e morali di milioni di lavoratori e giovani. La libertà è in pericolo per leggi che stravolgono l'equilibrio dei poteri . La legge elettorale esclude libertà di scelta dei candidati , la concentrazione del potere nelle mani di un uomo solo, la distruzione della scuola pubblica, la corruzione dilagante, media asserviti a oligarchie dominanti sono segnali gravi del declino della democrazia.
C'è un solo modo per onorare la Liberazione. Pensiamo al presente e al domani che ci sta di fronte con le sue preoccupanti incognite. E rilanciamo insieme una nuova Resistenza per attuare l'eguaglianza dei diritti sociali a favore del popolo. Lavoratori, insegnanti , studenti, donne e disoccupati devono unirsi per contrastare le forze della conservazione e del privilegio e creare, con la lotta democratica, una nuova classe dirigente perché la Repubblica , lungi dall'essere vuoto simulacro a tutela di potenti gruppi di potere, diventi strumento di libertà eguaglianza e giustizia sociale. Noi crediamo sia possibile e ci batteremo perché questo avvenga.

mercoledì 22 aprile 2015

la ninfa Eco

Caro Senatore Corradino Mineo, poiché ho approfittato ampiamente dello spazio aperto nel suo profili, le copio la mia risposta a Stefania Castiglione: "Cara Stefania, apprezzo molto le tue considerazioni, più miti delle mie, come è naturale: tu sei in quel partito, io no, e ti dispiace giustamente che la "coppia reale" (Giannelli) dia prova di sé in maniera sempre più antipolitica e antidemocratica. * La BOSCHI sembra aver fatto carriera, in realtà ripete qualche ideuzza stantìa, sempre con le stesse parole, con evidenti limiti imposti dall'augusto capo o limiti che lei stessa ha. * Voglio dirlo io un limite della Boschi: se si rende conto che esiste un popolo formato alla scuola della Resistenza e delle idee di giustizia e libertà, di legalità e verità, non può non capire che è da maleducati scortesi buttare le sue frasette in faccia al suddetto popolo con quel perenne sorriso beffardo/arrogante/irrispettoso sulla sua di faccia. Che cosa ha da ridere, sempre che non abbia una paresi stile "gioconda" del grande Leonardo? * Mi rivolgo a te, come anche a Corradino Mineo e a chi avrà voglia di leggere, perché da te mi sento compresa e rispettata, cara Stefania. Ora la "regina" Elena d'Arezzo mi dica pure le cose del suo maestoso mentore e signore; me le dica pure con tutta l'amplificazione offerta dai mille mass media a sua disposizione; sottolinei pure a ogni piè sospinto che la sua minestra va mangiata da tutti, senza discussioni, e in particolare da una cittadina irrilevante/inesistente/molesta come me...ma ridermi in faccia no. * Lo so. Quelli della Boschi sono meravigliosi sorrisi che illuminano le portentose riforme, ma per chi dissente, come me, quei sorrisi aggiungono derisione e sarcasmo a un grande dolore per la "DEMOCRAZIA SFIGURATA" (Nadia Urbinati) che scaturisce dalle imprese del Renzi premier e della sua compagnia del nuovo Partito Nazionale in gestazione avanzata. * Chiamare "premio di maggioranza" un "premio di minoranza" per me/secondo me/a mio modesto parere, è un insopportabile insulto all'intelligenza e alla logica,e soprattutto alla Carta Fondamentale del nostro Paese che fra tre giorni avrà l'onore di celebrare la Festa della LIBERAZIONE e di ricordare con gratitudine massima chi lottò per una DEMOCRAZIA rivoluzionaria, equilibrata, fiera. * La DEMOCRAZIA ancora viva nella Costituzione della Repubblica Italiana, che spero venga sottratta alla furia distruttiva delle riforme renziste. ORA e sempre RESISTENZA." Con gratitudine, affetto e stima.

  • Achille Signorile Il problema è che si riempiono la bocca della parola democrazia persone che della democrazia non hanno alcun rispetto, specie quando pretendono di imporre le loro idee minoritarie alla maggioranza!
  • Dora Meo Achille Signorile. Molti sono i ragionamenti possibili e necessari sulla "democrazia", che non è una verità rivelata e cristallizzata ma una forma di governo della cosa pubblica. Sono poi idee e ideologie, visioni dei rapporti sociali ed economici e tanto altro, come tu sai certo meglio di me, a definire il tipo di "democrazia" che permea di sé la vita comune in un Paese. Per tornare al merito della nostra specifica questione democratica, è evidente che non siamo d'accordo sulla modulazione dei metodi e degli strumenti utili a comporre una legge elettorale degna della nostra tradizione storica degli ultimi 70 anni. Questo sarebbe il momento delle motivazioni, che avrei ad abundantiam, ma allora preferirei altri spazi, per esempio il mio blog. Ma, infine, t'interessa? e ancora: perché usi usarmi sempre quei toni che oso definire duri e ultimativi? ti ho forse dato l'impressione di ragionare secondo moduli fissi? Spero di no e intanto ti saluto.

    • Giuseppina Montanaro carissima Dora, abbiamo visto traballare la Democrazia negli anni passati e purtroppo renzi sta ultimando il processo con colpi di mannaia nascondendosi dietro alla grave questione economica che imperversa nel nostro Paese. Purtroppo è ancora più grave la mancanza di reazione reale da parte di tutti e soprattutto da parte di chi si lascia sostituire temendo la crisi di governo (pro domo suo!).
    • Dora Meo Giuseppina Montanaro. Cara Giuseppina, la pressione del potere economico che mira a un rattrappimento della lunghissima civilizzazione democratica è il problema dei problemi. La crisi economica sembra essere un toccasana per antidemocratici e antipolitici tutti (e non sto parlando dei 5 Stelle, come s'usa fare). L'operazione di marca autocratrenzista attuata nel nostro Parlamento è l'apoteosi dell'antipolitica, secondo me, nel senso dell'esclusione violenta della politica dai luoghi massimmi deputati, figurarsi i luoghi minimi, quelli abitati da noi, irrilevante disprezzato espulso "popolo sovrano". Per quel che mi riguarda, non sto esagerando. Mi esimo dal distribuire più finemente responsabilità e colpe, colpe appunto, perché anche e soprattutto la cosiddetta minoranza debole-incerta-divisa-inconsapevole-prona ne ha di colpe. Ma la colpa maxima sta, a onor di logica giustizia e verità, in capo al lìder maximo, quel tal toscano che sembra dimentico di talune grandi glorie intellettuali di Toscana. Lui con i suoi seguaci silenti, virenti, ridenti, plaudenti, sfuggenti....

venerdì 17 aprile 2015

Ora e sempre Resistenza


Messaggio del Presidente della Repubblica a MicroMega 

per il numero speciale sulla Resistenza






Il Presidente della Repubblica ha inviato a MicroMega, per il numero speciale sulla Resistenza (dal titolo “ORA E SEMPRE RESISTENZA”) che uscirà giovedì 23 aprile, un impegnato messaggio di augurio, che ovviamente aprirà il numero.

Il messaggio del Presidente Sergio Mattarella, nel sottolineare che “la Liberazione dal nazifascismo [costituisce l’] evento centrale della nostra storia recente” ha voluto ricordare che “ai Padri costituenti non sfuggiva il forte e profondo legame tra la riconquista della libertà, realizzata con il sacrificio di tanto sangue italiano dopo un ventennio di dittatura e di conformismo, e la nuova democrazia”.
Dittatura ma anche conformismo, questi i due mali che hanno caratterizzato il ventennio, per cui “la Costituzione, nata dalla Resistenza, ha rappresentato il capovolgimento della concezione autoritaria, illiberale, esaltatrice della guerra, imperialista e razzista che il fascismo aveva affermato in Italia, trovando, inizialmente, l’opposizione – spesso repressa nel sangue – di non molti spiriti liberi”.

Dopo aver citato una riflessione dell’allora partigiano cattolico liberale Sergio Cotta, il Presidente della Repubblica ha voluto sottolineare la partecipazione di popolo, vieppiù crescente, ad una rivolta che era stata inizialmente di minoranze di spiriti liberi: “La sofferenza, il terrore, il senso d’ingiustizia, lo sdegno istintivo contro la barbarie di chi trucidava civili e razziava concittadini ebrei sono stati i tratti che hanno accomunato il popolo italiano in quel terribile periodo. Un popolo – composto di uomini, donne e persino ragazzi, di civili e militari, di intellettuali e operai – ha reagito anche con le armi in pugno, con la resistenza passiva nei lager in Germania, con l’aiuto ai perseguitati, con l’assistenza ai partigiani e agli alleati, con il rifiuto, spesso pagato a caro prezzo, di sottomettersi alla mistica del terrore e della morte”.

Ecco perché “la ricerca storica deve continuamente svilupparsi” ma “senza pericolose equiparazioni” fra i due campi in conflitto. Perché, ricorda il Presidente rivolto al futuro del Paese, “la Resistenza, prima che fatto politico, fu soprattutto rivolta morale. Questo sentimento, tramandato da padre in figlio, costituisce un patrimonio che deve permanere nella memoria collettiva del Paese”. E conclude rivolgendo a MicroMega “i migliori auguri di pieno successo della vostra iniziativa”.

Il volume si avvale della consulenza di Angelo d’Orsi, che è anche l’autore del saggio introduttivo dal titolo “Mito e anti mito della Resistenza”, e di approfonditi saggi, tra gli altri, di Franco Cordero, Luciano Canfora, Roberto Scarpinato, delle articolate risposte (a un questionario in dieci domande) del cardinale arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti, di Gustavo Zagrebelsky, di Erri De Luca, di Ezio Mauro, Moni Ovadia, Lorenza Carlassare, Corrado Stajano, Maurizio de Giovanni, Loriano Macchiavelli, Sandrone Dazieri, Marco Vichi, Giancarlo De Cataldo, Valerio Varesi, Giovanni Ricciardi, delle testimonianze e delle memorie di protagonisti come Boris Pahor, Tina Costa, Bruno Segre, Massimo Ottolenghi, Luigi Fiori, Giorgio Mori, Laura Seghettini, Giuliano Montaldo, e degli studi e delle interpretazioni di Alberto Asor Rosa, Paolo Borgna, Marco Albeltaro, Valerio Romitelli, Pierfranco Pellizzetti, Alessandro Portelli, Andrea Martocchia, David Broder, Mirco Dondi, Francesco Giliani, Guido Caldiron.

Il sommario del volume "Ora e sempre Resistenza"

(16 aprile 2015)

giovedì 16 aprile 2015

fascismi

Primo Levi



Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. 


A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche:

  •  negando o distorcendo l’informazione, 
  • inquinando la giustizia, 
  • paralizzando la scuola, 
  • diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, 
  • ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.
 
(Primo Levi, Un passato che credevamo non dovesse tornare più, Corriere della sera, 8 maggio 1974)

mercoledì 25 aprile 2012

Resistenza Resistenza Resistenza

dal 25 aprile 1945 al 25 aprile 2012


Perché il fascismo non è finito, anzi è ben vivo, e ancora vince (anche se qualche volta e non del tutto, per adesso).