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domenica 27 marzo 2011


Leghismo elettorale

BOLOGNA 2011

 Bologna_Amministrative 2011


 



Questo manifesto, a mio parere, sottende un'ideologia razzista o xenofoba. Sicuramente i leghisti diranno che intendevano solo proporre ai bolognesi un diritto di precedenza ai servizi sociali in base alla residenza. Non sarebbe stato possibile allora concepire un manifesto diverso da questo che esplicita, invece, intenti razzisti o xenofobi con la forza dell'immagini e dello slogan? Gli osservatori, bolognesi e no, i "democratici" soprattutto, si accontenteranno ancora una volta delle spiegazioni di rito? Le conosciamo benissimo: folklore, necessità di arrivare alla "gente", anzi alla pancia di gente che pensano sia sprovvista di encefalo, stile peculiare di un partito "popolare" (non populistico, siete matti?). Ecco, questo è l'approccio con l'elettorato di una città dalle grandi tradizioni civili. Mi dispiace, Bologna, cara, amata Bologna.
 



 


  28 marzo 2011




"Italia razzista", la denuncia
di Human Rights Watch


 

  


lunedì 26 luglio 2010


Immigrati, la Toscana batte il governo
"Sanità gratis anche ai clandestini"


La Consulta boccia il ricorso. La legge regionale consente agli immigrati il trattamento sanitario gratuito. Rossi: fatta giustizia. La Lega: vergogna. Il governatore rilancia: ora al lavoro per i diritti di cittadinanza e quelli politici.

 



FIRENZE - Berlusconi lo annunciò in tv da Vespa: il Governo farà ricorso contro la legge toscana sull'immigrazione. Era il 3 giugno e il testo che prevede uguali diritti per immigrati regolari e cittadini italiani oltre all'assistenza sociale e sanitaria urgente e indifferibile per i clandestini stava per essere approvato dal consiglio regionale. Poco più di un anno dopo la Corte Costituzionale boccia su tutta la linea la presa di posizione dell'esecutivo, dichiarando inammissibile e non fondato il ricorso. "La nostra è una legge all'avanguardia - esulta il presidente toscano Enrico Rossi - La sentenza è una vittoria della ragione e della civiltà, giustizia è fatta".

Attorno al testo, fortemente voluto dall'allora governatore Claudio Martini, si sono consumati violenti scontri tra centrodestra e centrosinistra in Toscana e non solo, con prese di posizione a tutti i livelli politici e istituzionali. La parte più criticata è quella che assicura trattamento sanitario e in certi casi sociale dei clandestini. "Cureremo e soccorreremo tutti gli stranieri - spiegano dalla Regione - anche se privi del permesso di soggiorno". Per gli irregolari sono previsti anche, in caso di estrema gravità e di emergenza, l'accesso a dormitori e mense in via temporanea: "Non garantiamo diritti aggiuntivi, ma quelli previsti, e troppo spesso disattesi, dalle Convenzioni e dai principi del diritto internazionale e dalla nostra Costituzione". Il tutto, viene assicurato senza maggiori costi per i cittadini. Nella legge si parla molto di   immigrati regolari, dei loro diritti in fatto di accesso ai servizi come asili nido e alloggi di edilizia pubblica. Si vogliono promuovere tra l'altro lo sviluppo di associazioni di stranieri, l'avvio di attività di formazione professionale degli immigrati e la creazione di una rete regionale di sportelli informativi.
Mentre un pezzo del Pdl toscano minaccia una legge di iniziativa popolare per contrastare il testo su cui si è espressa la Consulta, la Lega attacca: "Non sarà certo la sentenza della Corte Costituzionale a legittimare una norma ingiusta e razzista verso i cittadini toscani. Questa legge è vergognosa".

Mentre un pezzo del Pdl toscano minaccia una legge di iniziativa popolare per contrastare il testo su cui si è espressa la Consulta, la Lega attacca: "Non sarà certo la sentenza della Corte Costituzionale a legittimare una norma ingiusta e razzista verso i cittadini toscani. Questa legge è vergognosa".

Incassata la vittoria, il governatore Rossi rilancia, vuole il voto per gli immigrati regolari. "Il Governo farebbe bene, anziché ricorrere su una legge così saldamente ancorata ai diritti costituzionali, ad operarsi per garantire i diritti di cittadinanza e i diritti politici degli immigrati. Non è possibile che chi nasce nel nostro paese debba aspettare 18 anni prima di iniziare la procedura per diventare italiano, non è possibile che all'immigrato residente da tanti anni qui, che lavora regolarmente, non sia garantito anche l'esercizio del diritto politico di voto, in particolare a quello amministrativo. Sul primo punto ci auguriamo che il Parlamento approvi quanto prima un disegno di legge perché i figli di immigrati nati da noi, un quinto di tutti i nostri bambini, possano sentirsi presto fratelli d'Italia, cittadini a pieno titolo del nostro paese. Sul secondo punto promuoveremo un disegno di legge regionale che consenta intanto la partecipazione al voto amministrativo a chi è regolare".


 



Immigrati, la Toscana batte il governo "Sanità gratis anche ai ...
La Repubblica, 24 luglio 2010



    Finalmente una buona notizia. Grazie, Toscana!     

martedì 27 gennaio 2009

GIORNO DELLA MEMORIA 2009


La Shoah e tutti gli altri genocidi


Moonlight, Mars, and Milky Way - Credit & Copyright: Barney Magrath


La Via Lattea, il nostro posto nell'Universo


Noi siamo qui, ai margini di una galassia dell'universo sconfinato: bellezza e grandezza sconfinate inimmaginabili, sublimi. Qui sono stati compiuti orrori immensi in tutti i tempi della storia umana. Massimo fra quegli orrori, anche se sciaguratamente non primo e non ultimo, la SHOAH. Orrore unico per le sue specificità di fronte alle quali la mente si rattrappisce con uno sgomento insuperabile. Ma la memoria deve comprendere tutti i genocidi dei secoli passati, in particolare del XX secolo. E deve spingerci oltre, la memoria, con un'attenzione estrema ai possibili genocidi e massacri di questo XXI, verso il superamento definitivo della violenza, di ogni violenza, sul pianeta Terra.



Auschwitz (e altrove), il nostro posto nell'orrore del disumano


Qui, nel nostro mondo, in Europa, in Germania e Italia, esseri umani come noi, nostri concittadini, poterono mettere in atto orrori di dimensioni immani nel peso dei numeri e senza precedenti quanto a manifestazione di un pensiero criminale incarnato dai capi di una grande nazione e dai loro innumerevoli "volenterosi collaboratori". Farci portare oltre dalla memoria significa RICORDARE che in ogni momento potremmo noi stessi, per incoscienza o traviamento, trasformarci ancora una volta in "volenterosi collaboratori".  


Memoria di tutte le vittime della shoah (sterminio)



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Tempi della memoria nell'era ratzingeriana



Due date importanti:




  • domenica scorsa, il cinquantenario dell'annuncio del Concilio Vaticano II



  • oggi, il 64° anniversario dell'apertura dei cancelli di Auschwitz e del disvelamento completo di crimini orrendi compiuti in nome di un'ideologia criminale che si poggiò sul secolare antigiudaismo poi trasformatosi nell'antisemitismo.



Un capo di Stato DEVE avere accortezza, prudenza, senso del tempo e dell'opportunità. Difficile credere a un errore di distrazione, Santità, anche perché ne ha già fatti parecchi, sempre in direzione non pacifica, a cominciare dal discorso di Ratisbona. Scegliere questo intervallo temporale per il ritiro della scomunica a un vescovo negazionista è proprio brutto, e per me inaccettabile. E lei, Santità, certo non ha bisogno della mia indulgenza.


Aggiornamento 5 febbraio 2009


Dopo è successo un po' di tutto: critiche, sofferenze dei cattolici e dei non cattolici, dichiarazioni vaticane, miserie dell'ambiguità. Un riassunto nell'articolo che segue:


La Chiesa tentata dal passato di Gian Enrico Rusconi(La Stampa, 5 febbraio 2009)


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I GIORNI DI OBAMA



U.S. President Barack Obama speaks before signing two executive orders on combating climate change while in the East Room of the White House in Washington, January 26, 2009. From L-R are: Secretary of Transportation Ray LaHood, Obama, and EPA Administrator Lisa Jackson. Obama told the Environmental Protection Agency on Monday to reconsider California's request to regulate greenhouse gas emissions from cars, reversing the climate policies of former President George W. Bush.REUTERS/Larry Downing (UNITED STATES)


In questi giorni quest'uomo tenta di essere un uomo di pace. Speriamo che continui in questo modo, consci comunque delle difficoltà immani del mondo intero. 


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mercoledì 23 luglio 2008

L'estate del nostro scontento



Silvio Berlusconi  e il suo Angelino Alfano nel "loro" Parlamento


Un colpo alla testa e al cuore. Subisco, come molti, una legge ingiusta, che mi sento di definire infame per la trasgressione della Legge Costituzionale. Spero soltanto che la si possa contrastare con tutti mezzi democratici possibili.


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Approvato il lodo ALFANO. Testo e commento.


Le immunità negli altri Paesi:QUI e qui e QUI .

domenica 27 gennaio 2008

SHOAH


LO STERMINIO



Le vittime


ebrei (stella di David gialla): 6 milioni


rom e sinti (triangolo marrone) - omosessuali (triangolo rosa) - "antisociali" [disabili fisici e mentali, vagabondi, prostitute e lesbiche] (triangolo nero) - testimoni di Geova (triangolo viola) - oppositori politici (triangolo rosso) - apolidi (triangolo blu): 5 milioni ... QUI


Genocidi del Novecento


Il 27 gennaio 1945, a  mezzogiorno circa, la prima pattuglia alleata giunse al lager di Auschwitz. Se ci volgiamo a guardare il Novecento, vediamo un secolo caratterizzato dal ricorrere del crimine di massa che chiamiamo "genocidio": gli armeni in Turchia, le "liquidazioni" genocidarie sovietiche, gli ebrei in Europa, i cambogiani ad opera dei khmer rossi di Pol Pot, la pulizia etnica in Bosnia a opera dei serbi, il genocidio in Ruanda. Se guardiamo a oggi, a questo XXI secolo appena iniziato, vediamo che il pericolo persiste: che cosa sta accadendo in Darfur e in Kenia?


La shoah, evento unico


La singolarità della Shoah è assoluta ed estrema, perché "in essa si trovano riuniti tutti i momenti del processo genocidario, che invece in altri avvenimenti genocidari non sono presenti o comunque non tutti insieme: 1. misure di stigmatizzazione ideologica, 2. procedure di esclusione giuridica, 3. pratiche di lento annientamento con la ghettizzazione, 4. omicidi collettivi in aree ritenute strategiche, 5. e infine omicidio di massa in toto; per questo essa acquisisce facilmente la funzione di 'tipo ideale', che Max Weber definiva innanzitutto come un 'quadro concettuale in sé unitario'. Ciò spiega anche perché la Shoah è al centro della nostra visione generale del genocidio e comunque, racchiudendo in sé i tratti più caratteristici di un fenomeno, essa ci aiuta a capire le altre barbarie del secolo scorso." Bernard Bruneteau, Il secolo dei genocidi, il Mulino, pagg. 169/70 ]


Due domande


1. Come fu possibile il consenso totale e delirante al fascismo e al nazismo? E' doveroso che noi italiani ce lo chiediamo non diversamente dai tedeschi, perché in Italia furono approvate le "leggi razziali" nel 1938, con tanto di firma del re. Aquesto proposito ho letto un articolo di Furio Colombo: Italia contro Italia : "la Shoah è un delitto italiano. L’Italia nel 1938 ha approvato le più crudeli e totalitarie leggi razziali d’Europa, il Parlamento fascista italiano le ha approvate con esultanza. Il Re d’Italia - unico re d’Europa - le ha firmate e rese esecutive."


2. Che cosa si può fare perché queste storie di crimini infami non si ripetano? 



Oggi a Treviso in Piazza dei Signori contro il razzismo 


"davanti al dilagante germe del razzismo che sta infettando il Veneto ... Marco Paolini, Mauro Covacich e la pattuglia di intellettuali delle tre venezie hanno sfidato il «razzismo istituzionale»Il razzismo che alcuni irriducibili leghisti, con alla testa il vice-sindaco «sceriffo» di Treviso Giancarlo Gentilini, stanno spargendo a piene mani, con l’obiettivo di erigere muri, escludere, forgiare una società piramidale con i «bianchi» in cima e tutti gli altri al margini, schiavi. «Se vivi qui - spiega Tiziano Scarpa - ti rendi conto dell’impresentabilità, dell’imbecillità di chi inneggia alle Ss».
L’idea è partita un mese fa quando alcuni esponenti leghisti hanno hanno passato il confine della decenza inneggiando ai nazisti, ai «dieci clandestini uccisi per uno di noi». [...] Per questo gli intellettuali del Nordest hanno deciso di uscire allo scoperto, di rompere il silenzio assordante che circonda il razzismo istituzionale. «Non siamo mai fuggiti di fronte al dilagare di questo germe - prosegue Tiziano Scarpa, mentre si avvicina al porticarto dove saranno letti brani contro il razzismo - nel Veneto vi è un formicolare di iniziative, ci muoviamo in rete, con i blog collettivi, non siamo stati latitanti. Si deve alla sensibilità di Mauro Covacich se abbiamo deciso di andare in piazza dei Signori. Quelle di alcuni amministratori non sono solo “sparate” sbruffonate, loro vogliono “rompere i coglioni” agli immigrati, far sapere che non saranno mai dei nostri, come noi. Vogliono infastidire, intimorire».
Tocca a Mauro Covacich, l’ideatore dell’iniziativa. «Leggerò – ci dice - un breve brano tratto da Sillabario di Goffredo Parise, il racconto di intitola “altri” ed ha per protagonista un bambino che scopre l’esistenza dei suoi coetanei». Mauro appare «autenticamente felice. Se fossimo andati in un altro posto - spiega - avrei potuto dire che la nostra critica è scontata, è ovvio essere contro il razzismo, ma oggi usciamo dalla scontatezza. Treviso è un luogo simbolico, il razzismo viene dalle istituzioni, dall’alto. In un bar di periferia può capitare di sentire una battuta sulle Ss, ma qui, a dire queste cose, sono le istituzioni». [ L'Unità, 27 gennaio 2008. QUI ]

mercoledì 17 gennaio 2007

Toponomastica e Teopolitica


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Questo uno dei titoli del Riformista di oggi. L'articolo non è disponibile online, ma evidentemente pone un problema vecchio e non ancora risolto.

Sono all'oscuro dei fatti, quindi mi rivolgo a google, dove trovo un articolo di Mario Pirani, sicuramente tratto da La Repubblica e risalente al maggio dell'anno scorso. Potrebbe sembrare una cosa di poco conto se si pensa agli stravolgimenti e agli orrori di questi giorni in molte parti del mondo, ma non lo è. Sul piano storico, simbolico e politico ritengo quella targa una vicenda enorme per una città italiana, non importa quale. Una vicenda vergognosa per la sua carica razzismo in generale e di antisemitismo in particolare. E che dire del fatto che la richiesta è stata fatta dal vescovo di Arezzo e che i nostri politicanti di sinistra hanno lasciato fare, sia pure come opposizione, per le solite questioni di convenienze elettorali? .



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Linea di confine

Mario Pirani

QUELLA TARGA DA TOGLIERE SENZA SE E SENZA MA

 

Domenica prossima, assieme a molte altre città, anche Arezzo rinnoverà il Consiglio comunale. L´amministrazione, attualmente sotto commissario, era in Toscana una delle poche di centro destra (Forza Italia, An e Udc), vincente nel 1999 e nel 2004, dopo un cinquantennio dominato dalle sinistre. Il motivo per cui ne parlo è apparentemente minore ma di grande valore simbolico. Poco dopo il suo insediamento la giunta di centrodestra, malgrado l´opposizione dei laici, si affrettò, su richiesta del vescovo, a intitolare la piazzetta prospiciente la Casa di Petrarca, in pieno centro, alla «insurrezione popolare dei Viva Maria». I partiti di centrosinistra si rassegnarono.

Solo Rifondazione comunista presentò un odg per la rimozione della targa, rimasto senza seguito. Un piccolo gruppo di storici e di intellettuali laici, sostenuti da un coraggioso giornalista, Marco Caneschi, dalle colonne del settimanale Arezzo, seguitò a documentare l´infamia dell´iniziativa e a riportare i messaggi indignati delle comunità ebraiche in Italia e all´estero.

Nell´attuale campagna elettorale è stata la Rosa nel Pugno a riportare sul piano politico la questione mentre il resto del centro sinistra svicola per timore che la Margherita e il capolista, nipote di Amintore Fanfani, patisca qualche reazione della Curia.

Ricordo di che si tratta anche per chi non ha letto o ha dimenticato un articolo del 1999 in cui ne parlai su queste colonne, ancor prima che divampasse la polemica aretina.

Ero stato sollecitato dalla rivalutazione che Il Foglio aveva fatto, anticipando la sua più recente svolta cattolico-ortodossa, del movimento delle Insorgenze, come vengono battezzati i moti sanfedisti del 1796-1799. Le «armate della santa fede», così venivano denominate, organizzate dal cardinale Ruffo di Calabria, agirono a Napoli e nel Mezzogiorno, ma anche nel Granducato di Toscana, nello Stato pontificio e altrove.

Ovunque, in concomitanza con il ritorno dei sovrani assoluti sostenuti dalle armate austro-russe, dopo il primo ritiro di Napoleone dall´Italia, si abbandonarono a sanguinosi massacri dei giacobini italiani che avevano dato vita alle effimere repubbliche locali e a municipalità provvisorie, degli esponenti simpatizzanti del ceto medio emergente e dei pochi aristocratici che avevano abbracciato la Carta dei Diritti dell´Uomo. Ma soprattutto l´odio veniva indirizzato contro gli ebrei che gli eserciti della Rivoluzione francese avevano appena liberato dai ghetti dove erano rinchiusi.

Veri e propri pogrom vennero effettuati non nel Sud, dove non vi erano ebrei, almeno palesi, ma in Toscana, nelle Marche (Senigaglia fu teatro di un massacro), mentre a Roma il ghetto appena aperto venne assaltato. Ora, è pur vero che le Insorgenze, animate e guidate dal rancore nobiliar-clericale, riuscirono a far presa sulla disperazione atavica di masse contadine poverissime, rese ancor più insofferenti dalle tasse introdotte da francesi e giacobini, ma far passar tutto questo, come abbiamo letto, per un eroico moto di popolo di «uomini e donne di ogni ceto sociale che eroicamente impugnarono falci e forconi in nome della propria identità, della religione cattolica e dei legittimi sovrani», è qualcosa che solo qualche prete forcaiolo dell´800, spogliato dei benefici ecclesiastici o qualche legittimista nostalgico dei sovrani assoluti, avrebbe potuto scrivere.

Soprattutto non è dato ignorare gli aspetti tragici che assunse in quel frangente l´odio antiebraico di marca cristiana, ispirando, appunto, nel caso in questione, le bande aretine dei "Viva Maria". Queste, dapprima scacciarono violentemente gli ebrei da Monte San Savino, quindi, saputo che alcuni si erano rifugiati presso i correligionari di Siena, si precipitarono in quella città.

Era la notte dello shabbat. Guidati da un prete, tal Romanelli, devastarono la sinagoga uccidendo tre ebrei che vi si erano rifugiati, altri vennero pugnalati nella strade. Sulle gradinate della chiesa di S. Martino ne fu assassinato un altro con la moglie incinta, accorsa al suo fianco. Il culmine dell´orrore venne raggiunto al mattino del sabato 28 giugno 1799, quando un gruppo di ebrei e un soldato francese ferito vennero bruciati su un falò a piazza del Campo. sotto lo sguardo del vescovo che assisteva da una finestra.

In tutto 14 ebrei vennero massacrati. Due secoli dopo, in un´altra notte di shabbat, tra il 5 e il 6 novembre 1943 altri 14 ebrei senesi che non erano riusciti a nascondersi vennero deportati senza ritorno ad Auschwitz.

Quella lapide è una offesa intollerabile ai martiri dell´uno e dell´altro eccidio. Va cancellata senza se e senza ma.

22/05/2006


C'è ovviamente chi è di parere opposto. Se qualcuno è interessato a sentire l'altra campana, può informarsi consultando il sito Istituto Storico dell'Insorgenza e per l'Identità Nazionale.