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lunedì 4 luglio 2011


4 LUGLIO

1776 - 2011

Auguri, Stati Uniti d'America!

 



"La ricorrenza della Festa nazionale mi offre la gradita occasione per formulare, a nome del popolo italiano e mio personale, i più sinceri auguri di prosperità per il popolo americano. La lunga amicizia tra Stati Uniti e Italia ha profonde radici politiche, economiche e culturali. Il dialogo tra i nostri paesi è alimentato continuamente dai rapporti fra le nostre società civili. E' impossibile dimenticare il ruolo originale della presenza italiana negli Stati Uniti fin dalla nascita della Nazione. Il 150mo anniversario dell'Unità nazionale italiana ci ha consentito di riflettere su quanto i nostri paesi guardino insieme al futuro ispirandosi ai valori fondamentali della democrazia, della pace, della libertà e dell'affermazione dei diritti umani. Restando fedeli a questi ideali, sono certo che Stati Uniti e Italia opereranno anche in futuro fianco a fianco nell'Alleanza atlantica e in tutti i fori multilaterali. In questo spirito, formulo voti di benessere per la sua persona e per il popolo americano". Giorgio Napolitano

Roma, 4 lug - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio al Presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama, in occasione dell"Indipendence Day.
 La Repubblica, 4 luglio 2011



 

 

lunedì 2 maggio 2011

domenica 1 maggio 2011


PRIMO MAGGIO 2011

Festa del Lavoro e dei Lavoratori

Lavoro, Sovranità Popolare, Pace



 Art. 1.



L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.



La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. 



 



Art. 11.



L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. 




 
 

domenica 24 aprile 2011


Risorgere 

 


Taddeo Gaddi_Ultima Cena_Albero della Vita_1330_Santa Croce_Firenze
 



Risorgere. Risuscitare, rinascere, rivivere, rifiorire, risollevarsi, alzarsi, riemergere.
 


Risorgere

PASQUA 


 nella discordia berlusconista-leghista-fascista

Libera nos a malo, Domine!

 



 



Dal premierato alla Giustizia gli assalti alla Costituzione



Un solo disegno: piegare la Carta ai bisogni del Cavaliere



di Massimo Giannini
 



La campagna di de-strutturazione della Costituzione non conosce tregua. Gli operosi "picconatori" del Pdl assestano colpi quotidiani alle fondamenta della "casa comune" costruita nel '48. Vignali e Sardelli, Ceroni e Alfano, La Russa e Tremonti: è una rincorsa dissennata a sfasciare gli istituti e svalorizzare i principi che unirono i padri costituenti. La sub-cultura della destra berlusconiana sta snaturando le basi della civiltà repubblicana.

In questa manovra di decomposizione sistemica, quello che colpisce non è la frequenza, quanto l'incoerenza. Quello che atterrisce non è la volontà di "mettere mano" alla Costituzione per un'esigenza politica collettiva (quella del popolo italiano), quanto l'irresponsabilità di "manomettere" le sue regole in funzione di una biografia politica individuale (quella di Silvio Berlusconi). Rivedere e aggiornare la Carta è legittimo. Quello che spaventa, nelle modifiche estemporanee sfornate dalla coalizione forzaleghista, è la totale assenza di un quadro d'insieme, di un impianto di norme coordinate e coerenti, e soprattutto destinate a durare nel tempo. Un'unica "ratio" guida le proposte di pseudo-riforma della maggioranza: saldare qualche conto sospeso, consumare qualche vendetta postuma. Cioè piegare anche la Costituzione (e non più solo la legge ordinaria) ai bisogni attuali e potenziali del Cavaliere. Siamo alla
"personalizzazione" della Costituzione. Per valutarne i danni, basta ripercorrerne le tappe.

La "Grande Riforma" del 2005

La perversa "filosofia" del berlusconismo costituzionale si evince dalle origini. La legge 269 viene approvata il 18 novembre 2005: già quella è un Frankenstein giuridico, che contiene tutto e il suo contrario. Oltre alla devolution, alla riduzione del numero dei parlamentari e alla fine del bicameralismo perfetto, la "riforma" introduce un anomalo "premierato forte", sconosciuto alle democrazie occidentali. Il Primo Ministro può revocare i ministri e sciogliere direttamente la Camera, sottraendo questa prerogativa al presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato diventa meno che un notaio: nomina Primo Ministro chi risulta candidato dalla maggioranza uscita dalle elezioni, senza più la libertà di scelta contemplata dall'articolo 92. Il senso dell'operazione, in quel momento, è chiarissimo: Berlusconi si prepara alle nuove elezioni del 2006, non può ancora puntare al Quirinale. Per questo, con una "revisione ad personam" della Carta, depotenzia il ruolo del presidente della Repubblica, rafforzando quello del premier. Ma gli va male. Il 25 giugno 2006, al referendum, gli italiani bocciano la legge: il "pacchetto" si rivela un "pacco".

 
La "Riforma epocale della Giustizia"

Dopo il trionfo elettorale del 13 aprile 2008, il Cavaliere accantona momentaneamente le velleità presidenzialiste. La priorità diventa la giustizia. Il 10 marzo 2011 il Guardasigilli Alfano presenta la sua "riforma epocale". In realtà, un pasticcio totale: l'unica logica che lo tiene insieme è la "punizione" dei magistrati. C'è la separazione delle carriere, c'è la scissione del Csm, c'è la sottomissione del potere giudiziario al potere legislativo, persino nell'esercizio dell'azione penale: "L'ufficio del pubblico ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale secondo i criteri stabiliti dalla legge". Il giudice e il pm dispongono della polizia giudiziaria "secondo le modalità stabilite dalla legge", e al ministro della Giustizia spettano "la funzione ispettiva, l'organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia". L'obiettivo è palese: non c'è alcuna intenzione di migliorare l'efficienza della macchina giudiziaria, nell'interesse dei cittadini. C'è solo l'urgenza del potere politico di mettere sotto controllo il potere giudiziario, nell'interesse di Berlusconi.

La "Riforma storica" dell'articolo 41

Nel patchwork costituzionale della destra c'è spazio anche per l'economia. Il 9 febbraio il ministro Tremonti presenta il disegno di legge di riforma dell'articolo 41. "L'attività economica privata è libera ed è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale, con gli altri principi fondamentali della Costituzione o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana". Una "riforma storica", la definisce dopo il varo un entusiasta ministro Sacconi. Piuttosto, una riforma "strabica": da una parte si professa il liberismo, dall'altra si pratica il colbertismo. Ci ha pensato il presidente emerito della Consulta Ugo De Siervo, a spiegare in un'intervista al "Sole 24 Ore" che "il governo vuole cambiare l'articolo 41, senza rendersi conto che la legge sul salvataggio dell'Alitalia è stata salvata proprio grazie all'articolo 41: abbiamo salvato una legge del governo in base a una norma che il governo considera sentina di tutti i mali". Un bel cortocircuito: da Popolo delle false libertà.

La riforma dell'articolo 1

Siamo all'attualità di questi giorni. All'apice dell'aggressione del premier contro il "brigatismo giudiziario" dei pm e i manifesti vergognosi di Lassini sulle "Br in procura", il pidiellino Remigio Ceroni presenta il 20 aprile un ddl che riscrive l'articolo 1 della Carta: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento, quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale". Dunque, dopo anni di prediche presidenzialiste, la destra berlusconiana si lascia folgorare dalla "centralità del Parlamento". Un Parlamento per mesi umiliato dal Cavaliere. Con i fatti. Gli ha imposto già 31 voti di fiducia. Con le parole. Il 26 marzo 2009 dice ad Acerra: "Il voto in Parlamento dovrebbe essere consentito solo ai capigruppo... gli altri se ne stanno lì a perdere tempo, con due dita, a votare emendamenti di cui non sanno nulla...". Il 28 febbraio scorso rincara la dose in Confcommercio: "Quando il governo presenta una legge, questa deve passare al vaglio di tutto l'enorme staff del Capo dello Stato... Se una legge non gli piace, deve tornare in Parlamento, e lì lavorano solo in 50 o 60, tutti gli altri perdono tempo...". Un Parlamento che ora viene invece "elevato": diventa fonte suprema della sovranità del premier, che se ne serve per eludere il principio di legalità. L'antinomia costituzionale è stridente: l'assemblea degli eletti del popolo, strumentalmente "riabilitata" dopo accuse devastanti e pratiche frustranti, deve consegnare al presidente del Consiglio, ora e per sempre, un potere gerarchicamente sovraordinato a tutti gli altri, dal Capo dello Stato alla Consulta. Una rivalutazione del parlamentarismo, a scapito del presidenzialismo? Niente affatto. Un banale delirio costituzionale, tagliato ancora una volta a misura del Sovrano.

La "sfiducia" di Sardelli e il presidenzialismo di La Russa

Al rovinoso "picconamento" del sistema non poteva mancare il contributo dei cosiddetti "Responsabili". Luciano Sardelli, capogruppo della tribù scilipotiana alla Camera, presenta venerdì scorso la sua riforma costituzionale. Vuole cambiare l'articolo 94, e introdurre la cosiddetta "sfiducia costruttiva". Un solo articolo prevede che il presidente del Consiglio possa cessare dalla carica se il Parlamento in seduta comune approva "una mozione di sfiducia motivata, contenente l'indicazione del successore, con votazione per appello nominale a maggioranza dei suoi componenti". Dunque, contrordine: niente chiacchiere parlamentariste, riemergono i rigurgiti da premierato forte. O addirittura da presidenzialismo, come si evince dalla sortita di due giorni fa del ministro La Russa su "Affaritaliani. it": "Le forme di governo e quelle costituzionali non cambiano con le mode  -  dice il responsabile della Difesa - e quindi il presidenzialismo rimane sicuramente la forma migliore". Ma sul modello di presidenzialismo da adottare, il luogotenente del Pdl ha le idee chiare: "All'italiana", risponde. Appunto: Costituzione "a la carte", secondo convenienza del momento.

La riforma dell'articolo 136 e il declassamento della Consulta

L'ultima trovata è di Raffaello Vignali, che usa i padri costituenti per giustificare la sua nefandezza. Il deputato pidiellino presenta un ddl di modifica dell'articolo 136, che limita l'intervento della Consulta ad una funzione "meramente dichiarativa" dell'illegittimità costituzionale delle leggi. Se bocciate dalla Corte, cioè, queste non saranno più abrogate, ma dovranno tornare in Parlamento per le eventuali modifiche del governo. Spiega Vignali, con sprezzo del ridicolo: "Ci troviamo in presenza di una Corte costituzionale che potrebbe realizzare quella eccessiva ingerenza politica del giudice temuta dai costituenti". Tradotto in volgare: il Pdl vuole declassare la Consulta, perché non può più rischiare che gli vengano respinti i Lodi Schifani-Alfano o le leggi sulle prescrizioni brevi e i processi lunghi. Del resto il Cavaliere non ripete da anni che la Corte è "un covo di comunisti"?

Questo accade, dunque, nella "macelleria costituzionale" berlusconiana. Dov'è il disegno complessivo che questa destra persegue sulla Repubblica, sulle sue istituzioni, sulla sua forma di governo? Non esiste. Esiste solo il calcio nei denti, il ribellismo costituzionale. Oggi più che mai vale la lezione di Piero Calamandrei: "E' un errore formulare gli articoli della Costituzione con lo sguardo fisso agli eventi vicini, alle amarezze, agli urti, alle preoccupazioni elettorali dell'immediato... La Costituzione non deve essere miope, ma presbite: deve vedere lontano...". Esattamente quello che non può e non sa fare Berlusconi. Così lo Stato di diritto si sta trasformando in Stato d'assedio.
m. gianninirepubblica. it  

La Repubblica, 24 aprile 2011 © Riproduzione riservata
 



*



Pasqua, lo spirito risorge per tutti
di Eugenio Scalfari



  IL MALE non esiste. Dio decise di incarnarsi, di assumere natura umana e assumere su di sé tutti i peccati del mondo. Ripristinò l'alleanza tra l'umanità e il suo creatore e indicò la via della salvezza lasciando agli uomini la libertà e la responsabilità di scegliere.

Nel giorno del giovedì cenò con i suoi apostoli. La sera si ritirò con loro nell'orto del Getsemani. Nella notte fu arrestato. Il venerdì fu processato, torturato e crocifisso. Sepolto. Dopo tre giorni (ma il sabato secondo la liturgia) resuscitò da morte, apparve alle donne e poi agli apostoli. Così raccontano i Vangeli.

Un altro racconto, pur sempre condotto sui testi della Scrittura ma diversamente interpretati, narra la storia di un uomo, figlio di Giuseppe e della giovane Maria, nato a Betlemme nei giorni del censimento, ma residente a Nazaret. Di lui, dopo la nascita ed una fuggitiva presenza al Tempio, i Vangeli non dicono più nulla, non esiste alcun racconto della sua infanzia e della sua adolescenza. Non sappiamo nulla del suo lavoro, dei suoi studi, della sua famiglia, della sua vita.

Lo ritroviamo a trent'anni, quando inizia la sua predicazione in Galilea e in Tiberiade. Va al Giordano a farsi battezzare dal Battista, raduna un gruppo di discepoli, pescatori, artigiani, mendicanti. La sua predicazione ha all'inizio contenuti soprattutto sociali; sostiene che nel regno di Dio gli ultimi saranno i primi, i deboli, i poveri, gli ammalati, saranno confortati, i giusti avranno giustizia, gli ingiusti saranno castigati.Ma intanto quell'uomo sente crescere dentro di sé una potenza misteriosa, connessa a capacità medianiche e taumaturgiche. Ed è allora che domanda: "Voi chi credete che io sia?". Alcuni dei discepoli rispondono: "Tu sei il "rabbi", il Maestro". Altri: "Tu porti in te lo spirito di Mosè". Ed altri: "Un grande profeta, più grande di Ezechiele e di Geremia". Altri ancora: "Tu sei il Messia, discendente dalla stirpe di David e sei venuto ad annunciare la fine dei tempi". Gesù ascolta, si chiude in sé. Si ritira nel deserto passando dalle terre dove vive la comunità degli Esseni, rimane quaranta giorni solo con le sue tentazioni, ode la voce del Tentatore e ne respinge le impure proposte. Torna tra i suoi. Ora è convinto di essere il Figlio di Dio, il solo tramite attraverso il quale l'unico Dio manifesta il suo amore per gli uomini e la sua sconfinata misericordia.

Questi due racconti, pur svolgendosi nello stesso modo e configurando lo stesso percorso, sono però profondamente diversi, ma convergono nella stessa conclusione: quell'uomo dà inizio ad un'epoca che si ispira al principio dell'amore e della carità, del perdono e della misericordia. Il peccato è una caduta dalla quale ci si può rialzare. Il male è soltanto l'eccezionale assenza del bene. Il bene è il regno dei giusti che godono la beatitudine di poter contemplare Dio nelle sue tre consustanziali epifanie di Padre, di Figlio e di Spirito Santo.
In questa fine del viaggio e della storia il male avrà cessato di esistere, non ci sono né purgatorio né inferno, ma soltanto paradiso, senza tempo e senza luogo.
 * * *
Ma c'è un terzo racconto, quello che caratterizza l'epoca della modernità. In esso non esistono né il male né il bene, non esiste il peccato. Ogni essere vivente è dominato dalla natura dei suoi istinti e vive in perfetta innocenza. Ma noi, unica specie dotata di mente riflessiva e capace di pensiero, noi ci vediamo vivere, invecchiare e morire; noi siamo animati da due forme di amore: quello verso se stessi e quello verso gli altri. Nessuno di questi due amori riesce a cancellare l'altro e la nostra vita non è che la dialettica convivenza di essi che si confrontano nella caverna dove abitano i nostri istinti, le nostre più segrete pulsioni e la nostra energia vitale.

In questo terzo racconto non esiste metafisica, nulla è divino oppure tutto è divino, due modi per significare la stessa cosa: "Deus sive natura".

Il terzo amore che tutto sovrasta è quello verso la vita e il solo peccato pensabile è quello contro la vita, la sua dignità, la sua libertà. Non una vita idealizzata, ma una vita storicamente determinata dagli istinti che si misurano, si combattono, si trascendono, si trasfigurano, diventando passioni e sentimenti analizzati dalla lente della ragione, cioè del pensiero che pensa se stesso e che si vede vivere.
Questo pensiero è capace di inventarsi e di raccontarsi molti mondi, è una fabbrica di illusioni che ci aiutano durante il viaggio, di speranze che alimentano la nostra energia vitale, di architetture morali indispensabili a tutelare la nostra socievolezza.

Noi siamo una specie pensante e socievole, perciò costruiamo regole morali che consentono la convivenza in quel dato contesto storico. Ecco perché non esistono peccati ma esistono reati.
Quando finisce un'epoca, finisce anche una morale, si verifica una rivoluzione che smantella la vecchia architettura per costruirne un'altra affinché la vita possa proseguire alimentata e incanalata da nuovi limiti, da nuove correnti, da nuove sorgenti.
* * *
Ognuno di questi racconti ha una sua Pasqua, ognuno raffigura un'epifania, una morte apparente e una resurrezione. Non c'è fine perché non c'è principio. Non c'è altro senso fuorché la vita che la nostra specie è in grado di raccontare, interpretare, trasfigurare, inventare. Abbiamo perfino inventato il tempo.
Il tempo morirà con noi. La morale morirà con noi. Purtroppo stanno già morendo e questo non è buon segno.
Quando si rifiuta di ricordare il passato non si può costruire il futuro, si vive schiacciati da un eterno presente come gli animali che vivono infatti fuori del tempo.

Quando si smonta un'architettura morale senza costruirne un'altra il fiume della vita cessa di scorrere diventando imputridita palude. A questa sorte dobbiamo ribellarci, questo pericolo dobbiamo scongiurare.
"Resurrexit" suoneranno oggi le campane. La Pasqua è di tutti ed è lo spirito di tutti che deve risorgere.

 



(24 aprile 2011) © Riproduzione riservata  




  i saranno i primi




   
La "Grande Riforma" del 2005
La perversa "filosofia" del berlusconismo costituzionale si evince dalle origini. La legge 269 viene approvata il 18 novembre 2005: già quella è un Frankenstein giuridico, che contiene tutto e il suo contrario. Oltre alla devolution, alla riduzione del numero dei parlamentari e alla fine del bicameralismo perfetto, la "riforma" introduce un anomalo "premierato forte", sconosciuto alle democrazie occidentali. Il Primo Ministro può revocare i ministri e sciogliere direttamente la Camera, sottraendo questa prerogativa al presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato diventa meno che un notaio: nomina Primo Ministro  La "Grande Riforma" del 2005
La perversa "filosofia" del berlusconismo costituzionale si evince dalle origini. La legge 269 viene approvata il 18 novembre 2005: già quella è un Frankenstein giuridico, che contiene tutto e il suo contrario. Oltre alla devolution, alla riduzione del numero dei parlamentari e alla fine del bicameralismo perfetto, la "riforma" introduce un anomalo "premierato forte", sconosciuto alle democrazie occidentali. Il Primo Ministro può revocare i ministri e sciogliere direttamente la Camera, sottraendo questa prerogativa al presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato diventa meno che un notaio: nomina Primo Ministro   Pasqua, lo spirito
risorge per tuttidi EUGENIO SCALFARI IL MALE non esiste. Dio decise di incarnarsi, di assumere natura umana e assumere su di sé tutti i peccati del mondo. Ripristinò l'alleanza tra l'umanità e il suo creatore e indicò la via della salvezza lasciando agli uomini la libertà e la responsabilità di scegliere.

Nel giorno del giovedì cenò con i suoi apostoli. La sera si ritirò con loro nell'orto del Getsemani. Nella notte fu arrestato. Il venerdì fu processato, torturato e crocifisso. Sepolto. Dopo tre giorni (ma il sabato secondo la liturgia) resuscitò da morte, apparve alle donne e poi agli apostoli. Così raccontano i Vangeli.

Un altro racconto, pur sempre condotto sui testi della Scrittura ma diversamente interpretati, narra la storia di un uomo, figlio di Giuseppe e della giovane Maria, nato a Betlemme nei giorni del censimento, ma residente a Nazaret. Di lui, dopo la nascita ed una fuggitiva presenza al Tempio, i Vangeli non dicono più nulla, non esiste alcun racconto della sua infanzia e della sua adolescenza. Non sappiamo nulla del suo lavoro, dei suoi studi, della sua famiglia, della sua vita.

Lo ritroviamo a trent'anni, quando inizia la sua predicazione in Galilea e in Tiberiade. Va al Giordano a farsi battezzare dal Battista, raduna un gruppo di discepoli, pescatori, artigiani, mendicanti. La sua predicazione ha all'inizio contenuti soprattutto sociali; sostiene che nel regno di Dio gli ultim 

venerdì 22 aprile 2011


Happy 21st Anniversary Hubble Space Telescope!


 

ARP 273
 



Happy 21st Anniversary to the Hubble Space Telescope
To celebrate the 21st anniversary of the Hubble Space Telescope's deployment into space, astronomers at the Space Telescope Science Institute in Baltimore, Md., pointed Hubble's eye at an especially photogenic pair of interacting galaxies called Arp 273.



"For 21 years, Hubble has profoundly changed our view of the universe, allowing us to see deep into the past while opening our eyes to the majesty and wonders around us," NASA Administrator Charles Bolden said. "I was privileged to pilot space shuttle Discovery as it deployed Hubble. After all this time, new Hubble images still inspire awe and are a testament to the extraordinary work of the many people behind the world's most famous telescope."



Hubble was launched April 24, 1990, aboard Discovery's STS-31 mission. Hubble discoveries revolutionized nearly all areas of current astronomical research from planetary science to cosmology.



"Hubble is America's gift to the world," Sen. Barbara Mikulski of Maryland said. "Its jaw-dropping images have rewritten the textbooks and inspired generations of schoolchildren to study math and science. It has been documenting the history of our universe for 21 years. Thanks to the daring of our brave astronauts, a successful servicing mission in 2009 gave Hubble new life. I look forward to Hubble's amazing images and inspiring discoveries for years to come."



The newly released Hubble image shows a large spiral galaxy, known as UGC 1810, with a disk that is distorted into a rose-like shape by the gravitational tidal pull of the companion galaxy below it, known as UGC 1813. A swath of blue jewel- like points across the top is the combined light from clusters of intensely bright and hot young blue stars. These massive stars glow fiercely in ultraviolet light.



The smaller, nearly edge-on companion shows distinct signs of intense star formation at its nucleus, perhaps triggered by the encounter with the companion galaxy.



Arp 273 lies in the constellation Andromeda and is roughly 300 million light- years away from Earth. The image shows a tenuous tidal bridge of material between the two galaxies that are separated from each other by tens of thousands of light-years.



A series of uncommon spiral patterns in the large galaxy are a tell-tale sign of interaction. The large, outer arm appears partially as a ring, a feature seen when interacting galaxies actually pass through one another. This suggests that the smaller companion actually dived deep, but off-center, through UGC 1810. The inner set of spiral arms is highly warped out of the plane, with one of the arms going behind the bulge and coming back out the other side. How these two spiral patterns connect is still not precisely known.



A possible mini-spiral may be visible in the spiral arms of UGC 1810 to the upper right. It is noticeable how the outermost spiral arm changes character as it passes this third galaxy, from smooth with lots of old stars (reddish in color) on one side to clumpy and extremely blue on the other. The fairly regular spacing of the blue star-forming knots fits with what is seen in the spiral arms of other galaxies and is predictable based on instabilities in the gas contained within the arm.



The larger galaxy in the UGC 1810 - UGC 1813 pair has a mass that is about five times that of the smaller galaxy. In unequal pairs such as this, the relatively rapid passage of a companion galaxy produces the lopsided or asymmetric structure in the main spiral. Also in such encounters, the starburst activity typically begins in the minor galaxies earlier than in the major galaxies. These effects could be because the smaller galaxies have consumed less of the gas present in their nuclei, from which new stars are born.



The interaction was imaged on December 17, 2010, with Hubble's Wide Field Camera 3 (WFC3). The pictur is a composite of data taken with three separate filters on WFC3 that allow a broad range of wavelengths covering the ultraviolet, blue, and red portions of the spectrum.



Credit: NASA, ESA, and Hubble Heritage Team (STScI/AURA) 

mercoledì 2 giugno 2010


Festa della Repubblica Italiana 
e della Costituzione


2010 Aprile 25

 



 Eppur bisogna fare festa e bloccare tristezze e disperazioni per i tempi che corrono. Celebriamo l'inizio della nostra democrazia  dopo l'immane catastrofe. Ricordiamo le vicende fondanti della rinnovata unità nazionale in quel 2 Giugno del 1946. Rileggiamo le testimonianze, i documenti, gli impegni di quei giorni. Furono giorni in cui l'Assemblea Costituente potè riversare nella Carta Costituzionale grandi idee di giustizia e libertà e concrete indicazioni per attuarle in una Nazione finalmente libera.

domenica 2 maggio 2010

sabato 1 maggio 2010


 Primo Maggio 2010
 



Art. 1.
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

* 
 E' ancora una festa?
 



http://messaggeroveneto.gelocal.it/multimedia/home/24377136/1



Udine, cento tute “senza testa” per ricordare morti bianche e chi perde il lavoro.



*
Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.



Immigrati africani durante la raccolta delle arance a Rosarno


Immigrazione: Consiglio d'Europa critica metodi di respingimento italiani

Immigrazione: Consiglio d'Europa critica metodi di respingimento ... 

*


 



E, infine, la festa. La festa dei lavoratori. Una festa per immaginare un lavoro degno degli esseri umani. Tra utopia e volontà di progresso civile per tutti in ogni parte del pianeta Terra. Buon Primo Maggio!

domenica 25 aprile 2010


25 Aprile
Liberazione e Unità
Giustizia e Libertà

*

 



« La democrazia non cala dall'alto. Non la fanno i colonnelli, ma non bastano a crearla nemmeno i più savi legislatori. La democrazia ha le sue leggi, che possono rimanere inerti; le mette in movimento solo l'esercizio che ne fa il popolo. » Franco Antonicelli, La pratica della libertà  

sabato 21 marzo 2009

NORUZ 1388



Nuovo Giorno 2009




Al mondo musulmano dico che cerchiamo una nuova via d’uscita basata sul reciproco rispetto. A quanti soffocano il dissenso, dico che stanno dalla parte sbagliata della storia, ma che tenderemo loro la mano se si dimostreranno disposti ad aprire il pugno.


Barack Obama, 20 gennaio 2009 


dalla prima pagina dell'Unità, 21 marzo 2009


*********


IL MESSAGGIO DI OBAMA ALL'IRAN


"Oggi voglio fare avere i miei migliori auguri a tutti coloro i quali celebrano il Nowruz in tutto il mondo. Questa festa è insieme un antico rituale e un momento di rinnovamento, ed io spero che voi possiate godere di questo momento particolare dell'anno con i vostri amici e familiari.

In particolare vorrei parlare direttamente al popolo e ai leader della Repubblica islamica dell'Iran. Nowruz è solo una parte della vostra grande e celebrate cultura. Durante molti secoli la vostra arte, la musica, la letteratura e l'innovazione hanno creato un mondo migliore e più bello. Qui negli Stati Uniti la nostra comunità è stata favorita dal contributo degli Iraniano-Americani: sappiamo che voi siete una grande civiltà, e i vostri risultati hanno guadagnato il rispetto degli Stati Uniti e del mondo.

Per quasi tre decenni le relazioni fra i nostri due paesi sono state tese, ma durante questa festa ci viene ricordato del comune destino che ci tiene legati insieme. Voi celebrerete il vostro Nuovo Anno nello stesso modo in cui noi americani ricordiamo le nostre feste, radunandosi in famiglia e con gli amici, scambiandosi doni e racconti, guardando al futuro con un rinnovato senso di speranza.


Queste celebrazioni custodiscono la promessa di un nuovo giorno, di nuove opportunità per i nostri figli, di sicurezza per le nostre famiglie, progresso per le nostre comunità e pace tra le nazioni. Sono speranze condivise, sono sogni comuni. Per questo in questa stagioni di nuovi inizi vorrei parlare chiaramente ai leader iraniani. Tra di noi esistono serie divergenze che si sono accresciute col tempo. La mia amministrazione si è impegnata a una diplomazia che risponda a tutte le questioni aperte tra di noi, per costruire legami costruttivi fra gli Stati Uniti, l'Iran e la comunità internazionale. Questo processo non andrà avanti fra minacce. Noi vogliamo invece un impegno che sia onesto e fondato sul rispetto reciproco.

Voi avete una scelta. Gli Stati Uniti vogliono che la Repubblica islamica dell'Iran assuma il suo giusto posto nella comunità delle nazioni. Voi avete quel diritto - ma questo comporta anche delle responsabilità, quel posto non può essere conquistato attraverso l'uso delle armi o del terrorismo, ma piuttosto con azioni pacifiche che dimostrino la vera grandezza del popolo e della civiltà iraniana. La misura di questa grandezza non è quella di distruggere, è la vostra consolidata capacità di costruire e di creare.

Per questo in occasione del Nuovo Anno, voglio che voi, il popolo e i leader dell'Iran, possiate guardare al futuro che noi vogliamo. E' un futuro di scambi rinnovati fra i nostri popoli, con maggiori opportunità di partnership e commercio. E' un futuro in cui le vecchie divisioni sono superate, in cui voi, I vostri vicini e in generale il mondo possiate vivere con maggiore sicurezza, in pace.

Io so che tutto questo non sarà raggiunto facilmente, ci sono coloro i quali insistono che le nostre relazioni continuino ad essere segnate dalle nostre differenze. Ma ricordiamoci delle parole che il poeta Saadi pronunciò tanti anni fa: "I figli di Adamo sono membri uno dell'altro, essendo stati creati in un'unica essenza".

Con l'arrivo di una nuova stagione ci viene ricordata la preziosa umanità che noi tutti condividiamo. E noi ancora una volta invochiamo questo spirito mentre facciamo la promessa di un nuovo inizio. Grazie e Eid-e- Shoma Mobarak (auguri per la vostra festa; alla lettera: "che la vostra festa sia benedetta" )".
[ La Repubblica, 20 marzo 2009 ]






Qualcosa di bello e di grande da scrivere in una pagina di diario. Qualcosa di fresco e inedito. C'è un politico che mantiene le promesse e che dà forza alle speranze che qualche mese fa non si osava nemmeno concepire. Possa avere successo anche solo un po'.


Commento del 22 marzo 2009


Lo scandaglio di Barack di VITTORIO EMANUELE PARSI [ La Stampa ]


sabato 14 febbraio 2009

SAN VALENTINO


La nebulosa a forma di cuore per celebrare questa giornata dedicata all'amore.



IC 1805: The Heart Nebula
Credit & Copyright: Daniel Marquardt


Un pensiero d'amore per tutte le amiche e gli amici, per tutte le persone del mondo e per tutto ciò che esiste. L'augurio è di vivere con lo stesso slancio ogni giornata dell'anno che non sia questa.


Eluana e gli stormi di avvoltoi di Guido Ceronetti


Non permettiamo che si raffreddi. Il caso Englaro va riattizzato costantemente: che davanti a quel Golgotha arda un lume sempre. Tutti dobbiamo gratitudine a quella vittima sacrificale e alla sua famiglia: perché la passione civile non finisca in una cloaca e la passione etica e religiosa trovino altre e ben diverse, e superiori, vie.

Si sono visti stormi di avvoltoi, sulla breve agonia di Udine, scendere in picchiata a disputarsi i resti di una creatura disfatta e sfamarsi a beccate ignobili di qualcosa che già più non era e che altro non aveva da offrirgli, tetri pennuti ciechi, che carne di sventura.

Tale lo spettacolo, da iscrivere nel tragico delle cronache italiane che non avranno uno Stendhal per trascriverle. L’Italia, se qualcuno vorrà capirla sine ira et studio, non è un luogo pacifico, non è una penisola turistica, non è un animale da stabulario economico - l’Italia è, è stata sempre, una città di risse feroci, di brigantaggio, di vendette, di medioevi e di cattivi governi. Gli avvoltoi, che non si annidano soltanto sulle torri dei Parsi a Benares, hanno voliere, spalti, e più d’una cupola anche a Roma, e non c’è televisione o campo di calcio in grado di oscurarne la presenza e il volo. Qua, dunque, non si può vivere avendo per fine esclusivamente il far soldi e pensare alla salute. Qua si nasce perché l’Italia ci faccia male, ci ferisca, ci sia una madre crudele, inzuppata di sadismo. Vederlo o non vederlo: that is the question.

L’imbarbarimento di profondità, progressivo, non è da statistiche. Puoi vederlo chiaramente anche lì: nel pullulare di cure mediche di spavento, nell’ignorare i limiti sacri della vita, i diritti dei morenti e di «nostra sirocchia morte corporale» - cure di coma irreversibili criminalmente protratti, cure che la tecnomedicina, settorialista e antiolistica, sempre più andrà sperimentando sulla totalità del vivente.

L’Italia debole, che con strenuo sforzo - in cui va compreso il tributo di una risalita coscienza collettiva, di risorse d’anima e mentali inapparenti, antiavvoltoio, di pensieri silenziosi ma renitenti ai ricatti e alle violenze verbali dell’estremismo cattolico, materialista e anticristico - ha liberato dalle catene Eluana, è un resto di Italia dei giusti, di Italia che sa giudicare umanamente e cerca la libertà nella legge, che non accetta che l’impurità più grossolanamente sofistica prevalga sulla verità semplice e pura. Dobbiamo un po’ tutti ri-imparare a morire: dunque a vivere e a trascendere la morte. Comprendere l’insignificanza della vita e dell’esistenza materiale è luce in tenebris.

Per chi, pensando, ritenga che la vera salvezza consista nel liberarsi dalla schiavitù delle rinascite in corpi mortali, Eluana col suo lungo martirio avrà meritato la tregua nirvanica, e non tornerà in mondi come questo a patire sondini e beccate di avvoltoi - condannati, per loro intrinseca natura, a commettere empietà.

Da cristiani autentici si sono comportate le Chiese evangeliche: schierate dalla parte di Eluana, hanno voluto ricordare che un essere umano non è soltanto un aggregato scimmiesco di funzioni e che è delitto tradirne l’anelito al padre ignoto al di là del finito.

Il combattimento spirituale è brutale. La meno ingiusta Italia, che assumerà Eluana per segno, non deve temere di accettarlo, di restare unita, respinto l’avvoltoio, per la pietà e la luce.


La Stampa, 14 febbraio 2009


La Chiesa del dogma in conflitto con lo Stato di EUGENIO SCALFARI. La Repubblica, 15 febbraio 2009


La nuova legge truffa di Stefano Rodotà. Repubblica, 15 febbraio 2009  


FINE DELLA VITA: QUANDO LA CHIESA CATTOLICA CONTRADDICE SE STESSA - Adista





 

domenica 23 marzo 2008

Pasqua di Resurrezione


Giotto di Bondone_Maria di Magdala_ Noli me tangere_1320_Assisi_Basilica Inferiore_Cappella della Maddalena 


1Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!". 3Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, 7e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. 10I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.


11Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. 15Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". 16Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! 17Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". 18Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.


19La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". 20Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". 22Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; 23a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".


24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò".


26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". 27Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!". 28Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". 29Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!". (Vangelo di Giovanni)


Giotto di Bondone_Resurrezione_Noli me tangere_ Scrovegni_Padova


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Tibetans light up thousands of oil lamps to pray for the souls of those who died during protests in China as they urge the Chinese government to resist from using brute force against Tibetan protesters, in Katmandu, Nepal, Saturday March 22, 2008.

martedì 25 dicembre 2007

Natale a Venezia


Venezia_Albero di Natale di vetro di Murano a San Marco


Auguri ad amiche e amici viandanti del web.


Venzia nella luce del solstizio d'inverno_dicembre 2007


Venezia nella luce del solstizio d'inverno