domenica 12 ottobre 2008

Diario domenicale con editoriali. Sono analisi complesse nelle quali ho colto un elemento unificante: la mancanza. Di volta in volta, mancanza di pietas e di realismo, mancanza di coesione e di  solidarietà nella società italiana, mancanza di serietà e affidabilità  al governo.



  • L'uomo senza pecunia di BARBARA SPINELLI.


... «Tutto questo un giorno passerà. Lo vediamo adesso nel crollo delle grandi banche: questi soldi scompaiono, sono niente. E così tutte queste cose, che sembrano la vera realtà sulla quale contare, sono realtà di secondo ordine. Chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia. Solo la Parola di Dio è fondamento di tutta la realtà». 


Nemmeno se avesse detto queste parole vestito d’un saio - non era vestito d’un saio - il Papa sarebbe stato vicino a chi soffre. Le parole son belle, ma nella voce è come se mancasse un poco di bontà, di veridicità. La voce non dice quel che propriamente sta accadendo. Denuncia una sorta di danza panica attorno al dio denaro, mentre quel che viviamo è un risveglio amaro e una prova scabrosa. È l’uscita costosa da molteplici bolle d’illusioni, ed è lo sforzo che ci tocca fare per non incapsularci in altre bolle: ieri la bolla che dilatava irrealisticamente il valore delle cose, oggi la bolla che le svaluta indiscriminatamente tutte; ieri si credeva che il mercato si regolasse da solo, oggi si sogna uno Stato di nuovo onnipotente. Come altre volte in passato - le terribili crisi finanziarie narrate da Emile Zola sul finire dell’800, nel romanzo Il Denaro; il grande crollo del 1929 - quel che rischia il naufragio è la parte migliore dell’uomo: la fiducia innanzitutto, quest’inclinazione che fonda la civiltà e il coesistere umano pacifico. All’origine del tracollo borsistico c’è un precipizio mondiale della fiducia: fiducia nel mercato e nella politica, negli imprenditori e nella finanza, fiducia del cittadino verso le banche e delle banche tra loro. Ecco, davvero, un nichilistico non credere più in nulla, non aver più fede nella buona fede dell’altro. ...


... Il cardinale Siri, che era un conservatore, coltivava una vicinanza ai poveri che spesso è coltivata dai veri conservatori. Usava ripetere il proverbio: Homo sine pecunia imago mortis. L’uomo senza denaro è immagine della morte: è uomo chiuso, che diffida del simile, che non pratica lo scambio, amicistico o mercantile.

Anche queste antiche saggezze sono realistiche, autenticamente: non inventano, non costruiscono sulla sabbia. L’assenza di pecunia è assenza di cibo, di vita, di fede nell’altro. Gli accenni di Siri al denaro fanno pensare a una Chiesa che non si occupa solo dei primi nove mesi di vita e delle ultime ore dell'uomo, ma anche di quello che c’è in mezzo: un corto tragitto mortale, ma non sprezzabile. Non incantabile, comunque, con l’Eiapopeia vom Himmel, con la ninnananna del cielo. 


La Stampa, 12 ottobre 2008 )



  • Il Paese nella morsa della sfiducia. Gli italiani pessimisti come mai prima di ILVO DIAMANTI.


E' come essere in guerra. E forse è proprio così. Anche se gli attacchi aerei e missilistici sono rimpiazzati dagli indici Dow Jones, MIB, Nasdaq e CAC. Il che fa una bella differenza, ovviamente e per fortuna.

Ma è una vera guerra quella che si combatte ogni giorno sulle piazze finanziarie di ogni parte del mondo.
E come tale è rappresentata, sui media. A ogni ora un bollettino che annuncia i dati della catastrofe. Le borse che crollano dovunque. Mentre i grandi (?) del mondo si incontrano e si affacciano sulle tivù. Per spiegare che non c'è da preoccuparsi, nessuna banca fallirà, nessun risparmiatore perderà i suoi risparmi. Producendo l'effetto opposto. Perché è difficile non farsi prendere dal panico quando i grandi del mondo ripetono che non bisogna farsi prendere dal panico. Sentirsi tranquilli quando le autorità intimano che bisogna restare tranquilli, mantenere i nervi saldi e il sangue freddo. Se non vi fossero motivi di timore, perché affannarsi a rassicurarti a ogni minuto che passa? ... 


( La Repubblica, 12 ottobre 2008 )



  • Domani mattina decidono le Borse di EUGENIO SCALFARI.


... Si aspetta con il fiato in gola la campanella d'avvio delle Borse europee di domani mattina. Dopo il G7 di ieri e il vertice europeo di oggi saranno infatti domani i mercati a giudicare l'efficienza delle decisioni raggiunte dai cosiddetti Grandi. Anche questa qualifica è in discussione: se i mercati non avranno recuperato la fiducia nonostante le decisioni di Washington e di Parigi vorrà dire che i Grandi sono ormai considerati come maschere del teatro dei pupi, prive di credibilità e di forza. Speriamo che non sia così perché l'alternativa sarebbe una catastrofe planetaria. ...


In mezzo al fragore della tempesta che sta sconvolgendo il mondo fa una certa impressione osservare gli alterni comportamenti del nostro capo di governo. In una società dove lo spettacolo di massa ha ormai occupato interamente lo spazio pubblico Silvio Berlusconi grandeggia, l'aspetto ludico è quello che meglio gli si confà e dove dà il meglio di sé e in queste giornate lo applica al dramma delle Borse in picchiata continua. Venerdì scorso ha toccato culmini difficilmente raggiungibili. Ha suggerito quali titoli sarebbe più opportuno comprare, l'Eni e l'Enel. Tre giorni prima, aveva perfino citato Mediaset in conferenza stampa. Poi ha aggiunto che forse a partire da domani le Borse saranno chiuse fino a quando i Grandi avranno concordato nuove regole. Infine, essendo stato immediatamente smentito perfino dalla Casa Bianca, ha smentito se stesso come d'abitudine.
Un uomo così verrebbe interdetto dai suoi familiari. A maggior ragione se è il capo dell'Esecutivo dovrebbe esser sottoposto a "impeachment".
Ma poiché piace al pubblico del Bagaglino lui continua e i "media" compiacenti applaudono le sue esibizioni. ...


La Repubblica, 12 ottobre 2008 .

10 commenti:

  1. Carissima, anche se sono lavori in corso, sapessi quanto apprezzo simili segnalazioni.
    Un caro abbraccio,anche se di fretta vado.

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  2. Mi preoccupa soprattutto la mancanza di coesione e di solidarietà della nostra società, perchè un governo può anche cadere da un momento all'altro oppure tra qualche anno. Ma certi "disvalori" ormai imperanti potranno essere eliminati con maggiore difficoltà e in tempi molto più lunghi.
    Ciao

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  3. Alle cose tutte giuste che citi, cara harmonia, e ai condivisibili commenti vorrei aggiungere che l'avidità smodata, anche questa una "mancanza", poi non produce nulla. L'accumulazione di fortune sempre maggiori nelle mani di un numero sempre più piccolo di uomini impoverisce tutti gli altri e non basta mai, per l'avidità fuori equilibrio, ad accontentare i ricchissimi. Il capitalismo anche feroce del passato era un capitalismo di impresa e si impegnava in grandi opere. Oggi non è più così; è solo rapina e inganno. Le maggiori opere in corso sembrano essere l'avvelenamento, la snaturazione e la distruzione del Pianeta. In cambio di nulla.

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  4. ciao. Certo il momento non è facile, anche perchè sono sempre i piccoli che ne faranno le spese e lui che dice, non vi preoccupate, investite, non c'è problema, non so, se è più assurdo lui o chi lo segue, chissà se hanno imparato la lezione, ciao ciao penny

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  5. Posso essere breve e greve?!?
    Lo sai come si diceva un tempo?
    "Se la cacca avesse un valore, i poveri nascerebbero senza culo"

    E, visto che fanno sempre in modo di pararselo , si suppone che i tre 'grandi' Bseguiti da numeri(2,16,..etc.!) quello, il culo, ce l'abbiano eccome! :(((

    Perdona la sintetica volgarità e abbiti, tu, un abbraccio.

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  6. Pensa che due sabato fa, incontrando l'ex ministro Siniscalco (che comunque è un economista, non come il commercialista di cui prese il posto e a cui dovette ricederlo), l'ho sentito dire a proposito della crisi che "questa non è la fine del mondo, ma la fine di un mondo": la mia unica speranza residua è che la vittoria di Obama alle presidenziali Usa possa segnare l'inizio del soffio di un vento nuovo, dopo i disastri iniziati dai reaganomics e proseguiti sotto gli otto terribili anni della presidenza Bush: come Occidente, inutile negarlo, siamo troppo soggetti all'effetto-domino che arriva sempre dagli States. Fermo restando che noi in Italia, con la nostra grave e pericolosa anomalia, nel frattempo non diventiamo una di quelle dittature sudamericane o centroafricane.........

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  7. Sono daccordo con te...benchè il messaggio del ponteficie cada a fagiuolo...forse non è casuale...e se l'avesse detto in pieno boom economico...forse avrebbe oggi la metà dei fedeli...non lo so ma un messaggio cosi dovrebbe essere valido sempre e comunque se veramente sentito.

    Un caro saluto

    Giacomo

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  8. Non crucciamoci troppo..va tutto bene..un bel sorriso e via....auauauau...
    bye
    cicadepressa...^^

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