I Palazzi Celesti
Dal sesto secolo i geometri cinesi distinguevano già il nord magnetico dal nord geografico il quale era simboleggiato con la stella polare, chiamata Tai Yi, come a dire il “Grande Uno”, la grande unità immutabile. La stella polare rappresenta il perno centrale del cielo attorno al quale gira, poco a poco, la Grande Orsa che i Cinesi chiamano “Costellazione delle Sette Stelle dello Staio del Nord” e che, a secondo delle stagioni, occupano diverse posizioni, diversi “Palazzi Celesti”. Questi “Palazzi Celesti” sono nel numero di cinque. Le Sette Stelle della Grande Orsa definiscono, con il loro movimento circumpolare, il “Palazzo Centrale”, di forma circolare. Questa posizione centrale gli permette di regolare e di situare i quattro altri “Palazzi Celesti” o “Palazzi degli Equinozi”. Nella tradizione cinese il “Palazzo Celeste” rappresenta l’imperatore (Di) o il re (Wang), allora considerato come il “Figlio del Cielo” o più precisamente, come “discendente del Palazzo Centrale Celeste”. Da diversi millenni, in Cina, l’Imperatore rappresenta dunque il “Figlio del Centro del Cielo” e l’immutabilità perfetta… Un simbolismo molto simile a quello del Giappone dove l’Imperatore è il “Figlio”, dunque il discendente del “Sol Levante”. In Questi due casi l’Imperatore, o il Re, colui “che si mantiene fermamente tra Terra e Cielo” (Wang) diviene dunque il mediatore tra l’uomo ed il cielo… Situato alla sommità della piramide umana l’energia del”Palazzo Centrale del Cielo” in Cina, o del “Sol Levante”, in Giappone, discende in lui. Egli serve dunque come asse centrale e punto di riferimento sotto il cielo.
manifestare tutta la sua potenza e ricevere il massimo dell’energia Yang del sole al suo zenit. Gira la schiena al Nord che rappresenta il massimo dello Yin, la materia sulla quale si appoggia. Alla sua sinistra, c’è la parte onorifica che segna la crescita dello Yang all’equinozio di Primavera. Alla sua destra c’è la parte protettrice che corrisponde al ritorno dello Yin all’equinozio d’Autunno. Vi ritroviamo dunque i “Quattro Palazzi Celesti” situati da una parte e dall’altra del “Palazzo Centrale del Cielo”… Questi “Palazzi” corrispondono alle stagioni dell’anno. Essi sono determinati, da una parte, dall’orientamento della “coda” della Grande Orsa, o dal manico dello staio, che è puntato verso l’oriente considerato, simbolismo che ritroviamo nelle prime bussole, dove la parte magnetizzata prende la forma di un cucchiaio e dall’altra appare il palazzo di una particolare costellazione
Il Drago Verde del Palazzo Orientale
A l’Est corrisponde il “Palazzo di Primavera” (Ghun Gong) o “Palazzo Orientale” (Tong Gong) nel quale appare, poco a poco, la costellazione del Drago (Lung)… in un primo momento le corna (Kio) poi il cuore (Xin) (Antares) ed in fine la coda (Wei). La prima luna di primavera, che in Vietnam corrisponde alla festa del Tét, sembra uscire dalle fauci del drago. Troviamo questo simbolismo in numerose stampe dove il “Drago cerca di afferrare la Perla” così come nella danza popolare del Drago. Il Drago Verde (Qing Lung) rappresenta dunque il rinnovo della natura dopo l’inverno quando le creature escono al sole, vegetali ed insetti, e spuntano i loro steli o le loro corna… Kio significa dunque corna ma anche spingere, crescere e per estensione rinnovo, rinascita, resurrezione… dunque il vegetale ed il Legno.
L’energia vitale chiusa nella profondità della terra esce allora verso la luce… si eleva ed avanza. E’ il “Volo del Drago”. Da sempre il drago è stato il simbolo meraviglioso preferito dai Cinesi. Un bel numero di loro sono persuasi che esistono tuttora nascosti nei laghi di montagna o nelle grotte delle profondità marine. Durante tutto questo tempo, fino al 1912, un “Drago si è impossessato della Perla” raffigurato sul drappo imperiale. Si tratta, in questo caso particolare, di un Drago Giallo a Cinque Artigli esclusivamente riservato all’uso dell’Imperatore. Utilizzare o semplicemente possedere la rappresentazione di un tale drago era considerato un crimine di lesa maestà.
Esistono allora numerosi atri draghi… il Drago Verde delle Nuvole; il Drago Nero delle Faglie Terrestri; Il Drago Bianco delle Brume Australi… ma solo il Drago Giallo possiede cinque artigli. La dove la scienza cinese si mostra assai misera in zoologia, certamente a causa della sua inclinazione per la gastronomia, quando descrive gli animali “normali”, diviene particolarmente prolissa quando si tratta del drago.
Ciò che non si mangia merita dunque di essere osservato e descritto più a lungo. Bai Hè, un “bianco trampoliere” può essere, a scelta, un oca selvaggia nel nord, un airone nel centro, una gru nel sud ed una cicogna nell’est… Esistono dunque tanti stili di “Kung Fu” o metodi di “Qigong” in Cina quanti trampolieri bianchi, senza che si possa realmente precisare di quale esemplare di uccello in particolare si tratta. Parlare della “Boxe della Gru Bianca del Fujian” o del “Qigong del volo dell’Oca Selvaggia del Nord” è un’interpretazione o una traduzione molto occidentale… in quanto nei due casi si tratta di un semplice “trampoliere bianco” locale.
Lo stesso per il Bao che è un felino feroce un poco più grosso di un gatto (Mao) ed un poco più piccolo di una tigre (Hu) … in somma, ancora in funzione della regione, d’una pantera, di un leopardo, di una lince, di un ghepardo, di un ocelot, di un giaguaro… e di una ventina di altre specie ancora. In astrologia cinese Yang (differente da Yin – Yang ma che si pronuncia allo stesso modo) è dunque, a scelta, un cervo, un montone, un ariete, una pecora, una capra, un antilope, un daino… Stranamente ritroviamo, per tanto, nei testi classici cinesi, più di una quarantina di specie di draghi diversi che possiedono tutti delle caratteristiche formali e precise.
La specie più conosciuta, quella che a noi interessa, Lung, è stata descritta da Kongzi, alias Confucio, che aveva: “Una testa da dromedario, delle corna di daino, delle orecchie da bufalo, degli occhi da salamandra, un corpo da serpente, delle spalle d’orso, una schiena da cavallo, delle scaglie da carpa, zampe da tigre, artigli da gufo e coda da pesce. Non lo si deve confondere con un volgare Wen che non possiede delle zampe, o con un qualunque Ban che assomiglia ad un cavallo marino o, peggio ancora, con un Tan con una piccola coda oppure con un Keilen che è un “drago liocorno” che vive esclusivamente nei fiumi del centro della Cina. Il Drago sembra essere stato creato per i Cinesi ad immagine del loro paese, la Cina… e per le loro attività. E’ immenso ed unico, favoloso, ma lo si ritrova minuscolo e riprodotto all’infinito sulle bacchette dei ristoranti asiatici. E’ immateriale, sottile, impercettibile ma così onnipresente, a volte invadente e volgare quando lo ritroviamo nelle immagini popolari a buon mercato. Esso è dotato di grande saggezza e di una grande generosità ma accumula i tesori che sorveglia gelosamente all’interno di grotte marine. E’ beneficente e di buon augurio ma può, ugualmente, quando muove la coda, provocare dei terremoti e dei colpi di mare mortali. Rappresenta dunque contemporaneamente l’unità e la moltitudine, il sacro ed il profano, il risveglio e l’incoscienza, la possibilità ed il pericolo. Suo migliore rappresentante sulla terra è l’imperatore che, giustamente, siede e dà udienza sul “Trono del Drago”. Simbolicamente rappresenta la crescita di ciò che si eleva gradatamente, la manifestazione della volontà, ciò che si rinnova e si purifica, ciò che attira lo sguardo verso l’alto ed in avanti, ciò che è favorevole al movimento, alla vita.
La Fenice Rossa del Palazzo Meridionale
Al Sud corrisponde il “Palazzo d’Estate” (Xia Gong) o “Palazzo Meridionale” (Nan Gong) nel quale appare poco a poco la costellazione dell’Uccello (Niao). Per gli antichi Cinesi si tratta di una quaglia rossa. Questo uccello si trova, in effetti, nei campi durante l’estate, senza che nessuno l’abbia visto arrivare. Successivamente, per evidenti ragioni simboliche e per dare continuità al Drago Verde, si preferirà la Fenice Rossa (Hong Feng).
La costellazione dell’Uccello, corrisponde a quella del Leone in occidente. Come per il Drago Verde in Primavera, in estate noi vedremo apparire la testa dell’Uccello Rosso (Regulus) poi il cuore dell’Uccello Rosso (Algieba) ed in fine, la coda dell’Uccello Rosso (Denebola). L’Uccello Rosso, o Fenice Rossa, rappresenta l’energia del Grande Yang, l’energia dell’elemento Fuoco il quale, a sua volta, rappresenta la sublimazione e lo Spirito (Shen). Come in Occidente, la Fenice non teme il fuoco e può, come la salamandra, attraversarlo, anzi ne trae nuova forza: “la Fenice che rinasce dalle proprie ceneri”. Il termine rinascere, in questo caso, deve essere preso nel senso di “due volte” (ri – nascere), che si somma alla sua forza, alla sua energia. D’altra parte l’Uccello Rosso, quaglia o allodola, uccello dell’estate, della mietitura, si eleva gioiosamente e cantando verso il sole, verso il fuoco solare, simbolizzato attraverso il Trigramma LI, il Fuoco, la gioia. In Cina, il gallo (Ji) è considerato cugino della fenice perché annuncia il sorgere del sole cantando… Si pone l’effige di un gallo rosso (Hong Ji) sulle case, affinché siano protette da eventuali incendi, mentre l’effige di un gallo di metallo bianco (Bai Jing Ji) protegge le tombe e le bare dalle inondazioni. In Giappone il “Gallo Bianco dalla coda lunga” per lungo tempo era allevato esclusivamente all’interno della cinta del palazzo imperiale. Alcuni di questi galli possedevano e possiedono attualmente, una coda di diversi metri di lunghezza. Ma è il fagiano dorato, Jing Ye Ji, letteralmente “gallo solare dorato che è considerato come l’uccello più vicino alla Fenice. Ye Ji significa letteralmente “gallo del sole”, “gallo figlio del sole”, “gallo discendente del sole. Da sempre gli asiatici, Cinesi, Giapponesi, Coreani, Vietnamiti, Tibetani hanno considerato il fagiano come un animale solare sacro, ed hanno continuato a praticarne l’allevamento all’interno dei palazzi e dei templi fino ad arrivare a specie meravigliosamente decorative.
Lo stesso Imperatore della Cina allevava i propri fagiani e faceva covare le uova da delle galline benevole da cui è uscita la razza Bantaam di Pechino che fu portata in Gran Bretagna dopo il saccheggio del Palazzo d’Estate di Pelikao nel 1860. La “Porta del Fagiano” rappresenta generalmente nei palazzi la porta più a Sud. E’ da questa porta che entravano i funzionari di alto rango. L’insegna del “Fagiano d’oro dalla coda lunga” è quello del mandarinato civile. Al di là di questo portale del Sud lo spazio dovrà essere sgombro, al fine di permettere allo spirito (Shen) di involarsi liberamente. La Fenice Rossa rappresenta dunque la forza creatrice dello spirito ed il risveglio dopo l’illuminazione. Nella cucina cinese classica è servito, la sera del matrimonio, un piatto, o una portata de “l’Alleanza della Fenice Rossa e del Drago Verde”… la fenice è un fagiano, o un pollo, invece il drago è un serpente. In questo caso la fenice rappresenta la donna ed il drago rappresenta l’uomo. Solitamente questo piatto è stato cucinato con del Gingseng. Attualmente si sostituisce solitamente il serpente con una aragosta.
La Tigre Bianca del Palazzo Occidentale
A l’Ovest corrisponde il “Palazzo dell’Autunno” (Qui Gong) o “Palazzo Occidentale” (Xi Gong) dal quale poco a poco appare la costellazione della Tigre (Hu). Per gli antichi Cinesi, il “Signore Tigre”, anche chiamata la “Grande Bestia” quando non si vuole nominarla, proviene dalle contrade dell’Ovest, discende dalla Montagna (Sud) ed è l’annunciatore della neve (prossima all’Inverno, dunque al Nord). Nel “Libro delle Mutazioni” (Yijing o Yi King) un antico commentario classico del primo esagramma parla della “Tigre sotto il Drago come la pioggia sotto il vento”. Una leggenda parla dell’arrivo di una tigre che, silenziosamente, fa cadere la neve che si depositata sui rami degli alberi. Il Drago Verde è l’emblema dell’Est, dell’Oriente, mentre la Tigre Bianca (Bai Hu) è l’emblema dell’Ovest, dell’Occidente. La Tigre Bianca, in Cina, è stata considerata come una specie sacra. Il primo Imperatore, l’Imperatore Giallo Qingshi Wangdi, sembra, ammaestrasse diverse tigri bianche della Manciuria che impiegava in guerra e che seguivano il suo carro da combattimento. In seguito, l’imperatore, assegnava al generale più coraggioso il titolo di “Generale Tigre Bianca”, la più alta onorificenza militare. La “bravura cavalleresca” o “bravura marziale” (Hu Wu) della Tigre fu dunque rinnomata in tutto l’impero. Ma, questo coraggio sommato ad una reale ferocia ha fatto si che la tigre, bianca o no, sacra o no, fu sempre sterminata dai contadini e dalla gente dei villaggi che ne approfittavano per vendere, a peso d’oro, la pelle come anche diverse parti dell’animale che simboleggiavano la sua forza, il suo coraggio… e la sua virilità. Così le ossa della tigre, i denti e le unghie della tigre, la vescicola biliare e il fegato di tigre servivano a confezionare diverse pozioni e diversi talismani ad alto prezzo. Di conseguenza la tigre è divenuta poco a poco sempre più rara e, malgrado la sua protezione ufficiale, è tuttora oggetto di un bracconaggio intenso e remunerativo. Essa sopravvive in Cina ed è dunque fortemente minacciata tanto più che le ultime grandi tigri bianche si sono rifugiate sui grandi contrafforti dell’Himalaya. Le organizzazioni per la protezione della natura stimano che dopo il ventunesimo secolo si estinguerà e fuori dalle riserve è ormai allevato come un normale capo di bestiame. Tutti i testi cinesi sono conformi, esisteva fin dal diciassettesimo secolo una specie di leone cinese (Shi) che, per le stesse ragioni fu sterminato. Questo leone asiatico esisteva anche in India (Singh). Singapore è tuttora la “Città (Poura) del Leone (Singha)”. Sempre riguardo la nostra Tigre esiste un aneddoto che vede un vecchio maestro taoista (…o un vecchio saggio buddista, o un vecchio mandarino confuciano… a scelta) ed un suo discepolo. Tutti i giorni , da parecchi anni, egli esce nel suo giardino, di primo mattino, e lancia lontano, un pugno di sale grosso con aria furente, poi rientra visibilmente soddisfatto e si rimette a dormire. Fintanto che un giorno il discepolo non gli pone la fatidica domanda: “Onorabile e venerato Maestro, perché voi lanciate, tutti i giorni e di primo mattino, un pugno di sale grosso nel vostro giardino?”. “Tutto il mondo sa che tiene lontano le tigri!” gli rispose il maestro accigliato. “Ma, Maestro, non ve ne sono più, da molto tempo non una sola tigre si vede nel giardino, ma neanche in tutta la regione!”. “Allora questo procedimento magico è ancor più efficace di quello che immaginavo!”. La Tigre Bianca rappresenta dunque la forza ed il coraggio, la protezione sulla quale uno può contare. Il bianco, d’altra parte, è il colore del metallo che permette di rendere giustizia… dunque la decisione. La posizione della Tigre Bianca, l’Ovest, la destra, è il posto delle armi. Laozi (LaoTseu) nel Daodejing (Tao Te King) afferma al capitolo 31 “Il posto d’onore è a sinistra quando il gentiluomo è in casa. E si pone a destra quando porta le armi”.
La Tartaruga Nera del Palazzo Settentrionale:
Al Nord corrisponde il “Palazzo d’Inverno” (Dong Gong) dal quale appare poco a poco la costellazione della Tartaruga (Gui). Infatti si tratta di una “tartaruga – serpente” chiamato il “Guerriero Ombra” (Xuan Di) a causa del suo carapace che sembra un’armatura…Ombra, nero, oscuro può allora prendere il senso di misterioso, profondo, nascosto, occulto… che si muove efficacemente in segreto. L’emblema della “Tartaruga Nera” è stato per lungo tempo, in Cina, quello delle truppe imperiali destinate a coprire la ritirata preparando trappole ed imboscate. Un simbolismo simile lo si ritrova in Giappone e, successivamente, la “Tartaruga Nera” diviene l’emblema d’una importante famiglia dei Ninja della regione del Koga.
Le famose “tartarughe – ninja” sono, in qualche modo, una sopravvivenza esplicita di questo fondo culturale cino – giapponese molto antico. La tartaruga è un animale a sangue freddo che ricerca l’umidità e che si nasconde sotto terra. Rappresenta dunque l’Inverno e l’oscurità. Ed ancora, il suo “dorso Yang è rotondo come il Cielo ed il suo ventre Yin è quadrato come la Terra… ed il suo centro è abitato”. Essa rappresenta il legame ideale tra il macrocosmo ed il microcosmo.
I carapace delle tartarughe, come le scapole dei felini, dei cervi e dei bovini, sono stati utilizzati per predire il futuro. Essi venivano gettate nel fuoco ed gli indovini, in seguito, provavano a decifrare le fessure prodotte con il riscaldamento. Queste fessure furono, probabilmente, le prime rappresentazioni delle figure (Gua) de l’Yijing. Una fessura continua rappresentava così il Cielo, dunque lo Yang allorché una fessura discontinua rappresentava la Terra, dunque lo Yin. Il fatto che il carapace si presentasse dorso al cielo o faccia al cielo aveva ugualmente la sua importanza. In seguito le tartarughe furono rimpiazzate, fortunatamente per loro, da dei pezzi di moneta cinese, i famosi sapeco (Qian)… la parte rotonda del pezzo rappresenta il Cielo, dunque lo Yang, la parte quadrata, il foro centrale, rappresenta la Terra, dunque lo Yin… inoltre una faccia comporta quattro caratteristiche, il rovescio corrisponde al dietro, considerato come Yin, mentre l’altra faccia, l’avanti corrisponde al dritto e ne comporta che la figura è considerata come Yang. Gettando tre pezzi a terra e compatibilmente al dritto ed al rovescio si riproducono le figure dunque le fessure del carapace delle tartarughe. Non rimane che l’interpretazione. Numerose sapeco di bronzo, considerate come talismani, portano ormai i “Quattro Animali” degli orienti celesti. La Tartaruga Nera avvolge il dorso dell’imperatore quando concede udienza. Rappresenta ciò che è opposto all’energia sviluppata dallo Yang e corrisponde alla materia generata dallo Yin. Sulla Tartaruga Nera, proprio come sul coccige, si può sedere, riposare, appoggiarsi solidamente. E’ la profondità ma anche la stabilità, la base le fondamenta.
Nei tempi antichi si costruivano dei palazzi e dei templi dove i pali posti a Nord riposano su un basamento a forma di tartaruga che conferiscono all’edificio una grande stabilità ed una grande longevità. Numerosi palazzi imperiali cinesi hanno, da allora, una forma di tartaruga in quanto la loro base è quadrata, ed il loro tetto è a cupola, le tegole verniciate riproducono il disegno particolare delle scaglie della tartaruga. La tartaruga è considerato un animale portafortuna e numerose case cinesi sono dotate di bacini che ne contengono qualche centinaio. Tranne il simbolismo particolare che si attribuisce a questo animale, in cinese tartaruga si pronuncia in un modo molto simile a quello di “spettro” o “entità perturbatrice” (Gui o Kouei)… che potrebbero di per se, normalmente, essere qualcosa di spaventoso poiché i Gui sono generalmente accusati dei peggiori misfatti… ma in Cina il semplice fatto di possedere nella propria casa un numero di Gui domestici e benevolenti allontana efficacemente gli altri Gui selvaggi e malvagi che, trovando il posto occupato non possono fare altro che andare altrove. E’ sufficiente solo pensarci. La tartaruga – serpente è una costellazione complessa che raggruppa una parte dell’Acquario, del Capricorno, del Sagittario e di Orione. Orione, o il “Grande Cacciatore”, può rappresentare questo famoso “Guerriero Ombra” della tradizione cinese.
Il ruolo dei Quattro Animali dei Palazzi Celesti ed il loro aiuto nel Feng Shui.
Evidentemente è possibile guardare il cielo, cercare la stella polare poi le principali costellazioni durante il corso delle stagioni, al fine di saperle meglio posizionarle nello spazio, ma è solitamente più pratico utilizzare una bussola che giustamente è stata inventata in Cina, per questo scopo. In questo caso, la posizione di colui che tiene la bussola, dunque l’osservatore centrale, è, simbolicamente, sul Palazzo Centrale del Cielo” dunque la stella polare (Tai Yi) è il centro e la sommità. Colui che tiene la bussola puntata, in qualche modo, ha il ruolo dell’Imperatore (Wang). La sommità del suo cranio, il punto Bai Hui (Pae Roe) rappresenta la stella polare attorno alla quale sembrano girare poco a poco, tutte le costellazioni per via della rotazione terrestre. La bussola permette all’osservatore di orientarsi, dunque di ritrovare i Quattro Orienti e di scegliere quale direzione guardare per poi agire. Simbolicamente l’ago della bussola che è stato raffigurato come un cucchiaio magnetizzato, rappresenta la Grande Orsa. In questo caso la coda del cucchiaio si gira all’opposto della stella polare ed indica il Sud. L’osservatore può dunque posizionarsi secondo l’asse Nord – Sud.
Il cranio allora rappresenta la volta celeste. Il punto situato tra le sopraciglia (Yin Tang o Palazzo del Silenzio”) è allora rivolto verso Sud mentre il punto centrale dell’occipite (Yu Zheng o “Cuscino di Giada”) si pone verso Nord. Siamo dunque faccia a Sud e dorso a Nord … Come spiega Laozi al capitolo 42 del Daodejing “Si appoggia allo Yin ed abbraccia lo Yiang” o, secondo un’altra traduzione “porta sul suo dorso l’oscurità (Yin) e stringe tra le braccia la luce (Yang)”. In questo caso si appoggia alla Tartaruga Nera (Grande Yin dell’Acqua) e lascia prendere il volo alla Fenice Rossa (Grande Yang del Fuoco).
L’Est, dunque il Drago Verde, il Piccolo Yang del Legno, si ritrova a Sinistra mentre l’Ovest, la Tigre Bianca, il Piccolo Yin del Metallo, si ritrova a destra. La Tartaruga Nera rappresenta la solidità, la stabilità la protezione, sulla quale ci si può appoggiare, riposarsi in tutta fiducia. A livello corporale, il microcosmo, rappresentato dal bacino, dal sacro, e dal coccige… così come i reni. Nell’energetica cinese ciò corrisponde alla struttura (Ti)… alle rocce in natura, alle ossa ed alle articolazioni nel corpo. Questa struttura influenza la postura che a sua volta, facilita il riposo, la riflessione (la meditazione) e la capacità di ascoltare… dunque l’udito. In una certa misura vi si ritrova anche la saggezza ancestrale, la tradizione e ciò che in essa vi è di positivo, di ben assodato, di profondo e di stabile. Essa rappresenta il sapere ed il fare. La Tartaruga Nera rappresenta ciò che è fissato al suolo, dunque le fondamenta o le radici, la stabilità di tutte le costruzioni. Ciò è evidentemente il Grande Yin dell’Inverno, della notte…il sonno ristoratore che genera il risveglio poderoso del Giovane Yang … del Drago Verde. Quando ci si corica “testa al fresco”, rivolti verso il Nord, la Tartaruga Nera è ciò che sostiene il bacino e l’occipite… chiamato “Cuscino di Giada” (Yu Zheng). E’ dunque naturale e consigliato che la testa del letto sia addossata al muro o perlomeno avere la spalliera ben stabile. Una volta, in Cina, ed in tutta l’Asia, dormivano solitamente su di una stuoia posata al suolo… e la camera da letto era costituita da un semplice tramezzo. Si utilizzava allora, per rimpiazzare il muro di pietra o la spalliera del letto, un cuscino di pietra (…a volte in giada), in legno o, più sovente, in cuoio laccato. Questo cuscino simbolizza perfettamente la famosa Tartaruga Nera su la quale riposa il cuscino di giada.
Il Drago Verde rappresenta la forza del risveglio, della Primavera, del Giovane Yang, del sole nascente, dell’uscita dalle tenebre dell’Inverno e della notte… di ciò che si eleva, di ciò che rinasce dunque del risveglio, del dinamismo del rinnovamento. A livello del microcosmo corporeo si tratta allora dei muscoli e dei tendini, in energetica cinese classica, di ciò che noi chiamiamo “Forma” (Xing). I muscoli ed i tendini permettono il movimento e la loro collegamento al senso della vista. “Aprire gli occhi”in senso proprio e figurato, dunque risvegliarsi ed essere disponibili per poi agire è proprio del Drago Verde. Rappresenta il saper fare. E’ tutto ciò che è in relazione alla crescita, all’evoluzione, allo sviluppo. Il suo spazio è quello del sole che sorge, l’Est o l’Oriente. Quando si è distesi “testa al fresco e piedi al caldo”, dunque lungo l’asse Nord – Sud, il Drago Verde è posizionato a sinistra. In Cina la sinistra rappresenta il lato del Giovane Yang, la percezione, l’intuizione.
L’Uccello Rosso, o Fenice Rossa è l’emblema del sole al suo zenit, del Sud e di ciò che è arrivato a piena maturità, del Grande Yang. Rappresenta ugualmente lo Spirito (Shen) prodotto dal cuore che si può involare senza costrizione. Tutto ciò è la libertà di agire, la fama, il far sapere. Questo Uccello Rosso si trova dunque tradizionalmente di fronte e necessita di una spazio aperto o almeno libero. Nel Microcosmo corporale rappresenta il cuore, la circolazione dei liquidi ed il calore, il tocco, il contatto, le buone relazioni.
La Tigre Bianca è l’emblema del sole calante, dell’Occidente, di ciò che è materializzato, realizzato, concretizzato, definito, terminato… ed efficace. Rappresenta il Giovane Yin, o Piccolo Yin, il calare, il ritorno progressivo su se stesso, la calma ed il riposo e la tranquillità che permette di preparare il sonno il più riparatore. Nel microcosmo corporale, rappresenta i polmoni, il soffio, l’energia (Qi o Ki) vitale, l’equilibrio della respirazione. La Tigre Bianca “sente” e “risente” il movimento di questa energia e la utilizza per il suo profitto. E’, malgrado tutto, molto attaccata al concreto ed a ciò che ha una esistenza formale. E’ capace di prendere rapidamente delle decisioni importanti e sa delegare il suo potere per meglio riuscire. E’ dunque un esperto ne “saper far fare”. Possiamo contare sulla Tigre Bianca per essere protetti. Per quanto riguarda la relazione Nord / Sud si situa a destra, a Ovest, a Occidente, dalla parte del sole calante. In Cina la destra rappresenta dunque il Giovane Yin, la materialità, il rigore, la decisione, la logica.
(Georges Charles “Le lit du Dragon – Le Feng Shui de la chambre à coucher” Ed. Chariot d’Or - 2000)
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