SENTINELLE DELLA PACE
Quel «Mai» che si fa sfida nel tempo di
Quaresima
È trascorso poco più di un anno dal «Mai!» gridato da Giovanni
Paolo II al mondo. «Mai gli uni contro gli altri... mai il futuro
dell'umanità, mai potrà essere assicurato dal terrorismo e
dalla logica della guerra». Un grido che in tanti hanno raccolto
e che è divenuto, anche attraverso questo giornale, la bandiera
alla quale si sono aggrappate le speranze del mondo.
Tra qualche giorno un anno sarà passato anche dallo scoppio di
quella guerra che il «Mai!» del Papa avrebbe voluto evitare.
Qualcuno tirerà le somme del conflitto che ha investito l'Iraq.
Ma su tutto e su tutti peserà il prezzo di vite umane che la guerra ha
preteso. Tanti, troppi morti anche ora che la guerra è conclusa.
Vuoti incolmabili tra la popolazione, tra i civili di organizzazioni
internazionali, tra i militari dell'una e dell'altra parte e anche tra
quelli che in Iraq hanno indossato, sopra la propria, la divisa degli
operatori di pace.
Solo la preghiera può consolare il dolore più atroce e riempire di
senso la speranza umana. È l'unica arma che il cristiano
possiede. L'unico mezzo credibile con il quale confrontarsi con le
vicende della storia, senza soccombere allo scoraggiamento. Ma
di fronte a quanto è accaduto un anno fa e continua a perpetrarsi
in Medio Oriente e in tante altre aree del mondo, come cristiani
abbiamo anche un altro dovere. Il dovere di dar conto di quel
«Mai!» inascoltato del Papa.
Non si tratta di scoprire il «perché». O di indicare «chi» avrebbe
potuto ascoltarlo e non lo ha fatto. Ci si deve invece chiedere
«come» evitare che quel grido si affievolisca anche nelle
nostre coscienze. È doloroso, ma anche comodo rassegnarsi
all'impotenza. Anche l'indignazione alla fine stanca. È meno
compromettente, anche con se stessi, abbassare lo sguardo e
rivolgerlo solo sulle proprie sicurezze. Esiste il rischio che quel
«Mai!» di Giovanni Paolo II — con tutto ciò che esso esprime —
venga dimenticato o cristallizzato nel deposito delle belle utopie.
È un rischio che va rifiutato.
Oggi come ieri, in Iraq come in tutto il mondo c'è bisogno di quel
«Mai!». Gli scenari di guerra continuano ad essere, purtroppo,
molteplici. Proprio domenica scorsa, prima di iniziare gli Esercizi
spirituali, il Papa ha richiamato l'attenzione sulla tragedia che ha
investito Haiti. E all'inizio dell'anno aveva ricordato l'immensa
valle di lacrime che è l'Africa — un Continente ormai lasciato solo
— e le tante sofferenze che, a ogni latitudine, segnano
l'esistenza di milioni di esseri umani.
Riprendere in mano l'arma della preghiera è il primo atto della
mobilitazione di cui si avverte il bisogno; un atto che dà
connotazione e credibilità alla passione per la pace. Accettare la
sfida della carità e della misericordia — che proprio questo
tempo di Quaresima ci propone indicandoci in modo particolare il
mondo dell'infanzia tradita — sarà poi il modo per risvegliare in
noi stessi e negli altri il «Mai!» di Giovanni Paolo II, per renderlo
ancora «contagioso». «Noi cristiani — aveva detto il Papa in
quell'Angelus del 23 febbraio dello scorso anno — siamo chiamati
ad essere come delle sentinelle della pace, nei luoghi in cui
viviamo e lavoriamo. Ci è chiesto, cioè, di vigilare, affinché le
coscienze non cedano alla tentazione dell'egoismo, della
menzogna e della violenza....».
E come «sentinelle della pace» ci si ritroverà ancora una volta
compagni di strada del Profeta della pace.
(©L'Osservatore Romano - 6 Marzo 2004)
non sono compiaciuta per gli orari da schifo..sono stufa!
RispondiEliminaDal deserto del digiuno e della tentazione fino al monte Calvario ( salvo una piccola sosta sulla cima del Tabor), la pace passa attraverso tutte le strade scoscese della Quaresima. E non cerca deviazioni comode, ma sale a fatica fino al legno. La pace è un cammino in salita, con i suoi tempi, i suoi rallentamenti, le sue accellerazioni. E anche qualche sosta. E sarà sentinella di pace non chi pretende di trovarsi al traguardo senza essere mai partito, ma chi parte affrontando le fatiche del viaggio con il miraggio di una sosta intravista con il cuore anche se mai pienamente raggiunta.
RispondiEliminaDal deserto del digiuno e della tentazione fino al monte Calvario ( salvo una piccola sosta sulla cima del Tabor), la pace passa attraverso tutte le strade scoscese della Quaresima. E non cerca deviazioni comode, ma sale a fatica fino al legno. La pace è un cammino in salita, con i suoi tempi, i suoi rallentamenti, le sue accellerazioni. E anche qualche sosta. E sarà sentinella di pace non chi pretende di trovarsi al traguardo senza essere mai partito, ma chi parte affrontando le fatiche del viaggio con il miraggio di una sosta intravista con il cuore anche se mai pienamente raggiunta.
RispondiEliminaDal deserto del digiuno e della tentazione fino al monte Calvario ( salvo una piccola sosta sulla cima del Tabor), la pace passa attraverso tutte le strade scoscese della Quaresima. E non cerca deviazioni comode, ma sale a fatica fino al legno. La pace è un cammino in salita, con i suoi tempi, i suoi rallentamenti, le sue accellerazioni. E anche qualche sosta. E sarà sentinella di pace non chi pretende di trovarsi al traguardo senza essere mai partito, ma chi parte affrontando le fatiche del viaggio con il miraggio di una sosta intravista con il cuore anche se mai pienamente raggiunta.
RispondiEliminaDal deserto del digiuno e della tentazione fino al monte Calvario ( salvo una piccola sosta sulla cima del Tabor), la pace passa attraverso tutte le strade scoscese della Quaresima. E non cerca deviazioni comode, ma sale a fatica fino al legno. La pace è un cammino in salita, con i suoi tempi, i suoi rallentamenti, le sue accellerazioni. E anche qualche sosta. E sarà sentinella di pace non chi pretende di trovarsi al traguardo senza essere mai partito, ma chi parte affrontando le fatiche del viaggio con il miraggio di una sosta intravista con il cuore anche se mai pienamente raggiunta.
RispondiEliminaCara Dora... sono assai sgomenta. Non c'è volontà di farla finita..troppi interessi!...ora anche quelli elettorali....poi hai sentito degli elicotteristi del contingente italiano deferiti alla corte marziale????...NON HO COMMENTI!!!!
RispondiEliminaCara Dora... sono assai sgomenta. Non c'è volontà di farla finita..troppi interessi!...ora anche quelli elettorali....poi hai sentito degli elicotteristi del contingente italiano deferiti alla corte marziale????...NON HO COMMENTI!!!!
RispondiEliminaCara Dora... sono assai sgomenta. Non c'è volontà di farla finita..troppi interessi!...ora anche quelli elettorali....poi hai sentito degli elicotteristi del contingente italiano deferiti alla corte marziale????...NON HO COMMENTI!!!!
RispondiEliminaCara Dora... sono assai sgomenta. Non c'è volontà di farla finita..troppi interessi!...ora anche quelli elettorali....poi hai sentito degli elicotteristi del contingente italiano deferiti alla corte marziale????...NON HO COMMENTI!!!!
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