Un uomo muore dentro di me
Un uomo muore dentro di me tutte le volte che un uomo
muore da qualche altra parte, assassinato
dalla paura e dall'ansia di altri uomini...
Un uomo muore in me ogni volta che in Asia
o sulla sponda di un fiume
d'Africa o d'America.
o nei parchi di una città d'Europa,
l'arma di un uomo uccide un uomo.
E la sua morte disfa
tutto ciò che credevo di avere eretto
in me su fondamenta eterne:
la fede dei miei eroi,
il mio gusto di stare in silenzio sotto i pini,
l'orgoglio che io avevo di essere uomo
ascoltando Platone narrare la morte di Socrate
e perfino il sapore dell'acqua e perfino il chiaro
piacere di riconoscere
che due e due fanno quattro...
Perché di nuovo, tutto è rimesso in dubbio
tutto di nuovo s'interroga
e pone mille domande senza risposta, nell'ora in cui l'uomo
penetra - a mano armata -
nella vita senza difesa di altri uomini.
Jaime Torres Bodet
(ieri ho pubblicato questa poesia sul blog 'volo obliquo', col pensiero rivolto a Madrid)
Oggi vorrei di nuovo ripetere con Sofocle che
..........."un senza-patria
è chi s’accosta, per sua folle audacia,
al male. E non mi sieda mai vicino,
al focolare, e in nulla abbia comuni
suoi pensieri coi miei
chi così vive ed opera.
Sofocle, Antigone
sono onesto... condivido il tuo parere sul futuro. Purtroppo viviamo nel presente, bagnato di sangue.
RispondiEliminaSe non si agisce e chiudiamo gli occhi, si offende la memoria di è stato ucciso.
Il problema è come agire. Non credo nella repressione fine a se stessa indiscriminata. Renderebbe vane tutte le morti.
La vera guerra è nella cultura e nell'economia. Garantire la libertà di chi è oppresso, evitare che muoia di fame, insegnar loro che è esistono valori più universali della Jihad. E per far questo, è anche necessario sporcarsi le mani
La risposta? Continuare testardamente a leggere Platone, a respirare il profumo dei pini, a credere che bellezza e pace siano possibili e a lavorare come formichine perchè si diffonda nel cuore degli uomini-di sempre più uomini-poesia, contemplazione della natura e compassione. E questo è possibile se crescono per tutti le libertà ( dalla fame, dal bisogno, dalla paura), coscienza di sè, giustizia e dunque pace. Un lavoro lungo, ma tu ogni giorno quì ne fai un pezzettino...
RispondiEliminaAlessio, a cosa serve sporcarsi le mani con mani già lorde di sangue di nostri fratelli? In questo momento di dolore e di consapevolezza della miseria umana, dell'odio che si fa morte innocente, rileggo - oh! quante volte l'ho letto - quello che Gandhi scrisse:" l'ahimsa, il non uccidere, non è solo non fare il male, ma uno stato positivo consistente nell'amare". perchè noi siamo cristiani così diversi?
RispondiEliminaAlessio, a cosa serve sporcarsi le mani con mani già lorde di sangue di nostri fratelli? In questo momento di dolore e di consapevolezza della miseria umana, dell'odio che si fa morte innocente, rileggo - oh! quante volte l'ho letto - quello che Gandhi scrisse:" l'ahimsa, il non uccidere, non è solo non fare il male, ma uno stato positivo consistente nell'amare". perchè noi siamo cristiani così diversi?
RispondiEliminaPer impedire che altri soffrano a causa di chi compie volontariamente il male... Non renderemo conto soltanto dei peccati compiuti, ma anche del bene che avremmo potuto fare e che la nostra ignavia ci ha impedito...
RispondiEliminaAmica mia, non possimamo farci nulla... Vediamo le cose in maniera differente, ma questo non ci impedisce di apprezzare ognuno le idee dell'altro e di trarre insegnamenti. Il vero problema è questo: nessuno vuole ascoltare l'altro
finchè l'essere umano non si sveglierà dalla grande illusione della separatezza dagli altri essere umani e dal creato, il mondo sarà sempre un inferno...felice sera
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