venerdì 5 marzo 2004


SENTINELLE DELLA PACE


 



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Quel «Mai» che si fa sfida nel tempo di


Quaresima





PIERO DI DOMENICO

È trascorso poco più di un anno dal «Mai!» gridato da Giovanni


Paolo II al mondo. «Mai gli uni contro gli altri... mai il futuro


dell'umanità, mai potrà essere assicurato dal terrorismo e


dalla logica della guerra». Un grido che in tanti hanno raccolto


e che è divenuto, anche attraverso questo giornale, la bandiera


alla quale si sono aggrappate le speranze del mondo.


Tra qualche giorno un anno sarà passato anche dallo scoppio di


quella guerra che il «Mai!» del Papa avrebbe voluto evitare.


Qualcuno tirerà le somme del conflitto che ha investito l'Iraq.


Ma su tutto e su tutti peserà il prezzo di vite umane che la guerra ha


preteso. Tanti, troppi morti anche ora che la guerra è conclusa.


Vuoti incolmabili tra la popolazione, tra i civili di organizzazioni


internazionali, tra i militari dell'una e dell'altra parte e anche tra


quelli che in Iraq hanno indossato, sopra la propria, la divisa degli


operatori di pace.


Solo la preghiera può consolare il dolore più atroce e riempire di


senso la speranza umana. È l'unica arma che il cristiano


possiede. L'unico mezzo credibile con il quale confrontarsi con le


vicende della storia, senza soccombere allo scoraggiamento. Ma


di fronte a quanto è accaduto un anno fa e continua a perpetrarsi


in Medio Oriente e in tante altre aree del mondo, come cristiani


abbiamo anche un altro dovere. Il dovere di dar conto di quel


«Mai!» inascoltato del Papa.


Non si tratta di scoprire il «perché». O di indicare «chi» avrebbe


potuto ascoltarlo e non lo ha fatto. Ci si deve invece chiedere


«come» evitare che quel grido si affievolisca anche nelle


nostre coscienze. È doloroso, ma anche comodo rassegnarsi


all'impotenza. Anche l'indignazione alla fine stanca. È meno


compromettente, anche con se stessi, abbassare lo sguardo e


rivolgerlo solo sulle proprie sicurezze. Esiste il rischio che quel


«Mai!» di Giovanni Paolo II — con tutto ciò che esso esprime —


venga dimenticato o cristallizzato nel deposito delle belle utopie.


È un rischio che va rifiutato.


Oggi come ieri, in Iraq come in tutto il mondo c'è bisogno di quel


«Mai!». Gli scenari di guerra continuano ad essere, purtroppo,


molteplici. Proprio domenica scorsa, prima di iniziare gli Esercizi


spirituali, il Papa ha richiamato l'attenzione sulla tragedia che ha


investito Haiti. E all'inizio dell'anno aveva ricordato l'immensa


valle di lacrime che è l'Africa — un Continente ormai lasciato solo


— e le tante sofferenze che, a ogni latitudine, segnano


l'esistenza di milioni di esseri umani.


Riprendere in mano l'arma della preghiera è il primo atto della


mobilitazione di cui si avverte il bisogno; un atto che dà


connotazione e credibilità alla passione per la pace. Accettare la


sfida della carità e della misericordia — che proprio questo


tempo di Quaresima ci propone indicandoci in modo particolare il


mondo dell'infanzia tradita — sarà poi il modo per risvegliare in


noi stessi e negli altri il «Mai!» di Giovanni Paolo II, per renderlo


ancora «contagioso». «Noi cristiani — aveva detto il Papa in


quell'Angelus del 23 febbraio dello scorso anno — siamo chiamati


ad essere come delle sentinelle della pace, nei luoghi in cui


viviamo e lavoriamo. Ci è chiesto, cioè, di vigilare, affinché le


coscienze non cedano alla tentazione dell'egoismo, della


menzogna e della violenza....».


E come «sentinelle della pace» ci si ritroverà ancora una volta


compagni di strada del Profeta della pace.


fat8(©L'Osservatore Romano - 6 Marzo 2004)


 

9 commenti:

  1. non sono compiaciuta per gli orari da schifo..sono stufa!

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  2. Dal deserto del digiuno e della tentazione fino al monte Calvario ( salvo una piccola sosta sulla cima del Tabor), la pace passa attraverso tutte le strade scoscese della Quaresima. E non cerca deviazioni comode, ma sale a fatica fino al legno. La pace è un cammino in salita, con i suoi tempi, i suoi rallentamenti, le sue accellerazioni. E anche qualche sosta. E sarà sentinella di pace non chi pretende di trovarsi al traguardo senza essere mai partito, ma chi parte affrontando le fatiche del viaggio con il miraggio di una sosta intravista con il cuore anche se mai pienamente raggiunta.

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  3. Dal deserto del digiuno e della tentazione fino al monte Calvario ( salvo una piccola sosta sulla cima del Tabor), la pace passa attraverso tutte le strade scoscese della Quaresima. E non cerca deviazioni comode, ma sale a fatica fino al legno. La pace è un cammino in salita, con i suoi tempi, i suoi rallentamenti, le sue accellerazioni. E anche qualche sosta. E sarà sentinella di pace non chi pretende di trovarsi al traguardo senza essere mai partito, ma chi parte affrontando le fatiche del viaggio con il miraggio di una sosta intravista con il cuore anche se mai pienamente raggiunta.

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  4. Dal deserto del digiuno e della tentazione fino al monte Calvario ( salvo una piccola sosta sulla cima del Tabor), la pace passa attraverso tutte le strade scoscese della Quaresima. E non cerca deviazioni comode, ma sale a fatica fino al legno. La pace è un cammino in salita, con i suoi tempi, i suoi rallentamenti, le sue accellerazioni. E anche qualche sosta. E sarà sentinella di pace non chi pretende di trovarsi al traguardo senza essere mai partito, ma chi parte affrontando le fatiche del viaggio con il miraggio di una sosta intravista con il cuore anche se mai pienamente raggiunta.

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  5. Dal deserto del digiuno e della tentazione fino al monte Calvario ( salvo una piccola sosta sulla cima del Tabor), la pace passa attraverso tutte le strade scoscese della Quaresima. E non cerca deviazioni comode, ma sale a fatica fino al legno. La pace è un cammino in salita, con i suoi tempi, i suoi rallentamenti, le sue accellerazioni. E anche qualche sosta. E sarà sentinella di pace non chi pretende di trovarsi al traguardo senza essere mai partito, ma chi parte affrontando le fatiche del viaggio con il miraggio di una sosta intravista con il cuore anche se mai pienamente raggiunta.

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  6. Cara Dora... sono assai sgomenta. Non c'è volontà di farla finita..troppi interessi!...ora anche quelli elettorali....poi hai sentito degli elicotteristi del contingente italiano deferiti alla corte marziale????...NON HO COMMENTI!!!!

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  7. Cara Dora... sono assai sgomenta. Non c'è volontà di farla finita..troppi interessi!...ora anche quelli elettorali....poi hai sentito degli elicotteristi del contingente italiano deferiti alla corte marziale????...NON HO COMMENTI!!!!

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  8. Cara Dora... sono assai sgomenta. Non c'è volontà di farla finita..troppi interessi!...ora anche quelli elettorali....poi hai sentito degli elicotteristi del contingente italiano deferiti alla corte marziale????...NON HO COMMENTI!!!!

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  9. Cara Dora... sono assai sgomenta. Non c'è volontà di farla finita..troppi interessi!...ora anche quelli elettorali....poi hai sentito degli elicotteristi del contingente italiano deferiti alla corte marziale????...NON HO COMMENTI!!!!

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