lunedì 1 marzo 2004

 

Pace tra i ghiacci

Il conflitto tra Israeliani e Palestinesi si trascina da 50 anni. Un gruppo di otto persone, con una spedizione in Antartide, dà un esempio positivo di cooperazione tra le due comunità


31 dicembre 2003 - “Vogliamo dimostrare che gli Israeliani e i Palestinesi partono come un unico gruppo, non due. Supereremo insieme ostacoli e pericoli”. Così Ziad Darwish, giornalista palestinese, ha presentato la missione Rompere il ghiaccio che partirà il 1 gennaio 2004 per l’Antartide.


La spedizione è composta da quattro Palestinesi e quattro Israeliani, sei uomini e due donne. Il loro obiettivo è quello di scalare un picco inesplorato dell’Antartide, che raggiungeranno dal Cile meridionale, navigando attraverso il Passaggio di Drake, considerato uno dei tratti di mare più pericolosi al mondo.


L’interesse scientifico del progetto è rilevante, ma l’obiettivo principale dell’avventura è simbolico: gli otto esploratori vogliono dimostrare che le due comunità possono lavorare insieme. Pur divise da differenze politiche e religiose, la collaborazione e la coesistenza pacifica sono possibili, anzi necessarie.


“Non siamo dei semplici pacifisti”, dice Heskel Nathaniel, il coordinatore dell’iniziativa. I componenti del gruppo hanno vissuto esperienze forti, trovando proprio in queste la volontà di dare un esempio positivo.


Doron Erel e Avihu Shoshani, ad esempio, sono due israeliani che hanno prestato servizio militare per anni nei temutissimi corpi speciali delle forze armate d’Israele.

Suleiman al-Kathib, palestinese, ha scontato dieci anni di prigione per azioni contro le truppe israeliane, come Nasser Quos, che per la stessa accusa, di anni in carcere ne ha trascorsi tre. Il fratello di Ziad Darwish, l’organizzatore della spedizione, è morto sotto il fuoco dell’esercito di Israele nel 1982, durante una operazione nei Territori Occupati.


La spedizione è organizzata da Extreme Peace Missions, un’associazione che vuole sostenere il confronto e il dialogo tra popoli in guerra attraverso la condivisione di esperienze estreme, in cui collaborare è vitale. In questa avventura, tranne Erel e Nathaniel, nessuno dei componenti ha precedenti esperienze di scalate in montagna. Gli altri membri del gruppo svolgono i lavori più vari: uno è avvocato, un altro è insegnante di educazione fisica, un altro ancora è allenatore di calcio e c’è anche un giornalista.


Una volta giunti sulla vetta in Antartide, gli otto membri del gruppo terranno una cerimonia simbolica per dare un nome benaugurante al picco, che non è stato ancora battezzato.


Christian Elia


da: http://www.peacereporter.net


postato da harmonia | 22:15 | commenti (2)

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