Natale 2003
Quando Dio entra nella storia
Per questo Natale, giustizia. Non elemosina
di DON VINICIO ALBANESI*
È molto difficile mettere insieme i momenti di precarietà che attraversano la vita delle persone in questi ultimi tempi, con la gioia del messaggio di Natale che viene.
Abbiamo da sempre predicato la povertà, l'umiltà e la pochezza della vicenda di Betlemme: è come se d'improvviso fossimo oggi chiamati a vivere quella pochezza di mezzi in prima persona e non da spettatori, come in altri anni.
Eppure è il clima che hanno vissuto Maria e Giuseppe: l’invasore straniero, il viaggio precario, l’arrangiarsi per la nascita, la fuga in Egitto, la strage degli innocenti. Un po’ come viviamo oggi: nella precarietà del presente e del futuro, anche tra tragedie di morte e di guerre.
Quella nascita storica che ha dato i contenuti della nostra fede è partita dal gradino più basso della condizione umana, perché da quel gradino ripartisse la speranza. Non è difficile trarre insegnamenti, celebrando il Natale del Signore.
Ma forse l’insegnamento più bello viene dalle parole dell'evangelista Luca:
È l’auspicio della ricostruzione del giardino dissestato dal male, perché rifiorisca nella natura e nei suoi abitanti.
L’universo affidato alle creature deve poter risorgere, nel rispetto di ogni creatura animata e inanimata, nell’offrire occasioni perché ogni abitante della terra sia felice della vita da Dio concessa. Non può esistere Natale per chi è ripiegato su se stesso, pur preoccupato di sé e dei suoi. Non possono star bene solo coloro che hanno pelle bianca, sono cittadini riconosciuti, hanno lavoro, sono integrati, non sono vecchi, non sono malati.
Ogni qual volta si abbandona la giustizia e ritorna l'ombra dell'elemosina è come un'ombra di morte che copre la terra, non soltanto per coloro che sono costretti a chiederla, ma anche per coloro che si dichiarano disposti a concederla.
Il disegno di Dio è solare:
Il segno del bambino è il segno della vita dignitosa che deve poter esplodere nella crescita e nella vita piena.
Dio fattosi uomo è la garanzia della sacralità del creato, nel rispetto della natura e delle creature: a ciascuno la risposta.
*Comunità di Capodarco
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