mercoledì 31 dicembre 2003


    NEXT


Il lato oscuro della resistenza olandese


Next è adesso. Subito. Perché è difficile immaginare ciò che accadrà, non domani, ma perfino stasera. Se globalizzazione ha un significato, per gli individui, è proprio questo.


Riduzione del tempo e dello spazio.


Al punto da annichilire ogni possibile previsione. Tutto ciò che avviene ovunque può condizionare il mio piccolo mondo. Il mio privato. Oggi. E comunque mi emoziona, mi coinvolge.


Le torri gemelle che si sfaldano. L’intervento in Iraq. Ma anche i mille fuochi accesi in luoghi insospettabili. Timor est, la Cecenia, il Daghestan. E i mille morbi mitici, evocati a mille e mille miglia da noi. L’ebola e la sars. Ci fanno sentire in pericolo. Minacciati.


Il tempo. Si accorcia. E l’attualità supera ogni profezia, per quanto iperbolica. La spinge nel passato. Per cui diviene difficile non solo immaginare, ma “immaginare di immaginare”. Il futuro. E se ieri era importante “investire”, in vista di un domani (ritenuto) “prevedibile”, oggi conta essere “flessibili”.


Per aderire alle pieghe di un presente infinito.


Senza perdersi.


Ilvo DiamantiLA REPUBBLICA, 31 Dicembre 2003


martedì 30 dicembre 2003

"Prometti che gl...



"Prometti che gli insegnerai a volare" - stridette la gabbiana.


"Lo prometto" - risposi..


Luis Sepùlveda, scrittore cileno


Cannibalismo mostruoso e raccapricciante



Francisco José de Goya y Lucientes, Saturno divora i suoi figli



Francisco José de Goya y Lucientes, Saturno divora i suoi figli



Saturno è il corrispondente di Crono, il dio che i Greci associavano al tempo, ma nella loro tarda mitologia. All'inizio Crono divorava i figli per evitare che uno di loro lo privasse del potere, come era stato profetizzato. E come avvenne.



Questo truce Saturno sembra la rappresentazione macabra dell'egoismo senza limiti imperante società Spagnola tra Settecento e Ottocento. Ma non è anche la rappresentazione di certe teorie economiche dei nostri tempi? E che dire dei pregiudizi, dei fanatismi, degli integralismi d'oggi che continuano a divorare i diritti fondamentali di un numero incalcolabile di esseri umani?


LIBERISMO-CAPITALISMO ANTROPOFAGO E AUTOFAGO


Probabilmente non è giusto che usi il caso di una persona nell'occhio del ciclone per esprimere due ideuzze, peraltro non nuove, sul disastro umanitario provocato dall'affermazione dell'estremismo capitalista come ideologia e della sua diffusione nei paesi cosiddetti "occidentali" che sono passati dalla "economia di mercato" a un regime di "liberismo-capitalismo reale".


Il "LIBERISMO-CAPITALISMO REALE" , secondo la mia opinione attuale, è dissimile forse nei metodi, ma simmetricamente simile ai regimi del "SOCIALISMO REALE", la cui caduta gli onesti amanti della giustizia e dei diritti umani salutarono con sollievo.


*




 Il caso PARMALAT è uno dei tanti che stanno venendo alla luce in tutto il mondo della civiltà cosiddetta occidentale, che il nostro "premier" definì senza possibilità di dubbio "superiore alle altre e in particolare a quella islamica". Mi sembra superfluo ricordare qui gli esempi fulminanti della ENRON e simili negli USA, e altrove. Ma mi sembra doveroso moralmente RICORDARE che l'attuale Governo Italiano, democraticamente eletto e detentore di ampi poteri, tra i suoi primi atti ebbe cura di proporre e far approvare la depenalizzazione e/o la pesante diminuzione di responsabiltà per i REATI DI FALSO IN BILANCIO.


 



Benvenuti nel sito del Governo Italiano


Dal sito ufficiale del Governo Italiano - martedì 23 dicembre 2003


Parmalat: governo chiede a Ue stato di crisi


Il governo italiano chiedera' alla Commissione Europea di riconoscere lo stato di crisi del settore lattiero-caseario in Italia per effetto della situazione della Parmalat. Contemporaneamente chiedera' di attivare le misure comunitarie di sostegno e la deroga rispetto al regime ordinario degli aiuti di stato, in modo da aiutare le imprese degli allevatori ad uscire dalle diverse forme di crisi che stanno attraversando.


DISEGNO DI LEGGE: Delega al Governo per la riforma del diritto societario.


Consiglio dei Ministri: 28/06/2001
Proponenti: Giustizia


Note: Per approfondimenti vai a:
www.governo.it/governoinforma/dossier/100giorni/index.html

Art. 1. (Delega)


1. Il Governo è delegato ad adottare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi recanti la riforma organica della disciplina delle società di capitali e cooperative, la disciplina degli illeciti penali ed amministrativi riguardanti le società commerciali, nonché nuove norme sulla giurisdizione per la definizione dei procedimenti nelle materie di cui all'articolo ...

3. I decreti legislativi previsti dal comma 1 sono adottati su proposta del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.



Legge 3 ottobre 2001, n. 366


"Delega al Governo per la riforma del diritto societario"


pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 234 dell'8 ottobre 2001


____________________


Art. 1.


(Delega)


1. Il Governo è delegato ad adottare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi recanti la riforma organica della disciplina delle società di capitali e cooperative, la disciplina degli illeciti penali e amministrativi riguardanti le società commerciali, nonché nuove norme sulla procedura per la definizione dei procedimenti nelle materie di cui all’articolo 12.


2. La riforma, nel rispetto ed in coerenza con la normativa comunitaria e in conformità ai princìpi e ai criteri direttivi previsti dalla presente legge, realizzerà il necessario coordinamento con le altre disposizioni vigenti, ivi comprese quelle in tema di crisi dell’impresa, novellando, ove possibile, le disposizioni del codice civile.
3. I decreti legislativi previsti dal comma 1 sono adottati su proposta del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro delle attività produttive. [...].



Art. 11.


(Disciplina degli illeciti penali e amministrativi riguardanti le società commerciali)


1. La riforma della disciplina penale delle società commerciali e delle materie connesse è ispirata ai seguenti princìpi e criteri direttivi:


a) prevedere i seguenti reati e illeciti amministrativi:
1) falsità in bilancio, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali previste dalla legge, consistente nel fatto degli amministratori, direttori generali, sindaci e liquidatori i quali, nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali previste dalla legge dirette ai soci o al pubblico, espongono fatti materiali non rispondenti al vero, ancorché oggetto di valutazioni, idonei ad indurre in errore i destinatari sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale essa appartiene, con l’intenzione di ingannare i soci o il pubblico, ovvero omettono con la stessa intenzione informazioni sulla situazione medesima, la cui comunicazione è imposta dalla legge; precisare che la condotta posta in essere deve essere rivolta a conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto; precisare altresì che le informazioni false od omesse devono essere rilevanti e tali da alterare sensibilmente la rappresentazione della situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale essa appartiene, anche attraverso la previsione di soglie quantitative; estendere la punibilità al caso in cui le informazioni riguardino beni posseduti o amministrati dalla società per conto di terzi; prevedere autonome figure di reato a seconda che la condotta posta in essere abbia o non abbia cagionato un danno patrimoniale ai soci o ai creditori, e di conseguenza:


1.1) quando la condotta non abbia cagionato un danno patrimoniale ai soci o ai creditori la pena dell’arresto fino a un anno e sei mesi;


1.2) quando la condotta abbia cagionato un danno patrimoniale ai soci o ai creditori: 1.2.1) la pena della reclusione da sei mesi a tre anni e la procedibilità a querela nel caso di società non soggette alle disposizioni della parte IV, titolo III, capo II, del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58; 1.2.2) la pena della reclusione da uno a quattro anni e la procedibilità d’ufficio nel caso di società soggette alle disposizioni della parte IV, titolo III, capo II, del citato testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58; regolare i rapporti della fattispecie con i delitti tributari in materia di dichiarazione; prevedere idonei parametri per i casi di valutazioni estimative;


2) falso in prospetto, consistente nel fatto di chi, nei prospetti richiesti ai fini della sollecitazione all’investimento o dell’ammissione alla quotazione nei mercati regolamentati, ovvero nei documenti da pubblicare in occasione delle offerte pubbliche di acquisto o di scambio, con la consapevolezza della falsità e l’intenzione di ingannare i destinatari del prospetto, espone false informazioni idonee ad indurre in errore od occulta dati o notizie con la medesima intenzione; precisare che la condotta posta in essere deve essere rivolta a conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto; precisare che la condotta deve essere idonea a trarre in inganno i destinatari del prospetto; prevedere sanzioni differenziate a seconda che la condotta posta in essere abbia o non abbia cagionato un danno patrimoniale ai destinatari e di conseguenza: 2.1) la pena dell’arresto fino ad un anno quando la condotta non abbia cagionato un danno patrimoniale ai destinatari; 2.2) la pena della reclusione da uno a tre anni quando la condotta abbia cagionato un danno patrimoniale ai destinatari;
3) falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni della società di revisione, consistente nel fatto dei responsabili della revisione, i quali, nelle relazioni o in altre comunicazioni, con la consapevolezza della falsità e l’intenzione di ingannare i destinatari delle comunicazioni, attestano il falso od occultano informazioni concernenti la situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società, ente o soggetto sottoposto a revisione; precisare che la condotta posta in essere deve essere rivolta a conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto; precisare che la condotta deve essere idonea a trarre in inganno i destinatari sulla predetta situazione; prevedere sanzioni differenziate a seconda che la condotta posta in essere abbia o non abbia cagionato un danno patrimoniale [...]


SI VA AVANTI COSI' CON PENE LEGGERE O LEGGERISSIME O IRRISORIE FINO A ...



8) illegale ripartizione degli utili e delle riserve, consistente nel fatto degli amministratori che ripartiscono utili o acconti su utili non effettivamente conseguiti o destinati per legge a riserva, ovvero che ripartiscono riserve, anche non costituite con utili, che non possono per legge essere distribuite; prevedere la pena dell’arresto fino ad un anno. La ricostituzione degli utili o delle riserve prima del termine previsto per l’approvazione del bilancio estingue il reato;


9) illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante, consistente nel fatto degli amministratori che acquistano o sottoscrivono azioni o quote sociali o della società controllante, cagionando una lesione all’integrità del capitale sociale e delle riserve non distribuibili per legge; prevedere la pena della reclusione fino ad un anno. Se il capitale sociale o le riserve sono ricostituiti prima del termine previsto per l’approvazione del bilancio relativo all’esercizio in relazione al quale è stata posta in essere la condotta, il reato è estinto; [...]


E SI VA AVANTI COSI' CON TANTI CASI IN CUI IL REATO E' ESTINTO O SI ESTINGUE O NON SO COS'ALTRO ....


Chiedo scusa, ma mi sono stancata. Ho letto tutto, però. Un consiglio:


Le Leggi, se le leggi, le capisci.


E, se le capisci, puoi tentare di difenderti, quando sono palesemente ingiuste.




lunedì 29 dicembre 2003

Benvenuti nel sito del Governo Italiano


Consiglio dei Ministri n.139 del 23 dicembre 2003


La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica:


il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 13.20 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente, Silvio Berlusconi.


Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Gianni Letta. [...]


Successivamente, il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti:


su proposta del Ministro delle comunicazioni, Gasparri:


- un decreto-legge che determina le modalità della definitiva cessazione del regime transitorio contenuto nella legge n.249 del 1997 (legge Maccanico), affidando all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni il compito di svolgere un esame delle complessive offerte di programmi trasmessi in tecnica digitale terrestre e di trasmettere una relazione al Parlamento ed al Governo su quanto accertato.


Fino alle decisioni dell’Autorità è consentito



  • alle emittenti eccedenti i limiti antitrust di

  • proseguire le trasmissioni ... (usando le frequenze date in concessione a Europa 7 fin dal lontano 1999 ...

  • ed alla terza rete RAI di avvalersi della pubblicità ... (ma come è entrata RAI 3 in questo decreto?)


Per l’intera durata della discussione ed all’atto dell’approvazione del provvedimento, il Presidente Berlusconi ed il Sottosegretario Letta si sono allontanati dall’aula del Consiglio; [...]


Nota personale. -  Vorrei fa notare che è giusto attribuire a BERLUSCONI la responsabilità della conduzione del Governo, ma è anche giusto ricordare che ogni suo progetto o desiderio viene esaudito grazie al voto libero dei suoi volenterosi collaboratori. Costoro sono uomini liberi, ricchi, istruiti, consapevoili di quello che fanno. Di conseguenza sono responabili di ogni voto dato e di ogni decisione presa. Nel fatto in questione i VOLENTEROSI COLLABORATORI sono i MINISTRI di questo GOVERNO.


 

Financial Times; Dec 29, 2003 - Martin Mulligan and Wolfgang Munchau


Parmalat affair has plenty of blame to go round (L'affare Parmalat ha ancora molte responsabilità da tirar fuori)


 Il FINANCIAL TIMES a proposito del caso PARMALAT:


«Gli italiani pagheranno gli errori di Berlusconi»

La legge sul falso in bilancio, il ritorno della corruzione. Il caso Parmalat è il frutto di una debolezza del sistema di controllo dell'economia in Italia e il responsabile di questa debolezza ha un nome e un cognome: Silvio Berlusconi. Lo afferma il Financial Times, in un'editoriale che dice: «Guardiamo ai fatti». Gli investitori fino ad oggi non lo hanno fatto. E ora chi ne paga le conseguenze: «I contribuenti italiani e la comunità internazionale».



Gli investitori adesso possono anche mostrare stupore. Ma bastava guardare al passato per cogliere certi segnali, e non affidarsi solo alle stime delle agenzie di rating. «Le aziende di Berlusconi sono state coinvolte in accuse di frodi in bilancio; e arrivato al governo lo stesso Berlusconi ha fatto leggi per proteggere il mercato da pubblici ministeri troppo zelanti. Lo scorso anno la legge sul falso in bilancio è stata molto allentata – spiega Munchau – La massima pena è stata abbassata a tre anni di carcere. Il numero delle esenzioni è stato accresciuto».


Ora il crack della società di Calisto Tanzi dimostra come quella legge fosse fuori dal tempo. E nell’economia italiana si apre un buco impressionante: «Si stima che dai conti dell’azienda manchino circa 10 miliardi di euro. È circa lo 0,8% del Pil Italiano. Come percentuale sul Pil degli Stati Uniti, il buco di Enron al confronto era una manciata di noccioline».


E così anche il mito di Berlusconi presidente – imprenditore è sfatato: «Il più grande errore commesso dagli investitori è stato di farsi cullare dall’idea che Berlusconi sarebbe stato un bene per l’ecomonia solo perché era stato un buon business man». Al contrario: le sue scelte di governo hanno drasticamente ridotto la credibilità del sistema Italia. Come esempio Munchau cita le stime di un’organizzazione no profit, Trasparency International, sui livelli di corruzione nell’Unione Europea: l’Italia è il secondo paese più corrotto, subito dopo la Grecia.


«Proprio come l’incapacità di Berlusconi nella gestione della presidenza dell’Unione Europea ha provocato una crisi di fiducia reciproca quando i leader si sono incontrati per accordarsi sulla nuova costituzione, allo stesso modo – afferma Munchau – le sue scelte hanno contribuito a introdurre in Italia un clima in cui gli scandali finanziari sono più, invece che meno, probabili».


E ora chi ne paga le conseguenze? Gli italiani per primi: «C’è un prezzo da pagare per il cattivo governo e la cattiva amministrazione, e i contribuenti italiani e la comunità internazionale dovranno pagarlo». Berlusconi, invece, quando comincerà a pagare la sua parte?


Da L'UNITA', 29 Dicembre 2003 - di RED


E l'OBSERVER da parte sua scrive:

 


Il suo controllo dei mezzi di comunicazione soffoca ogni possibilità di dibattito e critica.


Il risultato: cattivo governo,


                     niente pluralismo


                     e Parmalat».



«Come primo ministro, incarico ottenuto grazie al supporto dei propri media, Berlusconi è in grado di mettere in pratica quanto predicato attraverso i suoi giornali e le sue televisioni.

sabato 27 dicembre 2003





DA OMAR KHAYYAM


POESIA PER I PERSIANI DI BAM




Questa gran volta del cielo sotto la quale stupiti viviamo


è come una lanterna, magica d'illusione:


il Lume dentro n'è il Sole, la lanterna è il Mondo;


e noi come forme fuggenti, sbigottiti, passiamo.


*



Questi che ora son vecchi, e questi giovani ancora,


ognuno ansioso s'affanna correndo alla Mèta;


ma a questo antichissimo mondo, alfine, nessuno rimane.


Andarono. Andremo. Altri verranno. Ed andranno.






O cuore, fa' conto di avere tutte le cose del mondo,


fa' conto che tutto ti sia giardino delizioso di verde,


e tu su quell'erba verde fa conto di esser rugiada


gocciata colà nella notte, e al sorger dell'alba svanita.







Gli Iraniani amano la Poesia e la Musica, le Rose e l'Amore,


ma sono soprattutto un Popolo di Poeti.

venerdì 26 dicembre 2003

MANDALA DELLA MENTE


Slowly move your mouse over below thanka painting of the Mind Mandala to see a pop-up explanation of the deities and objects in the mandala palace.


Thanka of Kalachakra MIND Mandala: from www.tibetart.com
Protector
Protector
Protector
Vase
Vase
Vase
Vase
Vase
Vase
Vase
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Bodhisattva
Wooden gong
Conch
Wish-granting Tree
Bodhisattva
Wish-granting jewel
Tathagata
Tathagata
Tathagata
Tathagata
Tathagata
Tathagata
Tathagata
Tathagata
Shakti
Shakti
Shakti
Shakti
Shakti
Shakti
Shakti
Kalachakra and Vishvamata

Shakti

Vase
Protector


Below image is a 3D-view of the Mind Mandala. Not all dimensions have been officially verified, but it should give a good overall impression. All ornamentation is left out to create a clearer image, but note that even the ornaments do have profound symbolic meaning. The deities are represented as cylinders in the correct color. Deity pairs are represented as two half-cylinders.

HIMALAYA Lago Tags...

HIMALAYA


Lago Tagsangkaru Lago Tagsangkaru


KARAKORUM


Karakorum




Il Mistero si trova fra queste Montagne?

Città di Luci Con...

Città di Luci



Con l'attenzione continua,


la riflessione,


la temperanza, il dominio di sé


il Saggio costruisce un'Isola


che le Onde non possono sommergere.


(Dhammapada)


giovedì 25 dicembre 2003

...


 


 


 




A Christmas Carol


L' Antica Saggezza di Shambhala




SHAMBALAH



Il Sentiero


mercoledì 24 dicembre 2003

Natale 2003 Qua...

Natale 2003



Quando Dio entra nella storia


Per questo Natale, giustizia. Non elemosina


di DON VINICIO ALBANESI*



È molto difficile mettere insieme i momenti di precarietà che attraversano la vita delle persone in questi ultimi tempi, con la gioia del messaggio di Natale che viene.




Abbiamo da sempre predicato la povertà, l'umiltà e la pochezza della vicenda di Betlemme: è come se d'improvviso fossimo oggi chiamati a vivere quella pochezza di mezzi in prima persona e non da spettatori, come in altri anni.




Essere lieti non è facile. Il lavoro che non c’è; la paura dei terrorismi vicini e lontani; la rabbia di lavoratori che non si sentono sufficientemente tutelati; il male che incombe nell'universo, nella nostra Italia, nelle famiglie, la solitudine triste e pericolosa. Una serie di circostanze che fa stare desti, in una gioia contenuta e non rilassata, perché forte è l'incertezza del futuro. Un momento di prova potremmo dire.




Eppure è il clima che hanno vissuto Maria e Giuseppe: l’invasore straniero, il viaggio precario, l’arrangiarsi per la nascita, la fuga in Egitto, la strage degli innocenti. Un po’ come viviamo oggi: nella precarietà del presente e del futuro, anche tra tragedie di morte e di guerre.
Quella nascita storica che ha dato i contenuti della nostra fede è partita dal gradino più basso della condizione umana, perché da quel gradino ripartisse la speranza. Non è difficile trarre insegnamenti, celebrando il Natale del Signore.




L’apprezzamento e il ringraziamento prima di tutto di quanto abbiamo: è molto, se paragonato alle condizioni di fame e di violenza sparse nel mondo. Il benessere che sembra svanire è ancora alto e diffuso, anche se non mancano zone d'ombra e di pericolo.
Ma forse l’insegnamento più bello viene dalle parole dell'evangelista Luca: «E all’improvviso ci fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nelle altezze e sulla terra pace agli uomini della sua benevolenza”» (Lc 2,14).




È l’auspicio della ricostruzione del giardino dissestato dal male, perché rifiorisca nella natura e nei suoi abitanti.
L’universo affidato alle creature deve poter risorgere, nel rispetto di ogni creatura animata e inanimata, nell’offrire occasioni perché ogni abitante della terra sia felice della vita da Dio concessa. Non può esistere Natale per chi è ripiegato su se stesso, pur preoccupato di sé e dei suoi. Non possono star bene solo coloro che hanno pelle bianca, sono cittadini riconosciuti, hanno lavoro, sono integrati, non sono vecchi, non sono malati.


È l'illusione di chi conta, salvo scoprire che i propri risparmi vanno in fumo, che i figli sono costretti ad emigrare, che le pensioni di vecchiaia sono insufficienti, che nessuno garantisce la tarda età.
Ogni qual volta si abbandona la giustizia e ritorna l'ombra dell'elemosina è come un'ombra di morte che copre la terra, non soltanto per coloro che sono costretti a chiederla, ma anche per coloro che si dichiarano disposti a concederla.




Il disegno di Dio è solare: figli e figlie destinati tutti a “godere” della vita, nell'equilibrio del rispetto, così che a ciascuno sia garantita la speranza di vita.




Il Natale ritorna non per rimproverare, ma per illuminare le menti e riscaldare i cuori, perché tutte le creature comprendano e capiscano qual è il disegno di Dio su ciascuno.




I momenti di difficoltà come questi servano dunque a “ripartire” negli slanci di idealità della vita. Il sole tornerà a splendere sulla terra, se i suoi abitanti sapranno rivedere in positivo le proprie intenzioni e azioni. Se riusciranno a superare paure, pregiudizi, inganni e ingiustizie.




Il segno del bambino è il segno della vita dignitosa che deve poter esplodere nella crescita e nella vita piena.


Dio fattosi uomo è la garanzia della sacralità del creato, nel rispetto della natura e delle creature: a ciascuno la risposta.



*Comunità di Capodarco


dal quotidiano EUROPA - 24 Dicembre 2003


postato da harmonia | 20:53 | commenti (1)
















Natale 2003 VIGIL...

Natale 2003


VIGILIA DI NATALE NEL CAMPO PROFUGHI DI RAFAH (STRISCIA DI GAZA)







Wed Dec 24, 6:25 AM ET






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Wed Dec 24, 7:27 AM ET                                                   Wed Dec 24, 7:51 AM ET







Tue Dec 23, 9:17 AM ET                      Wed Dec 24, 3:15 PM ET
 
 






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Click for Large Photo Israeli Prime Minister Ariel Sharon Lights a Menorah during a ceremony marking the Jewish celebration of Chanukah, in Jerusalem December 24, 2003

REUTERS






















Natale 2003


Auguri di  Libertà  Verità  Giustizia a


Esseri Umani Animali Piante Natura



Tra Saddam e Wolfowitz


Nella storia, le azioni più indegne sono state sempre accompagnate da dichiarazioni di nobili intenti - di Noam Chomsky



Chiunque si preoccupi un minimo dei diritti umani e della giustizia dovrebbe essere felice della cattura di Saddam Hussein, e dovrebbe aspettare con ansia che sia giudicato da un tribunale internazionale.

Saddam dovrebbe essere processato per atrocità come l’eccidio dei curdi del 1988 ma anche, e soprattutto, per il massacro degli sciiti che avrebbero potuto rovesciare il suo regime nel 1991. All’epoca, Washington e i suoi alleati avevano “un’unanime convinzione: quali che fossero le sue colpe, il leader iracheno dava più garanzie di quelli che avevano subìto la sua repressione”, scriveva Alan Cowell sul New York Times.

Lo scorso dicembre, il ministro degli esteri britannico Jack Straw ha reso pubblico un dossier sui crimini di Saddam che si riferiva quasi interamente al periodo in cui gli Stati Uniti e la Gran Bretagna lo sostenevano con decisione. Ovviamente il rapporto non citava questo sostegno. Questi comportamenti riflettono un difetto radicato nella nostra cultura. A volte viene chiamato “dottrina del cambiamento di corso” e gli Usa l’invocano ogni due o tre anni.

La dottrina consiste nel dire: “Certo, in passato abbiamo commesso degli errori per ingenuità o superficialità. Ma ora è tutto cambiato, non perdiamo tempo a discutere di queste faccende noiose”. È una dottrina disonesta e vigliacca, ma ha i suoi vantaggi: ci difende dal pericolo di capire cosa sta succedendo sotto i nostri occhi.

Gli idealisti senza passato








jefferson.GIF (49459 byte) Thomas Jefferson (padre fondatore e terzo presidente della Confederazione) sulla situazione dei suoi tempi:


“Non crediamo che Bonaparte abbia combattuto semplicemente per la libertà dei mari, più di quanto crediamo che l’Inghilterra stia combattendo per la libertà dell’umanità. L’obiettivo è sempre lo stesso:


conquistare il potere, la ricchezza e le risorse di altri paesi”.



Tutti gli articoli di Noam Chomsky.
Gli errori di Bush in Iraq
Contro il mondo
Lezioni dal mondo
Una guerra coloniale

Noam Chomsky, nato nel 1928 negli Stati Uniti, è un linguista di fama mondiale e un esponente della sinistra radicale nordamericana. Dal 1955 è professore di linguistica al Massachusetts Institute of Technology.


Questo articolo
È stato pubblicato sul numero 519 di Internazionale, 18 dicembre 2003


Bibliografia essenziale
11 settembre. Le ragioni di chi?
Tropea, 2001

Saggi linguistici
Bollati Boringhieri 1979
Conoscenza e libertà
Einaudi 1973
Il potere dei media
Vallecchi 1994
I nuovi mandarini; gli intellettuali e il potere in America
Einaudi 1969
Anno 501, la conquista continua
Gamberetti 1993


Link utili
• Noam Chomsky's Znet Homepage
La pagina di Chomsky sul sito della rivista online Znet [in inglese]

• The Noam Chomsky Archive
L'archivio online degli scritti di Chomsky. Contiene anche informazioni biografiche e bibliografiche, e link [in inglese]

• Archivio web Noam Chomsky
L'archivio online degli scritti di Chomsky.
[in italiano]



Il capitolo più recente della carriera di Wolfowitz è il suo rapporto Determination and findings
sui generosi appalti per la ricostruzione dell’Iraq, da cui sono stati esclusi tutti i paesi che hanno osato assumere la posizione della maggioranza dei loro cittadini.

Wolfowitz ha giustificato la decisione “per motivi di sicurezza”, motivi che non riusciamo a vedere. Ora le multinazionali americane Halliburton e Bechtel saranno libere di “competere” in Iraq con le vivaci democrazie dell’Uzbekistan e delle Isole Salomone, ma non con quelle dei paesi più industrializzati.

L’elemento più importante è il fatto che il disprezzo per la democrazia mostrato da Washington è stato accompagnato da un coro di elogi per il suo desiderio di democrazia. Essere riusciti a ottenere un risultato del genere è un’impresa ammirevole, difficile perfino per uno stato totalitario.

Gli iracheni conoscono bene il rapporto tra conquistatori e conquistati. Gli inglesi crearono l’Iraq a proprio beneficio. Era la politica delle “facciate arabe” – creare regimi deboli possibilmente parlamentari, che in realtà consentissero agli inglesi di governare.

Chi si sarebbe mai aspettato che gli Stati Uniti avrebbero permesso la nascita di uno stato indipendente iracheno, soprattutto ora che si sono riservati il diritto di creare basi militari permanenti nel cuore della regione che produce la maggiore parte del petrolio del mondo, e hanno imposto un regime economico che nessuno stato sovrano accetterebbe mai, mettendo il paese in mano a grandi aziende occidentali?

Nel corso della storia, le azioni più indegne e vergognose sono state sempre accompagnate da dichiarazioni di nobili intenti, e dalla retorica della libertà. Se fossimo onesti, non potremmo che confermare il commento di
Per esempio, il motivo dichiarato dall’amministrazione americana
per entrare in guerra contro l’Iraq era quello di voler salvare il mondo da un tiranno che produceva armi di distruzione di massa e aveva rapporti con il terrorismo.

Ora nessuno ci crede più. La nuova spiegazione è che abbiamo invaso l’Iraq per riportare la democrazia in quel paese e per democratizzare l’intero Medio Oriente. A volte la ripetizione di questa tesi raggiunge un livello di rapito entusiasmo. Il mese scorso, per esempio, il commentatore del Washington Post David Ignatius ha definito l’invasione dell’Iraq “la più idealistica delle guerre moderne”.

Ignatius è rimasto colpito da Paul Wolfowitz, “il più idealista dell’amministrazione Bush”, descritto come un vero intellettuale “il cui cuore sanguina per l’oppressione del mondo arabo e sogna di liberarlo”.

Forse questo può aiutarci a capire la carriera di Wolfowitz. Quando era ambasciatore in Indonesia durante la presidenza Reagan, appoggiò il dittatore Suharto – uno dei più brutali sterminatori del secolo. Come responsabile del dipartimento di stato per gli affari asiatici, Wolfowitz organizzò il sostegno a feroci dittatori come Chun, in Corea del Sud, e Marcos, nelle Filippine. Ma tutto ciò diventa irrilevante in base alla comoda dottrina del cambiamento di corso.

Il cuore di Paul Wolfowitz sanguina per le vittime dell’oppressione, e se la sua storia dimostra il contrario è solo acqua passata.