mercoledì 10 novembre 2004

Dio salvi l'America e Tutto il Mondo


4 Novembre 2004
ZNet


Che Dio condanni l'America
Briciole di saggezza dal Vecchio testamento


Robert Jensen









Dopo aver sentito i discorsi di Kerry e Bush, di riconoscimento e di vittoria rispettivamente, terminare entrambi con l'immancabile "Dio benedica l'America", ho deciso di chiudere tutti i miei discorsi politici futuri con l'invocazione "Dio condanni l'America", citando la Bibbia a suo sostegno.


Molti nel movimento contro la guerra e contro l'impero tendono al linguaggio pacifista del Vangelo quando invocano la religione, ma io ho


preferito sempre i cosiddetti "profeti minori" del Vecchio testamento, come Micah. Probabilmente il versetto più conosciuto di Micah è il seguente: "e cosa vuole Dio da te se non fare giustizia, e amare la bontà, e di camminargli umilmente accanto?" (6:8)


È un passaggio bello, una maniera di ricordare - anche ai non credenti - che un cammino degno attraverso la vita si può esprimere semplicemente in questi termini: giustizia, bontà e umiltà.


Ma Micah non si ferma all'articolazione dell'ideale. Parla anche dell'incapacità di coloro che detengono il potere di esserne all'altezza. Dà un nome all'ingiustizia nel mondo: "i vostri uomini ricchi siete pieni di violenza; i vostri abitanti mentono, e le loro lingue sono ingannevoli" (6:12). Il linguaggio di Micah è duro: "l'uomo divino è perito sulla terra, e non c'è più rettitudine tra gli uomini; tutti mentono alla ricerca del sangue e ciascuno va a caccia del proprio fratello con una rete" (7:2)


Nonostante le professioni di fede cristiana di Bush e della sua banda, sembra proprio che parli di questa amministrazione: disposta ad usare la violenza - a livelli osceni, fino alla violenza contro gli innocenti - per estendere ed approfondire il potere Usa, e disposta a mentire per manipolare l'opinione pubblica e costruire il sostegno a guerre illegali.


Mi piace leggere i profeti, non solo per la loro passione ma come il monito che esistono molti momenti della storia in cui i leaders - che siano i re dell'antico Israele o i presidenti degli Stati Uniti - hanno ammassato un potere concentrato che non conosce minacce nel breve periodo. Ci sono momenti in cui quei leaders hanno corrotto o ingannato la maggioranza della popolazione in modo da governare con il loro sostegno. Bush ha conquistato il suo secondo mandato con un margine di tre milioni e mezzo di voti. Molti di coloro che hanno votato per lui credono, o vogliono credere, che gli Stati Uniti sono lo strumento di Dio sulla terra.


Dovrebbero leggere Micah con attenzione. Forse possiamo ancora fare marcia indietro rispetto all'assalto al resto del mondo, e smettere di ignorare la catastrofe ecologica che ne discende, prima che sia troppo tardi, prima che "la terra sia desolata a causa dei suoi abitati, per il prodotto del loro fare" (7:13). Un giorno, forse, raggiungeremo la condizione che Micah promette: "le nazioni vedranno la loro potenza e ne avranno vergogna".


Per giungere a tanto, Micah ci ricorda la necessità di un impegno di lungo corso: "non gioire per le mie sventure, mio nemico; quando cadrò, mi rialzerò; quando languirò nelle tenebre, il signore sarà per me la luce" (7:8)


Languiamo nelle tenebre; non ha senso far finta che non sia così. Il progetto imperiale degli Stati Uniti è marcio fino al midollo, un fatto che nessun candidato o partito sembra capace o disposto a riconoscere. L'elezione di Bush è orripilante soprattutto perché rivela quanti nostri concittadini ne condividano il progetto ignobile.


E perciò: Dio, condanna l'America, per favore, perché il mondo possa sopravvivere.


Robert Jensen è professore di giornalismo all'Università del Texas di Houston e autore di "Citizens of the Empire: The Struggle to Claim Our Humanity" della City Lights Books. Gli si può scrivere a rjensen@uts.cc.utexas.edu. - http://uts.cc.utexas.edu/~rjensen/home.htm


Documento originale God Condemn America
Traduzione di Sergio De Simone - Fonte: http://www.zmag.org/Italy/jensen-diocondanni.htm




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