Un carteggio che ci fa capire il rispetto di
Cattaneo non tanto per Lucia Annunziata, quanto
per noi cittadini e cittadine d'Italia, nonché
pagatori di un canone che è un'imposta.
"Ti caccio a calci in culo"
Il caso Bilancia ha provocato il terremoto. E questa volta non è una scossa di assestamento. Dopo l'intervista di ieri fatta da Bonolis a Donato Bilancia, il serial Killer condannato per 17 omicidi, Lucia Annunziata ha scritto, questa mattina, questa lettera a Flavio Cattaneo:
Caro Direttore,
penso che la vicenda della intervista a Donato Bilancia trasmessa ieri a Domenica In non possa essere facilmente archiviata. Questa intervista infatti è il sintomo, a mio parere, di gravi disfunzioni aziendali e rischia di essere un punto di non ritorno per le linee culturali dell’attuale Rai.
1) Prima di tutto voglio dirti che sono contraria a una ulteriore spettacolarizzazione della vicenda attraverso una nuova puntata della trasmissione: lo schifo, anche se ridiscusso, rimane schifo. Per cui ti prego di sospendere ogni decisione fino alla prossima riunione del Consiglio di Amministrazione.
2) le domande sollevate dall’episodio di ieri sono molte e hanno a che fare cono solo con la volgarità ma addirittura con la stessa campagna elettorale: le confessioni televisive di un assassino sono forse meno offensive e meno pericolose per i valori della società di un programma sulla mafia o di uno di satira? E, a proposito di campagna elettorale, le confessioni di un assassino, con tutto il loro impatto su temi come l’ordine e la sicurezza sociale, non toccano esse stesse temi centrali della campagna elettorale?
3) La questione della volgarità nelle trasmissioni Rai, e non solo di RaiUno, non può essere affrontata episodicamente: essa pone il problema della sintonia tra l’impostazione culturale che il Consiglio di Amministrazione ha adottato per questa Azienda e quella che invece le reti realizzano nella quotidianità. E questa discussione deve essere fatta pubblicamente e trasparentemente non a fini punitivi ma per l’obbligo che abbiamo come Servizio Pubblico con i cittadini. Ero e rimango contraria a sanzioni e censure tuttavia credo siano maturi i tempi di una discussione sulla organicità dei direttori di Rete con la missione loro assegnata.
4) Da parte mia ritengo comunque che gli errori compiuti dalle Reti non siano, come tu sostieni, frutto di un eccesso di autonomia di cui disporrebbero, ma, al contrario, che siano il frutto di quello sbilanciamento a favore della tecnostruttura che tu hai favorito nell’illusione che il controllo degli aspetti tecnici, organizzativi e amministrativi sia anche un controllo editoriale. Non è così. L’indispensabile raccordo tra le linee culturali tracciate dal Consiglio e la loro realizzazione, come ho sempre detto, si conferma il vero cuore della gestione di questa Azienda che è e rimane un’azienda editoriale. Come nel caso della applicazione degli indirizzi della Commissione di Vigilanza sulla campagna elettorale affidati alla Direzione Affari Legali eludendo ogni discussione in Consiglio. E’ tempo che anche questa responsabilità ritorni dalle tue mani al Consiglio.
5) Sia chiaro che questo episodio non può finire scaricando le responsabilità dalle spalle dei vertici aziendali.
Per tutto quello che ho detto prima, per avviare fra noi in Cda e nell’intera Azienda una riflessione su tutto ciò, credo necessario che il Direttore di RaiUno e i responsabili del programma Domenica In vengano convocati in Consiglio. E’ un processo ineludibile e urgente per correggere errori che non ammissibili per il Servizio Pubblico.
Flavio Cattaneo ha risposto per telefono.
E il clima è riportato in una seconda lettera che Lucia Annunziata ha rinviato a lui. Vi proponiamo anche questa.
Caro Direttore,
sono le ore 14, 12 e prendo atto della tua telefonata, che è durata un minuto e nella quale, a proposito della mia lettera odierna sulla vicenda Bonolis-Bilancia mi hai detto “tu non mi hai ancora visto incazzato”, “ti faccio vedere i sorci verdi” e “ti caccio a calci in culo”, prima di sbattermi il telefono in faccia.
Ti ricordo che pochi giorni fa ho ricevuto da Vespa a seguito delle mie posizioni sul suo programma due missive con frasi minacciose, che ti ho girato.
Credo che il mio lavoro di Presidente di Garanzia si fermi al di qua dall’essere minacciata. Per cui informo te e il Consiglio che lascio l’edificio e farò ritorno solo se e quando qualche Autorità di questo paese avrà la bontà di farmi capire per quali ragioni io devo sopportare tutto questo.
Ma i duri scambi elettorali che hanno coinvolto Lucia Annunziata non sono solo quelli tra lei e il Direttore Generale. Sulla vicenda "inviati a Baghdad" di Porta a Porta, duri attacchi al Presidente della Rai sono giunti anche da Bruno Vespa. Questo il testo della lettera inviata da Lucia Annunziata al Direttore Generale in data 21-22 aprile in riferimento alla polemica sull’invio di un giornalista di Porta a Porta a Baghdad. Allegate anche la lettera di Vespa ad Annunziata e la risposta al conduttore del Presidente della Rai.
Caro Direttore,
ti accludo la seconda parte della corrispondenza tra me e Bruno Vespa. Inutile sottolineare la gravità di alcune affermazioni sia per il contenuto che per la mancanza di rispetto dei ruoli aziendali. Del mio ruolo, quanto del tuo, in verità. Vespa fa affermazioni insinuanti e minacciose. Tutto questo meriterebbe, come immagini, più la risposta di un avvocato che di un Presidente. Tuttavia non credo che la Rai meriti una rissa di un tale livello e dunque passo tutto nelle tue mani in quanto gestore dell’Azienda.
Cordiali saluti
Lucia Annunziata
Roma, 21 aprile 2004
Cara Presidente,
mi fa piacere che oltre a preoccuparti dei presunti danni che ‘Porta a porta’ procura all’equilibrio aziendale, intendi assumerti le giuste responsabilità nei confronti dei dipendenti e dei collaboratori della Rai. E allora, se permetti, ecco alcuni punti sui quali mi piacerebbe essere garantito.
1. In quale azienda al mondo ci si parla e ci critica attraverso le agenzie di stampa? Se tu trasmetti in tempo reale le tue lettere all’interno e all’esterno dell’azienda, evidentemente vuoi compiere un’operazione mediatica prima che aziendale. Liberissima di farlo, ma io non mi sento garantito da una presidente che mi attacca in pubblico invece di discutere nelle sedi proprie.
2. Ti sarei grato se svolgessi una severa indagine interna per sapere chi ha trasmesso all’esterno le notizie sul mio contratto e sulle tue osservazioni che ad esso si riferiscono. Se le osservazioni che ti vengono attribuire sono arbitrarie, ti sarei grato se le smentissi. Se ritieni che – dopo un’indagine che hai tutti gli strumenti per svolgere – scoprissi che guadagno meno di gente che ha una storia professionale e aziendale meno rilevante della mia e soprattutto risultati più modesti, ti sarei grato se lo dichiarassi. Trovo inacettabile essere messo alla gogna per le famose ‘trenta lire’ che a quanto leggo tanto ti hanno colpito quando non si parla dei miliardi versati per comprare il silenzio di un illustre professionista che in campagna elettorale ha fatto quel che ha fatto. Se mi comportassi come lui,avrei la tua solidarietà?
3. Se la ‘garanzia’ della tua presidenza vale anche per me, sfoglia per favore la collezione più recente di ‘Europa’ e dell’ ‘Unità’. In privato ricevo la solidarietà dei massimi dirigenti dei partiti di riferimento di quei due giornali, oltre che una certa protezione della Polizia per le minacce che questa campagna comporta. . Ma visto che tu ami molto i media, perché non dici pubblicamente se questa campagna diffamatoria e intimidatoria – che passa anche attraverso la pubblicità al mio contratto – ti trova in dissenso?
La mia pazienza è arrivata al limite. Non ho raccolto stasera la tua provocazione circa “Vespa venuto finalmente fuori con una affiliazione che non capisco”. (Ansa, ore 17.46). Ma mi chiedo se è questa è la garanzia che debbo aspettarmi dal mio presidente.
Io continuerò a lavorare serenamente e a difendermi in ogni campo e con ogni mezzo. La vita mi ha insegnato che chiunque mi abbia fatto del male, alla fine non ne ha tratto benefici. So di avere dalla mia parte la correttezza del direttore generale. Mi piacerebbe ascoltare diversamente anche la tua voce.
Con i migliori saluti,
(Bruno Vespa)
La Risposta della Annunziata
Caro Vespa,
risponderò a uno solo dei vari punti che hai sollevato, dal momento che non credo di riuscire a convincerti sugli altri. La “storia” delle 30 lire è importante non perché sia stata diffusa ma perché è accaduta. Ed è un’offesa al Consiglio di Amministrazione non a te. La discussione infatti non è sull’entità del compenso, mai contestata, ma nel metodo che sminuisce i diritti/doveri del Consiglio.
Per il resto, so bene che in questa Azienda Vespa rimane e i Presidenti e i Direttori Generali passano come ombre. Ma finché sono qui farò il mio lavoro come penso di doverlo fare.
Quanto agli altri punti – severe indagini interne, silenzio comprato all’illustre professionista, etc. – mi affido al Direttore Generale, a cui mando in copia anche questa lettera: se ne occuperà lui in quanto gestore dell’Azienda. Fiduciosa che questa possa essere una soluzione a te gradita, visto che sei convinto della sua correttezza e non della mia.
Infine devo ribadirti, anche se non siamo d’accordo, che tu hai un grande potere in questa Azienda: la Rai ne ricava molto ma ne subisce anche dei limiti. Un solo esempio della tua forza: tu scrivi “la mia pazienza è arrivata al limite” e “la vita mi ha insegnato che chiunque mi abbia fatto del male, alla fine non ne ha tratto benefici”. In poche aziende sarebbe possibile rivolgersi al Presidente in questo modo.
Con la stima di sempre
Lucia Annunziata
Resta solo la speranza di cacciare a calci in culo Cattaneo, Del Noce, Vespa e compagnia. Noi paghiamo il canone, e zitti? Ma seppelliamoli di e-mail almeno! Io comincio subito...
RispondiEliminache schifo!!!!!!
RispondiEliminadavvero un carteggio amoroso da far invidia allo Stilnovo!! ...credo che stiamo perdendo tutti qualche rotella e un po' di educazione linguistica! ..:sob::.
RispondiEliminaIo sono per la Annunziata, anche se la vedo ogni giorno che passa più sola e abbandonata...ma ormai con questo governo non è possibile far di meglio, l' affossazione della televisione di Stato è il primo tassello per il lancio della nuova televisione digitale, nella quale sembra che la gara per prenderne parte sia più che mai in atto.
RispondiEliminae oggi un bel mazzo di fiori! un saluto
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