OSSERVAZIONI SU TAOSIMO E NONVIOLENZA
[...] Nel Taoismo non-violenza vuol dire semplicemente, non provocare dolore
agli esseri viventi, né con la mente (pensieri, parole) né con il corpo.
Quando si parla di esseri viventi non si intende solo gli umani, ma anche gli
animali e i vegetali: insomma tutto il Kosmos, l'insieme dei rapporti che legano
l'universo a noi.
Non fare violenza agli altri e anche a noi stessi può sembrare scontato, ma se
facciamo attenzione, possiamo notare quanto male ci infliggiamo ogni giorno sia
psicologicamente, sia materialmente; e fare del male a se stessi vuol dire fare del
male al mondo, alla società poiché in questa visione risiede un fondamento
essenziale che sta nel vedere l' INSIEME DEI RAPPORTI.
Se andiamo alla radice della violenza, possiamo ricordare quali sono le forme
principali che la producono: la paura. l'invidia, l'attaccamento, il desiderio e
l'impeto verso qualsiasi meta.
La violenza richiama violenza, è una vera e propria spirale perversa.
Quando si pensa ad una persona violenta, la mente ci fa immaginare una persona
arrogante, prepotente, irascibile ecc. Ma come sappiamo, non esiste solo
questa figura; c'è anche il vigliacco, il codardo che è pericolosissimo perché come
diceva Gandhi
" Il codardo tutto teso alla ricerca di protezione, non può dirsi non
violento, anzi egli incoraggia l'aggressore" .
Allora come uscire da questa situazione? Con l'autocontrollo del pensiero che
anticipa ogni nostra azione e parola (il pensiero è yin e l'azione è yang). Se ci è
lecito un doveroso accostamento, rammentiamo che nel Taoismo si dice:
"Rispondi alle ingiurie con gentilezza" nel Cristianesimo: "Porgi l'altra guancia".
La qualità negativa della violenza deve essere bilanciata con l'aspetto positivo
della compassione.
Solo gli individui immaturi vivono negli estremi: per quanto colti possano essere,
se non sanno stare nella complessità definita da una situazione di equilibrio
dinamico, sono disarmonizzati.
Non a caso il Taoismo è basato sull'equilibrio degli opposti: gli estremi vanno
evitati nella loro opposizione rigida; se si cerca troppa felicità ci sarà sofferenza,
se si cerca troppa ricchezza povertà, se si cerca successo insuccesso e così via;
bisogna trovare un giusto equilibrio che non vuol dire stare al centro, ma sintesi
complementare di due polarità.
Al riguardo, il nostro comportamento deve essere come diceva Chuang Tzu:
"Un'armoniosa miscela di yin e di yang" .
Il nostro ruolo, il ruolo del " saggio" attraverso la via è quello di riunire e
separare attraverso questa continua oscillazione tra lo yin e lo yang.
NICCOLO' BRANCA - in Non violenza e giustizia nei testi sacri delle religioni orientali,
Atti del convegno della Facoltà di Lettere dell'Università di Pisa, 24-26 maggio 1995,
a cura di Caterina Conio e Donatella Dolcini, Pisa, Giardini editori, c1999
forse io sono sia lo yin che lo yang e personalmente credo che mia dia una marcia in più e credo che avere dentro di me una parte femminile e maschile mi fa vedere le cose sempre da tutte e due le faccie... io vedo la mia vita come essere in mezzo ad un ponte puoi andare a destra e puoi andare a sinistra... cerco sempre di essere il centro... finché vedo la luna specchiarsi nell'acqua saprò che vedrò con il cuore... non più ancqua non più luna... bacio ethan
RispondiEliminaUna bella rispolveratina!!!!....Il Tao, il SENTIERO!!!!...Ti abbraccio
RispondiEliminaLao-tzu
RispondiEliminaTao-te Ching (Tao-te Ching)
Il Tao che può essere detto
non è l'eterno Tao,
il nome che può essere nominato
non è l'eterno nome.
Senza nome è il principio
del Cielo e della Terra,
quando ha nome è la madre
delle diecimila creature.
Perciò chi non ha mai desideri
ne contempla l'arcano,
chi sempre desidera
ne contempla il termine.
Quei due hanno la stessa estrazione
anche se diverso nome
ed insieme sono detti mistero,
mistero del mistero,
porta di tutti gli arcani.
vengo ti leggo e mi ritrovo sempre e mi aiuti sempre afare un passo in avanti. sei preziosa
RispondiEliminaBuon fine settimana ..e un abbraccio:-)Mara
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