E' possibile essere non violenti?
"Nella misura in cui è data biologicamente nei geni umani, l'aggressione non è spontanea, ma è una reazione di difesa contro le minacce agli interessi vitali dell'uomo, alla sua crescita, alla sua sopravvivenza e a quella della specie. Questa aggressione difensiva era relativamente limitata in certe condizioni primitive, quando nessuno poteva costituire una grande minaccia per gli altri. Ma da allora l'uomo ha avuto uno sviluppo straordinario. È legittimo dedurne, dunque, l'ipotesi che l'umanità completerà il cerchio, costruendo una società in cui nessuno è minacciato; non il bambino dai genitori, non il genitore dal superiore; nessuna classe sociale da un'altra classe, nessuna nazione da una super-potenza. Raggiungere questo scopo è terribilmente difficile per ragioni economiche, politiche, culturali e psicologiche, tanto più che le nazioni del mondo adorano idoli, e idoli diversi, e perciò non si intendono, anche se si capiscono a parole. Ignorare queste difficoltà è follia, ma dallo studio empirico di tutti i dati emerge la possibilità reale di costruire un futuro prevedibile un simile mondo, purché vengano rimosse tutte le barriere politiche e psicologiche che si oppongono alla sua edificazione".
Non sono quindi esatte le affermazioni che talvolta si sentono contrapporre i sostenitori della nonviolenza, da parte di quei pessimisti che li vorrebbero ridurre a malinconici don Chisciotte perché sostengono che l'uomo è per natura un assassino, e che il desiderio di sfruttare il prossimo fa parte della sua natura. Sono affermazioni facilissime, ma non sostenibili alla luce delle conoscenze scientifiche, e sono quindi osservazioni ideologiche e non realistiche, tanto quanto le affermazioni di chi è ottimista, e sostiene che l'uomo è buono per natura, e quindi la storia finirà bene... L'insegnamento di Fromm indica appunto nella "speranza" il terreno su cui si deve fondare l'attività di chi intende promuovere una umanità nonviolenta. Le conoscenze scientifiche indicano almeno la possibilità reale di salvezza per l'umanità, la possibilità di uscire dal cerchio della violenza distruttrice.
Certo, la situazione in cui ci troviamo sembra "una fatale ragnatela" di circostanze, create da noi stessi, che paiono indicare che il treno della civiltà occidentale ha intrapreso la folle corsa verso la catastrofe. Non bisogna coltivare illusioni: sono necessari "cambiamenti fondamentali, non solo nella nostra struttura economica e politica, ma anche nei nostri valori, nel nostro concetto di obiettivi umani, e nella nostra condotta personale", altrimenti la società in cui nessuno più verrà minacciato resterà un wishful thinking, un pio desiderio.
E' ragionevole pensare che tale cambiamento possa avvenire?
passo al volo,,,leggo e...ti abbraccio grata..LU
RispondiEliminaCiao ammiro ed un poco invidio le tue convinzioni. Purtroppo sono un seguace di Hobbes, homo homini lupus.
RispondiEliminaSono consapevole dell'inevitabilità della violenza. Della necessità di non chiudere gli occhi dinanzi al male, ma agire contro di esso, per non esserne complici.
Ma sono ancora più fortemente convinto della perfettibilità dell'Uomo. Del suo diventare migliore con il Tempo
Verrà un giorno in cui tu avrai perfettamente ragione ed io infintamente torto
Io credo che si debba e si possa sperare. Ma la strada è lunga e bisogna cercare nuovi valori. Un bacio, Harmonia. Percival
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