Ayatollah Khamenei guida della Repubblica Islamica
Questo è l'uomo che ha in pugno la vita e la morte di milioni di iraniani. Forse un usurpatore, certo uno dei massimi responsabili degli eventi in Iran: "il suo appoggio incondizionato a Ahmadinejad, ai Pasdaran, ai picchiatori e torturatori Basiji, le sue minacce ai leader di opposizione e l’avallo che viene dal suo Ufficio nei confronti di chi invoca la fucilazione di Mir Hussein Moussavi e di Mahdi Karrubi e l’arresto di Mohammad Khatami e Hashemi Rafsangiani, hanno notevolmente compromesso il prestigio di Khamenei all’interno degli ambienti, associazioni e circoli religiosi." ( QUI )
Quest'uomo si serve del suo Dio quando dichiara "nemici di Dio" i cittadini in rivolta contro un regime durissimo, crudele, soffocante. Al tempo dello shah gli iraniani avevano come controparte un uomo, soltanto un uomo, per quanto imperatore. Con la presa del potere da parte di Khomeini e dei suoi seguaci gli iraniani hanno come controparte Dio, secondo la dottrina dello Stato teocratico islamico. Non so quanto sia immaginabile una cosa del genere per chi non ne ha mai fatto l'esperienza diretta. Tutto è permesso ai detentori del potere teocratico, che non ha remora alcuna nel calpestare i diritti umani, anzi sostiene la giustezza della tortura e delle condanne a morte, come rispondenti alla legge divina.
Ci vuole molto coraggio, forse un'infinita disperazione, per affrontare un simile potere. Ammetto di non esserne provvista. Potrei forse correre il rischio di morire, ma l'idea di cadere viva nelle mani di quei criminali, capaci di infliggere le peggiori torture, mi impedirebbe di ribellarmi. E sono giovani innocenti gli oppositori che riempiono le strade di Tehran e di altre città persiane. Innocenti perché è toccata loro in sorte una vita terribile a causa degli errori dei loro padri e della politica internazionale al tempo della rivoluzione khomeinista. Questi giovani erano bambini allora, forse nn erano ancora nati, ma già su di loro gravava l'oscuro peso di una gerarchia religiosa molto più repressiva e sanguinaria dello shah stesso.