martedì 1 dicembre 2009


Sono entrati in vigore oggi. Per me è un giorno di festa, preludio di nuovi sviluppi di libertà, di giustizia e di pace per noi europee ed europei e il mondo intero.



* In varietate concordia *


 

"Dal punto di vista degli assetti politici e di governo, l'avvio della nuova stagione europea non è certo esaltante. Resta vero che l'Europa è un gigante economico e un nano politico, che l'Unione «non ha un numero di telefono» e non è una potenza militare. Ed è vero che la coppia Van Romuy - Lady Ashton è debole - la situazione non sarebbe stata migliore con Blair, che sulla Carta dei diritti ha sempre espresso pesanti riserve e come inviato in Medioriente ha dimostrato una capacità politica pari a zero, mentre sarebbe stata certamente migliore con D'Alema, che nel ruolo di Mr. Pesc sarebbe riuscito a dare un segno positivo alla politica estera dell'Unione. Nomine a parte, pensare che nella temperie internazionale di oggi l'Europa possa ambire a un ruolo politico e militare di peso rispetto alle vere superpotenze è del tutto irrealistico. Ma se ha una chance, questa sta proprio nella cultura e nella politica dei diritti. L'Europa è la regione del mondo dove la tutela dei diritti è più alta, e questa è una risorsa da giocare e far valere sulla scena internazionale, dove infatti la Carta è già diventata un punto di riferimento. Oggi che le grandi narrazioni novecentesche sono finite, l'unica narrazione che percorre il mondo globale è quella dei diritti fondamentali. Il dissidente birmano, il ragazzo cinese, la donna africana che rivendicano diritti vecchi e nuovi sono i protagonisti di un universalismo tendenziale che si afferma a partire dalla lotte sul campo. In questo processo, un'Europa che sappia mantenere e giocare la sua cultura del diritti oltre l'impronta eurocentrica che storicamente li connota può avere sì un ruolo importante." Stefano Rodotà ( QUI )

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