lunedì 31 maggio 2004

Stragi e crimini di terroristi islamici in nome di Dio.


Come è possibile questo orrore?












 


Il messaggio audio di Al Muqrin, braccio destro di Bin Laden, si


apre con la formula sacra consueta:


"In nome di Allah il Clemente il Misericordioso, la lode spetta ad


Allah e la fierezza al suo esercito".


"Allah ci ha regalato in questo giorno una vittoria chiara e una grande


conquista. Gli eroici mujahidin hanno compiuto oggi un'irruzione in


una delle società petrolifere americane occupanti, la Halliburton ed


altre che lavorano con esse nella città di Al Khobar, nella zona Est


della penisola araba. I mujahidin hanno ucciso e ferito numerosi


crociati di diverse nazionalità. Tra loro c'erano degli americani, uno di


loro è stato ammazzato per le strade. Tra loro c'era anche un inglese,


importante responsabile di una delle compagnie petrolifere".

"Abbiamo sgozzato un italiano e lo regaliamo al governo italiano ed al


suo capo, sciocco e superbo che annuncia con chiarezza la sua ostilità


all'Islam e manda le sue truppe a combattere i musulmani in guerre


come in Iraq e in altri paesi".


Tra le altre vittime, secondo il messaggio, indiani - "tra gli assassini


dei nostri fratelli musulmani in Kashmir"-, filippini e uomini delle


forze di sicurezza saudite.


"I mujaheddin sono stati attenti a evitare di versare sangue


musulmano." (da LA REPUBBLICA, 31 Maggio 2004)


Che cosa dice il Corano sul "jihad"?


Khaled Fouad Allam, ne 'L' Islam globale', scrive:


Sotto il profilo linguistico, la radice jhd- indica il concetto di sforzo interiore che può portare l'essere umano alla pienezza spirituale. Da questa stessa radice deriva un'altra parole araba, ijtihad, che, in quanto termine giuridico, indica la metodologia da seguire per la ricerca della verità; in quanto categoria teologica esprime la possibilità data all'uomo di utilizzare i criteri della ragione umana nell'interpretare un linguaggio che non è quello umano, ma di Dio. Va sottolineato che nel testo coranico la radice jhd- appare in trentacinque versetti: in ventidue nell'accezione di "sforzo generale", in dieci nel senso di "azione di guerra", e in tre in senso di "elevazione spirituale".


fonte: http://www.paceinpalestina.it


Un'altra fonte, http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/Religioni/jihad.html, spiega:


[...] Jihâd nell’immaginario comune è associato all’idea che i musulmani debbano diffondere con la forza, con la guerra la propria religione. In realtà questo è esplicitamente e categoricamente proibito dal Corano:


"Non vi sia costrizione in fatto di religione" (II, 256). E ancora: "La verità viene dal vostro Signore: chi vuole creda, chi non vuole non creda" (XVIII, 29);


Altro che guerra: ognuno è libero di professare la propria religione senza alcuna forma di costrizione fisica, psicologica o di altro tipo. Ma il Corano ci dice ancora di più:


"Se qualcuno degli idolatri ti chiede asilo, accordaglielo affinché possa udire la parola di Dio e conducilo in un luogo per lui sicuro" (IX, 6).


Dunque addirittura il musulmano è tenuto a proteggere chi professa altre religioni. E tutto ciò ha una sua profonda giustificazione nel Corano:


"Se il tuo Signore avesse voluto, avrebbe fatto di tutti gli uomini una sola comunità" (XI, 118).



Dunque per un musulmano il fatto che esistano più religioni, più comunità religiose non pone alcun problema: si tratta di una precisa volontà divina. Inoltre questa divisione tra più religioni, non è una divisione tra buoni e cattivi, non è stata fatta per dannare gli uni e salvare gli altri, perché dice sempre il Corano:


"Certamente quelli che credono [i musulmani], quelli che seguono la religione giudaica, i cristiani e i sabei, chiunque insomma creda in Dio e nel giorno ultimo e abbia compiuto opere buone, tutti avranno la mercede loro presso il Signore" (II, 62).


E ancora: "quando giungerà l’ora ultima, allora i facitori di vanità si perderanno; e ogni comunità sarà chiamata davanti al suo libro [e sarà detto loro:] Ecco, ora verrete retribuiti secondo ciò che avete fatto" (XLV, 27).


Dunque qualunque sia la comunità religiosa cui un uomo appartiene, questi avrà una sorte nell’aldilà in funzione di come si è comportato. Il senso dell’articolazione dell’umanità tutta in comunità religiose diverse, sta allora nel libero confronto tra le varie comunità nell’adorazione dell’unico Dio e nel compimento del bene, come afferma esplicitamente il Corano:


"A ognuno di voi abbiamo dato una legge e una via. Se Dio avesse voluto, avrebbe fatto di voi una sola comunità: non lo ha fatto per provarvi mediante ciò che vi ha dato. Gareggiate dunque in opere buone! Ritornerete tutti a Dio, ed egli vi farà conoscere ciò su cui siete discordi" (V, 48) [...]


Questi versetti sono estrapolati dal contesto, quindi è necessario


leggere anche quelli che vengono immediatamente prima e dopo,


e riguardano lo stesso argomento. A esser sincera, a me la lettura


non ha chiarito del tutto le idee.


Di seguito l'autore affronta il tema della GUERRA NELL'ISLAM:



Chiarito quindi che l’Islâm non solo non prescrive, ma condanna la conversione con la forza, con la guerra, andiamo a veder qual è lo statuto della guerra nell’Islâm.


L’Islâm è una religione dell’equilibrio, della moderazione, direi del "giusto mezzo". È una religione che non ama gli eccessi, le esagerazioni. Dunque la guerra esiste, ma deve essere condotta all’interno di limiti ben precisi. Dice infatti il Corano:


"Combattete coloro che vi combattono, ma non superate i limiti, perché Dio non ama quelli che eccedono. Uccideteli quindi ovunque li troviate […] perché l’ingiustizia è peggio dell’uccisione. […] Ma se desistono, sappiate che Dio è indulgente e misericordioso. […] Se desistono non ci siano più ostilità." (II, 190-193).


E ancora: "Perché non combattete per la causa di Dio, per i più deboli tra gli uomini, le donne e i bambini che dicono: ’Signore, facci uscire da questa città di gente iniqua. Dacci per tua grazia un patrono. Dacci per tua grazia un difensore’" (Corano IV, 75).


Dunque la guerra è consentita solo se si è aggrediti o se si tratta di difendere un soggetto debole, incapace di difendersi ad solo. In ogni caso è assolutamente vietata la guerra di aggressione. Il musulmano non deve mai essere colui che inizia una guerra, una violenza. [...]


Sulla base della Sunna, cioè dei detti del Profeta Maometto, i limiti della guerra sono stati ulteriormente specificati. Così il diritto islamico ha stabilito che in ogni caso è proibito uccidere:



  1. La donna, purché non sia combattente con le armi come gli uomini. Non viene però uccisa se si limita a lanciare pietre o simili. Ricordo che, anche se oggi l’immagine della donna musulmana è quella di una reclusa, nella storia dell’Islâm sono state diverse le donne che hanno avuto parte attiva nella storia ed hanno anche combattuto e guidato eserciti in battaglia.

  2. Il ragazzo, con gli stessi limiti visti per le donne.

  3. Il malato di mente

  4. Il vecchio che non ha la forza di combattere

  5. Il paralitico, il malato cronico che non ha la forza di combattere o di camminare come lo storpio, il mutilato, ecc.

  6. Il cieco

  7. Il monaco


In pratica è possibile uccidere solo chi direttamente ci attacca con l’intenzione e la capacità di ucciderci. Ma la guerra è stata limitata nella storia dell’Islâm anche nei suoi aspetti distruttivi. Ecco quali sono le istruzioni che Abu Bakr, il successore di Maometto alla guida della comunità musulmana, dà ai comandanti dei battaglioni in partenza per la Siria:


"[…] chiedete l’aiuto di Dio nel combattere, nel rispetto delle regole date da Dio. Non tagliate alberi e non bruciateli, non uccidete bestie, non abbattete alberi da frutto, non demolite luoghi di culto, non uccidete bambini, anziani e donne. Troverete dei religiosi, che si dedicano all’adorazione nei loro monasteri o nei loro eremi. Non disturbateli."


 


I terroristi non possono appellarsi al Corano per giustificare i


propri crimini, anzi seminano falsità e vergogna e terribili


misconoscenze sull' Islam in tutto il mondo.


Capire questo costituisce la base per aprire un dialogo con i seguaci


dell'Islam che interpretano il Corano molto diversamente dai


correligionari fondamentalisti, e soprattutto in contrasto con le


blasfeme misinterpretazioni dei terroristi.





Qual è lo scopo di questo tentativo di capire?

10 commenti:

  1. se c'è una religione che mi preoccupa è quella degli ignoranti e degli stupidi, e purtroppo i suoi adepti sono in continua crescita...

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  2. Leggo il commento di Isocrazia e non posso che essere d'accordo. Solo la conoscenza sarà in grado di smascherare i fanatici sanguinari che si fanno scudo di una religione per perpretare i propri orrendi crimini che hanno tutt'altra motivazione e molto più venale...Harmonia davvero un bel post, complimenti per il tuo sforzo continuo di aprirci gli occhi su realtà molto spesso ignorate o neglette. Un bacio. Alain

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  3. Non so che dire.... C'è un baratro fra la legge del Corano e l'applicazione, le cui norme sono interpretate da uomini...E sono gli uomini sbagliati!.... Altro non dico...

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  4. Riguardo al tuo post è impossibile uccidere in nome dell'Islam, del cristianesimo o del buddismo. Si uccide nel nome dell'egoismo, dell'avidità e della volontà di potenza, ma l'uomo è troppo vile per ammetterlo

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  5. ... ammiro il lavoro che stai attuando per capire e divulgare ....

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  6. Si uccide per ignoranza, per egoismo e per povertà di spirito... non c' è religione che regga.

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  7. Un lavoro utile e prezioso quello che stai facendo. Ciao!

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  8. Complimenti per questo post. Sottolinea indirettamente gli intenti politici del fondamentalismo islamico.

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  9. Harmonia, questo post è incredibilmente importante, per capire! Grazie, lo userò anche io, a mia volta! Un abbraccio forte, fortissimo, di Pace, Ipanema

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