domenica 30 maggio 2004










Chinese People’s Attitude is Cause for Optimism:
His Holiness the Dalai Lama









His Holiness the Dalai Lama delivers a lecture at Central Hall at Westminster, in London, REUTERS/Kirsty Wiggleswort/Pool

New York, 28 May: His Holiness the Dalai Lama today praised the Chinese people's positive outlook on Tibetan culture and said it was a source of optimism for the future of Tibet and China.


His Holiness was answering a question from the audience after his lecture on "A Human Approach to World Peace" at Westminster Central Hall in London.


The lecture was organised by The Temenos Academy, and attended amongst others by the Prince of Wales and the Duchess of York.


The Duchess of York, who is also a trustee of the Tibet House in London, told reporters later that she was moved to tears by the Dalai Lama's wider perspective on things.


His Holiness said economic reforms in China, coupled with grassroots level interest in Tibet and its Buddhist culture among the Chinese people, particularly the intellectual and business community, was helping to create conditions for the resolution of the Tibetan problem.


But Tibet still needs international support, he said.


Reiterating his position that he would be happy for Tibet to remain part of China as long as the Chinese government respected Tibetan culture, His Holiness said ordinary Chinese people are convinced that he is seeking genuine autonomy, rather than independence, for Tibet.


"But the leadership still pretends that it is not convinced."


Grassroots level movement, he declared, is the only effective way to bring about changes in the world.


"I think positive change or evolution on a global scale will not come through UN resolution or summits of leaders; a change must come from the grass roots."


He expressed happiness with the growing opposition to the war in Iraq, saying it is a positive sign of change in people's views about war.


Speaking on the interdependent nature of phenomena, His Holiness stressed the need to analyze every event and development from a wider perspective.


It is wrong to blame Saddam Hussein alone for everything that has gone wrong. Dictators are bad, no doubt, he said, but the important thing is to make efforts to change the wider global situation which produces such people.


His Holiness once again stressed the need to promote compassion to effect such a change.


"We need to develop a culture of non-violence and dialogue through education."


His Holiness called for a school curriculum that requires children to resolve their conflicts with each other through dialogue.


http://www.tibet.net/


Cina versus Tibet: dal 1950 a OGGI














Sono passati 54 anni dall'invasione Cinese del Tibet.

Sono passati 45 anni dalla rivolta nazionale dei Tibetani contro l'invasore. Era il 10 Marzo 1959.





Da allora il Dalai Lama, che aveva lavorato per una convivenza pacifica con i Cinesi, è in esilio. Ora è il capo di un governoTibetano fondato su principi democratici, e si è dichiarato pronto





a lasciare la sua carica in qualsiasi momento.





Per i Cinesi è un attivista separatista.





Il Tibet non esiste più come Paese indipendente, è soltanto una provincia dell'impero Cinese.






L'occupazione, per mano dell'esercito di liberazione Cinese, ha provocato 1 milione di vittime (ma è possibile tenere il conto?).



La Cina ha messo le mani sulle inestimabili ricchezze naturali del Tibet, depredandone il territorio e danneggiando in definitiva tutto il mondo. Il fatto che il governo Cinese abbia degni compagni di rapina e stragi non ne diminuisce le responsabilità le colpe.

Inoltre gran parte del patrimonio artistico e culturale del Tibet, e in definitiva di tutto il mondo, è stato distrutto per puro vandalismo istituzionalizzato.


OGGI i Cinesi portano avanti il loro genocidio, praticando la sterilizzazione e gli aborti forzati contro le donne Tibetane.


La repressione feroce contro la resistenza non violenta dei Tibetani continua: carcerazioni, condanne a morte dei resistential regime, discriminazione della popolazione autoctona in tutti i settori della vita sociale (scolastico, religioso, lavorativo), sommersione della popolazione Tibetana attraverso il trasferimento di enormi masse di Cinesi.


50mila soldati della Repubblica Popolare occupano il territorio.


Il Dalai Lama e il governo Tibetano hanno la loro sede a Dharamsala, villaggio indiano sulle montagne himalayane, dove vivono molti rifugiati.


Non odio i Cinesi e mi guardo dall'essere anticinese, ma condanno le politiche del governo della Cina e la complicità di capi, capetti e soldati semplici. E dei governi che fingono di non vedere, e ricevono i capi Cinesi ma non il Dalai Lama.


Che dire poi dei capitalisti e degli economisti che nelle loro analisi del "miracolo Cinese" tacciono o sorvolano sul lavoro da schiavi a cui sono condannati moltissimi Cinesi?











CINA versus INTERNET CAFE'



CINA: CHIUSI MIGLIAIA DI INTERNET CAFÈ
Fonte: Agenzia Misna

09.05.04 - Le autorità cinesi hanno chiuso oltre 8.600 Internet cafè in tutto il Paese da febbraio scorso. Lo ha annunciato il ministro della cultura, Sun Jiazheng, spiegando che questi locali - dove i giovani cinesi si recano per collegarsi al web ‘navigando’, ‘chattando’ o inviando email - hanno violato le regole ammettendo minorenni. Il ministro ha ricordato che le recenti iniziative fanno parte di una massiccia operazione di controllo a livello nazionale sugli Internet cafè prevista da febbraio ad agosto di quest’anno. Sun ha aggiunto che le sale non possono essere aperte in zone residenziali o nel raggio di 200 metri dalle scuole ed ha annunciato che diversi locali potranno essere chiusi nei prossimi mesi, specialmente quelli in provincia o nelle aree rurali. Oltre a riportare le parole del ministro, l’agenzia giornalistica statale ‘Xinhua’ ha citato l’Amministrazione generale per l’industria e il commercio (Gaic), organismo di controllo dei mercati cinesi, secondo il quale molti Internet cafè, specialmente quelli senza licenza, ammettono minorenni "in flagrante violazione delle regole" e "diffondono informazioni dannose per la salute". Da anni le autorità cinesi attuano una forte repressione contro gli ‘internauti’, che pure sono in continua crescita e hanno raggiunto i 79 milioni. Secondo Amnesty International almeno 54 cittadini cinesi sono attualmente in galera per reati ‘online’, condannati a pene detentive da uno a 12 anni. Oltre a imprigionare coloro che scelgono il web per esprimere il proprio dissenso, le autorità del Paese asiatico hanno creato uno speciale corpo di polizia addetto alla vigilanza su Internet, hanno bloccato l’accesso ad alcuni siti stranieri e chiuso quelli cinesi dove apparivano commenti critici nei confronti della leadership politica 


5 commenti:

  1. Purtroppo i governi non democratici non tengono conto dei diritti umani. Il modo con cui i comunisti hanno trattato i buddisti (perché il problema è soprattutto il contrasto tra comunismo e religione, ma naturalmente non solo questo..) è assolutamente vergognoso. Ma è sempre vergognoso per l'umanità ogni atto che non conosca il rispetto per la diversità. Purtroppo c'è chi non è capace di tollerare idee differenti e questo purtroppo non è una caratteristica dei soli comunisti cinesi. Tutte le guerre di religione o con un pretesto religioso sono una vergogna per l'umanità. Ma bisogna sempre fare il possibile per non dimenticare il male.

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  2. Credo che, se un domani il Dalai Lama riuscirà a tornare alla sua patria libera, troverà ben poco di ciò che ha dovuto lasciare. I cinesi stanno devastando tutto, peggio di uno sciame di cavallette su un campo coltivato.
    Che tristezza!

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  3. Giusto, il governo Cinese e i suoi collaboratori, non i Cinesi tutti insieme. Grande esempio di forza la lotta non violenta dei Tibetani. Forti, in ogni caso, anche se dovessero soccombere alla violenza, che forza non è. yy

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  4. che strano, come mai a nessuno viene in mente di andare in cina a portare la democrazia?

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