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di Redazione da Articolo 21 |
Rai, atti osceni in luogo pubblico
di Giuseppe Giulietti
“l’Unità” – 8 maggio 2004
«Atti osceni in luogo pubblico», questa è l’unica definizione possibile per quanto è accaduto alla Rai. Questo giornale ha raccontato con il consueto rigore professionale, la cronaca di queste giornate. La vecchia Rai aveva giù vissuto giornate scandalose. Basterà ricordare, per fare un solo esempio, la cacciata di Andrea Barbato dalla direzione del Tg2 e l’espulsione di donne e di uomini di assoluto valore professionale.
Questa volta si è passato ogni limite. Sono state stracciate le regole della decenza e perfino del decoro aziendale. Sulla Rai si è abbattuto l’assalto di una banda decisa a conquistare tutte le piazze televisive e a distribuire qualche sgabello anche agli amici di Varese, quelli che un tempo urlavano contro «Roma ladrona ».
L’ex servizio pubblico è ora nelle mani di ex dirigenti Mediaset, di segretarie e segretari di Berlusconi, di dirigenti leghisti che non esitavano a bruciare simbolicamente, e non solo, il canone di abbonamento. Sarebbe un grave errore assimilare queste vicende alle precedenti lottizzazioni della Rai. Quello che è accaduto, infatti, è il frutto di una strategia preordinata, lucida e disperata. Tale scelta è maturata durante la lunga vacanza natalizia di Berlusconi.
Al crollo nei sondaggi si decide di rispondere con un piano di comunicazione a reti semiunificate, fondato sulla immagine del capo, sui suoi presunti successi e sulla necessità di imporre il messaggio nei grandi contenitori familiari e popolari. Da qui la bulimia mediatica di Berlusconi e la conseguente presenza in ogni luogo: dalla Domenica sportiva a Radio anch’io, da Porta a porta alle rubriche dedicate al camionista. Di fronte alla possibile sconfitta elettorale hanno reagito aumentando il controllo sulle tv e dando segni di crescente intolleranza. È assai probabile che anche questo delirio politico e mediatico li possa condurre alla prossima sconfitta. Sarebbe, tuttavia, deleterio sottovalutare un avversario ancora forte e di assoluta spregiudicatezza.
Quanto è accaduto alla Rai riguarda, infatti, le modalità stesse di esercizio del voto e il principio di uguaglianza tra i cittadini, più volte richiamato dal presidente Ciampi. Nei giorni scorsi l’Europarlamento ha sanzionato l’anomalia italiana, in modo solenne e clamoroso. Allo stesso modo tutte le grandi organizzazioni internazionali che si occupano della libertà dei media nel mondo, hanno segnalato i rischi di un impoverimento della democrazia, derivante dall’irrisolto conflitto di interessi di Berlusconi. Le vicende di queste ultime ore confermano questo allarme e lo rendono ancora più grave.
Le autorità istituzionali e di garanzia hanno il dovere politico e morale di impedire che possa esistere il solo sospetto che la prossima consultazione elettorale possa essere inquinata. Questa è la vera ragione che dovrebbe indurre tutti, anche i cosiddetti moderati della maggioranza, a favorire un radicale azzeramento del gruppo dirigente, in testa Cattaneo, e la nomina di una autorità di garanzia che consenta un corretto svolgimento della prossima campagna elettorale.
Qualora l’arbitro o gli arbitri non dovessero sentirsela per le più svariate ragioni, sarà opportuno, come hanno proposto i radicali e 150 parlamentari italiani, rivolgersi direttamente all’Osce, l’organismo internazionale che si occupa della libertà dei media, tale organismo ha già monitorato in modo efficace la recente campagna elettorale nella Russia di Putin, esprimendo un giudizio fortemente preoccupato in ordine al ruolo dei media. Mi auguro che gli arbitri vogliano risparmiare questa onta all’Italia, ma nessuno dovrà allora consentire l’onta di una possibile campagna elettorale truccata.
Appello:
Libertà è informazione
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