mercoledì 19 marzo 2008

Tibetan monks hold candles during an anti-Chinese protest march in Dharamsala March 18, 2008.Buddhist monks and supporters of Tibet gather Tuesday, March 18, 2008, at Taiwan Democracy Memorial Hall in the rain in Taipei, Taiwan.


L'orchestra del Teatro la Fenice
boicottaggio pro Tibet


A rischio la trasferta dell’orchestra veneziana di agosto. Ma potrebbe saltare anche la rappresentazione di luglio in laguna. Cacciari valuta le sospensione dell’opera per le Olimpiadi: «Ci stiamo pensando» di Enrico Tantucci





In segno di dissenso contro la repressione cinese in Tibet, Venezia e la Fenice potrebbero attuare un proprio boicottaggio culturale, negando la partecipazione dell'orchestra del teatro veneziano all'opera «La leggenda del serpente bianco», che ad agosto sarà presentata a Pechino nel nuovo teatro dell'opera di Piazza Tien An Men, dopo che sarà presentata presentata a luglio in prima mondiale nel teatro cittadino.
Lo ha fatto capire chiaramente ieri in Commissione Cultura il sindaco Massimo Cacciari - presidente della fondazione lirica - in risposta a una richiesta del capogruppo della Lega Alberto Mazzonetto, che domandava appunto, se, in segno di protesta contro l'eccidio che si sta verificando in Tibet da parte cinese, non ritenesse opportuno che la Fenice rinunciasse alla trasferta cinese in occasione delle Olimpiadi.
«Sono pienamente d'accordo con te - ha risposto Cacciari a Mazzonetto - e nei prossimi giorni valuteremo attentamente l'evolversi della situazione che si sta verificando, per prendere una decisione sulla nostra partecipazione». continua qui.



A Tibetan woman in exile, reacts upon looking at clippings about the situation in Tibet, in Dharamsala March 18, 2008.A Buddhist monk waits in the rain for a vigil in support of Tibet at the Taiwan Democracy Memorial Hall Tuesday, March 18, 2008, in Taipei, Taiwan. Tibetans take part in a hunger strike in the Tibetan refugee camp at Jawlakhel in Kathmandu March 19, 2008.


Aggiornamento del primo pomeriggio.


Non mi ero meravigliata del silenzio del Papa di Roma, perché mi era sembrato in linea con l'uomo e la sua politica, nonché con consumate politiche vaticane in circostanze simili.  A dicembre, tra l'altro, aveva chiuso in faccia al Dalai Lama le porte del suo lussuoso soglio pontificio. Molti correranno in aiuto del professor Ratzinger, dicendo che lui ha da difendere i cattolici in Cina. Può darsi, ma io, per fastidiosi motivi etici, ho il problema di non vedere differeza alcuna tra un perseguitato e l'altro, nemmeno tra un cattolico e un buddhista tibetano. Oggi, invece, il grande di Roma ha parlato e ha detto delle cose sulla tragedia del Tibet. E' stato bravissimo, diplomatico come non sempre gli accade. Peccato che questa volta un po' di diplomazia in meno non avrebbe guastato.


"Papa Benedetto XVI ha espresso "tristezza e dolore di fronte alla sofferenza di tante persone" in Tibet ed ha auspicato che venga scelta la strada del dialogo. "Con la violenza i problemi si aggravano", ha detto. "Seguo con grande trepidazione - ha spiegato Benedetto XVI al termine dell'udienza generale - le notizie che in questi giorni giungono dal Tibet". "Il mio cuore di padre - ha detto - sente tristezza e dolore di fronte alla sofferenza di tante persone. Il mistero della Passione e della morte di Gesù, che riviviamo in questa settimana santa, ci aiuta ad essere particolarmente sensibili alla loro situazione", ha aggiunto. "Con la violenza - ha ammonito - non si risolvono i problemi, ma solo si aggravano". "Vi invito - ha continuato - ad unirvi a me nella preghiera. Chiediamo a Dio onnipotente, fonte di luce , che illumini le menti di tutti e dia a ciascuno il coraggio di scegliere la via del dialogo e della tolleranza". Il silenzio di Benedetto XVI all'Angelus di domenica scorsa, quando erano fresche le notizie degli scontri a Lhasa e in altri centri del Tibet e della Cina aveva provocato perplessità, e c'era chi aveva voluto vederci un "caso" politico diplomatico. " (La Stampa, 19 marzo 2008 - qui)


Se non temessi di essere violenta e offensiva, direi, che finalmente, dopo il silenzio, è arrivato il ruggito del coniglio o piuttosto un lavacro di mani alla Ponzio Pilato. So che il Dalai Lama mi bacchetterebbe, ma oggi B-16 ha proprio oltrepassato la soglia della mia tolleranza. Mi pentirò, dopo. Per ora, parlo.




3 commenti:

  1. Questo del boicottaggio mi pare una ottima "soluzione" ,diciamo così,per fare intendere il dissenso in modo deciso e forte sembra imbracciare le armi.
    Spero aderiscano in tanti!

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  2. Ho scritto con virgolette perchè la vera soluzione risiede nella garanzia dei diritti civili e nel loro godimento.

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  3. ciao. Mi sembra molto giusto il boicottaggio, finalmente si ha il coraggio di intervenire.
    Il grande di Roma, forse si è messo una mano sulla coscienza, è Pasqua, avrà riflettuto.
    Un augurio di pasqua anche a te, spero serena un abbraccio penny

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