Come è hard il sesso nell'Antico Testamento
La concubina del Levita
LONDRA - Negli anni Settanta, all'epoca della liberazione sessuale, in America uscì un manuale intitolato "The joy of sex", che descriveva minuziosamente tutti i modi per ricavare il massimo della gioia da questa fondamentale attività umana. Diventò un best-seller mondiale. Adesso arriva nelle librerie del Regno Unito un volume che riecheggia quel titolo, con una provocatoria aggiunta: si propone infatti di narrare la gioia del sesso "nell'Antico Testamento".
Di gioia, per la verità, nel libro sacro di ebrei e cristiani, non ce n'è tanta, perlomeno collegata al sesso; ma di quest'ultimo, in effetti, se ne può trovare in abbondanza. Sebbene sia improbabile che un parroco vi dedichi ampio spazio durante le lezioni di catechismo, la Bibbia, o meglio l'Antico Testamento, narra di incesti, bigamia, stupri, mutilazioni corporee, infedeltà e amore - inteso come "fare l'amore" - in tutte le salse. ... continua: La Repubblica, 8 marzo 2008 [ Il saggio Salomone aveva un harem di 700 mogli e più di 300 concubine dal nostro corrispondente Enrico Franceschini ]
What they don't teach at Sunday school: the joy of Old Testament sex
In the late stages of the Second World War, Evelyn Waugh was trapped in Europe in the company of Randolph Churchill, the boorish son of the wartime prime minister. "In the hope of keeping him quiet," he wrote to Nancy Mitford, "Freddie and I bet him £20 that he cannot read the whole Bible in a fortnight. Unhappily it has not had the result we hoped. He has never read any of it before and is hideously excited; keeps reading quotations aloud... or merely slapping his side & chortling 'God, isn't God a shit!'."
What the younger Churchill was discovering, rather late in life, is that there are some very dark passages in the Old Testament, stories of lust and cruelty that have no obvious moral. Incest, bigamy, rape, mutilation, deceit, loyalty and love can all be found in the Good Book.
Nathan Abrams, from Bangor University, Wales, has now taken the risky step of putting together a book entitled Sex and the Jews, a collection of essays on aspects of Jewish life which he thinks deserve more attention than they have received, such as Yiddish lesbian poetry. ... continua: The Independent, 07/03/2008
Oggi è la festa della donna e più che mai bisogna menzionarla, ma io non sono di buonumore. Penso a tutte le persone che celebreranno degnamente e a buon diritto questa giornata, penso alla marea di ipocrisia e di cattiva coscienza che si tingerà di buone intenzioni, come tutti gli altri giorni, ma oggi più insopportabilmente false.
Oggi, un secolo fa, domani, chissà quando. Ho postato due articoli che sembra non c'entrino un bel nulla con la questione femminile e ripropongano vecchie polemiche "laiciste". Forse. Ma ogni tanto rinverdire qualche problema di giustizia non è poi così peregrino. Per me è ingiusto, e illegittimo, che seguaci di cose come quelle esposte sopra si arroghino il monopolio della morale e dei "valori", come dicono loro. Posso rispettare i "credenti" e guardare con l'occhio neutro dell'antropologo le loro credenze, ma con difficoltà crescente riesco a sopportare le accuse di "relativismo morale" a chi si pone fuori dalla loro ottica. E' chiaro che non si può fare di tutta l'erba un fascio e che sto parlando delle famose gerarchie clericali che hanno potere e voce per imporsi e per imporre. E' altrettanto chiaro che non mi sfugge il progresso dal Vecchio al Nuovo Testamento, ma mi pare che il Vecchio Testamento venga accettato cos'ì com'è (e non potrebbe essere altrimenti).
Oggi, millenni fa, domani, chissà quando. ...
Donne in nero - Manifestazione per l'8 marzo a Sanaa, nello Yemen (Afp) dal Corriere della Sera
Cara armonia, la memoria è sempre bene rispolverarla come hai detto tu, ma da studente di antropologia devo smentire "l'occhio neutro" antropologico al quale accennavi...
RispondiEliminaUna cosa è il relativismo culturale, e ci mostra come ogni cultura abbia i suoi usi e si debba: 1)osservarla, 2)comprenderla, 3)giudicarla e 4)cercare il dialogo. Spesso si tende a saltare il passaggio numero 2 passando subito al giudizio; un'altra cosa è il "relativismo etico" sul quale siamo disposti a negoziare fino al rispetto della dignità umana. Il numero 4 è uno dei più importanti in quanto nel dialogo fra culture la verità non è mai tutta da una parte ma nel riconoscerci reciproco e nella sua negoziazione.
Un caro saluto
Giacomo
A proposito della "questione" (passami il termine della donna), ci siamo mai chiesti cosa può essere aberrante ed insopportabile per le donne delle altre culture, quando guardano la nostra, siamo proprio sicuri che tutti i concetti di libertà che sbandieriamo in giro per il mondo siano per questo universali? Non è forse anche un fattore storico per il quale siamo ancora un po' figli del colonialismo?
RispondiEliminaSe ti pùo interessare bibliografia prova a leggere qualcosa della Francoise Heritier, lo puoi trovare anche in internet.
@ sadlandscape
RispondiEliminaCaro Giacomo, apprezzo molto e condivido le tue precisazioni. Sono stata troppo veloce nel mio post e alcune cose non le ho chiarite bene, ma sicuramente ci tornerò su. Quella sull'occhio neutro dell'antropologia è una vecchia polemica che non va buttata lì come ho fatto io, anche se ci sono studiosi che l'hanno in qualche modo provocata. Convengo toto corde sul punto 4, che è esattamente il punto della questione.
@ sadlandscape
RispondiEliminaComincio col ringraziarti per il consiglio bibliografico, che prendo anche come cortese invito a riprendere temi che negli ultimi anni ho trascurato.
A proposito della "questione femminile" (diciamolo pure), è giusto riflettere su come ci presentiamo agli altri e come veniamo percepiti. L'esperienza diretta mi ha insegnato molte cose in proposito e, fra queste, l'errore degli "sbandieramenti" o di atteggiamenti del tipo "iosonofattacosì-gli altri siarrangino".
La mia polemica è rivolta evidentemente alle responsabilità delle istituzioni religiose che appunto si considerano depositarie della verità. Con tutti guasti che ne conseguono.
@ sadlandscape
RispondiEliminaComincio col ringraziarti per il consiglio bibliografico, che prendo anche come cortese invito a riprendere temi che negli ultimi anni ho trascurato.
A proposito della "questione femminile" (diciamolo pure), è giusto riflettere su come ci presentiamo agli altri e come veniamo percepiti. L'esperienza diretta mi ha insegnato molte cose in proposito e, fra queste, l'errore degli "sbandieramenti" o di atteggiamenti del tipo "iosonofattacosì-gli altri siarrangino".
La mia polemica è rivolta evidentemente alle responsabilità delle istituzioni religiose che appunto si considerano depositarie della verità. Con tutti guasti che ne conseguono.
@ bart1
RispondiEliminaProbabilmente non sono stata chiara, e nemmeno gli articoli sono chiari. Sappiamo tutti che stupri, incesti, violenze, omicidi, sono presenti in tutte le società umane fino a oggi, disgraziatamente. Il problema è che nell'AT quei comportamenti non sempre sono sanzionati moralmente, anzi sono raccontati come cose normali o addirittura encomiabili. Nessuno dà la colpa a Dio, anzi forse i laici sono i più grandi difensori di Dio, o dell'idea di Dio, perché non si permettono di attribuirgli pensieri, giudizi, azioni e quant'altro. A differenza dei fini teologi che sembrano saper leggere in ogni piega dei pensieri divini. Scusami allora, ma il tuo esempio non è calzante. In ogni caso grazie per la partecipazione.
#6
RispondiEliminaSono daccordo col combattere la visione brutale e spesso considerata necessaria dell'economia (una sorta di sacrificio da sopportare in attesa di tempi migliori..). Tornando al tuo ultimo post il "problema" di questi grandi monoteismi è la convizione di possedere, ognuno per se la verità, che non conduce più ad interrogarsi sulle questioni relative all'epoca storica che muta, dando per assodato secolarizzate tradizioni spesso nemmeno direttamente riconducibili alle sacre scritture.
Ho letto l'articolo e l'ho conservato, ma urge il libro da acquistare; molto interessante da leggere e studiare.
RispondiEliminaarrivo in ritardo ma apprezzo comunque...
RispondiEliminaDa tempo mi sono fatta convinta che il "Cantico dei Cantici" contenga un'alta dose di erotismo.
RispondiEliminaUn bacio!
in nessuna parte si ritiene che Dio approvi tali cose (certo che se fai riferimento all'esegesi di scalfari allora stiamo a posto)
RispondiEliminaah ora appare.
RispondiEliminanello specifico quando si attribuisce a Dio la volontà di un'azione spesso si vuole esprimere la Sua maestà sulla creazione, non un'approvazione morale. questo è proprio l'abc (lo so persino io).