Due voci dal Vaticano
Due voci dal sen fuggite. Leggo e copio (a mano) dalla Repubblica di oggi, pag. 10. Che abbiano brindato anche nello Stato confinante? Conservo qui a futura memoria. I fatti si allontanano nel tempo e aumentano le menzogne e le distorsioni. Nei post precedenti si trovano parecchie tracce di questo metodo vaticano. Il governo Prodi aveva dato ampie garanzie di sicurezza e non ha mai consigliato al sovrano del Vaticano di astenersi dalla visita. D'altra parte, in ogni intervento parlamentare di questi giorni da parte dell'opposizione di destra, è stata strumentalizzata la vicenda della Sapienza. Non so chi siano questi due prelati, ma so che mentono, anche sulla penalizzazione dei valori cattolici. Con improntitudine. Non una delle leggi sui diritti civili in programma è stata approvata, anzi sono state tutte accantonate. E siamo all'attacco anche delle vecchie e collaudate, come la 194.
"E' il frutto del mancato dialogo coi cattolici" di Orazio La Rocca
Città del Vaticano. "Inevitabile. Da una coalizione così frammentata non ci si poteva aspettare altro". "E' il frutto di una mancanza di dialogo che ha penalizzato in modo particolare i valori cattolici". Prime valutazioni d'Oltretevere sulla caduta del governo Prodi. Ne parlano, a titolo personale, due cardinali di Curia, il portoghese Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi e Giovanni Cheli, presidente emerito del Pontificio consiglio dei migranti e itineranti, che concordano nella mancanza di attenzione dei valori cattolici uno dei principali motivi che ha portato alla fine del governo.
Come lo stesso Clemente Mastella ha più volte denunziato anche quando ha giustificato le sue dimissioni da ministro subito dopo la mancata visita del papa alla Sapienza. "C'è stata troppa frammentarietà nel centro sinistra e l'esito non poteva essere diverso", commenta Cheli, che accusa pure l'ex maggioranza di "essere stata troppo litigiosa e di aver messo in difficltà in particolare i rappresentanti cattolici. Spiace, ma alla fine saranno i cittadini a farne le spese".
"Sono da oltre 30 anni in Italia - premette il cardinale Saraiva Martins - e seguo con interesse le vicende politiche di questo paese che considero la mia seconda patria. Ma ho notato, negli ultimi tempi che non c'è stata una volontà di dialogo tra i partiti, specialmente sui valori cattolici come famiglia, scuole e difesa della vita. Senza dialogo non si va da nessuna parte. Gli scontri non portano a nulla". Questa mancanza di dialogo, per il cardinale Saraiva martins, ha "toccato l'apice nella mancata visita del Santo Padre alla Sapienza a causa di una minoranza che, però, ha di fatto costretto le autorità a bloccare l'iniziativa". Ora, conclude il porporato, "è bene che tutti i partiti tornino a dialogare e a pensare alle vere esigenze della gente con spirito costruttivo".
già, già..e sempre su repubblica di oggi, non mi ricordo dove, mussi che denuncia il collegamento tra un desiderata del vaticano e le dimissioni di pastella(un saluto, harmo,ne vedremo di peggio)
RispondiEliminaBeh, se la denuncia viene dal cittadino di Ceppaloni non c'è da da discutere..
RispondiEliminaAhi serva Italia...
Il rappresentante cattolico è lui. Ne ha tutto il "pedigree".
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