UN ALTRO MONDO E' POSSIBILE
IV Social Forum Mondiale Mumbay - India
La scrittrice Indiana Arundhati Roy dice:
"L'anno scorso ci siamo trovati in Brasile e ci siamo detti che un altro mondo è possibile. Subito dopo, alla Casa Bianca, anche il presidente Bush e i suoi collaboratori si sono detti che un altro mondo è possibile. Il nostro progetto era il Social forum mondiale, il loro era il Nuovo secolo americano".
«I nuovi missionari parlano apertamente di un nuovo imperialismo che porti ordine in un mondo riottoso. Vogliono ordine sacrificando la giustizia, vogliono imporre la dominazione economica ad ogni costo, e sono assecondati dai corporate media: per la prima volta nella storia c'è un solo impero», e noialtri «siamo presi nel fuoco incrociato dei missili cruise e delle politiche del Fmi».
...«duemila musulmani sono stati massacrati due anni fa in Gujarat, donne violentate e bambini bruciati, mentre la polizia stava a guardare e l'amministrazione non faceva nulla. Anzi, i massimi responsabili sono stati rieletti», rievoca Roy: «Ai nostri democraticamente eletti leader non importa molto: finché corporation come la Enron continuano a fare i loro profitti e il mercato tira, sono disposti a confondere il limite tra fascismo e democrazia»). Stanno anche i disastri umani e sociali di uno sviluppo che beneficia alcune élite e penalizza intere popolazioni rurali («in India solo le dighe hanno fatto 33 milioni di sfollati dal dopoguerra. E quando protestano, la polizia manganella e spara»). Stanno le varie forme di discriminazione basate sulla casta o sull'appartenenza etnica. Sta la limitazione delle libertà personali e collettive, le legislazioni antiterrorismo che permettono arresti sommari, la spirale tra terrorismo e guerra.
L'avvocata Iraniana Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace, dice che «questo Forum è un simbolo di speranza e di riscossa contro le ineguaglianze e le ingiustizie» e si lancia in una requisitoria contro il patriarcato, «una cultura di diseguaglianza crudele con le donne e in fondo anche con gli uomini».
«la povertà estrema è un'estrema violazione dei diritti e della dignità umana», dice Shirin Ebadi, violazione da cui discendono e a cui si sommano molte altre: la violazione del diritto a un processo giusto, alla libertà d'espressione, a libere elezioni. Parla della violazione dei diritti dei palestinesi. Delle battaglie per la democrazia ripete ciò che ha detto più volte: «I diritti umani e la democrazia si conquistano dall'interno, non si postano con le armi». Non parla esplicitamente del suo paese, la signora Ebadi, se non quando parla della «discriminazione tra donne e uomini di fronte alla legge»: in Iran, dice, ci sono donne istruite che devono stare da parte perché i posti di rilievo nella società spettano agli uomini; la parola delle donne vale metà di quella degli uomini». Non nomina mai la parola religione, tantomeno islam, ma insiste su «patriarcato»: «E' una cultura che assegna alle donne un posto inferiore, una cultura di discriminazione: non ci sarà democrazia né libertà in oriente finché non abbatteremo il patriarcato». ...
da Il Manifesto - 17 Gennaio 2004
sono stata un pò assente da qui per problemi di banner sul mio blog...Stasera mi sono rifatta...Devo dire che quando leggo quello che tu riporti, a volte penso che il mondo può ancora avere una vita...una vita diversa è sicuramente possibile se ci sono menti 'ben intenzionate' a cambiare le carte in tavola!
RispondiEliminaGrazie carissima per la tua presenza affettuosa..
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