sabato 23 dicembre 2006

Il dolore di una madre


La madre di Welby. 86 anni, come la mia. Di lei oggi ho appreso questo: Adesso, però, Piergiorgio Welby non può usare più nemmeno il mouse del suo computer. E dopo che ieri si è chiuso nel suo silenzio assordante, è stata la mamma che per la prima volta ha voluto far sentire la sua voce: «Fate qualcosa, vi prego. Fate quello che lui chiede». Un'implorazione quella di mamma Luciana che ha ottantasei anni e ieri pomeriggio non riusciva a trovare quiete in quella casa di suo figlio che da tempo, ormai, ha le sembianze di un ospedale. (Corriere della Sera, 12 dicembre 2006).


A questa vecchia madre, profondamente cattolica, il vicariato di Roma ha negato il funerale religioso per il figliolo Piergiorgio.


"A differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica", afferma un comunicato del Vicariato di Roma.


La mia opinione è che una lettura attenta del Catechismo del 1992 (artt. 2278 - 2279), a firma Ratzinger, non farebbe male al suddetto organismo per capire l'errore non lieve sul piano dottrinale e tremendo sul piano umano. 


Penso anche alla moglie, alla sorella, alla famiglia, alle persone che lo conoscevano. E a tutte le persone che si sono unite nella partecipazione e nella riflessione, per quanto dolorosa e problematica.


L'appello di Mina Welby


"Lancio un appello agli italiani: pensate a queste cose. I malati non hanno solo il problema di essere curati bene (...) Piergiorgio era seguito molto bene. Piergiorgio l'ultimo giorno ha chiamato gli amici per salutarli: è stato commovente, il saluto di chi doveva andarsene. Ci ha fatto pure ridere: 'Marco, vecchio bestione, ha detto, ti voglio bene'. E lui: 'Mi hai fregato". Mina Welby, a poche ore dall'apertura di un fascicolo sulla morte del marito Piergiorgio da parte della Procura di Roma, racconta così gli ultimi momenti di vita dell'uomo che ha aperto un ampio confronto su temi difficili come accanimento terapeutico, eutanasia, assistenza al distacco dal respiratore artificiale. 

Emozionata, commossa, ma determinata Mina Welby ha parlato in una conferenza stampa organizzata questa mattina a Roma dai Radicali. "Ho passato la vita con lui: è importante che la sua vita ora sia valorizzata con il giusto valore - ha detto - Sono semplicemente una tirolese, Piero mi chiamava 'l'asburgica'. Vengo dalla provincia di Bolzano, anche Piero parlava tedesco e dopo un colpo di fulmine ci siamo subito sposati. Quando lo ho conosciuto Piero viveva un calo fisico. Poi si è ripreso, ha cominciato ad uscire, a fare cose, pittura, fotografia... Ho imparato a pescare da Piero. Poi nel '97 un altro crollo: momenti terribili, poi una ripresa e l'impegno molto forte. Non poteva più dipingere, ma abbiamo mantenuto impegni culturali fino al 2002, l'ultimo calo".

"Nel 2002 abbiamo conosciuto il partito radicale: persone eccellenti. Non solo in gamba: hanno portato nuovo vigore, interesse in Piergiorgio. Lui è diventato radicale per una cosa sola: per l'eutanasia. La sua paura era di morire come Luca Coscioni, soffocato. e pensava ai tanti malati di Sla, di distrofia che alla fine avrebbero avuto questo problema".

"Piergiorgio da allora si è dedicato al tema dell'eutanasia, dell'accanimento terapeutico... Io lo aiutavo cercando sui siti internazionali, lui così continuava a lavorare. A me la parola eutanasia faceva paura - ha detto ancora Mina - Per me da cattolica voleva dire: uccidere una persona. Poi mi sono detta: perché devo costringere persone che non la pensano come me in fatto di fede a non avere una legge per loro. Nessuno ti costringe a doverlo fare. Se uno non vuole divorziare non è costretto a usare la legge. Ecco perché ho potuto lavorare nonostante la mia educazione cattolica".   

"Ad aprile cominciava a scrivere meno, prima sfornava un documento al giorno sul blog il calibano: etica, droga, attualità... Allora gli chiesi: perché non scrivi più? 'Non mi va', mi rispose. Ma non era vero: le sue forze stavano calando e non voleva che me ne accorgessi. Ad agosto lui ha scritto che voleva morire e che voleva che fossi io ad aiutarlo. Abbiamo litigato su questo. Ho pensato: venisse qui uno dei suoi amici cacciatori e gli scaricasse una fucilata in testa... Ero abbarbicata a lui come un vitigno su un'altra pianta. Alla fine abbiamo chiesto aiuto e abbiamo scritto insieme la lettera al presente Napolitano". 

"Da quel giorno non ho avuto più tranquillità: sapevo che saremmo arrivati al momento della sua dipartita. Di questo preferisco non parlare troppo. L'ultimo giorno abbiamo vissuto in pace insieme, abbiamo parlato di tante cose personali: non sopportava che gli ricordassi i vecchi tempi e non l'ho fatto più. E mi ha detto: tu devi continuare il Calibano (il blog, ndr)".  

"Cercavo di farlo circondare il meno possibile - dice ancora Mina Welby - da estranei in casa per farlo sentire meno malato. Non ho chiesto l'assistenza di infermieri a casa proprio per questo. Ho deciso di non lavorare per assisterlo bene da vicino e farlo sentire più vivo".  

Fonte: RAINews24 http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=66175


altri post in data: 12 - 16 - 17 - 21 dicembre 2006

15 commenti:

  1. Un caro e affettuoso augurio per le festività natalizie a Te e ai tuoi lettori!!!

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  2. condivido al 1000%
    auguri di buon natale stef

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  3. Che dire? Ero sicuro di trovare questo articolo sul tuo blog. E l'ho trovato mentre cercavo in rete gli articoli del Catechismo della Chiesa cattolica...
    Lorenz

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  4. mi chiedo spesso cara Harmonia se l' intransigenza da voce alla Misericordia...
    l'esperienza di welby è "troppo ricca di Cielo" per lasciarla gestire ad "un potere temporale" così categorico...
    l'esperienza del dolore, qualunque aspetto possa assumere, racchiude una sacralità che va oltre...diversamente sarebbe inspiegabile..
    ti abbraccio, un gesto che condivide, e ti auguro di trovare in questo Natale la serenità del gesto d'amore che contiene...
    Sil

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  5. Dico solo questo..sono indignata ..delusa..avvilita...^^

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  6. Un pensiero e i miei migliori Auguri di Buone Feste .
    Mara

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  7. ciao harmo, ti abbraccio ,e ti ringrazio di condividere la tua sensibilità..buoni giorni

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  8. Oggi i funerali di Welby, 4 mila persone e molti a gridare "vergogna" a chi l'ha fatto soffrire e lasciato fuori dalla chiesa.
    Auguri, Harmonia, felice Natale.

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  9. In questo Natale dove fioccano la melassa, i pandori, le bollicine del Moscato e tanto buonismo, il tuo blog ci riporta ai temi importanti dell'attualità. Vengo sempre in punta di piedi a leggerti; spesso non ho molto da aggiungere a ciò che riporti con dovizia e profondità, sia nella selezione dei contributi che nell'analisi.

    Auguri per tutto ciò che sei, che fai.

    Welby è morto... lunga vita a Welby.
    8-/

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  10. STAZIONE TERMINI DEDICATA A GIOVANNI PAOLO II
    _____________

    IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI...
    ...NON LASCIAMOCI ADDORMENTARE E IPNOTIZZARE DA QUESTE GIORNATE DI FESTA. IO, E CHI HA A CUORE LO STATO LAICO, CONTINUIAMO A VIGILARE.

    E NON VENITE A DIRMI CHE NON C'E' NULLA DI MALE NEL DEDICARE LA STAZIONE TERMINI, DI TUTTI, ALL'EX PAPA DI ALCUNI, UN CAPO DI STATO ESTERO CON NESSUN MERITO PARTICOLARE DA VANTARE, ANZI...

    TI/VI aspetto sul mio blog...

    IO DESIDEREREI RISPETTO, ma da questi politicanti...non mi aspetto nulla di questo. SOLO IPOCRISIA!

    Ciao a presto
    Rosalba

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  11. io penso che a volte l'ottusità dell'apparato burocratico della chiesa cattolica rasenti l'assurdo.
    Ipocrisia massima è pregare e dire che poi tanto al paradiso ci andrà lo stesso, la chiesa frena lo sviluppo civile di questa società in ogni momento. Sono schifato da cattolico ma forse è sbagliato deifinirmi ancora tale ormai. Io sto dalla parte dei deboli sempre.

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