ERRATA CORRIGE
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Ho letto oggi su La Repubblica: "Il riconoscimento all'anagrafe delle famiglie di fatto fondate su vincoli affettivi - in base a una legge il cui regolamento attuativo venne firmato da Cossiga come Capo dello Stato e Andreotti come presidente del Consiglio - è avvenuto per la prima volta a Firenze nell' 89. ... L'unica novità che porta il regolamento di Padova rispetto a quello fiorentino è che, se si chiede uno stato di famiglia, si può esplicitare che la famiglia nasce " per vincoli affettivi. Dopo Firenze è stata la volta di Bologna nel '99 dove dal 2000 è stata poi anche approvata la modifica del regolamento per l'assegnazione degli alloggi che prevede un punto aggiuntivo per le coppie sposate o di fatto. Senza specificare la loro composizione: etero o gay non cambia, stessi diritti stessi punteggi. Terza nella rivoluzione silenziosa è arrivata Torino...in tempi più recenti Roma, ma solo nel municipio di Cinecittà. ... Mentre in Puglia da pochi mesi è stata approvata la riforma del Welfare. ..."
Stamattina la mia sorpresa è stata grande. Una legge del 1954 e una del 1989 (?) permettevano già una certa visibilità alle coppie di fatto e Firenze si era adeguata. Ma in che Paese viviamo? In serata, poi, è arrivata la notizia data dai telegiornali e dalla stampa italiana online:
L'esecutivo si è impegnato a presentarlo entro gennaio
Per ora no a equiparazione conviventi e coniugi in regime successorio
Coppie di fatto, arriva il disegno di legge
Riguarderà anche gli omosessuali
Fonte: La Repubblica - http://www.repubblica.it/interstitial/interstitial719906.html
Non poteva mancare la reprimenda dell'Osservatore Romano, quotidiano del nostro Stato-guida, il Vaticano. Ma di che cosa si lamentano? Del rispetto di vecchie leggi? E' evidente che non siamo ancora al riconoscimento giuridico, che tocca al Parlamento. E spero che il Parlamento sia libero di legiferare secondo i dettami della nostra Costituzione e la considerazione dei cambiamenti avvenuti nella società. Ovviamente non si tratta di limitare la libertà di espressione dell'Osservatore Romano: loro esprimono con la consueta grazia le loro opinioni e su queste mi esprimo io a mia volta. E dico che c'è anche modo e modo di parlare.
Il quotidiano del Vaticano tuona contro la mozione sulle coppie di fatto
"Un modo per suggellare le unioni gay, e ottenere figli con mezzi innaturali"
Anagrafe coppie di fatto a Padova
L'Osservatore Romano all'attacco
ROMA - Una decisione presa per favorire la famiglia alternativa, ovvero quella omosessuale. L'iscrizione delle coppie di fatto nell'anagrafe del comune di Padova rappresenta una "iniziativa inaccettabile che mira in realtà all'accreditamento culturale di queste forme di convivenza". Lo scrive l'Osservatore Romano, per il quale si tratta di una linea non coerente con le leggi vigenti. "Delle due, l'una - spiega la nota vaticana - queste operazioni o si fanno per gestire questioni legate a presunti diritti dei cittadini, ed allora si torna a parlare in sostanza di Pacs, o servono come segnali di altrettanto presunti e censurabili cambiamenti del costume".
Colpa di un "consigliere comunale presidente della locale Arcigay" (Alessandro Zan, ndr), continua l'Osservatore, aggiungendo che "è stucchevole che si presentino queste iniziative come risposte ad una società caratterizzata da convivenze eterosessuali quando i promotori di queste iniziative sono quasi sempre i rappresentanti piuttosto delle esigenze delle coppie omosessuali. E' di questo ultimo fenomeno - conclude la nota - che in verità si parla, di questo i politici stanno parlando dietro l'ipocrisia delle loro sottigliezze dialettiche".
"Non si capisce quindi perchè, al fine di tutelare i loro 'diritti' qualcuno debba decidere di imporre quegli stessi vincoli surrettiziamente. Dietro l'angolo c'è in realtà l'introduzione progressiva, culturale e giuridica, della famiglia alternativa, specialmente omosessuale. E, come si è già avuto modo di osservare, laddove c'è famiglia ci sono, inevitabilmente, prima o poi, dei figli, propri, ottenuti in affidamento o con altri mezzi", conclude.
La Repubblica, 6 dicembre 2006 - http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/cronaca/padova-pacs/osservatore-romano-padova/osservatore-romano-padova.html
L’indicazione è che il Disegno di Legge dovrà “riconoscere diritti, anche in materia fiscale, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte di unioni di fatto e non consideri dirimente, al fine di definire natura e qualità dell’unione di fatto, né il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale”. Ovvie le proteste feroci dell'opposizione: come cittadini, sarebbe bene prendere atto che quel disegno di legge sulle coppie di fatto -e non di diritto, il che "consente" di avvalersene, non "obbliga" nè "vieta" -riguarda il paese reale, non il paese che non c’è, né quello delle proprie paure o delle proprie fantasie, più o meno perverse.
RispondiEliminaTpnO.
Forse sono un po' arretrato io, non lo nego, ma escludendo le coppie gay (che al momento non hanno nessun modo di farsi riconoscere dei diritti), perchè una coppia che vuole che lo stato legittimi questa unione deve ricorrere ad un 'pacs' anzichè al matrimonio civile. Non è questa forse l'istituzione per assumere i diritti (e i doveri) come 'famiglia'. Mi sfugge la necessità dei pacs etero...
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