giovedì 23 settembre 2004

Nuovi Vecchi Giochi di Guerra?


Mentre in Iraq l'orrore dei criminali supera di giorno in giorno ogni limite precedente di ferocia e immoralità allargando la dimensione dell'indicibile, mentre l'angoscia soffoca quasi la possibilità di pensare lucidamente, mentre la tensione compassionevole verso le vittime coinvolge quasi completamente la mente e le emozioni, è necessario interessarsi anche ad altre cose che si stanno profilando all'orizzonte, è indispensabile non distrarsi, è doveroso fare uno sforzo di lungimiranza.


Le nostre televisioni non informano, mi pare, sugli sviluppi della politica internazionale, e in particolare di quella dell'amministrazione Bush. Ieri Il Manifesto ha pubblicato un articolo di Manlio Dinucci.Titolo e sottotitolo molto preoccupanti. http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/22-Settembre-2004/art26.html


Wargame nucleare, obiettivo Tehran


Lo scontro Usa con l'Iran somiglia tanto a quello con Saddam Hussein, lo dice anche il New York Times


«Mentre la violenta insurrezione in Iraq mette sotto pressione l'amministrazione Bush, gli eventi possono spingere gli Stati uniti a un ulteriore confronto, questa volta contro l'Iran».


Così scrive The New York Times (21 settembre), rilevando forti analogie con gli «avvertimenti e le minacce che portarono alla guerra per rovesciare Saddam Hussein»: l'amministrazione accusa infatti l'Iran di essere in procinto di costruire armi nucleari e di sostenere il terrorismo e l'insurrezione in altri paesi. A guidare la carica dei fautori della guerra è il «falco» John Bolton, sottosegretario di stato. http://www.nytimes.com/2004/09/21/politics/21diplo.html


Ma anche la «colomba» Colin Powell lancia a Tehran minacciosi avvertimenti, chiamando la comunità internazionale ad assumersi le sue responsabilità.


Su questo versante le cose non vanno tanto bene per Washington: nel consiglio dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Iaea) è prevalsa la posizione di Francia, Germania, Russia e Cina che chiedono a Tehran di congelare il programma di arricchimento dell'uranio e consentire le ispezioni della Iaea, ma rifiutano (come avrebbe voluto Bolton) di portare il caso-Iran al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Per di più il direttore della Iaea, El-Baradei, ha smentito Washington, dichiarando che nel complesso iraniano di Parchin non vi sono segni di attività nucleari militari.


Nonostante ciò, l'amministrazione Bush sta affilando le armi. Lo conferma la notizia pubblicata questa settimana su Newsweek:


«La Cia e la Dia (l'Agenzia di intelligence della difesa) hanno effettuato un wargame sulle probabili conseguenze di un attacco preventivo Usa contro gli impianti nucleari iraniani».


Non un gioco, ovviamente, ma una vera e propria esercitazione militare in cui è stato simulato l'attacco. Il risultato non è stato esaltante: secondo fonti dell'aeronautica ed esperti, il wargame ha dimostrato che gli Stati uniti hanno una «formidabile capacità di buttare all'aria le infrastrutture nucleari iraniane», ma «non riuscirebbero a impedire l'allargamento del conflitto», ossia una risposta iraniana.


Per questo i «falchi» dell'amministrazione stanno mettendo a punto un piano alternativo o integrativo: «Cambiare il regime iraniano, preferibilmente con mezzi coperti ma, se necessario, anche con la forza delle armi». Il piano è contenuto in una serie di documenti che stanno circolando a Washington sotto forma di «bozze» informali, per evitare che finiscano sotto la giurisdizione del Congresso. Alla luce della «fallimentare strategia dell'amministrazione in Iraq», sorge però un interrogativo: «Che cosa avverebbe in Iran dopo il rovesciamento dell'attuale regime e la sua sostituzione con un governo filo-Usa?».


Un'altra opzione è quella che a compiere l'«attacco preventivo» sia l'aeronautica israeliana, già esperta in materia: il 7 giugno 1981, con caccia F-16 ed F-15 forniti dagli Stati uniti e guidati dal sistema satellitare statunitense, distrusse il reattore iracheno di Osiraq. Vi è però il problema - scrive Newsweek - che gli impianti nucleari iraniani sono dispersi e, in molti casi, in bunker sotterranei. L'attacco potrebbe avere successo, quindi, solo con il sostegno statunitense.


A questo sta pensando il Pentagono che - informa il quotidiano israeliano Haaretz (21 settembre) - ha deciso (con l'assenso del Congresso) di fornire a Israele 5.000 «bombe intelligenti», per «permettergli di mantenere il vantaggio qualitativo e promuovere gli interessi strategici e tattici statunitensi» in Medio Oriente.


Tra le bombe a guida satellitare fornite all'aeronautica israeliana, vi sono «500 bunker busters da una tonnellata che possono penetrare attraverso pareti di cemento spesse due metri». Come ricorda Newsweek, il capo di stato maggiore dell'aeronautica israeliana, generale Shkedy, ha già dichiarato che «se lo stato decide una soluzione militare per l'Iran, il militare deve fornirla».


Tutto pronto, dunque, per tradurre in realtà il wargame. Magari con qualche «effetto collaterale», tipo quello di Cernobyl.


Non sono notizie da poco. Non si può che sperare che le cose rimangano nell'ambito della 'realtà virtuale'. Ma queste informazioni devono essere diffuse e condivise, perché le persone abbiano il tempo di capire e di formarsi un'opinione o cambiare opinione.


Che cosa si dice oggi, 23 Settembre 2004, a proposito di quanto detto sopra? Mi affido ancora una volta al NEW YORK TIMES, che appunto oggi ha pubblicato il seguente articolo:


Iran Would React to Israeli Nuclear Action - L'Iran potrebbe reagire a un'azione nucleare Israeliana


By THE ASSOCIATED PRESS


UNITED NATIONS (AP) -- L' Iran ha avvertito che reagirà ``most severely'' a qualsiasi azione Israeliana contro i propri impianti nucleari, dopo che Israele ha detto che gli Stati Uniti stavano inviando 500 bunker buster bombs.


Ufficiali dell'esercito Israeliano hanno detto Martedì che lo stato Ebraico ricerverà circa 5,000 smart bombs, incluse 500 bombe da una tonnellata che possono distruggere bunker di cemento armato da sei piedi. Nel 1981, Israele bombardò il reattore nucleare dell'Iraq prima che potesse cominciare a operare.


Il ministro degli Esteri Iraniano, Kamal Kharrazi, interrogato Mercoledì sulla vendita delle bombe, ai reporters ha detto: ``Israel è sempre stato una minaccia, non solo contro l' Iran, ma contro tutti i Paesi.'' ... continua in Inglese: http://www.nytimes.com/aponline/international/AP-UN-Israel-Iran.html


Mi sembra che le notizie siano tali da imporre il dovere di occuparsene, in primo luogo al nostro governo che ha la responsabilità della nostra politica estera. "Stiamo forse diventando pazzi?" o 'siamo già diventati pazzi'? (parafrasando Ulla Berkéwicz - vedi post di martedì 21 settembre 2004)




28 commenti:

  1. Lo stesso freddo, formale applauso a GWB all' asemblea Onu martedi la dice lunga sul gradimento della politica estera Usa. Tutta la questione della revoca dell'embargo revocato alla Libia, se non avesse comportato dolore e morte, sarebbe ridicola.La paranoia anti Castrista con cui gli Usa continuano a rovinare Cuba rasenta ormai il crimine contro l'umanità. Governi amici o sotto tutela, se non critici, sono quanto meno freddi e distaccati, operano dei distinguo non irrilevanti.
    Probabilmente, e lancio una provocazione, la vera lotta vincente al terrorismo sarebbe un GWB che si lancia fuori dalla finestra gridando "scusa" al mondo intero.
    Harmonia, tpno

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  2. Lo stesso freddo, formale applauso a GWB all' asemblea Onu martedi la dice lunga sul gradimento della politica estera Usa. Tutta la questione della revoca dell'embargo revocato alla Libia, se non avesse comportato dolore e morte, sarebbe ridicola.La paranoia anti Castrista con cui gli Usa continuano a rovinare Cuba rasenta ormai il crimine contro l'umanità. Governi amici o sotto tutela, se non critici, sono quanto meno freddi e distaccati, operano dei distinguo non irrilevanti.
    Probabilmente, e lancio una provocazione, la vera lotta vincente al terrorismo sarebbe un GWB che si lancia fuori dalla finestra gridando "scusa" al mondo intero.
    Harmonia, tpno

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  3. Lo stesso freddo, formale applauso a GWB all' asemblea Onu martedi la dice lunga sul gradimento della politica estera Usa. Tutta la questione della revoca dell'embargo revocato alla Libia, se non avesse comportato dolore e morte, sarebbe ridicola.La paranoia anti Castrista con cui gli Usa continuano a rovinare Cuba rasenta ormai il crimine contro l'umanità. Governi amici o sotto tutela, se non critici, sono quanto meno freddi e distaccati, operano dei distinguo non irrilevanti.
    Probabilmente, e lancio una provocazione, la vera lotta vincente al terrorismo sarebbe un GWB che si lancia fuori dalla finestra gridando "scusa" al mondo intero.
    Harmonia, tpno

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  4. Lo stesso freddo, formale applauso a GWB all' asemblea Onu martedi la dice lunga sul gradimento della politica estera Usa. Tutta la questione della revoca dell'embargo revocato alla Libia, se non avesse comportato dolore e morte, sarebbe ridicola.La paranoia anti Castrista con cui gli Usa continuano a rovinare Cuba rasenta ormai il crimine contro l'umanità. Governi amici o sotto tutela, se non critici, sono quanto meno freddi e distaccati, operano dei distinguo non irrilevanti.
    Probabilmente, e lancio una provocazione, la vera lotta vincente al terrorismo sarebbe un GWB che si lancia fuori dalla finestra gridando "scusa" al mondo intero.
    Harmonia, tpno

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  5. Harmonia ...il nostro governo?...pretendi un coraggio da B. che, poverino non ha....è vero...stiamo diventando pazzi....Ti abbraccio carissima. Alain

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  6. comincio solo ora ad aprire gli occhi.. grazie!!

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  7. Non siamo diventando pazzi, stiamo ricominciando a fare una cosa avevamo dimenticato.
    Prendere decisioni difficili, assumendosene le responsabilità

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  8. Non siamo diventando pazzi, stiamo ricominciando a fare una cosa avevamo dimenticato.
    Prendere decisioni difficili, assumendosene le responsabilità

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  9. Non siamo diventando pazzi, stiamo ricominciando a fare una cosa avevamo dimenticato.
    Prendere decisioni difficili, assumendosene le responsabilità

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  10. Non siamo diventando pazzi, stiamo ricominciando a fare una cosa avevamo dimenticato.
    Prendere decisioni difficili, assumendosene le responsabilità

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  11. ogni legge di murphy possibile e immaginabile viene costantemente superata da ogni non-legge vigente al mondo.

    grazie del tuo costante apporto alla verità, che immagino titanico.

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  12. ogni legge di murphy possibile e immaginabile viene costantemente superata da ogni non-legge vigente al mondo.

    grazie del tuo costante apporto alla verità, che immagino titanico.

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  13. ogni legge di murphy possibile e immaginabile viene costantemente superata da ogni non-legge vigente al mondo.

    grazie del tuo costante apporto alla verità, che immagino titanico.

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  14. ogni legge di murphy possibile e immaginabile viene costantemente superata da ogni non-legge vigente al mondo.

    grazie del tuo costante apporto alla verità, che immagino titanico.

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  15. Alessio ... 1. Le armi nucleari sono pericolose e indegne in mano a chiunque, e una grande democrazia è stata la prima e finora l'unica ad usarle, usando pretesti falsi. 2. Israele, per sua stessa ammissione, ha già l'arma nucleare; le nuove 5000 sono più convenzionali e suscitano meno proteste. 3. Sharon ha già dimostrato di essere capace di tutto, quindi non vedo perché dovremmo fidarci di lui, visto che una sua pazzia comunque coinvolgerebbe anche noi a causa della vicinanza geografica. 4. Al momento l'Iran non ha l'arma nucleare e "il direttore della Iaea, El-Baradei, ha smentito Washington, dichiarando che nel complesso iraniano di Parchin non vi sono segni di attività nucleari militari". 6. Ciò che mi allarma è l'analogia con il caso Iraq, analogia evidenziata dal NEW YORK TIMES che sottolinea subito la "familiarity, evoking the warnings and threats that led to the war to overthrow Saddam Hussein, and stirring an equally passionate debate." (questo è solo l'inizio dell'articolo).
    Mi fermo qui, ma potrei continuare a contare fino a ... non so quale numero.

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  16. Alessio ... 1. Le armi nucleari sono pericolose e indegne in mano a chiunque, e una grande democrazia è stata la prima e finora l'unica ad usarle, usando pretesti falsi. 2. Israele, per sua stessa ammissione, ha già l'arma nucleare; le nuove 5000 sono più convenzionali e suscitano meno proteste. 3. Sharon ha già dimostrato di essere capace di tutto, quindi non vedo perché dovremmo fidarci di lui, visto che una sua pazzia comunque coinvolgerebbe anche noi a causa della vicinanza geografica. 4. Al momento l'Iran non ha l'arma nucleare e "il direttore della Iaea, El-Baradei, ha smentito Washington, dichiarando che nel complesso iraniano di Parchin non vi sono segni di attività nucleari militari". 6. Ciò che mi allarma è l'analogia con il caso Iraq, analogia evidenziata dal NEW YORK TIMES che sottolinea subito la "familiarity, evoking the warnings and threats that led to the war to overthrow Saddam Hussein, and stirring an equally passionate debate." (questo è solo l'inizio dell'articolo).
    Mi fermo qui, ma potrei continuare a contare fino a ... non so quale numero.

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  17. Alessio ... 1. Le armi nucleari sono pericolose e indegne in mano a chiunque, e una grande democrazia è stata la prima e finora l'unica ad usarle, usando pretesti falsi. 2. Israele, per sua stessa ammissione, ha già l'arma nucleare; le nuove 5000 sono più convenzionali e suscitano meno proteste. 3. Sharon ha già dimostrato di essere capace di tutto, quindi non vedo perché dovremmo fidarci di lui, visto che una sua pazzia comunque coinvolgerebbe anche noi a causa della vicinanza geografica. 4. Al momento l'Iran non ha l'arma nucleare e "il direttore della Iaea, El-Baradei, ha smentito Washington, dichiarando che nel complesso iraniano di Parchin non vi sono segni di attività nucleari militari". 6. Ciò che mi allarma è l'analogia con il caso Iraq, analogia evidenziata dal NEW YORK TIMES che sottolinea subito la "familiarity, evoking the warnings and threats that led to the war to overthrow Saddam Hussein, and stirring an equally passionate debate." (questo è solo l'inizio dell'articolo).
    Mi fermo qui, ma potrei continuare a contare fino a ... non so quale numero.

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  18. Alessio ... 1. Le armi nucleari sono pericolose e indegne in mano a chiunque, e una grande democrazia è stata la prima e finora l'unica ad usarle, usando pretesti falsi. 2. Israele, per sua stessa ammissione, ha già l'arma nucleare; le nuove 5000 sono più convenzionali e suscitano meno proteste. 3. Sharon ha già dimostrato di essere capace di tutto, quindi non vedo perché dovremmo fidarci di lui, visto che una sua pazzia comunque coinvolgerebbe anche noi a causa della vicinanza geografica. 4. Al momento l'Iran non ha l'arma nucleare e "il direttore della Iaea, El-Baradei, ha smentito Washington, dichiarando che nel complesso iraniano di Parchin non vi sono segni di attività nucleari militari". 6. Ciò che mi allarma è l'analogia con il caso Iraq, analogia evidenziata dal NEW YORK TIMES che sottolinea subito la "familiarity, evoking the warnings and threats that led to the war to overthrow Saddam Hussein, and stirring an equally passionate debate." (questo è solo l'inizio dell'articolo).
    Mi fermo qui, ma potrei continuare a contare fino a ... non so quale numero.

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  19. Alessio ... Le soluzioni altrenative.
    1. Impegnare intelligenze, strumenti, soldi, alleanze ... per far cessare i combattimenti. 2. Affrontare e combattere i terroristi con strumenti e armi (sì, anche armi) adeguate all'uopo, chiudendo loro ogni spazio e ogni possibilità (banche e trafficanti d'armi potrebbero dare una mano). 3. Fare ciò che noi, i 'democratici', riteniamo giusto, e non ballare alla musica dei terroristi. 4. Allearci con i Musulmani cosiddetti moderati e capire che sono i primi ad avere paura (non è una colpa avere paura). 5. Rivedere, per esempio, come potevano andare le cose con il caso Gheddafi, ma un po' di migliaia di morti prima e non dopo. Abbiamo la forza della democrazia. 6. Cambiare i nostri atteggiamenti di arroganza e di ingiustizia.

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  20. Alessio ... Le soluzioni altrenative.
    1. Impegnare intelligenze, strumenti, soldi, alleanze ... per far cessare i combattimenti. 2. Affrontare e combattere i terroristi con strumenti e armi (sì, anche armi) adeguate all'uopo, chiudendo loro ogni spazio e ogni possibilità (banche e trafficanti d'armi potrebbero dare una mano). 3. Fare ciò che noi, i 'democratici', riteniamo giusto, e non ballare alla musica dei terroristi. 4. Allearci con i Musulmani cosiddetti moderati e capire che sono i primi ad avere paura (non è una colpa avere paura). 5. Rivedere, per esempio, come potevano andare le cose con il caso Gheddafi, ma un po' di migliaia di morti prima e non dopo. Abbiamo la forza della democrazia. 6. Cambiare i nostri atteggiamenti di arroganza e di ingiustizia.

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  21. Alessio ... Le soluzioni altrenative.
    1. Impegnare intelligenze, strumenti, soldi, alleanze ... per far cessare i combattimenti. 2. Affrontare e combattere i terroristi con strumenti e armi (sì, anche armi) adeguate all'uopo, chiudendo loro ogni spazio e ogni possibilità (banche e trafficanti d'armi potrebbero dare una mano). 3. Fare ciò che noi, i 'democratici', riteniamo giusto, e non ballare alla musica dei terroristi. 4. Allearci con i Musulmani cosiddetti moderati e capire che sono i primi ad avere paura (non è una colpa avere paura). 5. Rivedere, per esempio, come potevano andare le cose con il caso Gheddafi, ma un po' di migliaia di morti prima e non dopo. Abbiamo la forza della democrazia. 6. Cambiare i nostri atteggiamenti di arroganza e di ingiustizia.

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  22. Alessio ... Le soluzioni altrenative.
    1. Impegnare intelligenze, strumenti, soldi, alleanze ... per far cessare i combattimenti. 2. Affrontare e combattere i terroristi con strumenti e armi (sì, anche armi) adeguate all'uopo, chiudendo loro ogni spazio e ogni possibilità (banche e trafficanti d'armi potrebbero dare una mano). 3. Fare ciò che noi, i 'democratici', riteniamo giusto, e non ballare alla musica dei terroristi. 4. Allearci con i Musulmani cosiddetti moderati e capire che sono i primi ad avere paura (non è una colpa avere paura). 5. Rivedere, per esempio, come potevano andare le cose con il caso Gheddafi, ma un po' di migliaia di morti prima e non dopo. Abbiamo la forza della democrazia. 6. Cambiare i nostri atteggiamenti di arroganza e di ingiustizia.

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  23. È ancora una volta il solito discorso: George Doppiavù pretende di sanare i mali del mondo con la guerra anziché con politiche realmente costruttive. Perché è più divertente, probabilmente, è soprattutto gli garantisce un tornaconto maggiore.

    D'altra parte è più che evidente che lì fanno quello che più gli aggrada raccontandoci storielle di ogni genere per copertura. Basti vedere il discorso Arabia Saudita: grandi proclami per sottolineare la critica Usa alla mancanza di libertà religiosa in Arabia Saudita.
    Conseguenze: apprezzamenti al Governo Usa da chi è ostile alla partnership con l'Arabia, ma proseguimento immutato dei rapporti economico-finanziari tra Usa (e in particolare la famiglia Bush, che in quanto a conflitto d'interessi non sfigura nemmeno di fronte a King B.) e i petrolieri sauditi.
    Bella storia!

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  24. È ancora una volta il solito discorso: George Doppiavù pretende di sanare i mali del mondo con la guerra anziché con politiche realmente costruttive. Perché è più divertente, probabilmente, è soprattutto gli garantisce un tornaconto maggiore.

    D'altra parte è più che evidente che lì fanno quello che più gli aggrada raccontandoci storielle di ogni genere per copertura. Basti vedere il discorso Arabia Saudita: grandi proclami per sottolineare la critica Usa alla mancanza di libertà religiosa in Arabia Saudita.
    Conseguenze: apprezzamenti al Governo Usa da chi è ostile alla partnership con l'Arabia, ma proseguimento immutato dei rapporti economico-finanziari tra Usa (e in particolare la famiglia Bush, che in quanto a conflitto d'interessi non sfigura nemmeno di fronte a King B.) e i petrolieri sauditi.
    Bella storia!

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  25. È ancora una volta il solito discorso: George Doppiavù pretende di sanare i mali del mondo con la guerra anziché con politiche realmente costruttive. Perché è più divertente, probabilmente, è soprattutto gli garantisce un tornaconto maggiore.

    D'altra parte è più che evidente che lì fanno quello che più gli aggrada raccontandoci storielle di ogni genere per copertura. Basti vedere il discorso Arabia Saudita: grandi proclami per sottolineare la critica Usa alla mancanza di libertà religiosa in Arabia Saudita.
    Conseguenze: apprezzamenti al Governo Usa da chi è ostile alla partnership con l'Arabia, ma proseguimento immutato dei rapporti economico-finanziari tra Usa (e in particolare la famiglia Bush, che in quanto a conflitto d'interessi non sfigura nemmeno di fronte a King B.) e i petrolieri sauditi.
    Bella storia!

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  26. È ancora una volta il solito discorso: George Doppiavù pretende di sanare i mali del mondo con la guerra anziché con politiche realmente costruttive. Perché è più divertente, probabilmente, è soprattutto gli garantisce un tornaconto maggiore.

    D'altra parte è più che evidente che lì fanno quello che più gli aggrada raccontandoci storielle di ogni genere per copertura. Basti vedere il discorso Arabia Saudita: grandi proclami per sottolineare la critica Usa alla mancanza di libertà religiosa in Arabia Saudita.
    Conseguenze: apprezzamenti al Governo Usa da chi è ostile alla partnership con l'Arabia, ma proseguimento immutato dei rapporti economico-finanziari tra Usa (e in particolare la famiglia Bush, che in quanto a conflitto d'interessi non sfigura nemmeno di fronte a King B.) e i petrolieri sauditi.
    Bella storia!

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  27. Complimentissimi..molto ben fatto questo Blog!

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  28. un salutino prima di cenare: ciaoooooo:-)

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