giovedì 2 settembre 2004

«Il foulard secondo coscienza»



Parla Tariq Ramadan, islamologo e principale intellettuale musulmano europeo. Intervista di Stefano Liberti


Professore di islamologia all'Università svizzera di Friburgo, nipote di Hassan el Banna - il fondatore dei Fratelli musulmani ucciso in Egitto nel 1949 -, Tariq Ramadan è uno degli intellettuali musulmani più impegnati sul fronte del dialogo Islam-Occidente e sui problemi d'integrazione dei musulmani europei. Nei giorni scorsi, gli è stato negato - senza addurre motivazioni - il visto d'ingresso per lavoro negli Stati uniti, dove doveva andare a tenere un corso all'Università cattolica Notre Dame nell'Indiana. Lo abbiamo raggiunto per telefono a Ginevra, città dove vive.

L'appello contro la legge sul velo dell'«Esercito islamico» ha creato un fronte unico in Francia. Il governo, la società civile, le organizzazioni islamiche sono uniti nel respingere il ricatto...

I rapitori dei due giornalisti francesi, come quelli di tutti gli altri ostaggi, sono da condannare senza esitazioni e senza condizioni. Come musulmani, dobbiamo sostenere il governo e non cedere al ricatto. Bisogna tuttavia cercare di contestualizzare l'azione di questo gruppo. La vicenda del foulard ha creato profonda incomprensione nel mondo islamico nei confronti della Francia. L'esercito islamico ha cercato di ottenere consensi tra i musulmani, capitalizzando la passione emotiva suscitata a suo tempo dall'approvazione della legge. Per fortuna è accaduto il contrario. Si è creato un consenso contro di loro.

Che ruolo devono avere i musulmani europei in questa fase storica?

A forza di dover condannare quanto si fa in nome dell'islam, ci troviamo sempre in una posizione difensiva, a chiedere scusa di qualcosa di cui non abbiamo colpe. Credo che i musulmani europei devono avere un atteggiamento diverso: in quanto cittadini di stati democratici, devono avere un ruolo attivo nella società, partecipare al dibattito pubblico con proposte e rivendicazioni. Allo stesso tempo, devono denunciare con forza sulla scena internazionale quanto si fa in loro nome, che è in effetti un travisamento del loro messaggio. In poche parole, non si devono isolare e scusare, ma devono partecipare e condannare.

Lei era contrario alla legge sul velo. Oggi i musulmani di Francia la difendono in nome dell'unità nazionale. Qual è oggi la sua posizione?

In uno stato democratico, nessuno è obbligato a essere d'accordo intimamente con le leggi del proprio paese. L'obiezione di coscienza è sempre esistita e non sono stati i musulmani ad averla inventata. Siamo in uno stato di diritto. Io ho sempre detto che la legge sulla laicità del 1905 era ampiamente sufficiente a garantire la convivenza pacifica. Ritengo che questa legge contro il velo a scuola rappresenti un passo indietro. Non unisce, ma divide. È una legge dettata dalla paura. Sta anche ai musulmani, nel contesto del dibattito democratico, trovare strade che permettano una migliore convivenza.

Ma, allora, cosa devono fare le musulmane francesi che vogliono indossare il foulard?

Ognuno è di fronte alla propria coscienza. Se una ragazza ha voglia di indossare il foulard, deve cercare di stabilire un rapporto dialettico con le autorità scolastiche per capire fino a che punto può spingersi. Sono anni che dico alle giovani musulmane che la cosa si può fare in modo discreto, mettendo il foulard dietro le orecchie o dietro il collo. Se invece non c'è possibilità di dialogo, la giovane musulmana può, secondo le stesse norme islamiche, togliere il foulard all'ingresso dell'edificio scolastico e indossarlo nuovamente all'uscita. La cosa più importante è evitare che la legge produca fenomeni di isolamento: in una situazione di costrizione, bisogna sempre privilegiare l'educazione.

Dopo la cattura dei due giornalisti francesi, molte voci si sono levate a invocare lo scontro di civiltà. Il fatto che anche Parigi veniva colpita dimostrava, secondo autorevoli commentatori, che in Iraq e nel mondo è in atto una guerra della civiltà contro la barbarie...

Questo è esattamente il discorso che vorrebbe sentire gente come bin Laden. È indubbio che oggi è in atto uno scontro. Ma la frattura si situa tra due mondi che hanno difficoltà a comunicare e che si percepiscono reciprocamente in modo caricaturale.


Nel mondo musulmano, oggi l'Occidente è visto come la semplice espressione del potere unilaterale e consumista degli Stati uniti.


Per il mondo occidentale, l'islam è il mondo della violenza, del terrorismo, della discriminazione delle donne.


Bisogna invece valorizzare quelle persone, quelle iniziative nei due mondi che promuovono il dialogo. Piuttosto che ossessionarci con lo scontro di civiltà, che è ormai diventato un ritornello, cerchiamo di dare più spazio nei due mondi a quelle persone che lavorano per mettere in evidenza il campo comune dell'universale.


Fonte: Il Manifesto, 2 Settembre 2004 - http://www.ilmanifesto.it/



 
























30 commenti:

  1. Per Claudio... Sono d'accordo con la tua analisi e direi che forse ci sono due scontri di civiltà: uno all'interno della nostra cosiddetta occidentale e uno all'interno di quella musulmana. Chi fra noi ama la giustizia e la pace può trovare alleati e compagni di strada proprio fra i Musulmani.

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  2. Penso che questa sia una delle più importanti sfide che ci troviamo ad affrontare in questa fase storica: fare in modo che l'opinione pubblica europea ed americana si renda conto che i fondamentalisti sono una minoranza tra gli Arabi. È necessario cercare un dialogo con i moderati, mentre con le politiche aggressive e la demagogia antislamica che purtroppo troppi hanno interesse a cavalcare non si ottiene null'altro che fare condividere a sempre più Musulmani l'avversità violenta contro l'Occidente.
    Sarà una frase abusata, ma la guerra alimenta il terrorismo.

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    Sarà una frase abusata, ma la guerra alimenta il terrorismo.

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  7. Un contributo notevole, questa intervista, alla vittoria (speriamo) della civiltà (e del buon senso).
    Un'ottima ideadarne risalto nella blogosfera.
    Se è tardi per la buona notte, cara Harmonia, allora vada per il buona giornata... tra qualche ora.
    Roberto

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    Roberto

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    Roberto

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    Roberto

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  12. Harmonia, penso di avere espresso già in passato la mia opinione sul 'velo'. Secondo me è stato un errore del governo francese aver legiferato contro il velo. L'unico discrimine dovrebbe essere il rispetto della dignità e dell'integrità anche fisica dell'uomo. Per fare un semplice esempio, sempre dal mio punto di vista, sì al velo no all'infibulazione (ho trovato sempre discutibile anche la circoncisione giusto per guardare ad un'altra religione). Ti abbraccio e ti auguro buona notte. Alain

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  13. Grazie Harmonia, come sempre la via del dialogo è la migliore.

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  14. ciao harmonia, spero di trovare il tempo per leggermi con un pò di attenzione questo articolo, mi sembra molto interessante. nel frattempo ti saluto. a presto

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  15. qui a leggere.....da te....
    un grazie particolare.

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  20. Ieri sera le tv estere, evidentemente ignare dell' importanza delle caviglie di Del Piero e delle proposte di lunardi, trasmettevano le immagini del Ministro degli Esteri francese, il conservatore DeVillepin, il quale ha promosso l'appello per la liberazione dei due giornalisti suoi connazionali parlando dall'interno della moschea di Parigi,circondato dalle più importanti autorità religiose islamiche d'oltralpe.
    Del nostro, le uniche immagini del periodo lo vedevano sorridente durante il suo defilè a Rimini.
    Per dire.

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    Del nostro, le uniche immagini del periodo lo vedevano sorridente durante il suo defilè a Rimini.
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  22. Ieri sera le tv estere, evidentemente ignare dell' importanza delle caviglie di Del Piero e delle proposte di lunardi, trasmettevano le immagini del Ministro degli Esteri francese, il conservatore DeVillepin, il quale ha promosso l'appello per la liberazione dei due giornalisti suoi connazionali parlando dall'interno della moschea di Parigi,circondato dalle più importanti autorità religiose islamiche d'oltralpe.
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  23. ..sono venuta a curiosare..grazie per quello che ho potuto leggere..penso che sia arrivato il momento di dire..di continuare a dire perchè evidentemente non è mai abbastanza anche se io riesco a stupirmi ancora di fronte alla ristrettezza mentale e visiva delle persone!!
    E' bello sapere che si è in tanti a sognare..

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  28. letto, da tenere come manuale di istruzioni per il nostro millennio. un abbraccio

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  29. ciau harmonia, dai un'occhiata su battello ebbro, segnalazione di un video molto bello di galeano..un abbraccio

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  30. Harmonia questa sera (notte) splinder fa i capricci e su molti blog non permette il commento perchè'in manutenzione'..vedo che il tuo invece è accessibile e allora ti auguro un sereno week end con un abbraccio affettuoso. Alain

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