mercoledì 2 aprile 2003

Ad elevare al Signore un "canto nuovo" è invitato il mondo nella sua


globalità che include terra, mare, isole, deserti e città". "Il Signore


fa sorgere un mondo nuovo, un'era di libertà e di salvezza - ha


proseguito -. A chi era cieco vengono aperti gli occhi perché goda della


luce che sfolgora. Il cammino si fa agile e la speranza fiorisce,


rendendo possibile continuare a confidare in Dio e nel suo futuro


di pace e di felicità. Ogni giorno il credente deve saper scorgere


i segni dell'azione divina, anche quando essa è nascosta dal fluire,


spesso monotono e senza meta, del tempo". "Scoprire, con gli occhi della fede,


questa presenza divina nello spazio e nel tempo, ma anche in noi stessi


- ha concluso Giovanni Paolo II - è sorgente di speranza e di fiducia,


anche quando il nostro cuore è turbato e scosso".







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