venerdì 14 gennaio 2005

mercoledì, gennaio 12, 2005  
 

IV Anno a Guantanamo 


Detainees at Guantanamo Bay, Cuba



Il quotidiano francese Le Monde ha dedicato un editoriale all'inizio del quarto anno d'inferno per gli sconosciuti esseri umani di Guantanamo.


'I primi prigionieri della "guerra contro il terrorismo" sono stati trasferiti nella base navale di Guantanamo Bay, sull'isola di Cuba, l'11 gennaio 2002. Tre anni dopo, il numero dei detenuti, negli edifici costruiti specialmente dalle forze armate degli Stati Uniti, è di circa 500, appartenenti a 42 nazionalità.

Si valuta che siano 200 coloro i quali sono stati liberati, spesso discretamente, o rimessi alle autorità dei loro paesi. Quest'ulimo caso è quello di 4 Francesi, su 6 0 7 che erano detenuti (la nazionalità di uno di loro è contestata). ...

Un portavoce del Pentagono ha indicato, il 6 gennaio, che la proporzione dei prigionieri attuali che hanno un "valore", dal punto di vista dell'informazione, è del 25%. Supponendo che questo sia un motivo accettabile per mantenerli in stato di detenzione, che dire degli altri tre quarti? Quali accuse pesano su di loro? Davanti a quale tribunale ne risponderanno, e quando?

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso, nel giugno 2004, contro il parere del governo, che le giurisdizioni civili americane erano del tutto competenti sul territorio di Guantanamo Bay.

Questa decisione ha avuto la conseguenza di congelare le procedure dei tribunali militari, istituiti dal Pentagono, senza assicurare un esame rapido dei ricorsi da parte dei tribunali civili.

In quel periodo, dei documenti del FBI,ottenuti da militanti dei diritti dell'uomo, grazie alla legge sulla libertà d'informazione, hanno rilevato che gli interrogatori praticati a Guantanamo sono stati accompagnati da violenze.

Il Comitato internazionale della Croce Rossa, solo organismo autorizzato dagli Stati Uniti a sorvegliare le condizioni di vita dei prigionieri, aveva già denunciato, nel novembre 2004, dei metodi "equivalenti a delle torture".

La verità, semplice, è che i dirigenti americani hanno fabbricato, a Guantanamo Bay, un mostro giuridico. Ora devono mettere fine a questa situazione, rapidamente e appropriatamente, liberando i detenuti i cui dossier siano vuoti e perseguendo gli altri davanti ai tribunali ordinari.'






Guantanamo Bay, Cuba






Un "mostro giuridico" viene definito il mondo a parte costruito a Guantanamo Bay. 

Ho trovato le stesse preoccupazioni e valutazioni anche negli editoriali del New York Times e del Washington Post, che sono i quotidiani statunitensi che leggo normalmente nel WEB.  

Ho scelto le Le Monde per l'efficacia della sintesi, e dei fatti e dei giudizi.




Oggi c'è un editoriale di Anne Applebaum nel Washington Post, intitolato "The torture myth". E' un pezzo lungo che vale la pena leggere. Verso la fine la fine l'autrice scrive:

 

"Data l'evidenza di schiacciante negatività, , la questione realmente interessante non è quale tortura funzioni ma perché così tante persone nella nostra società voglio credere che la tortura funziona."

E conclude:

"Forse è rassicurante raccontarci favole sulle nuove forme di 'durezza' di cui abbiamo bisogno, o parlare delle regole speciali che creeremo per sconfiggere questo speciale nemico. Sfortunatamente, questa durezza è auto-ingannevole e auto-distruttiva. Alla fine sarà anche auto- defeating". (http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/articles/A2302-2005Jan11.html).





Non facciamoci prendere dalla tentazione di giudicare ciniche le ultime affermazioni della giornalista, che sembra farne una questione utilitaristica.

Data per scontata l'assoluta immoralità della tortura, queste sono argomentazioni rivolte a chi ha superato il limite invalicabile delle leggi morali.

A me queste stesse argomentazioni furono esposte con incredibile pragmatismo da un amico detenuto e torturato per anni. Mi spiegò che la tortura è del tutto gratuita, perché, dopo i primi giorni, il prigioniero non sa più nulla o quasi nulla di utile alle indagini, perché l'eventuale organizzazione si riorganizza in seguito all'arresto di un affiliato.

Una testimonianza importantissima, credo la prima del genere, è quella di Friedrich von Spee:






"Nel 1631, in una Germania dilaniata dalla guerra, il gesuita Friedrich von Spee pubblica, in forma anonima, un libro (Cautio criminalis, trad. it. I processi alle streghe, Editrice Salerno, II ed, 2004). Von Spee è un confessore di streghe condannate a morte, quasi sempre a seguito di processi basati su confessioni estorte con la tortura. Partendo da questa esperienza parla ai principi tedeschi, e conclude che nemmeno per un reato certamente eccezionale come la stregoneria si possono accettare processi che siano in contrasto con la ragione o la morale.

Sottolinea che la prima preoccupazione dei principi nel promuovere questo tipo di processi dovrebbe essere che non vi si commettano errori, perché poi è difficile correggerli.

Condanna il principe che si disinteressa, e lascia agire ad arbitrio i funzionari che ha preposto. Afferma che per quanti siano i roghi innalzati dai principi, non saranno mai abbastanza, a meno di non ardere ogni cosa."


(Vale la pena di leggere "La strega e il Pentagono" di ...? http://harmonia.altervista.org/La_strega_e_il_Pentagono_-_13_maggio_2004.doc. Salvato in Word, credo da "la Rinascita", insieme a una articolo di Corrado Stajano, "La colonna infame", con ragionamenti sullo stesso argomento. Chiedo scusa per l'imprecisione sulla fonte.)



Articolo da Le Monde: http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-3208,36-393802,0.html (ARTICLE PARU DANS L'EDITION DU 12.01.05). Foto: AP, pescate nel sito della BBC NEWS.

(Avviso: la mia traduzione è stata fatta in velocità, anche se fedelmente, tuttavia consiglio di controllare l'articolo in francese)



postato da harmonia | 09:10 | commenti (14)

Per un mio sciocco errore sono stati cancellati i commenti a questo post. Mi scuso con amiche e amici. harmonia


 

3 commenti:

  1. Ma come mi era venuto cosi' bene, non avevo neppure sbagliato un verbo ed avevo perfino rispettato la consecutio temporis? Cmq cara H ci rifletto sopra (ma ne saro' capace?)
    e quanto prima ti ribadirò per sommi capi quanto avevo commentato. Ciao ciao

    RispondiElimina
  2. Ma come mi era venuto cosi' bene, non avevo neppure sbagliato un verbo ed avevo perfino rispettato la consecutio temporis? Cmq cara H ci rifletto sopra (ma ne saro' capace?)
    e quanto prima ti ribadirò per sommi capi quanto avevo commentato. Ciao ciao

    RispondiElimina
  3. Ma come mi era venuto cosi' bene, non avevo neppure sbagliato un verbo ed avevo perfino rispettato la consecutio temporis? Cmq cara H ci rifletto sopra (ma ne saro' capace?)
    e quanto prima ti ribadirò per sommi capi quanto avevo commentato. Ciao ciao

    RispondiElimina