lunedì 24 gennaio 2005

Laudato si', mi' Signore, per sor'acqua,


la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.



 


"In acqua veritas, un bene da salvare"


da un articolo di Angelo Mastandrea


Un titolo efficace per parlare di un problema su cui bisogna concentrarsi con la massima attenzione. Non di petrolio si parla, ma di acqua, l'acqua sorella, l'acqua madre di ogni forma di vita.


"I movimenti contro la privatizzazione. I casi Toscana e Campania


Oggi a Firenze i movimenti presentano una legge che chiede una gestione pubblica della più importante risorsa dell'umanità. Le Marche resistono all'attacco delle multinazionali, mentre a Napoli padre Alex Zanotelli sfida multinazionali, Caltagirone e la moglie dell'ex presidente di Confindustria D'Amato, pronti a infilarsi nel business dell'oro blu.


Non saremo alla vigilia di una seconda Cochabamba, la città boliviana da cui partì, nel `99, la cosiddetta «guerra dell'acqua» che destabilizzò il governo. E' però vero che attorno al bene più prezioso dell'umanità si agitano, qui e ora nel nostro paese, resistenze e interessi di varia natura. Che vedono schierati da una parte movimenti e parlamentari dell'opposizione, dall'altra qualche regione e un pugno di società private e qualche nome di un certo peso. ...


In Toscana una legge «di movimento»

Quella che verrà presentata oggi all'interno del terzo forum delle reti e dei movimenti toscani, che si conclude domani a Firenze, è la prima proposta di legge scritta collettivamente e frutto dell'elaborazione teorica dei movimenti su uno dei loro cavalli di battaglia. La raccolta di firme partirà a febbraio. Ne servono tremila, ma «il nostro obiettivo è di arrivare a trentamila», spiega Tommaso Fattori, portavoce del Firenze social forum. Ma l'iniziativa ha già prodotto l'effetto di bloccare l'approvazione, in consiglio regionale, della nuova legge sul riordino dei servizi pubblici, che insiste sul cosiddetto «modello toscano» delle privatizzazioni. ...


Alle Marche piace pubblica

La giunta regionale delle Marche ha presentato a sua volta una proposta di legge che rivendica la gestione pubblica dell'acqua. «I privati che vogliono trasformare l'acqua in un business non sono certo interessati a un uso oculato di questa risorsa: più acqua si consuma, più acqua viene venduta, più acqua viene restituita inquinata, e quindi c'è più acqua da depurare. Insomma si avvia un circolo vizioso che non può che portare al rincaro di questo bene essenziale per la vita dell'uomo», dice l'assessore all'Ambiente Marco Amagliani (Prc), che denuncia come «sono sempre in agguato i privati o magari le multinazionali, che si presentano ai nostri comuni e offrono un "servizio chiavi in mano", dove tutto sembra semplificarsi e magari per questa operazione c'è pure la possibilità di accedere alle risorse comunitarie».

Il business campano dell'oro blu

La pensa allo stesso modo Alex Zanotelli, che per contestare le privatizzazioni in Campania ha preso carta e penna e l'ha scritto chiaramente in una lettera di fuoco, intitolata «state con l'acqua o con i ladri di acqua?»: «Agli enti locali fanno gola i finanziamenti messi a disposizione dall'Unione europea». Il missionario comboniano è uno dei leader della protesta contro l'amministrazione Bassolino. ...


In tutto il mondo persone dalla mente limpida e onesta, (come l'acqua?), si stanno battendo per evidenziare quest'ultimo estremo tentativo di rapina delle risorse naturali del nostro pianeta, le risorse estreme e indiscutibili, come il cibo e l'acqua.



"La privatizzazione dell’acqua è un’altra minaccia alla libertà umana."


da un articolo di Vandana Shiva


Forse il più famoso racconto di avidità corporativa sull’acqua è quello di Cochabamba, in Bolivia. In questa regione semideserta, l’acqua è scarsa e preziosa. Nel 1999, la Banca Mondiale consigliò la privatizzazione della compagnia di rifornimento municipale dell’acqua di Cochabamba (SEMAPA) attraverso una concessione all’Acqua Internazionale, una compagnia consociata di Bechtel. Nell’ottobre del 1999, la legge Drinking Water and Sanitation  fu approvata, mettendo fine ai sussidi governativi e permettendo la privatizzazione.


Forse il più famoso racconto di avidità corporativa sull’acqua è quello di Cochabamba, in Bolivia. In questa regione semideserta, l’acqua è scarsa e preziosa. Nel 1999, la Banca Mondiale consigliò la privatizzazione della compagnia di rifornimento municipale dell’acqua di Cochabamba (SEMAPA) attraverso una concessione all’Acqua Internazionale, una compagnia consociata di Bechtel. Nell’ottobre del 1999, la legge Drinking Water and Sanitation  fu approvata, mettendo fine ai sussidi governativi e permettendo la privatizzazione.

In una città in cui il minimo salariale è inferiore a cento dollari al mese, le bollette dell’acqua raggiungono i venti dollari al mese, vicino il costo di alimentazione di una famiglia di cinque persone per due settimane. Nel gennaio del 2000, fu formata un’alleanza di cittadini chiamata La Coalizione in Difesa Dell’Acqua e della Vita.


La coalizione fermò la città per quattro giorni attraverso una mobilitazione di massa. In meno di un mese, milioni di boliviani marciarono verso Cochabamba, fecero uno sciopero generale e fermarono i trasporti. Al raduno, i protestanti stilarono la Dichiarazione di Cochabamba, che chiedeva la protezione dei diritti universali dell’acqua.


Il governo promise di fare marcia indietro sull’aumento dei prezzi, ma nulla di tutto ciò fu realizzato. Nel febbraio del 2000, la coalizione organizzò una marcia pacifica per chiedere l’abrogazione della legge Drinking Water and Sanitation, l’annullamento dell’ordinanza di privatizzazione, la scadenza del contratto dell’acqua e la partecipazione dei cittadini nella stesura di una legge sulle risorse dell’acqua.


Le richieste dei cittadini, che avrebbero messo in gioco il cuore degli interessi corporativi, furono violentemente respinte. La critica fondamentale mossa alla coalizione fu diretta alla negazione dell’acqua come proprietà comune. I contestatori usarono slogans che dicevano “L’acqua è un dono di Dio e non un commercio” e “L’acqua è la vita”.


Nell’aprile del 2000, il governo cercò di zittire le proteste sull’acqua attraverso leggi di mercato. Gli attivisti furono arrestati, i contestatori uccisi e i media censurati. Finalmente, il 10 aprile 2000, il popolo vinse. Le acque del Tunari e Bechtel lasciarono la Bolivia e il governo fu costretto a revocare l’odiata legge sulla privatizzazione dell’acqua.


La compagnia dell’acqua Servicio Municipal del Agua Potable Alcantarillado (SEMAPA) e i suoi debiti furono addossati ai lavoratori e al popolo. Nell’estate del 2000, la coalizione organizzò audizioni pubbliche per stabilire progetti  e gestioni democratiche. Il popolo ha raccolto la sfida per realizzare una democrazia dell’acqua, ma i “padroni” dell’acqua stanno cercando di fare il loro meglio per sovvertire tale processo. Bechtel sta intentando una causa contro la Bolivia e il governo sta tormentando e minacciando gli attivisti della Coordinadora.


Attraverso la richiesta di togliere l’acqua dal controllo delle corporazioni e del mercato, i cittadini boliviani hanno illustrato che la privatizzazione non è inevitabile e che l’assorbimento corporativo o delle risorse vitali può essere impedito dalla volontà democratica del popolo.


La fame di risorse di una corporazione condotta verso la cultura dei consumatori sta tentando di schiavizzare e controllare ogni pianta, ogni seme, ogni goccia d’acqua.


I suicidi degli agricoltori sono solo uno degli aspetti della violenza causata da un ordine mondiale violento basato sui mercati, i profitti, il consumismo. I kamikaze rappresentano un altro aspetto. Uno è diretto verso “se stesso”. L’altro verso “l’altro”. L’altro è diretto verso “l’altro”. E in un mondo frammentato e disintegrato, dove ognuno di noi si sente ingabbiato, tutti hanno quella potenzialità di diventare il pericoloso “altro”. Come gli animali ingabbiati nelle industrie, noi stiamo attaccando noi stessi o gli altri.


Gli animali hanno il Movimento di Liberazione Degli Animali che li difende e punta a liberarli se l’industria che li ha tenuti in cattività e in condizioni violente dovesse perpretrare ulteriori violenze volte a combattere quel cannibalismo causato dalla cattività.


Ciò di cui si ha bisogno è di un movimento di liberazione per gli esseri umani, un movimento sensibile alla schiavitù della cultura consumistica e del mercato globale, un movimento abbastanza sensibile da percepire le profonde violazioni che l’umanità sta sperimentando, un movimento che riconosca cioè che non sono i denti dei maiali, i becchi degli uccelli, le corna delle mucche ad aver bisogno di essere rimosse, ma le gabbie.


Il movimento multicolorato e basato sulla diversità che si oppone alla violenza strutturale dei mercati globali e la cultura consumistica, ha quegli elementi che potrebbero contribuire a liberare lo spirito umano dalle degradazioni e dalle deprivazioni della globalizzazione corporativa. Reclamare le nostre libertà e i nostri spazi dalla nuova relegazione è indispensabile a noi come agli altri animali.


Gli animali non erano nati per vivere imprigionati dentro gabbie. Gli esseri umani non erano designati a vivere imprigionati in mercati, o a vivere come esseri inutili e usa e getta se non possono essere consumatori nel mercato globale.


La nostra disumanizzazione sempre più profonda è la radice della crescente violenza. Reclamare la nostra umanità in modo comprensivo e compassionevole è il primo passo verso la pace.


La pace non sarà creata con armi e guerre, bombe e barbarie. La violenza non sarà contenuta col diffonderla. La violenza è diventata un lusso che la specie umana non può permettersi se vuole sopravvivere. La non violenza è diventata un imperativo per la sopravvivenza."



E per ritornare all'oggi, un articolo di qualche giorno fa:


I boliviani vincono la seconda guerra dell'acqua


di Will Braun


Nel paese più povero e forse più coraggioso del Sud America, un altro consorzio multinazionale per la privatizzazione dell'acqua ha chiuso i battenti. Lunedì scorso le organizzazioni di quartiere della città boliviana de El Alto hanno indetto uno sciopero generale a tempo indeterminato, esigendo che Aguas del Illimani - una società operata dal gigante francese Suez - restituisse immediatamente il sistema idrico cittadino al controllo pubblico. Martedì hanno marciato in massa sulla capitale per festeggiare la loro vittoria e avanzare richieste analoghe per le forniture di elettricità e gas. ...


Cactus Flower, Bolivia




1. Angelo Mastandrea, 22 Gennaio 2005 http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/22-Gennaio-2005/art83.html;  2. Terrorismo e cannibalismo di Vandana Shiva, 23 Gennaio 2005(http://www.zmag.org/italy/shiva-cannibalism.htm); 3. I boliviani vincono la seconda guerra dell'acqua di Will Braun, 16 Gennaio 2005 http://www.zmag.org/Italy/braun-guerra-acqua.htm

3 commenti:

  1. Tu sai che vivo in Campania , quindi, il tema è più scottante per me..e Alex è un mio mito, passami il termine un pò adolescenziale, carissima..

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  2. Mio marito vorebbe leggere i dettagli della vicenda che ci riguarda più da vicino, dove posso trovarli Harmonia? Grazie!

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  3. Harmonia intanto ti saluto poi leggo con calma il tuo interessantissimo post. Bacio. Alain

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