lunedì 7 giugno 2004

Riflessioni e domande


A lungo, fino alla nausea per l'evidente stumentalizzazione pro-guerra e


pro domo sua, il signor Berlusconi si è stracciato le vesti sulla nostra


presunta ingratitudine nei confronti degli Americani. Il d-day è stato


esaltato, giustamente, come evento eccezionale, da celebrare appunto per


il 60° anniversario. Giustamente, ripeto.


Come mai allora il servizio pubblico RAI non ha provveduto alla


diretta delle celebrazioni in Normandia?


In Europa ci stiamo macerando sui particolari della risoluzione ONU e


sulla ritrovata intesa U.S.-Francia, sull'avvio di una soluzione


accettabile per il conflitto in Iraq.


Come mai allora, proprio oggi, invece di tributare elogi e


riconoscimenti, a Mr. Bush un editoriale del New York


Times chiede soltanto di dire la verità alla nazione?


La verità sui costi della guerra (umani ed economici),


sulle difficoltà di aumentare il numero dei soldati


impiegati in Afghanistan e Iraq.


Il signor Berlusconi e la sua maggioranza criticano (eufemismo!) senza


posa l'opposizione per aver richiesto il ritiro dei soldati Italiani dall'Iraq


e ridicolizzano i pacifisti per la loro superficialità e fors'anche colpevole


stupidità.


Precedentemente hanno abbondantemente criticato e offeso il primo


ministro Zapatero per aver mantenuto la parola data al popolo


Spagnolo: ritirare i soldati dall'Iraq.


Non li ha sfiorati l'idea che proprio questi dissensi rilevanti abbiano


influito sulla famosa "svolta" di Bush? "Svolta"? (v. editoriale NYT in basso)


Povero signor Berlusconi, tradito dal perfido Chirac che non l'ha


invitato e dall'amico George che ha dichiarato: "Il primo amico


dell'America è la Francia". Ma non eravamo noi, l'Italia, i primi


della classe?


NEW YORK TIMES


June 7, 2004

OP-ED COLUMNIST


Level With Americans (Dire la verità agli Americani)


By BOB HERBERT


It's not too late for President Bush to go on television and level with the American people about what the war in Iraq is costing the nation in human treasure and cold hard cash. Like members of a family, the citizens of a nation beset by tragedy have a need and a right to know the truth about its dimensions and implications.


Non è troppo tardi per il Presidente Bush andare in televisione e dire la verità al popolo Americano su ciò che la guerra in Iraq sta costando alla nazione in tesoro umano e denaro sonante. Come membri di una famiglia, i cittadini di una nazione coinvolta in una tragedia hanno il bisogno e il diritto di conoscere la verità sulle sue dimensioni e implicazioni.



Last week the Army had to make the embarrassing disclosure that it did not have enough troops available to replenish the forces fighting in Iraq and Afghanistan. So in addition to extending the deployment of many of the troops already in the war zones, the Army announced that it would prevent soldiers from leaving the service — even if their voluntary enlistments were up — if their units were scheduled to go to Iraq or Afghanistan.


La settimana scorsa l’esercito ha dovuto fare l’imbarazzante rivelazione che non ha sufficienti truppe disponibili per rifornire le forze che combattono in Iraq e Afghanistan. Così in aggiunta all'esteso spiegamento di molte truppe già nelle zone di guerra, l’esercito ha annunciato che dovrebbe impedire ai soldati di lasciare il servizio – anche se il loro volontario arruolamento è finito – se le loro unità sono state programmate per andare in Iraq o Afghanistan. ...



"They don't have enough soldiers," said Senator Jack Reed, a Democrat from Rhode Island who is a member of the Armed Services Committee. "And when you don't have enough soldiers, you have to keep the ones you have longer. And that's exactly what they did."


“Loro non hanno abbastanza soldati,” ha detto il Senatore Jack Reed, un Democratico del Rhode Island che è membro del Armed Services Committee. “E se voi non avete abbastanza soldati, voi dovete trattenere quelli che avete più a lungo. E questo è esattamente ciò che hanno fatto”.



The shortage of soldiers was widely recognized by insiders, but the administration never made the problem clear to the public, and never took the steps necessary to deal with it. Senator Reed, a former Army captain, told me in an interview last week that he felt the civilian leadership at the Pentagon "should have recognized very early on that we needed a bigger army and should have moved aggressively" to expand the force.


La scarsità di soldati è stata ampiamente riconosciuta da chi è addentro alle segrete cose, ma l’amministrazione non ha mai fatto chiarezza sul problema per il pubblico, e non ha mai fatto i passi necessari per affrontarlo. Il Senatore Reed, un former capitano dell’esercito, mi ha detto in un’intervista la settimana scorsa di ritenere che la leadership civile al Pentagono "avrebbe dovuto riconoscere molto prima che noi abbiamo bisogno di un esercito più grande e avrebbe dovuto muoversi aggressivamente" per espandere i reparti. ...




The stop-loss policy is the latest illustration of both the danger and the fundamental unfairness embedded in the president's "what, me worry?" approach to the war in Iraq. Almost the entire burden of the war has been loaded onto the backs of a brave but tiny segment of the population — the men and women, most of them from working-class families, who enlisted in the armed forces for a variety of reasons, from patriotism to a desire to further their education to the need for a job.


La politica stop-loss è l’ultima dimostrazione di entrambi i danni e la fondamentale slealtà dell’approccio embedded del presidente alla guerra in Iraq “che cosa, io preoccupato?”. Quasi l’intero peso della guerra è stato scaricato sulle spalle di un coraggioso ma piccolo segmento della popolazione – gli uomini e le donne, in maggioranza appartenenti alla classe delle famiglie lavoratrici, che si sono arruolati nelle forze armate per una varietà di ragioni, dal patriottismo al desiderio di promuovere la loro educazione al bisogno di un lavoro. ...





For America's privileged classes, this is the most comfortable war imaginable. There's something utterly surreal about a government cutting taxes and bragging about an economic boom while at the same time refusing to provide the forces necessary to relieve troops who are fighting and dying overseas.



Per le classi privilegiate dell’America, questa la più confortevole guerra che si possa immaginare. C’è qualcosa di perfettamente surreale in un governo che taglia le tasse e che si vanta di un boom economico, e contemporaneamente rifiuta di provvedere alle forze necessarie per dare il cambio a truppe che stanno combattendo e morendo oltreoceano.



We should stop the madness. A president who is sending troops into the crucible of combat has an obligation to support them fully and treat them fairly.


How many troops, really, are needed in Iraq? And for how long? Five years? Ten years? (Many thoughtful people who initially opposed the war but believe now that it would be wrong to just abandon Iraq think the U.S. will have to keep troops there for a minimum of five years.)


 


Noi dovremmo fermare la follia.


 


Un presidente che manda truppe nel crogiolo del combattimento ha l’obbligo di supportarle completamente e trattarle equamente.


 


Di quante truppe abbiamo realmente bisogno in Iraq? E per quanto tempo? Cinque anni? Dieci anni?


 


(Molte persone serie che inizialmente si sono opposta alla guerra ma ora credono che sarebbe un errore abbandonare l’Iraq pensano che gli U.S. dovranno trattenere là le truppe per un minimo di cinque anni). ...



 


Mr. Bush has always been quick to characterize himself as a wartime president. But he's never been candid about the true costs of war, about the terrible suffering and extreme sacrifices that wars always demand.


Mr. Bush ha sempre presentato se stesso come un presidente di guerra. Ma è mai stato sincero sui veri costi della guerra, sulla terribile sofferenza e gli estremi sacrifici che le guerre richiedono sempre?


 






Now is the perfect time to correct that failing.




 


The nation deserves the truth.




 


Ora è esattamente il tempo di correggere quella manchevolezza.




 


La nazione merita la verità.




 


www.nytimes.com


5 commenti:

  1. Ciao, non so se hai visto che - postando un'immagine sul blog foto di donne... - mi si è cancellata l'immagine precedente. Probabilmente un disguido di Splinder. Era per caso una tua immagine? Se è così la puoi reinserire? Ciao e scusa, Gianna

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  2. Sì Harmonia, gli USA meritano la verità specialmente quando i costi atronomici di questa scellerata operazione si vanno a scaricare sulle classi più deboli e indifese riducendo quel poco di welfare.
    Poi sono convinto che in caso di partecipazione di B. alla celebrazione per il D. Day sicuramente una diretta televisiva sarebbe stata assicurata.
    Buona giornata. Alain

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  3. Anche la nostra di nazione meriterebbe la verità: per esempio che la RAI in Normandia non c'era perchè non c'era " il Premier" Altrimenti sai i servizi! Per esempio che grazie alle smorfiette e risate e barzellette del " Premier" siamo considerati gli scemi del villaggio. Però, si può prendere in giro una sola volta gli italiani, perchè poi ti prendono le misure...

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  4. 1)berlusconi non è stato invitato per la situazione storica dell'italia in quel momento.
    2)noi eravamo con gli alleati in quel periodo.
    3) i tedeschi erano la forza occupante
    4) il cancelliere tedesco è stato invitato

    tutto ciò non ha senso? perchè questo governo ne ha?

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  5. Per un volta facciamo tacere le polemiche. Nunc est bibendum. Festeggiamo insieme per gli ostaggi. E domani ricomiceremo a punzecchiarci :-)))

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