giovedì 3 giugno 2004

DOMANI VENERDI' 4 GIUGNO 2004 A ROMA


L’Associazione Italia-Tibet è lieta di annunciare che
venerdì 4 giugno 2004 sarà inaugurata a Roma,
nella prestigiosa sede dell’Acquario Romano, Piazza Manfredo Fanti 47,
la mostra fotografica “Viaggio ad Oriente”.




foto di F. MARAINI - Nei pressi di Gyantsé, 1937

http://www.italiatibet.org/[Pietro Folena, L'UNITA', 26-11.2003]


Per ricordare

" Il Tibet è una regione montagnosa tra la Cina e l’India. Un altopiano in cui vive un popolo, con una sua lingua, una sua tradizione religiosa, una sua cultura. Da 53 anni il Tibet è stato annesso alla Cina, dopo una invasione militare. In quella regione i diritti umani non sono riconosciuti. La lingua e la cultura tibetana sono oggetto di discriminazione. Non è permesso esporre ritratti del Dalai Lama nei monasteri, spesso razziati da parte dell’esercito cinese. Il governo della Repubblica popolare attua una propaganda capillare, negando la stessa esistenza del popolo tibetano in quanto tale. Chi non si sottomette alle regole imposte dal governo, chi vuole difendere le peculiarità culturali del Tibet, viene incarcerato, torturato e condannato a morte. ...



... Il Tibet, una delle regioni più suggestive del mondo dal punto di vista ambientale e paesaggistico, è stato pesantemente deforestato e usato come deposito di scorie nucleari. In 50 anni di occupazione sono stati demoliti circa seimila monasteri, templi e monumenti artistici e negli ultimi anni le ruspe hanno stravolto e appiattito la fisionomia urbana della capitale, Lhasa, distruggendone quasi completamente l'antico centro storico. ...





La guida spirituale del popolo tibetano è un monaco, che vive in esilio (il governo cinese gli ha proposto di rientare, ma di stabilirsi a Pechino) e non può pregare con la sua gente nei pochi monasteri rimasti in piedi. Si chiama Tenzin Gyatso ed è il XIV Dalai Lama del Tibet. Nel 1989 ha ricevuto il premio Nobel per la Pace per la sua lotta a favore dei diritti del Tibet e per il suo impegno nonviolento. La nonviolenza è il chiodo fisso del Dalai Lama. Egli non chiede più per il Tibet l'indipendenza formale dalla Cina, ma ben altro.



Chiede che il Tibet sia proclamato zona di ahimsa, cioè di pace e di nonviolenza.



«Il mio sogno è trasformare l'intero altopiano tibetano in un libero rifugio in cui la specie umana e la natura possano vivere in pace e in armonioso equilibrio» - ha spiegato nel ricevere il Nobel -


«Un luogo in cui le persone, provenienti da tutte le parti del mondo, potrebbero andare e cercare il vero significato della pace dentro se stessi, lontano dalle tensioni e dalle pressioni presenti nella maggior parte del resto del mondo. Il Tibet potrebbe veramente diventare un centro creativo per la promozione e lo sviluppo della pace».


Secondo la sua proposta in Tibet sarebbe proibita la produzione di armi e di scorie nucleari, l'intera regione sarebbe trasformata in una riserva naturale e diventerebbe la sede delle organizzazioni internazionali che si occupano di pace e diritti umani. Un santuario della pace, dove si pratichi una nonviolenza preventiva, in contrapposizione alle dottrine violente e guerrafondaie che oggi prevalgono nel mondo. Un oasi nella quale coltivare la spiritualità e la materialità della pace. ...


Wednesday, 2 June, 2004, 17:54 GMT 18:54 UK


The exiled Tibetan leader, the Dalai Lama, addressed the Scottish Parliament on Wednesday afternoon as part of his visit to Scotland.


'Patience, hope and determination'


... It is 45 years since the Dalai Lama felt forced to flee from Tibet.


He had decided it was not going to be possible to work with the Chinese authorities who had invaded (or, as they'd put it, liberated) his country.


So how, I asked him, did he maintain patience?


"There is no other way", he laughed.


"If you use common sense, it's much better to keep patience, hope and determination."











The Dalai Lama


The struggle will continue, so long as Tibetans remain




The Dalai Lama




But he did admit that sometimes he feels a little home-sick.


"The monsoon season in India is horrible", he told me.


"But the climate in Lhasa is very pleasant."


This Dalai Lama is the 14th - each one believed to be a reincarnation of the last.


The story goes that he was identified as a two-year-old boy, after successfully recognising objects that had belonged to him in his previous life.


But that raises the question of the succession, and the vacuum that could exist when he dies, until the next Dalai Lama is recognised and trained up.


Cultural heritage


Can't China just wait, I asked, and ensure that the next reincarnation is identified as someone who will be amenable to their rule?


He was quite definite on that point. The Tibetan claim for freedom didn not rely on his leadership.


It was a question of a community, a nation, with a long history and a deep cultural heritage.


"The struggle will continue, so long as Tibetans remain" he said.


But violence would never be justified in that struggle, he told me.


"Once you've committed violence, it easily becomes out of control. It's very unpredictable, so therefore no matter how desperate the situation, it is better to avoid using violence," he added.


Non-violence may take longer, he conceded, but "it's much safer, much stronger, and more effective in the long run".  ...


http://news.bbc.co.uk/1/hi/default.stm


 



... Il governo cinese ha letteralmente colonizzato il Tibet, trasferendo oltre sette milioni di cinesi e rendendo il popolo tibetano una minoranza etnica nel suo stesso paese ("genocidio per sommersione" - definizione di Amnesty). Le donne tibetane vengono indotte ad abortire e a sterilizzarsi. Entro il 2020 è previsto che quaranta milioni di coloni cinesi si stabiliscano in Tibet, con l'intento di cancellare il popolo che da millenni abita in quella regione.

10 commenti:

  1. i diritti umani non hanno nè parte nè schieramento politico: forse è per quello che sono calpestati, in forme e metodi neanche molto fantasiosi, dall'america latina all'asia, dall'europa all'africa.

    RispondiElimina
  2. Lascio un bacio al volo.... perdona la mia latitanza

    RispondiElimina
  3. cara harmonia, un po' di tempo fa avevo acquistato il libro del dalai lama, pronto a leggerlo fino in fondo. mi sono bloccato a pagina 5. chissà... ma sono molto vicino alle sue richieste.

    RispondiElimina
  4. E' una proposta straordinaria. Speriamo che i nostri pronipoti vedano quel tempo ( e noi lavoriamo, speranza contro la speranza ) Mi riprometto di diffondere questa idea del Dalai Lama.

    RispondiElimina
  5. Harmonia sai bene quanto il Tibet e la sua cultura siano nel mio cuore. Peccato essere lontani, mi sarebbe piaciuto partecipare..altre volte sono capitato a Roma (ci sono stato proprio domenica scorsa)...Ti auguro una dolce giornata. Alain

    RispondiElimina
  6. ... questo sogno del Dalai Lama è rivoluzionario. l'utopia è realizzabile. ciao fim

    RispondiElimina
  7. Se mai il Dalai Lama potrà rientrare a Lhasa non avrà davanti più la stessa città e lo stesso paese che ha dovuto lasciare... L'hanno ridotto ad una schifezza quei bastardi di cinesi. Che tristezza!
    La proposta di creare un'oasi di pace e spiritualità è bellissima, ma non sono ottimista sulla sua realizzazione.

    RispondiElimina
  8. Se mai il Dalai Lama potrà rientrare a Lhasa non avrà davanti più la stessa città e lo stesso paese che ha dovuto lasciare... L'hanno ridotto ad una schifezza quei bastardi di cinesi. Che tristezza!
    La proposta di creare un'oasi di pace e spiritualità è bellissima, ma non sono ottimista sulla sua realizzazione.

    RispondiElimina
  9. Il colonialismo cinese in Tibet è una della sconfitte della modernità.

    RispondiElimina