sabato 2 agosto 2003


I VOLONTEROSI ALLEATI DI BERLUSCONI

Il Presidente del Senato Pera


"C'è un fattore B in Europa"



di GIANLUCA LUZI











 

Marcello Pera

ROMA - E' il "fattore B". B come Berlusconi.


Ecco perché la stampa internazionale - come l'Economist


che pubblica un duro e dettagliato dossier - attacca il premier.


Mentre nel nostro paese la giustizia viene usata come arma


politica e l'opposizione deve smetterla di delegittimare


la maggioranza. In occasione della cerimonia del "ventaglio"


con la stampa parlamentare, il presidente del Senato


Marcello Pera, seconda carica dello Stato, in assoluta


assonanza con il presidente del consiglio, attacca i giornali


stranieri, la magistratura italiana e l'opposizione, ripetendo


praticamente alla lettera i concetti più volte espressi da Berlusconi


e rilanciati nelle cene di mercoledì e giovedì con i deputati e i


senatori di Forza Italia (all'ultima ha partecipato anche Pera)


e ripresi dal premier anche ieri nella conferenza stampa a Palazzo Chigi.

"Nella stampa estera - ha detto Pera - è in corso una campagna fortemente critica e delegittimante nei confronti della Cdl e del presidente del consiglio. Quello che è preoccupante è l'asserzione che l'Italia oggi avrebbe una guida non legittima o non completamente legittimata. Sembrerebbe che nei confronti del fenomeno politico nuovo della Cdl e di Silvio Berlusconi si stia innalzando una sorta di barriera critica preventiva. Insomma - per il presidente del Senato - aleggia il "fattore B come Berlusconi", come un ostacolo o un fenomeno da fagocitare". Di fronte a questi attacchi "bisognerebbe richiedere e ottenere maggiore rispetto".

Anche sulla giustizia l'opinione di Pera ricalca una tesi esposta continuamente da Berlusconi. "La giustizia - ha detto infatti il presidente del Senato - è ancora usata come un'arma di carattere politico degli uni contro gli altri. Se continuiamo così la giustizia sarà sempre più un'arma impropria e il servizio giustizia sarà sempre più degradato. Non a caso - afferma Pera - i dati affermano che la fiducia degli italiani nei magistrati sta diminuendo. E questo è un male per la giustizia". Nella legislatura passata, ha continuato Pera, "non ricordo una sola legge importante, una legge di riforma, che non sia stata realizzata con il consenso di maggioranza ed opposizione. Perché non è più così? Tutti ci rimetteremo se si continuerà ad utilizzare la giustizia in maniera politica". Per arrivare a un bipolarismo compiuto, secondo il presidente del Senato, occorre completare le riforme e maggioranza e opposizione devono riconoscere i rispettivi ruoli. Cioè "è necessario superare l'idea che l'opposizione sia soltanto ostruzione ad un programma e quella che chi ha vinto le elezioni le ha vinte per sbaglio o per propaganda e quindi governa senza legittimità". In Italia "c'è un difetto di cultura bipolare: c'è ancora una competizione politica nella quale una coalizione tenta di delegittimare l'altra e il suo leader. Insomma assistiamo a dibattiti, anche con lo strumento improprio della storia d'Italia, tra persone che non si intendono e si delegittimano nella polemica quotidiana".

Duri i giudizi dell'opposizione che mette in rilievo soprattutto la somiglianza tra le parole del presidente del Senato e quelle del presidente del consiglio.


"E' davvero singolare - dicono infatti i capigruppo dei Ds e della Margherita al Senato, Angius e Bordon - la coincidenza dell'attacco sferrato contro la stampa estera, contro la magistratura e contro l'opposizione da Pera e da Berlusconi". E Mastella rimpiange "i tempi in cui il Vicario del Quirinale parlava il meno possibile e non a sproposito".


LA REPUBBLICA - 2 agosto 2003




















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