sabato 9 agosto 2003

BOMBE INCENDIARIE (NAPALM?) IN IRAQ






08.08.2003
Ora anche il Pentagono lo ammette: «Sì, in Iraq abbiamo usato bombe incendiarie»
di Bruno Marolo

 Washington Viene a galla un’altra verità sulla guerra in Iraq. Il Pentagono ha ammesso di avere usato bombe incendiarie per sterminare le truppe di Saddam Hussein. In marzo, quando alcuni giornali tra cui l’Unità avevano dato la notizia, un portavoce militare aveva furiosamente smentito. Ora un altro portavoce ha ammesso che sui soldati iracheni è stata lanciata “una sostanza notevolmente simile al napalm”.


L’ammissione è diventata inevitabile dopo la testimonianza dei reduci dal fronte. Il colonnello Randolph Alles, comandante di uno stormo aereo dei marines, ha raccontato di aver sganciato decine di bombe incendiarie sulle rive del tigri. “Abbiamo fatto terra bruciata con il napalm – ha detto – e dall’aereo potevamo vedere i soldati iracheni sotto di noi. La loro è stata una brutta morte”.

Durante la guerra, quando gli inviati sui campi di battaglia avevano descritto i corpi carbonizzati dalle bombe incendiarie, il portavoce della marina militare Jeff Davis aveva reagito così: “La notizia è palesemente falsa. Gli Stati Uniti non usano il napalm dagli anni 70 e le ultime scorte sono state distrutte nel 2001”. Ora il Pentagono ha chiarito che se invece della parola “napalm” i giornalisti avessero usato “bombe incendiarie” il governo americano avrebbe dovuto confermare l’informazione. La smentita era “tecnicamente accurata” come la famosa frase di Bush sull’uranio del Niger.


Michael Daily, portavoce dei marines, ha dichiarato: “In Iraq non è stato usato napalm. Sono state usate bombe incendiarie Mark 77. Molti continuano a chiamare impropriamente Napalm questo tipo di bombe perché l’effetto sugli obiettivi è notevolmente simile”. Un giornalista australiano che il 22 marzo ha assistito alla battaglia sulla collina di Safwan presso Bassora ha descritto quello che il portavoce chiama pudicamente “effetto sull’obiettivo”: una distesa di corpi carbonizzati nelle trincee degli iracheni.


Il Pentagono ha diligentemente spiegato la differenza: le bombe al Napalm sono intrise di benzina e le nuove bombe incendiarie di cherosene. “L’impatto sull’ambiente – ha indicato il portavoce – è molto minore”. Si tratta di una sorta di “napalm verde” che uccide senza inquinare.


Gli Stati Uniti non hanno firmato il trattato di Ginevra del 1980 che vieta l’uso del Napalm e di altre bombe incendiarie. Secondo Dominique Loye, consulente legale della Croce Rossa Internazionale, le truppe americane sono egualmente tenute al rispetto dei principi basilari della legge umanitaria internazionale. Avrebbero commesso un crimine di guerra se nelle zone in cui sono stati inceneriti i soldati nemici vi fossero stati anche civili. Questo però non risulta. I testimoni riferiscono che le bombe sono state sganciate sulle postazioni dell’esercito iracheno in riva al Tigri e lungo il confine con il Kuwait, lontano dalle zone abitate.


Il generale in pensione dei marines Bernard Taylor, consulente militare di vari giornali americani, sostiene che il comportamento dei soldati in Iraq è stato strettamente legale. “In Iraq – spiega – usavo abitualmente le bombe al napalm, senza alcun problema morale: sono un’arma come un’altra”.


In guerra, l’obiettivo è di uccidere il maggior numero di nemici nel minor tempo possibile e le bombe incendiarie sono efficaci. Il colonnello Alles, che ha confermato di averle usate in Iraq, sottolinea: “I generali amano questo tipo di armi anche per il loro effetto psicologico”. I soldati che vedono i compagni morire bruciati tra atroci sofferenze perdono la volontà di combattere contro un nemico molto meglio armato di loro.


Nei primi giorni della guerra in Iraq, dopo il fiasco del prematuro attacco aereo con cui speravano di uccidere Saddam Hussein, gli americani incontrarono una resistenza imprevista e le bombe incendiarie erano il mezzo più facile per aprirsi rapidamente le strade verso Bassora e Baghdad. John Pike, un esperto del centro di studi militari GlobalSecurity.org, commenta: “Il nome è cambiato, la formula è leggermente diversa, ma di fatto il napalm è stato usato in Iraq come in Vietnam”.


da L' UNITA'









2 commenti: