lunedì 21 febbraio 2005

A proposito di Giuliana Sgrena:


Lettera aperta a Renato Farina e alla redazione di “Libero”


di  Gianluigi Corbani - 19 Feb 2005


 Cardiff, 19 Febbraio 2005.
Egregio Renato Farina, spettabile Redazione di “Libero”,
"
Faccio riferimento ad un articolo apparso ieri sul vostro giornale riguardo la figura del padre della collega Giuliana Sgrena in stato di sequestro a Baghdad. Il mio nome è Gianluigi Corbani, sono un italiano residente in Gran Bretagna dove lavoro con fatica muovendo i primi passi come freelance nell'ambito televisivo e radiofonico. Normalmente non leggo il vostro giornale perchè le mie opinioni sono molto diverse dalle vostre, il che, mi auguro concordiate, non fa altro che contribuire alla ricchezza di una democrazia".


 


"Tuttavia mi è capitato di leggere il pezzo "Quando sono nei guai si aggrappano al cavaliere" a firma Renato Farina, al quale mi riferisco, in quanto mi è stato inviato tramite la mailing list della redazione di Reporter Associati, una testata on-line con la quale collaboro".


"Volevo sottolinerare brevemente alcuni punti che, indipendentemente dalle diverse opinioni di ognuno, rendono l'articolo indifendibile da un punto di vista giornalistico".


1. "Giuliana Sgrena, come tutti noi, è un essere umano. Una donna che si trova in una situazione obiettivamente tragica. Il padre, mi auguro converrete, a parte affiliazioni politiche che chiunque è libero di ritenere discutibili, si trova in una analoga situazione di angoscia che nessuno si augura di affrontare. Come tali, entrambi meritano il rispetto e il sostegno di ogni altro essere umano".


2. "Oltre a ciò, Giuliana è una giornalista. Esiste una cosa come la solidarietà tra colleghi. Ciò non è solamente un atto formale dovuto, ma un valore assoluto riconosciuto da tutti i giornalisti, specialmente coloro i quali si trovano a lavorare in condizioni difficili e pericolose, come Giuliana. A differenza di altri, questa nozione non è giunta alle mie orecchie solo per sentito dire, ma l'ho sperimentata in prima persona attraverso il mio lavoro".


3. "Indipendentemente dalla parte politica momentaneamente al potere in un Paese, è un obbligo istituzionale, legale e morale di un governo, riconosciuto e sancito dalla legislazione internazionale, quello di occuparsi della sicurezza e della sorte di ogni concittadino, ovunque esso si trovi. E' per questo che giustamente, in occasione del recente maremoto nel Sud-Est Asiatico, la nostra Farnesina si è adoperata con un grande dispiego di mezzi e uomini per assicurarsi della sorte e del ritorno in patria di tutti i nostri connazionali".


4. "La coerenza e onestà di una persona, come di un giornalista, si afferma nel dichiarare a viso aperto le proprie opinioni e posizioni. Questa onestà intellettuale ha un'importanza altrettanto grande di quella, per un giornalista, di raccontare i fatti come avvengono e non come vorremmo che avvenissero".


"Per questa ragione, trovo più apprezzabile un giornale come il Manifesto che dichiari apertamente di essere comunista rispetto ad altre testate che si presentino come imparziali di fronte ai lettori quando tutto, fuorchè imparziali, sono".


"A differenza di molti commenti, spesso espressi a sproposito, questi sono fatti incontrovertibili".


"Vi ringrazio per la vostra attenzione. Non mi aspetto che la mia lettera venga apprezzata, spero solo che la leggiate e mi auguro che il suo contenuto contribuisca a una discussione all'interno della vostra redazione".


Distinti saluti,


Gianluigi Corbani
redazione@reporterassociati.org  


Non avrei voluto parlare degli articoli e delle opinioni di Renato Farina o Vittorio Feltri, non per l'assoluta discordanza con le mie, ma per la mancanza di quella irrinunciabile "pietas" che in essi vi trovo (leggo il loro giornale nell'emeroteca della mia città).


Me ne occupai in un altro periodo tragico, quello del rapimento e poi dell'assassinio di Enzo Baldoni. La campagna del quotidiano 'Libero' in quell'occasione fu talmente impietosa e martellante contro la vittima che mi fu impossibile tacere (post di venerdì 27 agosto 2004).


Per questo oggi voglio registrare nel mio diario la lettera di Gianluigi Corbani, perché non ha taciuto e perché ha detto parole che condivido completamente.  Ma c'è un altro motivo ben più importante e fondamentale: il lavoro senza prezzo dei giornalisti e delle giornaliste libere, non embedded, e dei loro collaboratori. Quel lavoro serve a sollevare qualche velo su verità tenacemente oscurate e su menzogne propalate senza ritegno alcuno. Quel lavoro è per noi, la famosa "gente comune, semplice", quella 'ggente' lontana dai centri del potere nelle mani di "gente speciale, superiore", gente che ha ottenuto il potere attraverso libere e democratiche elezioni, ma poi non tiene fede ai giuramenti.  

11 commenti:

  1. Le parole riportate appartengono al corpus degli Yoga Sutra di Patanjali.
    Ciao, grazie del passaggio.

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  2. hai fatto molto benea pubblicare questa lettera..sono segni concreti di speranza nella comune ricerca di parole e atti contro la cultura di morte

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  3. Hai ragione Harmonia e sono perfettamente d'accordo con te. Non ho letto l'articolo di Farina ma posso immaginarlo. Sarà sicuramente inqualificabile. Un caro abbraccio. Alain

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  4. Forse la "pietas" dovremmo provarla noi di fronte alla disumanità di Feltri, Farina e quelli come loro.
    Quali che siano le loro motivazioni, convinzione in quello che dicono, mera propaganda politica o ancor più mero tentativo di fare scandalo per vendere qualche copia in più, hanno colto una nuova occasione per mostrarsi pienamente disprezzabili.

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  5. Non so davvero che aggettivi utilizzare per definire il "giornalismo" di Feltri. La lettera lo spiega bene, anche con troppo rispetto. Ciao

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  6. Sai cosa mi preoccupa, al di là dei contingenti Feltri, Farina e compagnia di giro?
    Che il coraggio di scrivere queste efficaci ed amare considerazioni, inattaccabili da qualunque parte, le abbia fatte un freelance e dall'estero, dato che in Italia nessuno dei soloni si è preso la briga di esternarle. Chiediamoci perchè.
    TpnO.

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  7. si ripete la stessa storia che feltri e farina misero in scena durante il sequestro di torretta e pari: un'ostentazione di cinica strafottenza che -ancora? incredibile-fa notizia; in questi giorni leggevo di rimproveri ai pacifisti per non aver manifestato a favore delle quattro guardie giurate, si sosteneva che anche le guardie giurate erano andate in iraq per lavoro e meritavano la medesima solidarietà degli altri ostaggi, effettivamente qualcuno ha fatto questo genere di distinzioni ma non dimentico le volgarità dette sempre dai soliti feltri e farina durante il sequestro di baldoni.
    (conosci il blog di stefio?
    salvatorestefio.splinder.com)

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  8. Importante questo post per una corretta informazione.

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  9. libero sempre provocatore. sempre prezioso il tuo contributo harmonia
    un abbraccio

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  10. La reazione prima verso questi ignobili individui è di disprezzo; beh, fermiamoci a quello, resistendo a ogni altra scorretta tentazione....

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