domenica 13 febbraio 2005

 


Appello
Da Venezia il giornalismo internazionale per la liberazione delle giornaliste ostaggio in Iraq


di Redazione
I rappresentanti dei principali canali satellitari all news occidentali ed arabi, assieme ai rappresentanti di televisioni di servizio pubblico, dei maggiori quotidiani nazionali e agenzie di stampa internazionali, di organizzazioni internazionali dei Media, riuniti a Venezia  in un incontro sull’informazione di guerra in Iraq, raccolgono l’appello di Articolo 21 e della Federazione Italiana della stampa e, a loro volta, rivolgono un appello per la liberazione senza condizioni delle colleghe giornaliste Giuliana Sgrena e Florence Aubenas e del collaboratore di quest’ultima Hussein Hanoun Al Saadi.


Il loro sequestro è la prova del rischio che l’intera informazione cada, essa stessa, in ostaggio. 


La situazione in Iraq e la difficoltà crescente nello svolgere la professione giornalistica pongono il mondo dell’informazione davanti alla drammatica scelta di rinunciare al diritto/dovere di informare.


La possibilità di operare in sicurezza direttamente sul territorio iracheno deve essere garantita a tutti i giornalisti occidentali e del mondo arabo.


Fonte: http://www.articolo21.com/notizia.php?id=1626


Mi sono formata l'opinione (spero sbagliata) che buona parte dell'informazione nel mondo intero sia già "in ostaggio" e che i giornalisti, anche i più integri ed eroici, riescano a sapere qualche verità solo affrontando enormi difficoltà.


Quello che accade in casa nostra è verificabile di giorno in giorno, di telegiornale in telegiornale, di censura in censura. Ed è ancor meglio verificabile se ci si dedica alla lettura di giornali stranieri o di fonti alternative d'informazine. Non pretendo di leggere tutti i nostri quotidiani, ma ne scorro un certo numero online, e mi sottopongo al tormento dei nostri telegiornali. Ogni giorno mi fa specie vedere che sono quasi del tutto uguali, nella scelta degli argomenti, nell'ordine della scaletta e nei mezzucci manipolatori. Ma, soprattutto, ci sono notizie importanti, a volte di vitale importanza, che non vengono date, tout court. In Occidente i giornalisti generalmente, non sempre, non vengono rapiti o uccisi, ma alcuni di loro, molti o pochi?, incorrono in incidenti di percorso di vario genere quando si spingono oltre certi limiti. Mi spiego con l'ultimo caso, quello di Eason Jordan, direttore delle news e vicepresidente esecutivo della Cnn, che si è dimesso per evitare che il network venisse "ingiustamente macchiato dalla controversia creata dai resoconti delle mie osservazioni sull'allarmante numero di giornalisti uccisi in Iraq". E' una storia lunga pubblicata da Il Manifesto. L'articolo s'intitola "Cnn, dimissioni di guerra" e da domani sarà possibile leggerlo online all'indirizzo:


http://www.ilmanifesto.it/oggi/art8.html

3 commenti:

  1. Ciao Harmonia... oggi ci si rincorre. Sono felice che il mio post su Tomizza ti sia piaciuto. Non è facile rendere giustizia a una personalità così ricca e complessa e ho cercato di rendere in modo sincero le emozioni che mi ha regalato la sua opera. Non posso che sentirmi onorato riguardo al fatto di poterlo pubblicare in ahimsa. Fai come meglio credi. Un abbraccio e a risentirci.
    8-)

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  2. Ciao Harmonia... oggi ci si rincorre. Sono felice che il mio post su Tomizza ti sia piaciuto. Non è facile rendere giustizia a una personalità così ricca e complessa e ho cercato di rendere in modo sincero le emozioni che mi ha regalato la sua opera. Non posso che sentirmi onorato riguardo al fatto di poterlo pubblicare in ahimsa. Fai come meglio credi. Un abbraccio e a risentirci.
    8-)

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  3. Ciao Harmonia... oggi ci si rincorre. Sono felice che il mio post su Tomizza ti sia piaciuto. Non è facile rendere giustizia a una personalità così ricca e complessa e ho cercato di rendere in modo sincero le emozioni che mi ha regalato la sua opera. Non posso che sentirmi onorato riguardo al fatto di poterlo pubblicare in ahimsa. Fai come meglio credi. Un abbraccio e a risentirci.
    8-)

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