FIORI DI LUCE
NELLO SPAZIO PROFONDO
AHIMSA. Parola sanscrita che ho imparato da Gandhi. Vuol dire "innocenza" e "non violenza","impegno a non nuocere ad alcun essere vivente". AHIMSA. I miei obiettivi sono la ricerca, la conoscenza, la comunicazione e la condivisione di emozioni, idee, informazioni con altre "persone che cercano". L'altro mio blog è CONVIVIUM, il posto del banchetto.
FIORI DI LUCE
NELLO SPAZIO PROFONDO
HALLOWEEN
Tradizioni Celtiche pagane, nello spazio geografico di Gran Bretagna-Irlanda-Bretagna,
confluite nella spiritualità Cristiana,
portate negli Stati Uniti dagli emigranti Irlandesi,
infine dagli Stati Uniti diffuse in quasi tutto il mondo.
Tradizioni che hanno un fascino archetipico, certo, ma anche
il loro lunghissimo viaggio nello spazio, nel tempo e nella cultura umana è straordinario.
BUONA NOTTE DI OGNISSANTI, ALL HALLOWS!
DIWALI - FESTA DELLA LUCE
Laxmi Saraswati Ganesha
Tra Ottobre e Novembre, nella ricorrenza di Diwali, festival della Luce, Lakshmi, Ganesha e
Saraswati sono venerati insieme.
Il Loto è il posto favorito di Lakshmi. Lakshmi, dea della salute, è mostrata in piedi sul fiore
di Loto. Ganesha e Saraswati, Dei della saggezza sono ai lati.
Una ragazza Indiana accende candele nel periodo della festa di Diwali in Guwahati - India. (AFP/Biju Boro)
DALL'ESTERO SU BERLUSCONI, ANCORA!
Il premier aveva detto: «Prima di me nel mondo, l’Italia contava
zero».
Adesso? Sentite: «Berlusconi se ne va in giro con una flotta di jet
personali, insulta i tedeschi, riscrive le leggi per suo beneficio
personale, è accusato di corruzione e falso in bilancio».
Newsweek 12 ottobre, pag. 32 [striscia rossa su L'Unità - 29 Ottobre 2003]
E LUI CONTINUA A PARLARE DA SOLO
Dopo il messaggio a reti unificate, il primo ministro a "Porta a porta"
con un messaggio registrato in cassetta per parlare di pensioni.
MAI UN CONFRONTO CON UN'ANIMA VIVA. PERCHE'?
SOSTENGO LO SCIOPERO DEI GIORNALISTI
LIBERTA' DI INFORMAZIONE
So che lo sciopero dei giornalisti ha lo scopo di opporsi all'iniqua proposta di riforma delle pensioni,
ma non solo. Questo sciopero ha uno scopo ancora più vitale per noi Italiani/e, perché denuncia un
grave deficit di democrazia e di trasparenza nell'informazione. Riporto una parte del discorso del
Segretario generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi
Manifestazione Sindacale di Roma in Piazza Navona Venerdì 24 ottobre.
Care lavoratrici, cari lavoratori,
Per la seconda volta in poco più di un anno e mezzo i giornalisti italiani scioperano, lavoratori tra i lavoratori,
contro una proposta di legge del Governo sbagliata e iniqua. La riforma delle pensioni [...]
La richiesta delle Confederazioni sindacali, della Cgil, della Cisl e della Uil, innanzitutto,
la richiesta alla Rai di avere una par condicio con il Presidente del Consiglio, andato in
televisione a reti unificate, con il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, protagonista
senza contraddittorio della trasmissione “La vita in diretta”, con il Ministro Maurizio
Gasparri a “Uno mattina”.
La richiesta di una informazione completa e corretta sulle ragioni
dello sciopero che fine ha fatto? [...]
Ma dobbiamo dire con forza che il servizio pubblico radiotelevisivo
ed il suo direttore Cattaneo, hanno nella sostanza respinto finora questa
richiesta di informazione. Ciò nonostante le dure parole del Presidente
Lucia Annunziata. La Rai sta abdicando al suo ruolo e favorisce il
concorrente privato. E’ una vergogna. E’ una vergogna che sarà
difficile riparare. E’ una vergogna che i miei colleghi giornalisti della
Rai, qui in piazza con noi, hanno denunciato con forza.
Il Sindacato dei giornalisti, insieme a decine di organizzazioni della comunicazione,
della cultura, della società e del mondo del lavoro, rinnova anche oggi da questa
piazza romana e da tutte le piazze d’Italia, la sua protesta per la situazione
angosciante dell’informazione nel nostro Paese. Siamo impegnati, insieme alle
confederazioni sindacali, alle quali ci lega un patto di unità che compie tra pochi
mesi 60 anni, siamo impegnati per una informazione che rispetti la verità e non
gli interessi di pochi, di uno solo.
Il problema irrisolto del conflitto di interessi, la discussione su una legge illiberale
come quella presentata dal Ministro Gasparri per il sistema della comunicazione,
lo squilibrio della pubblicità, il deficit di pluralismo soprattutto nelle televisioni e
nelle radio nazionali. Sono questi temi che si legano strettamente ai grandi diritti
al centro di questo sciopero generale:
- il diritto ad una vita e ad una vecchiaia dignitose
- il diritto ad un lavoro rispettato e adeguatamente retribuito
- il diritto alla conoscenza di ciò che accade davvero
in questo Paese e nel mondo.
Diritti non a caso sanciti dalla Costituzione italiana e più volte difesi dal Capo
dello Stato.
Diritti per i quali è giusto batterci tutti insieme, uniti e solidali.
ERA IL 1991
"Per costruire la pace bisogna cambiare cultura; e tutti sappiamo che i
cambi di cultura sono lenti e difficili. Perche' cambiare cultura significa
cambiare mentalita'.
Nella Bibbia questo cambiamento si chiama: conversione. E convertirsi e'
l'atto supremo dell'uomo.
Non e' per questa cultura di pace che tu perdi la faccia. Tu perdi la
faccia, facendo la guerra. Se in questo momento di guerra (del Golfo
Persico, gennaio 1991) un uomo, di qualsiasi cultura o paese, dicesse:
Abbiamo sbagliato, torniamo indietro, questi sarebbe il piu' grande di
tutti, chiunque egli sia. Ma per fare questo ci vuole il miracolo. Comunque
noi crediamo anche nei miracoli".
"Alla base ci deve essere la morale per la pace.
Vedete, nel nostro mondo tutto e' competitivo, tutto e' fondato sulla
violenza e sulla sopraffazione. E' competitiva la scuola, e' competitivo il
mercato, e' competitivo il partito, e' competitiva perfino la religione, se
non stiamo attenti.
Perche' la tentazione c'e': la tentazione di appropriarsi di Dio, invece di
essere noi proprieta' di Dio.
Come e' avvenuto in questi giorni (di guerra del Golfo), come avviene in
ogni guerra: tutti pregano e intanto si fanno al guerra".
"Spesso si discute se la guerra e' giusta o e' ingiusta. La guerra e'
impossibile!
Questa e' la nuova categoria che dobbiamo tutti acquisire. Oggi in caso di
guerra non ci saranno piu' ne' vinti, ne' vincitori.
E io ho imparato anche dall'ultima guerra mondiale che non ci sono
liberatori, ma soltanto uomini che si liberano. Infatti, Hitler non e'
stato vinto, il nazismo non e' stato vinto, il razzismo non e' stato vinto.
E' stato solo emarginato, in attesa di esplodere ancora.
Non ci sono liberatori. Provate a chiedere a tutta l'America Latina se
esistono liberatori".
"Magari cominciasse con voi giovani questa nuova cultura della pace, come
fosse una nuova aurora.
Perche' oggi la terra e' una cosa sola, una nave sulla quale siamo tutti
imbarcati e non possiamo permetterci che affondi, perche' non ci sara' piu'
un'altra arca si Noe' a salvarci. Il mondo e' uno, la terra e' una; e tutti
insieme ci salveremo o tutti insieme ci perderemo.
Deve scomparire il concetto di nemico, perche' una civilta' fondata sul
concetto di nemico, non e' una civilta', ma una barbarie. La civilta' e'
solo quella della pace".
Un omaggio di Sandro Bondi a Berlusconi
«Berlusconi è un uomo autenticamente liberale. È enormemente
buono, straordinariamente buono. Ha ragione Ferrara quando lo
paragona a Mozart per il candore e la genialità.
Berlusconi è candore, è purezza».
Sandro Bondi , coordinatore di FORZA ITALIA
“Corriere della Sera”, 25 ottobre
Il direttore d'orchestra a Tokyo
"Certe cose vanno dette, sono importanti per l'Italia e il mondo"
Claudio Abbado accusa Berlusconi
"Premier e monopolista"
Il direttore d'orchestra Claudio Abbado |
TOKYO - Claudio Abbado parla con voce pacata, quasi sommessa. Ama il Giappone, che frequenta da trent'anni, ed è grato alla Japan Art Association che quest'anno ha deciso di dare a lui il Praemium Imperiale per la musica. A un certo punto tira fuori dalla tasca un piccolo foglio: "Non sono un politico - dice -
ma lasciatemi leggere poche righe
dello scrittore tedesco Peter Schneider".
"E' compatibile - legge Abbado sul suo
foglio -
che nella parte più antica e nel cuore
culturale del continente europeo ci sia un
uomo che controlla l'80 per cento dei
mezzi di informazione e che per di più
quest'uomo sia il primo ministro?"
Claudio Abbado è da sempre un musicista impegnato, si è battuto insieme ai suoi amici
Nono e Pollini perché la musica arrivasse agli operai e alle periferie, è però altrettanto
riservato e le sue dichiarazioni sono rare. "Ma - spiegherà lui stesso più tardi - ci sono cose ù
che vanno dette, perché sono importanti, per l'Italia e per il mondo".
Il Praemium Imperiale esiste dal 1989, la sua ambizione è diventare una sorta di Nobel per l'arte e forse con il tempo lo diventerà. Ogni anno premia un pittore, uno scultore, un architetto, un musicista e un uomo di cinema o di teatro. La selezione è molto seria. Quest'anno i vincitori sono l'inglese Bridget Riley per la pittura, l'italiano Mario Merz per la scultura, l'olandese Ren Koolhausen per l'architettura, l'inglese Ken Loach per il cinema e Claudio Abbado per la musica. Solo nel ?90 erano stati premiati due italiani nella stessa edizione, Federico Fellini e Arnaldo Pomodoro. [...]
MARCO PANARA - La Repubblica - 23 Ottobre 2003
Il maestro Claudio Abbado onora l'Italia con il suo valore di grandissimo musicista.
Il Praemium Imperiale è importante per lui e per la sua musica, ma anche per tutti
noi Italiani. Vorrei, però, esprimere tutto il mio apprezzamento e la mia gratitudine
al maestro per aver espresso il suo pensiero liberamente e per aver fatto capire
all'estero che non tutti gli Italiani sono allineati nell'ossequio a Berlusconi, anche se
pochi hanno i media per far sentire la propria voce e il prorpio dissenso. harmonia
The New York Times - 25 Ottobre 2003
Migliaia a Washington Protestano contro la politica in Iraq
Associated Press
The protest drew a diverse crowd - young, old, veterans, relatives with loved ones in the armed forces and American Muslims.
By THE ASSOCIATED PRESs
WASHINGTON POST - 25 oTTOBRE 2003
|
Peace activists rally on the Mall in Washington today. (Reuters)
Marianella Garcia Villas
un'Antigone dei nostri tempi
Marianela Garcia Vilas, fondatrice della Commissione per i diritti umani del Salvador,
collaboratrice di mons.Oscar Romero, catturata il 13 Marzo 1983 in un’area di conflitto
dove si era recata per documentare l’uso di armi chimiche da parte dell’esercito, e
assassinata dopo essere stata torturata.
Raniero La Valle e Linda Bimbi autori del libro "Marianella e i suoi fratelli".
Questa è la storia di Marianella Garcia Villas, giovane donna del più piccolo
Paese dell'America Centrale, il Salvador, che per vocazione, per scelta e singolari
circostanze ha finito per identificarsi con la storia tormentata del suo popolo, fino alla
morte inflittale il 13 marzo 1983 dai soldati del regime. Avvocato dei poveri, sorella
degli oppressi, voce degli scomparsi, Marianella è entrata con la sua vita e il suo
sacrificio nel "libro degli esempi" e nella leggenda dei testimoni e dei martiri
dell'America Latina.
Dagli anni della sua formazione in un ricco collegio religioso spagnolo alla sua
identificazione con i poveri e soprattutto con i contadini del suo Paese, dalla
militanza critica nella Democrazia Cristiana al suo impegno come deputato nell'Assemblea
legislativa, dalla sua rottura con la DC di Duarte agli arresti e alle persecuzioni subite dalle forze
di sicurezza, dalla collaborazione e amicizia con monsignor Romero alla sua
dedizione alla causa dei diritti umani e alla morte, l'esistenza di Marianella è stata
tutta un itinerario in salita, nel cuore di un'avventura comune di liberazione e di riscatto,
sulla terra aspra del Salvador. In queste pagine è lei stessa che parla, perché è sulla base
delle sue confidenze e dei suoi ricordi (raccolti e registrati nel corso dei viaggi in Italia
compiuti da Marianella tra il 1981 e il 1982 quale presidente della Commissione per i
diritti umani del Salvador) che Raniero La Valle Linda Bimbi hanno ricostruito la storia
sua e del suo paese, intessuta di quella di altri innumerevoli protagonisti, noti e ignoti ?
contadini e intellettuali, operai e preti, suore e soldati, uomini di potere e donne liberate
e ribelli. In una scrittura semplice e insieme eloquente, ne è uscito il racconto palpitante
della vicenda di un'Antigone moderna, il cui interesse e valore va oltre i confini del Salvador,
assurgendo a compendio e simbolo del dramma storico dell'America Latina e di tutto
il Terzo mondo.
"Felicità per sempre"
"Siamo fatti per la ricerca della felicità. Ed è indubbio che i sentimenti di amore,
affetto, intimità e compassione conducono alla gioia. Credo cher tutti noi siamo
dotati degli strumenti essenziali per essere felici , per accedere agli stati mentali
calmi e compassionevoli che portano alla felicità.
Anzi sono fermamente convinto non solo che abbiamo al nostro interno il
potenziale della compassione, ma anche la vera, autentica natura umana sia mite."
UNA TIGRE CI GUARDA
Una stupenda tigre Siberiano-Bengalese dietro le sbarre.
Michael E Oates - Associated Press - 8 Ottobre 2003
STAR TRIBUNE - MINNEAPOLIS
Meglio fare un bel bagno in libertà.
Questa tigre è venuta con me alla festa di compleanno di LUC.
L'assemblea dell'Onu a Israele
"Stop alla costruzione del muro"
NEW YORK - No al muro alla frontiera con la Cisgiordania.
Il muro tra Israele e la Cisgiordania |
Lo dice a Israele una risoluzione votata a larga maggioranza
dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
144 i voti a favore, tra i quali quelli dell'Unione Europea.
4 i contrari, tra cui Usa e, ovviamente, Israele. 12 le astensioni.
Nella risoluzione approvata si chiede al governo di Tel Aviv di
"porre termine alla costruzione del muro nei territori occupati palestinesi",
definendo la barriera di sicurezza "contraria" alle leggi internazionali. [...]
All'inizio del mese il governo Sharon ha deciso di aggiungere alla
"barriera" un segmento di altri quaranta chilometri al tratto di 150 chilometri già costruito.
LA REPUBBLICA - 22 OTTOBRE 2003 [articolo e foto]
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BUSH E SHARON SEMPRE UNITI NELLA
LOTTA CONTRO LA PACE
Questo muro crollerà, prima o poi, come il muro di Berlino.
Il suo ricordo resterà come segno di vergogna per la memoria di chi lo costruisce e dei suoi
volenterosi collaboratori.
LETTERA DI BERLUSCONI? ISTRUZIONI PER L'USO
Che fare dell'eventuale lettera di Berlusconi sulla riforma delle pensioni? Rispedirla al mittente? Certo, è l'ipotesi che va per la maggiore, intasare la cassetta postale del presidente del consiglio stuzzica la fantasia di molti cittadini. Ma anche molti deputati hanno escogitato soluzioni «creative». Capofila della protesta è Antonio Di Pietro: «L'ennesima truffa ai danni del contribuente: sarà una spesa che si aggira intorno ai 7 milioni di euro». Urge dotarsi di penna e barrare il destinatario con un lapidario: «Respinto al mittente». Una risposta collettiva è però necessaria. «Ci stiamo pensando - ammette la diessina Livia Turco - bisogna rispondere tutti insieme per far sentire il nostro disappunto contro chi utilizza soldi pubblici per farsi propaganda». C'è poi chi si appella al diritto alla privacy, come Giovanni Russo Spena di Rifondazione: «Mi rivolgerò al garante. Non si può entrare nella sfera privata per fini elettorali. Perché il governo non apre un numero di telefono per chiunque voglia informarsi sulla riforma?». Chissà se la lettera ci sarà mai. Ma già affilano le armi anche le associazioni dei consumatori. Come l'Intesa, il cartello che ne racchiude un folto gruppo: Che fare dell'eventuale lettera di Berlusconi sulla riforma delle pensioni? Rispedirla al mittente? Certo, è l'ipotesi che va per la maggiore, intasare la cassetta postale del presidente del consiglio stuzzica la fantasia di molti cittadini. Perché il governo non apre un numero di telefono per chiunque voglia informarsi sulla riforma?». Chissà se la lettera ci sarà mai. Ma già affilano le armi anche le associazioni dei consumatori. Come l'Intesa, il cartello che ne racchiude un folto gruppo: «Questo tipo di comunicazione è vietata dalla legge. Si può fare solo per norme già approvate». [...]
IL MANIFESTO - 21 Ottobre 2003
Se tale lettera mi arriverà, ho deciso di imandarla al mittente, magari con una dichiarazione scritta sulla busta chiusa. (consiglio informato e saggio del mio postino, uomo affidabile).
LA PACE E LA GIUSTIZIA SECONDO SHARON
Palestinians stood on Monday in the remains of a house that was destroyed in
an Israeli air strike in Gaza City.
The New York Times - 21 Ottobre 2003 - Associated Press
Oscar Arnulfo Romero
Vescovo dell' Arcidiocesi di San Salvador
Oscar Romero nasce a Ciudad Barrios di El Salvador il 15 marzo 1917da una famiglia modesta.
Avviato all’età di 12 anni come apprendista presso un falegname, a 13 entrerà nel seminario
minore di S. Miguel e poi, nel 1937, nel seminario maggiore di San Salvador retto dai Gesuiti.
All’età di 20 anni fa il suo ingresso all’Università Gregoriana a Roma dove si licenzierà in teologia
nel 1943, un anno dopo essere stato ordinato Sacerdote. Rientrato in patria si dedicherà con passione
all’attività pastorale come parroco. Diviene presto direttore della rivista ecclesiale “Chaparrastique” e,
subito dopo, direttore del seminario interdiocesano di San Salvador.In seguito avrà incarichi importanti
come segretario della Conferenza Episcopale dell’America Centrale e di Panama. Il 24 maggio 1967
è nominato Vescovo di Tombee e solo tre anni dopo Vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di San Salvador.
Nel febbraio del ’77 è Vescovo dell’arcidiocesi, proprio quando nel paese infierisce
la repressione sociale e politica.
Sono, ormai, quotidiani gli omicidi di contadini poveri e oppositori del regime politico,
i massacri compiuti da organizzazioni paramilitari di destra, protetti e sostenuti dal sistema politico.
E’ il periodo in cui il generale Carlos H. Romero è proclamato vincitore, grazie a brogli elettorali,
delle elezioni presidenziali. La nomina del nuovo Vescovo non desta preoccupazione: mons. Romero,
si sa, è “un uomo di studi”, non impegnato socialmente e politicamente; è un conservatore.
Il potere confida in una pastorale aliena da ogni compromesso sociale, una pastorale “spirituale” e
quindi asettica, disincarnata. con passione. Passa poco tempo che le notizie della sua inaspettata
attività in favore della giustizia sociale giungono lontano e presto Mons. Romero inizia il
suo lavoro arrivano i primi riconoscimenti ufficiali dall’estero. Mons. Romero li accetta
tutti in nome del popolo salvadoregno.
Ma che cosa è accaduto nell’animo del vescovo conservatore?
Di particolare nulla. Solo una grande Fede di pastore che non può ignorare i fatti tragici e
sanguinosi che interessano la gente. Disse, infatti, Romero: “Nella ricerca della
salvezza dobbiamo evitare il dualismo che separa i poteri temporali dalla santificazione”.
E ancora: “Essendo nel mondo e perciò per il mondo (una cosa sola con la storia del mondo),
la Chiesa svela il lato oscuro del mondo, il suo abisso di male, ciò che fa fallire
gli esseri umani, li degrada, ciò che li disumanizza”.
Forse un evento scatenante potrebbe essere stato l’assassinio del gesuita
Rutilio Grande da parte dei sicari del regime; Romero apre un’inchiesta sul delitto
e ordina la chiusura di scuole collegi per tre giorni consecutivi. Nei suoi discorsi mette sotto
accusa il potere politico e giuridico di El Salvador. Istituisce una commissione permanente
in difesa dei diritti umani; le sue omelie, ascoltate da moltissimi parrocchiani e
trasmesse dalla radio della diocesi,vengono pubblicate sul giornale “Orientaciòn”.
Una certa chiesa si impaurisce allontanandosi da Romero e dipingendolo come un
”incitatore della lotta di classe e del socialismo”. In realtà Romero non invitò
mai nessuno alla lotta armata, ma, piuttosto, alla riflessione, alla presa di coscienza dei
propri diritti e all’azione mediata, mai gonfia d’odio. Purtroppo, il regime sfidato aveva alzato
il tiro;dal1977 al 1980 si alternano i regimi ma non cessano i massacri.
Il 24 marzo 1980 Oscar Romero, proprio nel momento in cui sta elevando il
Calice nell’Eucarestia viene assassinato. Le sue ultime parole sono ancora
per la giustizia: “In questo Calice il vino diventa sangue che è stato il
prezzo della salvezza. Possa questo sacrificio di Cristo darci il coraggio di
offrire il nostro corpo ed il nostro sangue per la giustizia e la pace del nostro
popolo.Questo momento di preghiera ci trovi saldamente uniti nella fede e
nella speranza”. Da quel giorno la gente lo chiama, lo prega, lo invoca come
San Romero d’America. Sì, la profezia di Romero, il vescovo fatto
popolo si è realizzata:
“Se mi uccideranno – aveva detto – risorgerò nel popolo salvadoregno”.
La carità è importante, è fondamentale nelle emergenze, ma l'impegno sociale e
politico deve avere come obiettivo la giustizia.
La giustizia intesa concretamente come espansione reale
di tutti i diritti umani: libertà nel privato e nel sociale;
qualità della vita e accesso all'informazione;
emancipazione totale delle donne e certezza del benessere
per tutte le bambine e tutti i bambini.
Oscar Arnulfo Romero è il Vescovo che ha indicato i due
obiettivi basilari per realizzare la pace:
libertà e giustizia.
"La civiltà dell'amore non è un sentimentalismo, è la giustizia e la verità…
Una civiltà dell'amore che non esige la giustizia degli uomini, non sarebbe
una vera civiltà ma una caricatura dell'amore, in cui si vuole dare sotto
forma di elemosina ciò che si deve già per giustizia".
Oscar Romero
In nome di Dio vi prego, vi scongiuro,
vi ordino: non uccidete!
Soldati, gettate le armi...
Chi ti ricorda ancora,
fratello Romero?
Ucciso infinite volte
dal loro piombo e dal nostro silenzio.
Ucciso per tutti gli uccisi;
neppure uomo,
sacerdozio che tutte le vittime
riassumi e consacri.
Ucciso perché fatto popolo:
ucciso perché facevi
cascare le braccia
ai poveri armati,
più poveri degli stessi uccisi:
per questo ancora e sempre ucciso.
Romero, tu sarai sempre ucciso,
e mai ci sarà un Etiope
che supplichi qualcuno
ad avere pietà.
Non ci sarà un potente, mai,
che abbia pietà
di queste turbe, Signore?
nessuno che non venga ucciso?
Sarà sempre così, Signore?
David Maria Turoldo
Giornata Internazionale per
l' Eliminazione della Poverta'
17 Ottobre 2003
BUDDHA DELLA MEDICINA
La medicina tibetana si fa risalire agli insegnamenti del Buddha.
E' stato il Buddha a trovare le cause della sofferenza.
Egli indicò il percorso giusto per eliminare queste cause e per liberarsi dalla
sofferenza, per guarire e raggiungere lo stato di illuminazione. In questo senso
il Buddha è stato il primo grande guaritore del mondo buddhista.
Domande nel Paradiso di Gauguin
"Da dove veniamo?
Che cosa siamo?
Dove stiamo andando?"
Tompkins Collection, Museum of Fine Arts, Boston
ROMA - 16 OTTOBRE 1943
La polizia tedesca attua a Roma una retata di ebrei, la più
consistente dell’intero periodo.
Due giorni dopo vengono deportate ad Auschwitz 1023 persone.
LO SGOMENTO
Hussein Mustafa Awoun, 72, davanti alla sua casa danneggiata nel campo profughi di Rafah nella striscia di Gaza, dove un attacco militare Israeliano ha distrutto molte case. (Washington Post - 15 Ottobre 2003) |
meditazione prima di dormire
12.10.2003 PER UN' EUROPA DI PACE CONCRETAMENTE IMPEGNATA PER LA PACE NEL MONDO
Messaggi al corteo dal Papa e da Ciampi «Occorre riconoscere -sottolinea il Papa nel suo messaggio - che forse in questi anni non si è investito molto per «Da giovane», ricorda il Santo Padre, «ho potuto constatare per esperienza personale il dramma di un'Europa priva della pace. Ciò mi ha ancora più spinto ad operare instancabilmente perchè l'Europa ritrovasse la solidarietà nella pace e divenisse, tra gli altri continenti, artefice di pace, dentro e fuori dai suoi confini. Sono convinto che si tratta di una missione Anche il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi questa mattina ha voluto rivolgere il suo saluto e augurio ai partecipanti alla marcia. «La nuova edizione della marcia Perugia-Assisi rafforza l'impegno collettivo per l'incontro fra [L' UNITA' - 13 OTTOBRE 2003] "SENTINELLE DI SPERANZA" Quelli che vogliono un’Europa “aperta e solidale, al servizio della pace e dei diritti umani” quelle sentinelle di speranza che costruiscono l’altro mondo possibile
si danno appuntamento dal 1961 alla Perugia-Assisi. [CENTOMOVIMENTI NEWS - 11 OTTOBRE 2003 - In marcia verso un’Europa di pace FABIO DELL'OLIO] |