TESTAMENTO BIOLOGICO (4)
NON il diritto di morire, ma il DIRITTO INALIENABILE DI ACCETTARE o RIFIUTARE LE CURE MEDICHE
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Nel caso di Eluana Englaro, come eventualmente nel mio caso in un futuro che non posso conoscere, parlare di "diritto di morire" è fuorviante e falsifica i termini del problema.
Non si tratta, infatti, del "diritto di morire", ma di due altri diritti, fondamentali e inalienabili, entrambi riconosciuti dalla Costituzione Italiana e, in Europa, dalla Carta di Oviedo.
Per la nostra Costituzione ogni cittadino gode di una" libertà individuale inviolabile" (art. 13) e ha la libertà di Accettare o di Rifiutare le cure mediche (art. 32). Ora che le tecniche mediche hanno reso possibile la permanenza in una zona nebulosa di non-vita e non-morte, ancora di più l'ultima e unica parola spetta all'INDIVIDUO, che non deve chiedere di morire, ma deve poter dire se ACCETTA o RIFIUTA determinate terapie. Se sono cosciente, nessuno, neanche Sacconi, nemmeno Ratzinger e compagni vari possono impormi alcunché. Per mettermi un sondino nasogastrico devono avere il MIO PERMESSO. Il cosiddetto "testamento biologico" lo sottoscrivono gli individui che vogliono far valer la propria volontà in caso di incoscienza,dichiarando anticipatamente le PROPRIE RICHIESTE DI TRATTAMENTO (qualsiasi trattamento).
Il caos sul caso Englaro. La volontà di quella donna
di UMBERTO VERONESI, La Repubblica 18 dicembre 2008: QUI .
IL CAOS regna sul caso Englaro, trasforma il dibattito in una guerra di parole. Eluana è viva o non è viva; i trattamenti sono cure o accanimento; l'esito della sua storia è una questione medica, giuridica o politica. Eppure ha parlato semplicemente e chiaramente Eluana: "Io non voglio esistere così", diceva indicando il suo amico in coma vegetativo, riferendosi inequivocabilmente a quel corpo che stava davanti a lei, a come lo vedeva e lo percepiva, provandone terrore. Non ci sono giochi di parole: proprio quello ad ogni costo non voleva Eluana , e da lì dobbiamo ripartire, per non perderci nella "tragedia degli equivoci".
La confusione è sempre una cattiva consigliera perché alla fine delle polemiche abbandona la gente alla sfiducia sconsolata nella capacità della società, attraverso le sue istituzioni, di aiutare i suoi cittadini proprio nelle situazioni più complesse e drammatiche, quando la collettività e i suoi servizi dovrebbero invece essere di sostegno e di incoraggiamento.
Occorre allora riconcentrarsi sul tema: la volontà di Eluana. Se qualcuno ha dei dubbi deve fermarsi lì: se effettivamente quella del rifiuto della vita vegetativa fosse davvero la scelta lucida della ragazza. Resta da vedere perché mai dovremmo mettere in dubbio il lavoro paziente e meticoloso dei nostri giudici che hanno ricostruito questa volontà, emettendo una sentenza che sapevano perfettamente sarebbe stata altamente impopolare. E perché mai un padre adorante verso la propria "bambina", come dice Beppe Englaro, avrebbe dovuto battersi per anni per realizzare tale volontà, affrontando la gogna mediatica e la distruzione della sua vita personale?
A prescindere dalle considerazioni puramente umane, però, i dubbi sono legittimi perché non esiste purtroppo un documento firmato che riporti il pensiero di Eluana. Ma se invece siamo d'accordo che la volontà di Eluana è quella ricostruita dalla magistratura, allora la confusione su chi decide che cosa è subito dissipata. Decide Eluana e la sua decisione va rispettata. Se io scelgo che preferisco morire piuttosto che farmi amputare un arto, come è successo pochi anni fa nel caso della signora siciliana, nessuno può tagliarmi una gamba, esercitando una violenza che per me è tortura. Su questo punto non si può transigere perché significherebbe accettare che nel nostro paese la società è autorizzata a perpetrare violenza nei confronti dei suoi cittadini. E questo non è vero né per la magistratura, né per la scienza , né per il Vaticano, né per la politica. Come ricorda Carlo Casonato, grande esperto di diritto costituzionale comparato e responsabile del Progetto Biodiritto "il diritto di disporre della propria vita esiste. E' sancito dall'articolo 13 sulla libertà personale e dall'articolo 32 della Costituzione, secondo il quale nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario e anche dall'articolo 35 del Codice di Deontologia Medica che conferma che non è consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona.".
Sappia quindi la gente che c'è un punto fermo : nessuno può violare questo diritto e c'è chi si impegna a farlo rispettare sempre e comunque nella sua sostanza. La confusione si crea piuttosto sulla forma e si alimenta delle definizioni e delle prese di posizione politiche e ideologiche. Sono mesi che dalle pagine dei giornali e dagli schermi di televisioni e computer ci ossessiona la figura di una donna nella dirompente bellezza dei suoi vent'anni: Eluana con il cappello nero, Eluana in tuta rossa fiammante sulla neve, Eluana che esce dalla doccia e ride. Eluana oggi non è quella delle foto. E' una donna di quasi quarant'anni anni, senza sorriso, senza espressione negli occhi, senza vita di relazione, senza coscienza, senza controllo di un corpo, che è ormai un involucro in disfacimento. La sua vita meravigliosa si è spenta per sempre 16 anni fa.
Cronaca:
problema di coscienza e di difficile soluzione ma la volontà concreta di un padre vale più di tante sterili argomentazioni e di tanti cavilli legali. Auguro a quel papà di vincere la sua battaglia nonostante le difficoltà con le quali combatte strenuamente tutti i giorni.. Ciao harmonia.
RispondiEliminada una parte, la volontà di Eluana, del padre, ratificata dai giudici
RispondiEliminadall'altra, nell'ipotesi buona, problemi di coscienza Nell'ipotesi cattiva , come l'intervento di Sacconi, un uso politico e ideologico.Vorrei vedere se usassero su un suo familiare, quel criterio
Sai come io sia dalla parte di papà Beppino, e l'ultima "sacconata" pone anche un problema politico: perchè quando ci si autoproclama "popolo delle libertà" e si assumono invece, in concreto, pose dittatoriali, pregne di meschinità ed opportunismo come questa, c'è qualcosa che non quadra.
RispondiEliminaciao Una vicenda molto triste. non riesco a capire, perchè è tanto complicato dare il consenso. La ragazza è morta già, le sue funzioni cerebrali non ci sono più il suo pensiero non c'è più, perchè la chiesa parla di vita, ma dovè la vita. Poi tutti parlano, volevo vedere se era la loro figlia come si pronunciavano. E' veramente triste sapere di essere in mano a certe persone e non poter decidere liberamente. ciao penny
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