venerdì 12 dicembre 2008

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«Cambiare la Costituzione?»

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Un'intervista  di Federica Fantozzi a Franco Cordero, giurista, autore di pamphlet polemici e docente di procedura penale. Ancora una volta l'argomento è la riforma della Costituzione ventilata da Berlusconi. Il giornale è L'Unità di oggi (qui). Il mio intento è la raccolta di riflessioni esperte, e la conservazione nel mio blog.

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«Cambiare la Costituzione? Così è pirateria istituzionale. Vuole pm sottomessi»

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Giurista, autore di pamphlet polemici e docente di procedura penale, Franco Cordero commenta con disincanto l’intenzione del premier di modificare la Costituzione da solo, salvo referendum confermativo: «Sul piano tecnico c’è poco da dire: rispettando l’articolo 138 la maggioranza può fare ciò che vuole. Ma è pirateria politica. Un gesto di eversione mascherato legalisticamente osservando i requisiti costituzionali».
Un atto fuori dalla normalità istituzionale?
«Prima che emergesse Berlusconi non era concepibile che la Carta fosse modificata o solo emendata senza il consenso di tutte le parti. Ma siamo nel campo dell’onestà, della moralità, della fisiologia politica».

Per i costituzionalisti è una scelta legittima però inopportuna.
«Un gesto simile sarebbe autentica soperchieria. Equivale a dire: ho i numeri grazie ai quali faccio quello che voglio. Nessun giurista con la testa sul collo e sufficiente cultura può dire che una riforma così nasce invalida. Nasce vergognosamente combinata».

Fini, alleato di Berlusconi, ha evocato il cesarismo.
«È una formula debole rispetto a ciò che il premier ha in mente. Cesare e Ottaviano non agivano così. Ottaviano era rispettoso dell’autorità del Senato, non si arrogava poteri abnormi. Gli veniva riconosciuta auctoritas: prestigio politico, autorità morale, carisma. Ben lontano dalla fenomenologia che abbiamo sotto gli occhi».

Berlusconi non vuole ostacoli alla sua riforma della giustizia. La separazione delle carriere è utile o dannosa?
«È una formula eufemistica sotto cui vuole costruire il pm come ufficio investigativo che riferisce al Guardasigilli. Quindi le preocure lunga mano del governo. È chiaro che salta il concetto di obbligatorietà dell’azione penale».

È un obiettivo realizzabile?
«Se anche si togliesse di mezzo questo aspetto, e l’articolo 112 fosse amputato, non si avrebbe un pm manovrato dall’esecutivo. La Carta non è fatta di norme disarticolate come atomi separati. È un sistema con nessi interni. Dunque la questione si invelenirebbe».

Fino a che punto?
«Nel delirio di onnipotenza Berlusconi punterebbe a una revisione radicale per fondare la signoria che di fatto già esercita. Il presidente eletto, investito di consenso carismatico che rende irrilevante il conflitto di interessi perché il popolo sovrano lo ha assolto. Discorsi da ignorante di logica costituzionale moderna».

Quali sono i pericoli?
«Quest’ottica implica una regressione di 7 secoli, al regime di signoria selvaggia. Un terrificante passo indietro fatto in una logica stralunata».

Sono proclami o si arriverà davvero a questo scenario?
«Politicamente il referendum è un grosso rischio. Se fallisse Berlusconi ne uscirebbe colto in flagrante debolezza. Credo che cercherà di acquisire, con metodi in cui lo sappiamo esercitatissimo, i consensi parlamentari che gli servono. Ma resta lontano dalla maggioranza dei due terzi che gli serve».

In questa legislatura il Parlamento non lavora a vantaggio del consiglio dei ministri. Un’altra anomalia?
«Decide lui con i suoi. Ha un concetto piratesco pure dei decreti legge. È una forma condizionata a presupposti di necessità e urgenza: in più casi il governo ne ha fatto un uso visibilmente abusivo».

Berlusconi usa la questione morale contro il centrosinistra. Ha qualche fondamento?
«Le regole morali valgono per tutti e l’affare Unipol non è stato edificante. Ma la sua logica è: tra noi e voi non esiste differenza antropologica, siamo tutti uguali in un paese dove i giudici non applicano equamente le leggi e i cittadini non hanno la moralità nel sangue, quindi non seccatemi. Ovviamente non è così».

Cosa dovrebbe fare l’opposizione ora che il dialogo è defunto?
«L’alternativa di una collusione non sarebbe stata molto più virtuosa. Se i contenuti della riforma restano lontani dall’ortodossia costituzionale, meglio che il premier vada da solo piuttosto che condividere un gesto soperchiatorio».
ffantozzi@unita.it dicembre 2008
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5 commenti:

  1. Agghiacciante...
    Amica mia, hai sentito della proposta di chiudere la Tv tutti tra stanotte e domani notte per 24 ore?

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  2. Vorremmo svegliarci nel bel mezzo di questa notte che si è levata sulle anime e scoprire che B. è un incubo e non la realtà.
    Oppure che è un Et dark sbarcato da un'altra galassia per sfidare l'intero pianeta.
    Solo che noi non abbiamo Superman a difenderci..

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  3. Povera italia alla mercè del berlusconismo. Ma non capisco come si possano prendere le parti di chi si è fatto le leggi per assolversi da solo. Purtroppo siamo un popolo troppo campanilista e per impedire all'avversario di vincere le elezioni si arriva al punto di appoggiare anche un imbroglione. Ciao harmonia, buon blogging.

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  4. Ma la cosa che mi chiedo, visto che siete così tanto contro pochissimi, come mai non avete stravinto le elezioni visto che il rapporto qua è uno a dieci e se vado in un blog a commentare sono sempre solo contro due, tre, quattro, cinque, sei persone contemporaneamente e solo nel mio blog invece sono quasi solo i rossi a venire a commentare?
    C'è qualcosa che non va nel pensiero di democrazia, credetemi:-)

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  5. E' possibile l'esercizio della giustizia senza errori giudiziari? Ho paura di no. Basta che siano errori non voluti. Per evitare questo rischio ci sono più gradi di giudizio e controlli sull'operato dei giudici. Che però devono essere indipendenti e soggetti solo alla legge, come dice la Costituzione. Ma il punto vero delle accese discussioni ( tra Leonardo e Masso, ad esempio ) è la risposta che si dà a questa domanda: chi è e cosa è, in politica, Silvio Berlusconi ? La risposta divide senza possibilità di intesa l'Italia in due parti quasi uguali. Ripeto: senza possibilità di intesa.
    Una nota sulla "democrazia nei blog".E' che ogni blog si muove dentro una blogsfera di elezione e riferimento. C'è di sicuro anche la blogsfera dei fedeli di Berlusconi. Se leonardo la cerca, troverà che lì il rapporto si inverte; dieci berluscloni e un oppositore...

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