lunedì 7 luglio 2003



La nascita del totalitarismo




Hannah Arendt



Il successo dei movimenti totalitari fra le masse segnò la fine di due illusioni


care ai democratici in genere, e al sistema di partiti degli Stati nazionali europei in particolare.


La prima era che il popolo nella sua maggioranza prendesse parte attiva agli affari di


governo e che ogni individuo simpatizzasse per l’uno o l’altro partito; i movimenti


mostrarono invece che le masse politicamente neutrali e indifferenti potevano costituire


la maggioranza anche in una democrazia, e che c’erano quindi degli Stati retti


democraticamente in cui solo una minoranza dominava ed era rappresentata in


parlamento. [...] La seconda illusione era che queste masse apatiche non contassero


nulla, che fossero veramente neutrali e formassero lo sfondo inarticolato della vita


politica nazionale; [...] Da un punto di vista pratico, non c’è molta differenza se i


movimenti totalitari adottano l’orientamento del nazismo o quello del bolscevismo,


se organizzano le masse in nome della razza o della classe, se pretendono di seguire


le leggi della vita e della natura o quelle della dialettica e dell’economia.




(H. Arendt, Le origini del totalitarismo, trad. di A. Guadagnìn, Edizioni di comunità, Milano, 1996, p. 432-433)



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