La nascita del totalitarismo
Hannah Arendt
Il successo dei movimenti totalitari fra le masse segnò la fine di due illusioni
care ai democratici in genere, e al sistema di partiti degli Stati nazionali europei in particolare.
La prima era che il popolo nella sua maggioranza prendesse parte attiva agli affari di
governo e che ogni individuo simpatizzasse per l’uno o l’altro partito; i movimenti
mostrarono invece che le masse politicamente neutrali e indifferenti potevano costituire
la maggioranza anche in una democrazia, e che c’erano quindi degli Stati retti
democraticamente in cui solo una minoranza dominava ed era rappresentata in
parlamento. [...] La seconda illusione era che queste masse apatiche non contassero
nulla, che fossero veramente neutrali e formassero lo sfondo inarticolato della vita
politica nazionale; [...] Da un punto di vista pratico, non c’è molta differenza se i
movimenti totalitari adottano l’orientamento del nazismo o quello del bolscevismo,
se organizzano le masse in nome della razza o della classe, se pretendono di seguire
le leggi della vita e della natura o quelle della dialettica e dell’economia.
(H. Arendt, Le origini del totalitarismo, trad. di A. Guadagnìn, Edizioni di comunità, Milano, 1996, p. 432-433)
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